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Autore: v91    23/10/2011    10 recensioni
Ninfadora e Remus devono festeggiare il primo mesi-versario, ma la strega ha preso l'influenza. La serata sembra rovinata ma...cosa potrebbe succedere? Forse Remus potrebbe avere un'idea per rendere comunque speciale la serata...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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INFLUENZA

 

Questa proprio non ci voleva!! Il primo mesi-versario con Remus e io mi sono presa l'influenza! Si può essere più sfortunati? Potevo ammalarmi la scorsa settimana quando c'era quella noiosissima riunione al lavoro o la prossima domenica quando dovrei andare a pranzo dai miei, ma noooo!! Proprio oggi che avevo in mente per noi due una seratina proprio speciale! Di solito nemmeno la festeggerei una ricorrenza così stupida, ma, considerando la fatica che ho fatto per convincere Remus a stare insieme a me, mi sembrava carino ricordarglielo. Sono anche dovuta tornare a casa prima dal lavoro, persino i miei colleghi si sono accorti che sto male. Devo sembrare davvero in un pessimo stato: il raffreddore mi ha gonfiato il naso che ora sembra una patata rossa e il colorito assomiglia più a quello di un vampiro che a quello di una strega e ho persino la febbre. Ottimo! Ora dovrò subito mandare un gufo a Remus per annullare la nostra serata e addio a tutti i miei piani romantici. Avevo persino in mente di cucinare qualcosa io stessa...beh, il fatto di non dover cucinare non è poi così negativo...

 

Bene, ho appena mandato il gufo a Remus, ho avvertito il lavoro per chiedere alcuni giorni di ferie, ora posso concedermi un bel bagno caldo, sperando che faccia scendere la febbre e risollevare il mio umore nero. Mentre mi spoglio per infilarmi nella vasca vedo il mio riflesso: i capelli sono diventati di una spaventosa tinta nero pece. Come se non bastasse il colorito spento a rendermi terribile!

Per fortuna immergermi nell'acqua calda mi distende i nervi, non è poi la fine del mondo, posso sempre rimandare la nostra serata romantica ad un altro giorno. A Remus non importerà, anzi, non so nemmeno se lui ricorda che giorno è oggi. In effetti non lo sento da ieri e quando l'ho invitato a casa mia per la cena non ne ho specificato il motivo, forse speravo che lui se ne sarebbe ricordato da solo...basta pensieri tristi! Ora voglio solo riposarmi e rimettermi in sesto per domani.

 

Il bagno caldo ha fatto il suo dovere ma gli effetti sono svaniti in fretta e ora mi ritrovo qui, spalmata sul divano, immersa sotto una montagna di coperte dai mille colori, con accanto un mucchio di fazzoletti usati e senza nemmeno le forze necessarie per andare in cucina a prepararmi un tè. La febbre mi ha definitivamente messa ko, è come se mi fosse passato sopra un treno ad alta velocità. In più mi sento annegare nella solitudine. Ecco il lato negativo del vivere da sola: puoi organizzare tutti i festini che vuoi ma ci sono momenti, come questo, in cui vorresti solo le coccole di qualcuno e ti ritrovi ad abbracciare un cuscino o un orsetto di peluche!

TOC TOC

No! Chi può essere adesso? Non ho intenzione di vedere nessuno in questo stato, spaventerei persino Merlino! Senza considerare che la porta è davvero troppo lontana e non credo che le gambe mi reggerebbero fino a là.

TOC TOC

Ok, non ci siamo proprio. Quando si bussa ad una porta e nessuno viene ad aprire evidentemente è perchè quel qualcuno o non è in casa o non vuole venire ad aprire. Quindi perchè insistere? Magari se schiaccio la testa sotto il cuscino il rumore sparirà.

TOC TOC

O magari potrei fare qualche incantesimo insonorizzante alla stanza...

TOC TOC

O potrei direttamente lanciare una fattura al malcapitato dietro la porta...

-Dora! Apri,sono Remus!-

In un battibaleno sono già nel corridoio e apro la porta.

-Finalmente! Mi ero spaventato, perchè non aprivi?- La visione di Remus in jeans e camicia mi lascia senza fiato per un attimo. Dopo tutto questo tempo dovrei essere abituata all'effetto che la sua presenza ha su di me, ma evidentemente non è così perchè i miei capelli si colorano di rosa cicca, subito dopo essere passati per un bel rosso fuoco, il tutto mentre il cuore mi comincia a battere forte nel petto. Se pensate che sia assolutamente bellissimo con una veste da mago dovreste vederlo con abiti babbani...da togliere il sonno!

