Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: David19494    20/10/2011    5 recensioni
Ehilà! Cari lettori, che dire... semplicemente, questa è la mia prima ff.
Ranma & Co. - Vent'anni dopo!
+++STORIA RIPRESA DOPO 18 MESI (titolo vecchio: "In a Hypothetical Future...")+++
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve, lettori e lettrici!
Immagino che ormai abbiate capito il motivo per cui c’ho messo una vita a pubblicare il nuovo capitolo di Wi20YL, vi chiedo lo stesso pardon!!  xD
Ora non mi resta che lasciarvi alla lettura del 21° aggiornamento :D
 
 
 

CAPITOLO 21 - Bad Twist

 
 
 
Fu fulmineo.

Yamato, fuori di senno ed accecato dall’ira, si scaraventò contro Shinichi.

L’Aida aveva pronosticato una reazione simile, sulle sue labbra infatti si era formato un ghigno che dava alla sua espressione un fare sicuro di sé.
Si scansò proprio un centesimo di secondo prima di venir sopraffatto dall’offensiva del giovane Saotome. Quest’ ultimo andò pertanto a frantumare un piccolo masso decorativo appostato dietro al padrone di casa.
 
“Mio padre mi ucciderà se al suo ritorno vedrà qualcosa di rotto! Ora me la paghi” urlò spazientito il ragazzo dagli occhi azzurri, prima di afferrare da dietro l’avversario per il colletto, saltare il muro di casa sua e portarlo in uno spiazzo pochi metri distante.
 

Quando lo vide girarsi verso di lui, a pochi centimetri dal suo volto, Shinichi rimase immobilizzato davanti al suo sguardo omicida.
Non riusciva a vedere le pupille del moro.

“Ma cosa...aaaargh!” l’urlo di dolore del ragazzo di Osaka riecheggiò in quel cortile abbandonato.

Yamato l’aveva colpito violentemente con una testata. Ora la vista di Shinichi era appannata dal sangue che sgorgava dalla ferita sulla fronte.
 
*Che zucca dura che ha!!*
 
Il ferito pose entrambe le mani sulla sua fronte per tamponare l’emorragia.
Il moro, invece, era in piedi ad ucciderlo con lo sguardo e non si curava della ferita alla fronte che aveva anche lui stesso, anche se non era grave come quella del nemico.
 
“Maledetto bastardo, vuoi la guerra? E GUERRA SIA!”
 
Shinichi, dopo aver staccato una parte del suo mantello ed averla usata come benda per la ferita, si alzò e caricò un pugno all’altezza dello stomaco del coetaneo.
Il suo colpo andò a segno.

Yamato sputò sangue ma, sebbene avesse subito un colpo violento come quello, reagì come se nulla fosse, colpendolo con un montante sulla mandibola.
Dopo ciò, vedendolo scaraventato alcuni metri lontano dal suo colpo, caricò nelle sue mani un’onda di energia gialla.

“MOKO TAKABISHA!” urlò Yamato, sparando il colpo energetico verso l’Aida.
 
La mossa gli riuscì molto bene: infatti, aveva conservato perfettamente la sua autostima, nonostante avesse perso la ragione.
 
Shinichi sorrise nel vedere quella tecnica, prima di contrattaccare con una tecnica tutta sua.

“Non male Saotome, ma non credere che potrai sopraffare l’Energia di Fuoco della scuola Aida!!” fece lui, mentre la sua sfera arancione andava a schiantarsi con l’onda di Yamato.
 
L’impatto provocò una massiccia esplosione e i due combattenti furono scaraventati a terra dall’onda d’urto.
 
Intanto nuvoloni neri cominciavano a sopraggiungere carichi d’acqua, facendo scomparire il cielo stellato.
 
 
Kyoko, dopo l’uscita di scena di Shinichi, aveva raggiunto le amiche e aveva passato del tempo con loro.
Dopo un po’ decise di uscire fuori la palestra per prendere una boccata d’aria.

*Ma dove si è cacciato Yamato? Kurumi ha detto che è venuto anche lui stasera...* il ticchettio dei tacchi di Sakura aveva destato l’Hibiki dai suoi pensieri.

“Oh salve, Hibiki. Che ci fai qui fuori?” chiese la nippo-americana, con finto interesse.
 
“Dentro cominciavo a sentire caldo e così ho deciso di venire qui a ad arieggiare, Aida” rispose la castana, non guardandola nemmeno.
 
