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Autore: MorgueHanami    22/10/2011    2 recensioni
Mi avevano chiesto il continuo della storia ' La nuit du Chasseur '.
Bene, allora ho deciso di partire dall'inzio.
Da Zero.
Morgue è Lex. Una fortunatissima ragazza, destinata ad affiancare i Thirty Seconds to Mars non solo nell'ambito della Musica...
..ma anche nell'ambiente Vita. E capirà davvero il significato di 'Echelon + 30 seconds to mars = Family'
Ma ormai il concerto era finito; nella mia mente il ricordo di me folle che scavalca le transenne e si aggrappa al palco tendendo la mano al cantante. La security ovviamente ha fatto del suo meglio... stava per sbattermi fuori dall'Ippodromo! Ma Jared li ha bloccati. Jared mi ha preso la mano che tendevo piangente, me l'ha stretta e mi ha tirato sul palco. Mi ha abbracciato, mi ha chiesto cosa avevo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Is this War? No, this isn't. This is Love.

A chi avrebbe il coraggio di dare la propria vita

per la Musica.

 

Capitolo 8 - Orociok

 

Sentivo il mio cuore battere a tempo con i repiri dell'ansia ma allo stesso modo credevo fosse fermo, perché sembrava non lo sentissi. Guardavo di fronte a me il tramonto color Marocco e mi sentivo meglio, consolata da quel bel colore che mi ricorda Lui. Le gambe sul cruscotto della macchina, una coperta a nasconderle e una cioccolata calda presa al bar, con il fumo caldo che mi accarezzava la punta del nasino all'insù, gelata e rossa per il freddo. Il posto guida era vuoto ma mi sentivo ugualmente in compagnia grazie all'album This Is War, che rumoreggiava a tutto volume. La montagna su cui eravamo fermi era abbastanza alta, tanto da rendere in bella vista parte del paesaggio campano che sia io che Ax conoscevamo bene.

Alessadro aveva notato la mia ansia, le mie mani che tremavano e facevano gesti senza che me ne rendessi conto, aveva fiutato che qualcosa non quadrava. Ecco perché aveva detto ai miei che oggi non sarei nè andata a scuola nè sarei restata a casa: mi avrebbe tenuto compagnia lui, per rassicurarmi un po'. Tutti erano convinti che fosse la scuola ad impaurirmi, che i professori nuovi mi incutevano ancora terrore. Ma la verità, è che domani pomeriggio salirò su un mezzo che in meno di un'ora mi poterà in Francia. Mi sarei accampata ai cancelli, perché oggi è il NOVE novembre. Tra due giorni avrei potuto risentire la loro voce... forse.

Stranger in a strange land continuava il suo monologo, mentre chiusi per un attimo gli occhi immaginandomi le solite scene del concerto. I coretti di sottofondo, la voce lievemente rauca di Jared, il profumo di famiglia che si confondeva con la cioccolata ormai tiepida tra le mie mani, l'atmosfera delle luci erano l'illusione che da tempo riuscivo a riprodurre in modo migliore. Cominciai a cantare e da Stranger in a strange land ascoltai silenziosa L490, quando Ax entrò in macchina e chiuse il CD.

- Lo bruci, così. Ed io ho speso una miriade di soldi per 'sti cosi. - disse, indicando con un accenno del mento anche i primi due CD. Io non li avevo, avevo solo This Is War. Parlo al passato perché, si sa, mia madre li ha nascosti da quando tornai quel diciotto giugno.

- Sorry. E' da tempo che non li ascoltavo fino allo sfinimento. - feci una pausa bevendo l'ultimo sorso di cioccolata calda, poi poggiai il bicchiere nell'apposito recipiente che la Nissan di Ax possedeva. Bella la sua nuova auto, i suoi gliel'hanno regalata qualche giorno fa. E' confortevole. Ed è nera. A me piacciono le macchine nere. E i finestrini non sono scuri, così il sole può entrare. Amo questa macchina.

- L'ho notato. Sei stata tre ore e mezzo a sentirli. Le ho contate.- fece una pausa. - Però mi fa piacere.. insomma li ho comparti appositamente, per farti sentire meglio. - mi sorrise accarezzandomi il capo, scompigliandomi i capelli. - Hai ancora freddo? Ti riscaldo io sennò.. eh. - sussurrò subito dopo, avvicinandosi a me. Mi diede un lieve bacio sulla guancia, mentre cercava con la mano di accarezzarmi le gambe. Quando notò che non lo risposi ma che, anzi, feci finta di non averlo nemmeno sentito, lui sospirò.

