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Autore: Mizar    22/10/2011    9 recensioni
Notte da tregenda nel Mondo Magico.
James Potter e la sua giovane mogliettina sono stati assassinati.
Lord Voldemort, nel tentativo di uccidere Harry, ha perduto i suoi poteri ed è fuggito.
Sia i Mangiamorte che i combattenti dell’Ordine della Fenice sono nel caos ma, in mezzo a tanta tragedia…
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.



Halloween 1981

storia dedicata alle amiche del Sabba, per festeggiare Halloween


E’, L'amico e' qualcosa che piu' ce n'e' meglio e'
e' un silenzio che puo' diventare musica da cantare insieme io con te
.
(D.Baldambembo)



Notte da tregenda nel Mondo Magico.
James Potter e la sua giovane mogliettina sono stati assassinati.
Lord Voldemort, nel tentativo di uccidere Harry, ha perduto i suoi poteri ed è fuggito.
Sia i Mangiamorte che i combattenti dell’Ordine della Fenice sono nel caos ma, in mezzo a tanta tragedia…

“Lupin, bestiaccia immonda, cosa stai facendo?” tuonò Piton entrando a mo’ di uragano nella Stamberga Strillante.
Remus non lo degnò di uno sguardo, intento com’era ad attaccare a una trave un cappio munito di nodo scorsoio.
Il giovane pozionista, trafelato, attraversò di corsa la stanza e lo acchiappò per i calzoni, facendolo cadere dallo sgabello su cui era issato.
Questa volta il licantropo alzò gli occhi, cacciando un urletto di paura.
In effetti Severus, col mantello nero gonfio e il naso a becco pareva proprio un pipistrellone, anzi peggio, un avvoltoio, ma nonostante la comprensibile reazione di Remus il mago s’indignò .
“Invece di uggiolare rispondimi quando ti parlo, animale!”
“Secondo te cosa posso mai fare con una corda da impiccagione in mano e uno sgabello sotto i piedi, Severus?” mormorò tetro il ragazzo, provando la scorrevolezza del nodo scorsoio.
“Metti via subito quella roba”, ordinò Piton con occhi di fuoco, battendo il piede e incrociando le braccia.
“Perché? Ormai non ho più nessuno da amare” rispose lamentoso il licantropo.
“James, Lily e Peter, i miei unici amici, sono morti.
Sirius, il mio amore, è ad Azkaban accusato del triplice omicidio…Cosa rimango vivo a fare???”
“Sei il solito lagnoso”, sbuffò il mago nero con sdegno.
“Anch’io ho subito una grossa perdita, non trovi? Eppure sono qui vivo vegeto e pronto all’azione”.
“Quale perdita Severus? Lily ti aveva mollato per Potter già da un pezzo. Ci aveva pure fatto un figlio…” ridacchiò il lupide, dimenticando per un attimo il suo dolore.
Piton sbuffò arricciando disgustato il naso.
“Appunto del figlio che ti volevo parlare, quel gran genio di Silente lo vuole affidare a Petunia e a quel tricheco di suo marito perché lo crescano”.
“Ohhhh” raccapricciò Lupin, toccandosi il cavallo dei pantaloni.
“Harry con quella porta sfiga della sorella di Lily? Non sia mai detto!!!”
“Appunto.
Devi prenderlo con te e salvarlo da quell’infelice destino”.
“Ma…Severus io non ne so nulla di bambini e poi con cosa lo mantengo? Sono un povero licantropo strapelato!”.
“Tu sei un indigente, ma il tuo”, e qui Piton fece una smorfia degna di un mascherone africano, “ compagno ne ha parecchia di grana.”
“Ok, ma Sirius è in prigione e io non posso mica spendere i suoi soldi.
“Vedi? Se invece di fornicare impunemente vi foste legalmente uniti in matrimonio ora tu saresti a posto”.
“Severus, i gay non possono sposarsi nel bigottissimo Mondo Magico”.
“Quisquiglie, tutte le scuse sono buone per nascondere i vostri istinti bestiali e fuorilegge; comunque Sirius è in carcere ingiustamente e tu lo sai”.
“Io???”
“Certo, tu, testa di rapa”, s’indispettì il pozionista.
“Cosa avete fatto il pomeriggio di Halloween tu e quel rinnegato???”
Al ricordo del pomeriggio Remus arrossì vistosamente.
“Vedi?”
“Ok, ma i Potter sono stati uccisi di notte…”
“E secondo te, quella mezza calzetta di Black, dopo un pomeriggio così faticoso aveva ancora abbastanza forza per compiere quello scempio?”
“Ma non è stato lui, è stato Voldemort a fare la fatica, lui ha fatto solo la spia”.
“Ma che spia e spia, va be’ che l’Oscuro è credulone, ma secondo te si sarebbe potuto fidare della parola di uno che alla cena del MagiRotary, lo scorso anno, ballava sul tavolo con le mutande in testa?”
“E’ stato un increscioso incidente”, sussurrò risentito Remus.
“ Regulus lo ha fatto ubriacare con il succo di zucca coretto al whiskey incendiario e poi, il povero Pads, ha pagato caro quello scherzetto.
E’ stato diseredato per la 314 volta”.
“Diseredato e screditato in tutti gli ambienti che contano…Ragiona stolto!!!”
“Quindi il mio amoruccio è innocente?”
“Certo! E se veramente tu lo ami devi tirarlo fuori di prigione subito!”
“E…”
“Silente. Lui può aiutarti!”
Lupin, ancora col cappio tra le mani, marciò fuori dalla stanzaccia a passo di carica, diretto alla torre della presidenza.
A quel punto Piton estrasse la bacchetta e mandò un Patronus.
L’animale magico percorse una bella distanza e poi entrò in una piccola villetta.
“Missione compiuta” disse la cerva argentata alla persona mollemente adagiata in una lussuosa vasca da bagno piena di schiuma profumata.
Questa in risposta alzò il calice di champagne in un muto brindisi.