“Ok. Hai per caso visto il mio tesoruccio da queste parti? È andato via dieci minuti fa e non si è fatto ancora vedere”
 
Quella domanda le fece ribollire il sangue nelle vene.
Sapeva a chi si riferiva.
Lo sapeva BENISSIMO.
 
“Chi sarebbe il tuo TESORUCCIO?” si girò Kyoko verso di lei, scandendo bene l’ultima parola.
 
“Come ‘chi sarebbe’? È Yamato, chi altrimenti?!” disse Sakura, con aria di sfida.
 
“Mi dispiace cara, non l’ho visto. Anche tuo fratello è scomparso dieci minuti fa” il tono dell’Hibiki era più gelido che mai.
 
Prima che Sakura potesse controbattere, un boato investì i timpani delle ragazze.
Constatarono subito che non si trattava di un tuono, nonostante minacciasse di piovere.
 
*Ho un brutto presentimento...* pensò Kyoko.
 
Non ci pensò due volte ad uscire da casa Aida e di dirigersi nella direzione dalla quale era giunto quel forte rumore.
 
“Aspettami, Hibiki! Vengo anch’io” urlò Sakura, mossa dalla curiosità di scoprire il motivo dell’esplosione.
 
Proprio in quel momento incominciò a piovere a dirotto.


La visione che si materializzò davanti a loro pietrificò le due ragazze.
Dall’altro lato della strada vi era uno spiazzo con due ragazzi che si stavano azzuffando. Ma non era una lite normale.
Sembrava una lotta all’ultimo sangue.
 
*Ma quelli sono Shinichi e... Yamato!* constatò Kyoko, mettendosi una mano sulla bocca.
 
“Ma che cavolo stanno facendo!?” protestò Sakura, con l'intenzione di andare a raggiungerli.


Yamato e Shinichi, ignari dei due sguardi puntati su di loro, continuavano imperterriti la loro lotta.
Erano in uno stato di perfetta parità. Uno incassava due colpi e poi ne restituiva altrettanti all’altro.
 
“Versione modificata della tec...”

“FERMATEVI, VI PREGO!” la mossa di Saotome fu interrotta da un urlo straziante.
 
Kyoko aveva messo tutta la sua forza in quella richiesta, che sapeva tanto di supplica.
Persino Sakura rimase immobile a quel gesto della ragazza affianco.
 
I due combattenti si girarono subito dalla parte delle ragazze e le videro.
La voce di Kyoko aveva avuto il potere di risvegliare Yamato dalla sua collera.
Ora il ragazzo la fissava con occhi sbarrati e con la vista ancora annebbiata dal suo sangue.
 
Kyoko cominciò a correre verso di loro.
 
Fu un attimo.

Il rumore degli pneumatici si sentì incontrastato, nonostante la pioggia scrosciante.
L’Hibiki rimase paralizzata in mezzo alla strada nel vedere i fari di un’auto avvicinarsi velocemente ed inesorabilmente verso di lei.
 
“A-attenta, Kyoko!” urlò Sakura, allungando una mano nella sua direzione.
Il suo avvertimento non servì a nulla.
L'autista perse il controlo della macchina ed accadde l'inevitabile.

Kyoko finì a terra quasi una decina di metri lontano, a causa del violento impatto col paraurti dell’automobile.
 
“OH KAMI, KYOKOOO!!” sbraitò Yamato che, non curandosi delle ferite, si mise a correre a più non posso verso la ragazza.
 
Shinichi, dal canto suo, come la sorella, era rimasto di sasso nella sua postazione.
 
Yamato sollevò dolcemente la ragazza dalla terra bagnata e le mantenne il capo. Dovette accorgersi con orrore che il suo vestito si era riempito di sangue nella parte centrale.
Il sangue di Kyoko.
Le si era aperta una profonda ferita sul fianco e una più lieve dietro il capo.
 
“Kyoko, ti prego, resisti!” le intimò il ragazzo, sorreggendola con fare protettivo.
 
La ragazza schiuse leggermente gli occhi quel tanto che bastava per riuscire a guardare l’espressione allarmata negli occhi color nocciola, sporchi di sangue, del giovane Saotome.
 
“Ya..mato, io..io” flebili parole precedettero lo svenimento della giovane dagli occhi ambrati.
 
“Dannazione! Aida, maledetto, chiama immediatamente un’ambulanza!” urlò Yamato, ora più arrabbiato che preoccupato.
 
“S-sì, subito!” rispose lui, risvegliandosi da quello stato di trance in cui era caduto.
 