-Hai l'ansia. - dichiarò subito dopo. - Sei sovrappensiero. Ma non capisco per cosa, Donia. - mi chiamò per nome e fu allora che mi voltai. - Mi dici cos'hai? - ma non risposi, mi limitai prendere in mano i CDs e a fissarli, come se fossero la meta irragiungibile.Gli occhi mi si fecero di poco lucidi.

Ingoiai saliva.

Portai lo sguardo sul Tramonto marocco.

Poi su Ax. Sorrisi.

Lui mi baciò. Mi tranquillizzò. - Scusa. - sussurrai sulle sue labbra, ma lui tacque e mi baciò di nuovo. Un altro bacio. Un altro ancora. Mi avvicinai, ma meglio non dirgli cosa stessi pensando in quel momento, altrimenti m'avrebbe lasciato sulla montagnina e sarebbe corso via con la macchina comoda. Quando vide che m'alzai dal sedile per sedermi su di lui, sorrise stringendomi i fianchi. Spinsi il mio volto contro il suo che poggiò sul sedile. Girò la manovella, il posto guida s'abbassò e poco dopo mi ritrovai su di lui.

- Se ti chiedessi di fare una cazzata per me, la faresti? - domandai, interrompendo il momento magico. Lui sorrise lievemente sarcastico, sospirando. - Solo dopo che abbiamo fatto quello che dico io, però. - sussurrò malizioso. - Avanti, spara. - m'incoraggiò ed io non esitai. - Mi porti a Sorrento? - dissi con un sorrisone puerile e una faccia da schiaffi abnorme.

- SEI IMPAZZITA?! - scoppiò a ridere, scuotendo il capo. - E che ci andiamo a fare a Sorrento? A comprà i Limoni? - domandò e scoppiai a ridere. I limoni della OROCIOK peppina!! - No. Volevo.. incontrare un echelon. - sussurrai e lui mi tappò la bocca con un bacio. - Dormi da me stasera? - inarcai un sopracciglio. - Se i miei acconsentono, volentieri. -

- Uhm. Hai una scusa plausibile per dormire da me? -

- Certo che ce l'ho! Sorrento. Torniamo tardi e io dormo a casa tua, nella stanza degli ospiti - sottolineai e lui scoppiò a ridere. - A casa mia c'è anche una camera degli ospiti adesso? Hm, interessante. - rise ma il mio schiaffo amorevole lo fece zittire. - Mi porti a sorrento si o no? - lo incoraggiai baciandogli il collo.

- Donia, così ti incastro alla poltrona e ti faccio quello che voglio. - susurrò morendosi il labbro e chiudendo gli occhi. Non mi fermai, cercando di sfidarlo. I miei baci dal collo salirono al mento, poi scesero lungo il petto sbottonandogli la camicia.

- Ok. Vorrà dire che non andremo a Sorrento. - sussurrò Ax, slacciandomi lentamente la cintura. Mi fermai subito, non appena finì la frase. Scoppiò a ridere.

- Ecco, adesso si ragiona. Aggiustati, metti le scarpe e la cintura, che si parte. - annunciò a mo' di CapoReparto dei surgelati Coop, mentre rialzava con la manovella il sedile. - Chiama... da chi dobbiamo andare? - si chiese distrattamente, coperto dal rombo della macchina che si accese.

- Si chiama Annalisa,ma io la chiamo Orociok.- Ax si voltò verso di me e mi scrutò con attenzione. - Ah. - annuì solamente. - Beh, chiamala e digli che stai arrivando. Sorrento non è lontana da qui. E.. poi, devi avvisarla. 'N sia mai che non sta a casa, camminiamo a vuoto. - sentenziò mentre voltatosi e poggiata la mano sul mio sediolino, mise la retromarcia per uscire dal parcheggio. Guardai per l'ultima volta il bel paesaggio con il tramonto Color Marocco come sfondo, mentre la canzone ' A modern Myth' partì nello stereo.

- Jared, aspettami ancora un po'... - sussurrai e l'unico orecchio che mi sentì fu quello del cuore, che al mio pronunciare quel nome esultò come se fosse stato chiamato da Dio.

 

 

 

 

« E' la limonata della Stolker Peppina (?) un pieno di energia

effetto Jaredina (?) Bevuta frasca con Tofu (!!)