-Dora stai bene?- Mi chiede lui entrando in casa e richiudendo la porta alle sue spalle. -Non hai un bell'aspetto.- Ehi, questo non è molto carino da parte sua. Ok, lui è meraviglioso e io indosso una tuta nera e sformata, ma potrebbe essere un po' più delicato, lo sa che sono sensibile...deve avere intuito qualcosa perchè subito si affretta ad aggiungere imbarazzato -Voglio dire, tu sei sempre bellissima, lo sai che per me sei la strega più bella di tutto il mondo magico ma stasera sembri un po' stanca.- Salvato in extremis...il mio lupetto ci sa fare con le parole..

-Forse è perchè mi sono ammalata?!- ribatto un po' più acida di quanto non vorrei apparire in realtà -Hai ricevuto il mio gufo?-

-Si, ma dicevi solo che annullavi la cena senza spiegarmi il perchè, e dato che oggi è esattamente un mese che stiamo insieme ufficialmente mi sono preoccupato. Per questo sono venuto qui, però se preferisci restare sola me ne vado.-

-No!- Grido aggrappandomi al suo collo. Se ne ricordava! In un attimo tutto il malumore è sparito e anche se continuo a stare malissimo la testa mi sembra meno pesante e persino il raffreddore mi sembra più piacevole. Lo bacerei fino a fargli perdere il fiato se non fosse che così gli attaccherei l'influenza. -Cioè, per me puoi restare se non hai impegni per stasera- Cerca di controllare l'entusiasmo, Ninfadora, o penserà di essersi fidanzato con una bambina.

-Beh, in effetti avevo un appuntamento con una bellissima strega dai capelli rosa ma purtroppo è saltato perchè lei si è presa l'influenza. Che sfortuna, non trovi?-

-Già, è proprio una sfortuna.- Ribatto sorridendo mentre lui mi prende per mano e mi accompagna di nuovo sul divano. Mi fa stendere e mentre comincio a sperare che le cose possano farsi bollenti lui se ne va in cucina. -Remus?- Lo chiamo e lui si gira mentre è già sulla porta dell'altra stanza -Che stai facendo?-

-Ti preparo qualcosa da mangiare. Scommetto che non hai ancora cenato, vero?-

-In effetti no, però non ho molta fame. Colpa della febbre e del raffreddore.-

-Devi mangiare comunque qualcosa e più tardi ti preparerò una pozione che ti farà stare meglio-

-Pensavo che l'esperto di pozioni fosse Piton- Adoro stuzzicarlo in questo modo, soprattutto quando lui decide di stare al gioco.

-In effetti sì, ma pensavo che per questa sera potessi accontentarti di un licantropo piuttosto dotato...certo che se vuoi proprio il migliore in questo campo posso provare a chiedere a Mocciosus se è libero questa sera- Risponde con aria maliziosa e uno di quegli sguardi sexy che, se non fossi a terra per la febbre, mi costringerebbero a saltargli addosso.

-Ok, ok...vorrà dire che per questa sera mi accontenterò. Però mi piacerebbe che più tardi il lupo in questione mi ricordasse quanto è “dotato”- Ribatto io ancora più maliziosa. Non può certo pensare di averla vinta. Peccato che lui torni subito serio.

-Dora, per questa sera tu non farai altro che mangiare qualcosa di caldo, prendere la pozione e andare subito a letto, mentre io me ne starò qui buono buono senza fare niente che non sia obbligarti a mangiare e rimboccarti le coperte, intesi?- Uffa! Detesto quando usa quel tono da professore con me, ma non posso fare altro che annuire. Però...forse potrei...lo so che rischierei di fare ammalare anche lui, ma Remus in quanto lupo ha difese immunitarie più forte delle mie, quindi...del resto, tentar non nuoce...

-D'accordo...però non credi che mi meriti anche una dose di coccole dato che sono ammalata e sto male?- Nel dirlo mi avvicino sempre di più a lui che nel frattempo si è seduto accanto a me nel divano. -Potremmo fare così: io mangio e prendo la pozione senza lamentarmi poi, quando è ora di andare a letto, tu vieni con me sotto le coperte e...- Ormai sono praticamente sdraiata sopra di lui e con le dita comincio a seguire il contorno della sua mascella mentre con l'altra mano poso languide carezze lungo tutto il suo petto. La febbre mi ha reso particolarmente audace e anche Remus sembra essersi convinto dato che con le mani comincia ad accarezzarmi la schiena provocandomi piacevoli brividi che vanno a sommarsi a quelli della febbre. Con le labbra comincio a lasciare una scia di baci lungo tutto il suo collo, avvicinandomi sempre di più alla sua bocca. Lui sposta la testa all'indietro in segno di gradimento mentre riesce, non senza qualche difficoltà, a slacciare la felpa che indosso e a sollevare la maglietta, solleticandomi la pelle. Finalmente le nostre labbra si scontrano in un tenero bacio, intenso e molto caldo (forse a causa della febbre? Al momento non mi importa affatto!). Proprio quando il bacio si sta facendo più intenso, Remus si scosta e con gentilezza mi fa stendere nuovamente sul divano.