“Sakura! Tu avverti Masahiko e gli altri!” il tono di Yamato dava come la sensazione che il ragazzo stesse dando ordini.
 
La ragazza obbedì e si precipitò a casa.
 
“Accidenti, per colpa tua il mio cellulare si è rotto! Dannazione!” imprecò Shinichi a denti stretti, riferendosi al rivale, prima di scaraventare con frustrazione a terra l’ormai distrutto apparecchio.
 
 
In pochi minuti sopraggiunse un folto gruppo di persone.
 
“Che cavolo è successo a mia sorella? SAOTOME TI UCCIDEREI!” sbraitò Masahiko, spostando violentamente Yamato da Kyoko.
 
Il giovane Saotome spiegò la dinamica dell’incidente a tutti i presenti con fare sconvolto.
 
L’autista della macchina, un signore di mezza età, si era scusato più volte con Hibiki.
Fecero poi chiamare la polizia per indagare sull’accaduto, ma quando Lan-yu prese il cellulare per chiamare l’ambulanza, Ranko la interruppe.
 
“No Lan, portiamo Kyoko da zio Tofu! Ci vogliono due o tre minuti per arrivarci da qui. Ora avverto Izumi” disse la rossa, che era la più calma del gruppo.
 
“Bene, muoviamoci!” asserì Masahiko, prendendo in braccio la sorella.

“Sakura, tu non vieni?” chiese Ken.
 
Il suo sguardo parve alla ragazza più preoccupato che mai. Non lo aveva mai visto così, ma non ci diede troppo peso. Si affrettò a raggiungere gli altri.
 
“È accaduto tutto per colpa tua, Saotome!” fece Shinichi, prima di seguire Yamato e gli altri verso la clinica del Dottor Tofu.
 
“Tu sta’ zitto, Aida! Kyoko ti ha salvato da una morte certa” ribatté il moro, continuando la sua corsa contro il tempo.
 
 
“Presto, presto, mettetela qui!” esordì Izumi, posizionando una barella nell’ingresso della clinica.
 
“Oh cielo! Cosa le è successo?” Kasumi si era precipitata subito giù dagli ospiti.
 
“È stata investita da un’automobile, zia!” rispose Kurumi, con gli occhi lucidi.
 
“Portiamola subito di sopra!” proruppe Tofu, appena arrivato dal suo studio.
 
 
Appena furono avvertiti, raggiunsero lo studio anche Akane, Nabiki, Kuno, Ryoga e Akari. Ovviamente i più tesi erano questi ultimi.
 
“Per tutti i Kami, KYOKO!” urlò Ryoga, dopo essere piombato nella sala d’attesa della clinica.
La luce rossa sopra alla porta della sala di operazione si era da poco accesa.
 
“La mia bambina...” Akari non riusciva trattenere le lacrime, mentre Akane cercava di consolarla dicendole che se la sarebbe cavata.
 
Ranma, impegnato insieme al signor Aida nella riunione degli artisti marziali, non era stato avvertito.
 
 
Masahiko decise, poco dopo, di parlare in privato con Yamato. A quest’ultimo, così come a Shinichi, erano state medicate le ferite.
 
Uscirono fuori. Aveva cessato di piovere.
 
“Ora tu mi spieghi TUTTO! Perché so che prima non l’hai fatto” il tono dell’Hibiki non ammetteva repliche.
 
“... Kyoko non si è buttata in mezzo alla strada tanto per farlo, o sbaglio? Vi stava venendo incontro!”
 
“Sì... io e quel bastardo stavamo combattendo” disse mestamente Yamato, col capo chino.
 
“Ma bene! E posso sapere il perché?” chiese il castano, con evidente ironia.
 
“L-lui ha detto che Kyoko era s-sua... a quel punto non ci ho visto più!” il moro stava iniziando a tremare e cercava di impedirsi di piangere, cosa ritenuta disonorevole da parte sua.
 
“Adesso ho capito...LA COLPA È VOSTRA! SE NON FOSSE ACCADUTO NIENTE, KYOKO NON SAREBBE VENUTA A CERCARVI! E di conseguenza non sarebbe qui in questo momento!”
 
Yamato cadde sulle ginocchia e mise le mani a terra. Cominciò a singhiozzare.

“Hai p-pienamente r-ragione... È COLPA MIA!” urlò lui disperato, sbattendo i pugni sul terreno bagnato.
 
Masahiko rimase interdetto davanti a quella scena: il suo rivale stava piangendo rabbiosamente.
Non l’aveva mai visto così distrutto, così... indifeso. Gli faceva quasi pena.
 