Fatti il pieno con Shannone anche tu!! .»

( La Limonata della Stolker Peppina - Morgue e Orociok su Msn )

 

 

 

Quando scesi dalla macchina, non ebbi nemmeno il tempo di gaurdarmi attorno. Il mio Orociok preferito mi saltò addosso abbracciandomi forte e urlando come una pazzoide, nemmeno l'avesse visto sul serio Jared Leto.

- MUGLIERAAAA! JAREDDAHHH!!!! CRICETINOOOOOO MIOOOOOO! - scoppiammo entrambi a ridere mentre Ax ci guardava in assoluto silenzio, sconcertato. Cercai di non ridere alla sua smorfia per i nostri comportamenti: la cosa più bella di quando si incontrano Echelons, è che non hai bisogno di comportamenti o di fingere... ci sentiamo a nostro agio anche con chi non abbiamo mai visto prima d'ora,perché sappiamo che - anche se non ci si conosce - abbiamo qualcosa che appartiene ad entrambi, qualcosa che va ben oltre la simpatia o l'antipatia per una persona. Essere Echelon non vuol dire sapere a memoria le canzoni dei Mars.. è essere sensibile con il mondo, toccare tutto ciò che ci unisce e portarlo sopra ogni cosa, ogni pretesto. Essere echelon è mettere al primo posto la musica, parlare attraverso le note di un gruppo che ti fa stare bene. Essere echelon è capire Jared Shannon e Tomo, essere Echelon è dargli la mano anche solo con il pensiero. E' sentirli sempre accanto, anche quando io vivo in Italia e loro no.

- Come mai da queste parti? - domandò Annalisa, sorridendomi mentre passeggiavamo per le stradine quasi buie della bella Sorrento. Il mare - nonostante turbolento - lasciava quel suono armonioso di sottofondo che mi fece sentire libera. Catturavo con le narici quell'odore che stranamente mi faceva sentire a casa. Mi è sempre piaciuto il mare. Mi ha sempre fatto sentire a casa, come se fosse lui il mio generatore. Ho una certa affinità con lui.

- Domani parto per il concerto dei mars. - dissi velocemente, senza pensare ad Ax dietro di noi che a quell'affermazione stava quasi per strozzarsi con la mia CocaCola che decisi di non bere più.

- WOW! - disse Annalisa, guardandomi sgranando gli occhi. - Ma per te i 30 Seconds to Mars non erano OFF LIMITS? - domandò incurvando appena il capo verso sinistra, come fosse un cucciolo che vede per la prima volta un altro cucciolo. - Infatti. - annuì Alessandro, mentre si strofinava il naso sulla giacca, poiché la CocaCola gli era seriamente andata di traverso. Mi voltai ad osservarlo e sorrisi. Ma lui non fece nulla, mi fissava incredulo.

- Lo sono ancora, off limits. - annunciai anche quella notizia e a quel punto Ax trattenne un urlo - CI RISIAMO ! Vuoi rimetterti nei guai?! - Annalisa mi sorrise - Fai bene. - mi dette la manino dicendo - La tua orociok ti è mentalmente vicina. Salutameli, eh! - ridacchiò ed io sorrisi. - Se riesco ad entrare. - sussurrai in modo che solo lei potesse sentirmi. Se Ax avesse saputo che andavo ad un concerto in Francia e senza biglietto, m'avrebbe ammazzato e avrebbe fatto di tutto per rimediare un biglietto. E ci sarebbe riuscito, anche se erano in SOULD OUT. Ma la verità è che io volevo varcare quei cancelli senza un biglietto, senza una possibilità. Volevo arrivare da Jared con le mie sole forze, senza l'ausilio di un biglietto.

- In che senso riesci ad entrare? - sussurrò a sua volta, guardandomi sgranando gli occhi.