Remus aveva fatto il diavolo a quattro per costringere Silente a riunire il Wizengamot.
Adesso il consiglio dei maghi stava esaminando il caso e, in effetti, molti di loro parevano colpiti dalle ragioni del licantropo, soprattutto Amelia Bones, Tiberius Ogden e Griselda Marchbanks, che ricordavano bene la cena Rotariana dell’anno prima.
Mentre i maghi parlottavano tra loro Sirius, legato e incatenato, venne portato in tribunale, ma non appena il ragazzo toccò la sedia degli interrogatori sparì in un lampo arancione.
Tutti, soprattutto Lupin, rimasero sbigottiti, ma nonostante le ricerche degli Auror di Sirius non si trovò più traccia.
“Me misero me tapino, vedere sotto i miei occhi il mio amoruccio disintegrarsi è troppo per il mio povero cuore”, pigolava il giovane licantropo, in piedi sulla balaustra del Tamigi con un pietrone al collo, ma come al solito la vociaccia di Piton lo fermò in extremis.
“Bestiaccia lagnosa scendi subito da lì”, ordinò severamente.
“No, il dolore è troppo grande” guaì Remus.
“Allora buttati di sotto insieme a questo”, disse risoluto il mago nero sbattendogli in braccio un fagotto che cominciò a strillare come un ossesso.
“Harry? Piton non posso gettarmi con il figlio di James”.
“Fatti tuoi”, rispose sgarbato il pozionista, girando i tacchi.
“Ma..ma dove lo porto.
Non ho casa, non ho soldi e non ho…”
“Balle! So benissimo che hai ancora le chiavi della dependance di Villa Black; fossi in te, andrei subito lì”.
“Ma sei matto? E se mi cattura Walburga che faccio?”
“I coniugi Black sono in vacanza al Sestriere, perciò non corri rischi”.
“E se tornano?”
“Ritornare per essere arrestati come sostenitori dei Mangiamorte? Ragiona razza d’impedito mentale!”
Lupin scese dal muretto e, sempre con il macigno legato al collo, cullando furiosamente quella specie di sirena dei pompieri che si ritrovava in braccio, s’avviò al 12 di Grimmault Place borbottando.
Severus lo seguì con gli occhi fino alla fine dell’isolato, poi mandò un patronus. La cerva d’argento ormai sapeva bene la strada e, in pochi attimi, si presentò alla persona che l’aspettava per lasciargli il messaggio.
Questa sorrise, lasciando cadere due gocce di Chanel n 5 nell’incavo del polso.

Sirius sbuffava come una locomotiva, ninnando disperatamente Harry urlante.
Dopo la sua mirabolante e misteriosa fuga, che lo aveva condotto dritto dritto in casa di sua madre , si era ritrovato tra i piedi il figlio pestifero di James e il suo dolce licantropo innamorato.
Subito ne era stato felicissimo, pregustando le gioie di una famiglia tutta sua, ma dopo 15 giorni di pappe, pannolini e notti in bianco, dove l’unico diversivo era cullare il pargolo (sesso manco a pensarci, quell’infernale marmocchio non dormiva mai), stava riconsiderando l’idea di Azkaban come luogo di pace e relax.
“Amore sono tornato”, salutò dolcemente Remus, rientrando con due borse della spesa stracariche di roba da bambini.
“Remus, aiutami ad imperiare Harry, che poi ti cucino le mie famose tagliatelle”, provò a dire, cercando di far leva sulla golosità del suo adorato.
“Paddy, ma sei ammattito?!? Il povero Harry imperiato... Non dire mai più queste brutte cose e spicciati a cambiagli il pannolino, che sento un odoraccio”.
“Ma è la quinta volta in due ore”, si lamentò Black.
“Amorino, lo sai che quando mettono i dentini ai bambini viene la diarrea.
Su spicciati che io preparo una bella pappina al mais e tapioca per tutti”.
Intanto, su una delle isole di Jersey, una coppia danzava al chiar di luna, teneramente abbracciata.
“Amore, la tua idea della finta morte dei Potter è stata veramente eccezionale”, sussurrò Severus all’orecchio della sua dama, facendola volteggiare leggera.
“Mai come quella di insegnare a James il poker”, ridacchiò Lily gettando indietro i capelli e scoprendo sensualmente il collo.
Poco più in la, nel casinò dell’hotel, Voldemort, Peter Minus, Bella Black e James Potter stavano disputando l’ennesima partita e Potter come sempre perdeva.
“Ok, ragazzi, ho finito le fiches, ma ho una buona mano, perciò mi gioco…”
“Basta James, in questi mesi ti sei giocato tutto, compresa la moglie e il migliore amico”, insorse Voldemort .
“ Adesso esci”.
“Nooooo”, ululò l’assatanato, che in realtà aveva fatto di tutto per perdere quell’arpia della consorte a carte (se l’era aggiudicata Piton) e smarrire il figlio rompiballe. Peter era stata una disgrazia, ma che volete farci, si vede che era destino che divenisse Mangiamorte…
“Su, non siate cattivi, garantisco io per James”, sussurrò sensualmente Bellatrix, guardandolo con occhi di fuoco.
“Ecco, poker d’assi” disse felice il ragazzo.
“Passo”, dichiararono mesti il Lord e Minus.
“Scala reale colore”, mormorò ancora Bellatrix, leccandosi le labbra.
“Hai perso…!!!”
James gettò le carte sorridendo sornione, pensando alla nottata che lo aspettava, alla faccia di Paddy e Moony , che desideravano taaaanto una famigliola!


Fine

   
 
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