“Dai, non è il momento di frignare adesso! Alzati e andiamo dentro, che fra poco dovrebbe uscire il Dottor Tofu!” lo sorresse il ragazzo vestito di nero, eliminando in parte l’astio che provava per lui.
 
“Se Kyoko non dovesse farcela, non me lo perdonerei mai!” fece Yamato, dopo aver smesso di piangere.

“Non devi neanche pensare ad una cosa simile, chiaro?!”
 
 
_CLINICA ONO, ore 22.30_
 
Era passata un’ora circa dall’incidente e la porta della sala operatoria non si era ancora aperta.
Ciò avvenne però 5 minuti dopo.
 
Tofu aveva un’espressione estremamente preoccupata in volto: questo per gli altri non prometteva nulla di buono.
 
“Allora dottore, come sta mia figlia?” fu Ryoga il primo a domandare.
 
“Beh, purtroppo vi porto delle cattive notizie... Kyoko ha perso molto sangue e si è verificata un’emorragia interna abbastanza grave, causata dal violento impatto. Inoltre ha subito anche una lieve commozione cerebrale: fra pochi minuti dovrebbe entrare in coma, mi dispiace”
 
Un silenzio tombale piombò nella sala d’attesa.
Questo fu spezzato dal pianto di Akari, molto più straziante di prima.
 
“DANNAZIONE! Ci deve essere un modo per salvarla!” sbraitò Ryoga, sbattendo i pugni su un tavolino lì vicino.
 
“Farò il possibile. Te lo prometto, Ryoga” cercò di rassicurarlo Tofu, poggiando una mano sulla sua spalla.
 
Yamato era rimasto paralizzato, stessa cosa per Masahiko, appostato affianco a lui.
 
*T-ti prego, non lasciarmi* implorò Saotome nella sua mente.
 
 
Come era stato preannunciato dal dottore, la giovane Hibiki, dopo circa mezz’ora entrò in coma.
Erano andati via i Kuno e i fratelli Aida, seppure Shinichi avrebbe voluto trattenersi ancora.
Masahiko, invece, accompagnò Lan-yu al suo ristorante, dopodiché sarebbe ritornato alla clinica. Rimasero, ospitati da Kasumi, solo Ryoga e Akari.
Dopo un po’ di esitazioni, infatti, se ne erano andati anche Akane, Ranko, Keisuke, Kurumi e Yamato. Il moro, prima di uscire, aveva rivolto un’occhiata alla porta della stanza di Kyoko, come per salutarla con lo sguardo.
 
Arrivati a casa, Sakura e Shinichi avevano dovuto spiegare al padre il disastro della palestra e l’accaduto della sera.
 
*È stato decisamente il compleanno più brutto della mia vita* Shinichi cercò di addormentarsi con questo pensiero.

La sera lasciò così il passo alla notte fonda.


“Dove mi trovo??” esclamò Kyoko, prima di accorgersi di trovarsi in uno magnifico campo fiorito e colorato.

“Salve, cara Kyoko”

La castana si voltò subito dalla parte da cui le era arrivata quella voce eterea.
Vide una sorridente signora sulla quarantina con lunghi capelli scuri, raccolti in un fermaglio dietro la nuca. Indossava un kimono giallo, che si adattava all’ambiente circostante.
Ma ciò che colpì di più l’Hibiki furono i suoi occhi color nocciola... davvero una bella tonalità.
 
“C-chi è lei? C-come fa a conoscermi?” chiese esitante.
 
“Oh, non ha importanza la mia identità, bambina. Ma posso dirti che ti conosco da quando sei nata... tranquilla però, non sono una tua parente”
 
“Mi spiace ma non capisco... io...” la ragazza fu interrotta da un cenno della signora effettuato con la mano.
 
“Sei in bilico tra la vita e la morte, cara ragazza. Laggiù, oltre questo prato fiorito, c’è l’ingresso al Paradiso”
 
 

 
TO BE CONTINUED
 
 

 
Rieccomi amici!
Vi aspettavate questo colpo di scena?
Vi starete domandando chi sia la signora con cui sta parlando Kyoko... e credo che avete già qualche idea xD
Chiedo ancora scusa per l’enorme ritardo che ho fatto per aggiornare, cercherò di rifarmi la prossima volta pubblicando più presto ^^’’
Fra due o tre giorni credo che posterò anche il secondo capitolo di An Unexpected Return :D
Ora vi saluto, sayonara!
David
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: David19494