- Wèèè! Che state bisbigliando voi dueeeee ?!?!? - Ax s'avvicinò per cercare di sentire. Io mi voltai verso di lui facendogli una sorfia. - Stiamo dicendo che domani mi verrà il ciclo e passerò un concerto di merda!! - dissi e Ax sbuffò, capendo di doversi allontanare. Ritornai a guardare Orociok, sorridente. - nel senso che non ho il biglietto per il concerto, ma cerco di entrare lo stesso. - sussurrai e la sua risposta fu un abbraccio. - Non morirmi, Mugliera. - bisbigliò dandomi un bacino sulla guancia. Ricambiai l'abbraccio sospirando. - Ti saluterò Jared e gli canterò la nostra canzone sui Limoni di Sorrento. - ridacchiai e lei mi sorrise . - Cacchio, mi hai fatto mangiare come un porcellino, ragazza!! - dissi notando sul visino di Annalisa un sorrisino compiaciuto. - Mi sento soddisfatta,allora!! - rise abbracciandomi un'ultima volta. - Ci sentiamo. Divertiti. Scavalca tutto e tutti. Tocca la transenna anche per me e... - continuai la frase - DAI A JARED UN LIMONE DA PARTE MIA! - ridemmo ancora come due idiote e fu in quelle risa che mi sentì libera di piangere. Piangere per l'ansia. Piangere per il timore di non riuscire a farcela. Piangere per essere allontanata ancora. Piangere perché vedrò il mio desiderio realizzarsi. PIANGERE.

 

« Ci sono quelle sere che sono più dure dove serve bere via le paure e dentro ci si sente piccoli per sempre....

Ci sono quelle sere belle da morire dove puoi giocare invece di dormire quando ci si sente piccoli per sempre.... .»

( J Ax - Piccoli per Sempre )

 

Il trombettio dei tuoni e il picchiettare della pioggia sulle tegole di casa Cutienzi mi dava un senso di libertà. Sentivo la pioggia schiantarsi contro i vetri coperti dalle porte di ferro, la stanza era buia se non fosse per il lumetto che, poggiato sul comodino, illuminava solo parte dei nostri volti. Eravamo seduti sul suo letto, abbracciati per il freddo. Tra le gambe divaricate di Ax, la mia schiena poggiava sul mio petto e il suo volto si rifugiava tra il mio capo e la spalla, accarezzando il collo. Io continuavo a fissare il poster dinnanzi a me, mentre sentivo le mani di Ax accarezzarmi il ventre. Percorrevano sempre la stessa strada; si fermavano all'ombellico, poi scendevano lungo le gambe e risalivano sulle braccia, sfiorando il ventre.

- Che ore sono? - bisbigliai per non interrompere quel momento così serio e silenzioso. - Non lo so. - intervenne sospirando, baciandomi il collo - Non è l'ora che tu vada via. E' ancora notte. - sorrise appena, mordendomi appena il collo. Chiusi gli occhi sorridente. - Adesso arriva Giulietta che urla che in realtà è giorno? - domandai ridacchiando e lui mi accarezzò la guancia. - L'ammazzo se mi dice che è giorno. Non andare già via, Donia. Qui è ancora notte... non lo vedi il buio? - sussurrò, accarezzandomi la schiena con dei lievi baci. - Qui non è giorno mai, se tu decidi di non far diventare giorno. Qui.. diventa tutto ciò che vuoi, se lo desideri. - osservai nuovamente il poster, sospirando. - Perciò mi sono ritrovata un poster dei Thirty Seconds to Mars, con tanto di maglia e Cds in camera tua? - Domandai ricambiando un lieve bacio sulle labbra. - Sì.. cioè.. No. - ammise mordicchiandomi il labbro. - La verità è che.. Donia, io non voglio che tu vada a quel concerto. Non voglio.. perché so già cosa accadrà. Tu.. quando parli di Jared, di lui in particolare, mi spaventi. Lo vedi come.. una sorta di Dio, da cui non vuoi liberarti. Vuoi appartenere a lui e mi spaventi. Ho paura che ti allontanerai da me.. cioè è una certezza in relatà. Lo so che lo farai, che andrai via e mi lascerai. E io.. ho messo quel poster li per ricordarmi che coloro che ti porteranno via... sono quelle facce. Ma non lo faccio per odiarli, anche se pensandoci li odierei a morte per avermi portato via te, lo faccio perché.. guardandoli mi rendo conto che tu sorridi e sorrido anche io. Voglio che tu sia felice e ... se loro sono la tua felicità.. allora vai, allontanati e corri verso un prato più rigoglioso... anche se quel prato sarà vietato ai cani. E io sarò un cane. - sorrise appena, ma a quelle parole io rimasi decisamente sorpresa; lo osservai sorridere maliconicamente, guardando quel poster che - forse - non gli andava davvero tanto giù. Mi voltai verso di lui, guardandolo con gli occhi lucidi, di chi sa che tutto quello che le hanno detto purtroppo è vero. Lasciai che si distendesse tra i cuscini del letto da una piazza e mezza e mi distesi sopra di lui. Spinse lentamente il mio bacino contro il suo, poi continuò a parlare chiudendo gli occhi all'impatto del mio volto che accarezzava il suo. Confuse il suo naso con l'odore dei miei capelli, le mani modellavano i miei fianchi mentre i miei piedi cercavano riparo caldo tra i suoi. - Donia.. non serve che tu finga.. so che appena ti ritroverai Jared davanti, perché te lo ritroverai non diciamoci cazzate, non mi vedrai più. Scomparirò dalla tua vista. Starai con lui, perché.. perché è così, non c'è altra via. Voglio goderti fino in fondo, adesso... perché è l'ultima volta che ti parlo questa... - sussurrò, cercando di divaricare appena le mie gambe, cercando di trovare una strada per sentirsi ancora una volta una sola cosa con me. - Non dire stronzate. - dissi, sentendo un nodo in gola. Non volevo ammetterlo in quel momento, ma effettivamente se fossi riuscita ad arrivare fin da Jared, probabilmente non l'avrei più rivisto. Non sapevo cosa il futuro mi riservava, ma speravo vivamente di non tornare in Italia. Non mi sarebbe mancata. Non mi sarebbe mancato nulla. Forse Alessadro, lui sì. Ma per il resto.. le mie amiche, forse la mia famiglia.. ma nemmeno. Se fossi restata con i Mars , non mi sarebbe mancato mai nulla.