-Ma cosa...?-Riesco ad articolare io, cercando di riprendere fiato.

-Questa è la dose di coccole che riceverai questa sera- Dice lui con un sorriso ma, noto io con piacere, appare contrariato e ansante almeno quanto me. -Devi riposarti e riprendere le forze ed io non ho alcuna intenzione di farti stancare.- Conclude con un sorriso malandrino mentre torna in cucina.

-Uffa! Sei terribilmente noioso e responsabile!- gli grido io mentre mi sistemo meglio sotto le coperte, trattenendo a stento una risata.

 

Ormai mi sono arresa. Ho mangiato la minestrina che mi ha preparato e ho preso la pozione. Devo ammettere che ora sto molto meglio, ma credo sia più per merito della sua presenza che della medicina. Mentre mangiavo Remus ha riordinato con la magia la confusione che avevo creato e ora il mio salotto sembra quello di mia madre, sempre lucido e pulito. Non si è ancora arreso al fatto che è tutto tempo sprecato: in cinque minuti riuscirò nuovamente a renderlo un disastro! Ora se ne sta lì seduto su una poltrona, di fronte a me, e mi fissa con quell'aria curiosa e misteriosa che assume spesso quando stiamo insieme. Come se stesse cercando di risolvere un enigma. -Che c'è?- Sbotto io da sotto le coperte. Se solo penso a quello che potremmo fare ora se io non avessi preso questo stupido malanno! No, è proprio meglio non pensarci, se no finisce che gli salto addosso di nuovo e lui potrebbe non gradire. Remus non reagisce affatto al mio tono contrariato, anzi, continua ad osservarmi e mi chiede -Ora che intenzioni hai?-

-In che senso?-

-Beh, pensavo che avessi organizzato qualcosa per questa serata speciale-

-Oh, si, l'avevo fatto. Prima di ammalarmi. Ora tu hai bandito tutte le attività che avevo programmato per noi due.- Lo vedo arrossire lievemente sotto la barba leggermente incolta che porta ma non fa una piega comunque.

-A parte le attività che avevi previsto di svolgere in camera da letto, c'è altro che avevi programmato?- In effetti non avevo pensato ad altro. Era una cena romantica per festeggiare un anniversario, che altro avrei dovuto organizzare? Giochi da tavolo? E poi non era necessario restare per forza in camera da letto. In casa mia ci sono molti altri posti in cui...Ninfadora concentrati! Pensare a te e Remus intenti a svolgere certe “attività” in ogni angolo dell'appartamento non fa altro che peggiorare la situazione. Mi limito a scrollare le spalle con aria confusa. -Bene, allora penso che potremmo fare quello che io avevo in mente di fare stasera. Beh, prima di passare a quelle che sarebbero state le tue “attività”, ovviamente.- Un brivido caldo mi attraversa dalla testa ai piedi e devo mordermi forte un labbro per non emettere un mugolio molto poco appropriato. Ninfadora respira, ormai è andata...ti rifarai un altro giorno, altroché se ti rifarai...

-Che avevi in mente?- Domando con aria fintamente innocente.

-Pablo Neruda.- Annuncia lui sorridendo mentre estrae un libriccino dalla tasca della giacca.

-Come scusa?- Domando io confusa.

-Pablo Neruda- Ripete come se non avessi sentito. -E' un poeta babbano che adoro.-

-Si, lo so chi è Remus e so anche che ti piace molto- Rispondo io sempre più confusa. -Solo non vedo cosa possa c'entrare con la nostra serata romantica.-

-Avrei voluto dedicarti un sonetto. E dato che non è un'attività che coinvolge direttamente le tue energie non vedo perchè io non possa farlo anche se sei malata.- Spiega lui con aria trionfante. Poi si siede accanto a me e mi fa appoggiare col busto al suo petto, così che io possa leggere nel libro che tiene in mano mentre lui comincia a recitare a memoria:

 

Sonetto XVII

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

~ Pablo Neruda ~**

Appena conclude mi guarda, rimanendo in silenzio. Io ho le lacrime agli occhi: ho appena assistito alla scena più dolce e romantica della mia vita. La voce calda di Remus che pronunciava quelle bellissime parole d'amore mi è entrata dentro e ha scosso la mia anima come non credevo fosse possibile. Ora sto proprio piangendo e lui con le dita asciuga le mie lacrime per poi posare sulle mie labbra un dolcissimo bacio -Ti amo- Mi sussurra e io non riesco nemmeno a rispondergli tanto sono emozionata. Lo bacio nuovamente, tentando di imprimere in quel bacio tutte le parole che a voce ora non riesco ad esprimere. Quando ci separiamo riesco a sillabare un “ti amo”, mentre grossi lacrimoni scorrono imperterriti sul mio viso.

