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Autore: Rainbow Symphony    21/10/2011    4 recensioni
Chi non vorrebbe una seconda opportunità nella vita? (Arthur/Merlin)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Titolo: WHEREVER YOU WILL GO

Autore: Rainbow Symphony

Rating: Giallo ma più avanti diverrà rosso.

Avvertenze: Slash – LongFic – AU – Drammatico – Romantico

Paring: Arthur/Merlino (Bradley/Colin) e altri.

Note: Ciao bella gente e.e qui parlano Edian e Suicidal_Love che si unite per conquistare il mondo.

Questa piccola storia è ambientata in un universo alternativo. Come avrete notato vi sono il nome di Bradley e Colin di cui useremo il nome e l’aspetto ma cambieremo i cognomi perché appunto non si riferisco agli attori e.e

Spero commenterete in tanti questo piccolo prologo che è solo l’infarinatura di una situazione più complicata.

Grazie mille dallo Scoiattolo Sadico e Magico (Sui) e Ben Barnes Traverstito da Caspian e Arthur (Edian) *__*/.

 

 

WHEREVER YOU WILL GO

 

Chi non vorrebbe una seconda opportunità nella vita?

 

 

Non era la prima neve della stagione. Camelot, in Inghilterra, si trovava abbastanza a nord per aver già visto alcune albe spruzzate di bianco.

Ma quella non era l’alba, e quella non era una spolverata. Dalla mattina fino al calare delle tenebre erano continuati a cadere fiocchi gelidi che aderivano come una coperta al suolo.

Dinanzi a uno spettacolo così idilliaco nessuno avrebbe mai pensato che Uther avesse intenzione di sporcare quel candore con del sangue innocente.

C’era qualcosa nella neve che addolciva il mondo, rendendolo irreale per un brevissimo istante, irreale come quel boia sul suo palco in attesa della sua vittima.

Merlino alzò gli occhi osservando alcuni uomini di guardia che lo attendevano davanti alla sua cella e deglutì a vuoto.

Sentiva distintamente il gelo penetrargli le ossa e la paura soffocarlo, ma il dolore peggiore erano quelle urla disperate provenienti dall’ultima cella di quella prigione.

Cercò di proferire parola con l’unico risultato di tossire violentemente rabbrividendo visibilmente.

Se l’esecuzione si fosse tenuta qualche giorno più avanti il mago, ne era sicuro, sarebbe morto per quella febbre che in quelle ultime settimane lo aveva accompagnato rammentandogli il suo triste fato.

“E’ ora di andare ad incontrare il creatore” esclamò una sudicia e grassa guardia che, entrata nella cella, lo tirò su osservandolo con i suoi occhi porcini e malevoli.

Merlino tentò di tenersi in piedi a fatica e tossì nuovamente cercando con lo sguardo il suo amante non appena mise piede fuori dal suo angusto giaciglio.

“Arthur” riuscì solo a mormorare prima che il suo aguzzino gli legasse i polsi strettamente trascinandolo come se fosse una bestia da soma. “Arthur ti amo” urlò a fatica sentendosi decisamente patetico a quell’esclamazione.

Non appena, però, fu all’aperto inspirò una boccata d’aria fredda trattenendola nei polmoni a lungo, quindi espirò lentamente.

Nella sua via al patibolo di tanto in tanto un fiocco di neve atterrava sulla punta del suo naso quasi fosse una piuma.

Sorrise cercando di risultare il più sereno possibile, non curandosi minimamente del suo aspetto poco candido.

La camicia era sudicia e lo stesso si poteva dire dei pantaloni. Il viso era pallido e ricoperto da una leggera patina di sudore che incorniciava i grandi occhi blu cerchiati di nero.

Si umettò le labbra secche e salì sul suo personale palco con stanchezza prima che il suo capo venisse posato contro un ceppo di legno.

Dall’alto la voce di Uther risuonò possente facendo tacere quel brusio creatosi nella piazzola della cittadina.

Il silenzio improvviso gli lasciò il tempo di assaporarsi quella dolce pace ricordando il volto dei suoi amici che fino all’ultimo erano stati al suo fianco.

Uther li aveva imprigionati assieme al principe sotto stretto consiglio di Niniana, una giovane donna arrivata a corte pochi mesi prima.

La dama era subito entrata nelle simpatie del Re che con il tempo era divenuto una marionetta nelle sue mani, grazie anche all’aiuto della magia con la quale aveva stregato l’ignaro sovrano.

I tamburi suonarono riecheggiando lugubremente.

“Che questo serva a tutti da lezione. Questo ragazzo, Merlino, è stato giudicato colpevole per aver praticato la magia all’interno di Camelot nonché somministrato all’erede al trono una pozione d’amore per renderlo schiavo di un fittizio desiderio. In conformità con le leggi di Camelot, io, Uther Pendragon, decreto una sola sentenza … la morte.”

Il braccio dell’uomo si levò verso il cielo e nuovamente i tamburi suonarono fino a quando il braccio si abbassò in contemporanea con la lama.

Un’esclamazione d’orrore sfuggì dalle labbra dei presenti ed un gracchiare di un corvo solitario riempì il silenzio che ne conseguì.

Solo nelle prigioni si udì un urlo disperato, seguito subito dopo da un gelido silenzio che restò immutato per giorni.

  
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