Lasciai che le sue mani mi accarezzassero le gambe, che i corpi si incastrassero, senza lasciare nessuno spazio vuoto, completamente uniti e perfetti, come due pezzi di puzzle. Lo sentii pian piano sorridere sulla mia pelle, mentre le mani adesso mi accarezzavano la schiena. Improvvisamente le sue parole mi fecero chiudere gli occhi, quando il mio bacino cominciò a spingere verso di lui, senza che io gli dessi consenso. Pelle contro pelle, strusciavamo uno sull'altra sentendo a vicenda i battiti accellerati dei cuori, ascoltando i respiri affannati, qualche gemito, qualche sensazione di lebertà, qualche miscuglio di ribellione e trasgressione. Pian piano quelle spinte cominciavano ad aumentare, le voci si confondevano tra loro, dettando un canto poco puro e abbastanza erotico, un canto fatto di sussurri e confessioni che non ci saremmo mai detti in momenti di vera e propria lucidità; quando ormai non sembrava più farcela, la posizione cambiò.. mi ritrovai con la schiena lievemente inarcata a pochi millimetri dalle lenzuola, il capo inclinato assieme al collo sul cuscino, non poggiato sul materasso, con i capelli che toccavano il pavimento. Ax continuava a spingere affannato contro di me, ma nello stesso tempo mi sussurrava che mi amava con quei baci delicati sul ventre, sui fianchi, sul collo. - Tu, non...dire...stronzate. - riuscì a pronunciare quelle parole tra una spinta e l'altra, mentre i miei occhi chiusi erano ormai lucidi e riuscivano a captare la luce del giorno traforare le persiane chiuse. - Fingi di non sapere cosa ti accadrà. Ma dimmi.. adesso pensa che qui non ci sia io. E' Jared. Jared ti sta facendo impazzire. Jared ti tiene stretto i fianchi. - e continuava a spingere, le sue mani fredde mi bloccarono i fianchi, pian piano i pollici cominciarono ad accarezzare la pelle per poi spingere con forza verso l'ombellico. - Dimmi.. adesso, immagina che ci sia Jared qua, a farti impazzire. Dimmi Donia, quante volte l'hai immaginato? Cosa non ti fa credere che quando sarete soli non farete questo? - sussurrò al mio orecchio, al suono delle mie labbra, al gemito che non riuscì a trattenere. Sorrise, notando che riuscisse a farmi impazzire. Poi s'adombrò, realizzando che stessi pensando: non mi era difficile immaginare la scena, me la stava servendo su un piatto d'argento, con tanto di vere sensazioni; sentivo la voce ombrosa e sensuale di Jared stuzzicarmi l'orecchio, le sue mani accarezzarmi, il suo respiro sorridere alla voce che tremava.