-Ti prego, resta con me stanotte. Non voglio lasciarti andare.- Gli chiedo guardandolo negli occhi. E non c'è malizia né un secondo fine nella mia richiesta, solo il bisogno di sentirlo più vicino a me possibile. Io non ho paroloni da dedicargli, né versi che descrivano il mio amore ma voglio che sappia che lo amo più della mia vita, di un amore profondo che non ho mai provato per nessun altro e non ho intenzione di lasciarlo mai più. In silenzio mi prende per mano e mi conduce in camera mia dove ancora vestiti ci sdraiamo sotto le coperte e, avvolti in un caldo abbraccio, ci addormentiamo.

 

Un raggio di sole mi acceca e contro la mia volontà sono costretta ad aprire gli occhi. Vedo Remus accanto a me, i nostri corpi ancora avvinghiati portano alla mia mente i ricordi della sera prima. Il raffreddore, la febbre, la cena, la poesia, noi due. Anche Remus deve essersi svegliato perchè emette un brontolio e poi si gira verso il comodino per afferrare la bacchetta e chiudere con essa la finestra da cui entra la luce fastidiosa. -Buongiorno- gli dico mentre gli schiocco un bacio a fior di labbra.

-Buongiorno- Risponde lui sorridendo e aprendo finalmente gli occhi -Come stai?-

-Benissimo! Niente più febbre né raffreddore! Sai credo che Piton abbia trovato un avversario in pozioni-

-Ottimo! In effetti speravo che ti fosse passato tutto così in fretta- Dice lui mentre con una luce malandrina negli occhi avvicina il suo viso al mio. Con una mano gli sposto una ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte.

-Quello che hai fatto ieri sera è stato bellissimo. Dico davvero, per me significa molto. A volte ho paura di non essere abbastanza per meritarmi il tuo amore, ho bisogno di essere rassicurata.- Finalmente ho trovato il coraggio di confessargli quel pensiero che mi opprime da mesi, ormai. Lui poggia la sua fronte contro la mia e punta gli occhi nei miei -Non devi nemmeno pensare una cosa del genere. Per anni ho pensato di non essere io abbastanza per meritare il tuo amore, ma stare con te mi ha fatto capire che siamo esattamente perfetti l'uno per l'altra. Ci completiamo a vicenda, ognuno dei due riempie le mancanze dell'altro. Questo è l'amore, Dora, e io so che sei tu quella adatta a me.- Non mi dà nemmeno il tempo di replicare perchè mi chiude la bocca con un bacio, delicato all'inizio poi sempre più profondo e intenso. Le sue labbra frementi si spostano sul mio collo, torturandolo con baci e piccoli morsi. Non riesco più a pensare a niente, il mio cervello è troppo occupato a concentrarsi sulle sensazioni lasciate dalle sue mani che scorrono lente e inesorabili sulla mia schiena e sulle mie gambe. Con furia cerco il suo collo mentre le mie mani corrono in esplorazione del suo petto, ho bisogno di sentire su di me il peso di quel corpo che adoro, la morbidezza della pelle e le cicatrici ruvide. Adoro ogni singolo centimetro di Remus e glielo dimostro appoggiando le labbra su ogni parte di lui. In fretta ci togliamo i vestiti, senza separarci per più del tempo necessario all'ossigeno per entrare nei nostri corpi. Le mani sempre intrecciate. Un secondo prima di perdere completamente ogni barlume di lucidità gli sussurro -Sposami- e lui sorridendo mi risponde -Si-.

 

**poesia tratta da “Cento sonetti d'amore” di Pablo Neruda



Salve a tutti!
Come avrete forse immaginato leggendo la storia ho preso l'influnza! Peccato che nel mio caso non ci sia nessun "Remus" a prepararmi la minestrina e dedicarmi poesie (che ne pensate di questa che ho inserito?)!! Beh, ad una ragazza è consentito sognare giusto?! Quindi, dato che mi annoiavo a morte, ho deciso di sviluppare questa ideuccia che mi era saltata in mente...che ve ne pare? Sembra il delirio di una folle in preda alla febbre?? Possibile! ;)
Grazie a chiunque leggerà e a chi lascerà un commentino-ino-ino!!(occhioni da cucciolo)O.O
v91

  
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