Lui continuava a farsi spazio tra le mie labbra, continuava a bisbigliarmi all'orecchio - Dimmi, uccideresti per salvare una vita? Dimmi, uccideresti per provare che hai ragione? - sussurrava, mi baciava, fin quando non ne potè seriamente più; ormai anche la sua voce era quella di Jared, anche il suo profumo, pian piano sembrava ricordarmi il lontano sapore della presenza di Mr Leto. - Jar... - mi bloccai. Stavo per chiamarlo Jared, e lui se ne rese conto. Non confondere. Lui è Ax. Eppure ormai la mia testa aveva ben focalizzata la figura di Jared, non riuscivo a trattenermi nemmeno da non pensare più a lui in quel momento. - Jared.. - mi accorsi di aver sbagliato ancora, ma non mi corressi. Affannavo, mentre il corpo di Jared ormai sudato strusciava lentamente contro il mio. - Jared. - sussurrai ancora una volta, prima che la mente non connettesse più, prima di dare libero sfogo alla fantasia. - Jared. - ripetei ancora una volta, quando lentamente le spinte cominciavano a diminuire. - visto? - mi sussurrò all'orecchio, con un accenno ad una lieve risata. Ricominciò subito dopo, veloce; Basta, non resisto più. - Jar...jared. B..Basta. - sussurrai a malapena, mentre la risata gli si fece più ampia. - Jared? - domandò e a quel punto aprì gli occhi: Ax mi guardava indignato, ma allo stesso tempo sembrava contento di se e lasciava trapelare sul viso un lieve sorriso. - Jar.. - mi bloccai, respirando a fondo, mentre Ax mi gaurdava negli occhi, aspettando che parlassi. - Ax. Smettila. - sussurrai e a quel punto si fermò. - Te l'ho detto, che se ti ci metti, riesci a pensare solo a lui, dimenticandoti del resto. Anche che stavi facendo l'amore con me, non con Jared. - sussurrò, mentre prese il mio telefono. - Rispondi? - solo in quel momento mi resi conto che stava vibrando sul comodino. Lo presi tra le mani, mentre Ax ricominciò a baciarmi, ad accarezzare le gambe, a spingere lentamente, respirando. - Pro..pronto? - la mia voce affannata rispose e Eden che rise appena - Hai deciso di fare filone anche oggi? - mi domandò, ma io non capii - Eh? - Ax emise un lieve gemito dalle labbra ed Eden lo sentì - Donia, ma dove sei? -

- a casa di Ax... - sussurrai, senza trattenere la mia voce che aumentò appena, tremante. - Ah. Capisco.. oggi ci raggiungi all'aereoporto alle tre? - domandò ridacchiando, sentii la voce di Evey ' Niente figli maschiii!! ' erisi appena - Non preoccupatevi, sì.. vi.. raggiungo. - Eden scoppiò a ridere. - Ho.. capito, vi lascio alle vostre zozzerieee!! State attenti eh! Ciao! - e attaccò. Guardai l'orario sul cellulare e sgranai gli occhi. - Cazzo, Ax. Devo preparare la valigia, salutare i miei! - dissi e lui si fermò. - Salutarmi. - sorrisi. - NO, tu mi accompagni alla stazione. - sussurrai e lui mi baciò. - Dobbiamo per forza fermarci? E' l'ultima volta che farò l'amore con la ragazza di cui mi sono innamorato.. per la prima volta. - ammise mordendosi il labbro. Gli accarezzai lentamente la guancia sospirando. - La ragazza che hai fatto penare come un cane. - sussurrai lievemente arrabbiata. - La ragazza che non hai scelto fin da subito, ero troppo timida e seria per te.. e adesso gaurdami, sono nel tuo letto, tra qualche ora ad un concerto, e forse è vero.. non mi rivedrai più. Sono la ragazza sesibile che non parla mai.. - sussurrai mentre m'alzai pian piano dal letto, indossando la maglietta, il pantalone e quant'altro. - Sono la perfetta imbecille che puoi scoparti quando vuoi, perché mi hai stregata. - lui s'alzò, sospirando. - Anche Jared può scoperti. - ringhiai. - Smettila di mettere sempre jared in mezzo, porco giuda! - urlai, infilandomi le scarpe ed allacciandole. - Ti rendi conto che diventi insopportabile? - gli dissi, osservandolo. - Sono insopportabile, perché è la verità. - rumoreggiò lui, ombroso. Non lo guardai in faccia uscendo dalla stanza, accarezzando la maglia dei Thirty seconds to Mars, quella che riuscì a salvare dalla strage delle forbici.

 


 

  
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