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Autore: Sae    28/06/2006    5 recensioni
E Matt come se sentisse per la prima volta quel nome, mentre una gentile hostess gli chiedeva il biglietto, si riscosse… “Che cavolo sto facendo?” Si chiese di nuovo e con più forza mentre capiva che il suo orgoglio e la sua arroganza si piegavano sotto il peso più grande dell’amore. * ^,^ Completata! *
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sora Takenouchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora ti riconosco


Capitolo ottavo- Ricatto



Cinque dicembre.

Il freddo invade la città di Tokyo. I bambini imbacuccati, come non mai giocano felici. Il Natale è alle porte così, con i suoi addobbi invade le strade e filtra in qualche casa.

Ed in una di queste, posizionata in un quartiere tranquillo una madre guarda la figlia.Il suo sguardo è preoccupato, la sua ragazza è a letto con qualche decimo di febbre, ha preso freddo per il conseguente calo delle temperature...

La signora Takenouci premurosamente, passa la sua mano fresca sulla fronte della sua “piccina”. Proprio non vuole vederla in quello stato….


-Fatti forza…-


Le sussurra piano, prima di sparire al piano di sotto.


Sora ha ascoltato quelle parole, ma davvero non sa come fare per metterle in pratica. Le sembra che non ci sia via d’uscita. Vorrebbe barricarsi in una torre e gettare via la chiave che potrebbe liberarla. Ha sbagliato…ha sbagliato tutto.

Lancia uno sguardo alla sua sveglia. Mezzogiorno…

--


Matt non ha voglia di parlare. La guancia è gonfia simbolo di quello che era avvenuto. È lì in mezzo ai suoi amici, a scuola. Ci è andato di malavoglia, avrebbe preferito di più girarsene da solo in casa… ma suo fratello gliel’ha impedito. E davvero il suo piano originario gli sembrava una buona idea.


I digiprescelti… che gli stanno vicino non parlano del problema, cercano di trovare discorsi inutili come l’ultima partita di calcio o un film alla televisione.

I fratelli Yagami sono assenti e… cosa se ne fa lui di tutte quelle chiacchiere?

Apprezza davvero il loro tentativo… ma non allevia il suo dolore né gli portano frescura.

E così se ne sta lì di fianco a suo fratello e a Joe. È stanco dello sguardo preoccupato di Yolei e dei rimproveri scolastici.

Vorrebbe sfogare la sua frustrazione e la sua rabbia.

La sua anima vorrebbe correre verso di lei. I suoi occhi poi immancabilmente, riflettono l’immagine del suo migliore amico. Ma…forse non dovrebbe più chiamarlo così.


-Ho telefonato a casa Takenouci…-


Gli occhi stanchi di Yamato inquadrano la figura di Joe. È l’unico che gli parla faccia a faccia senza mezzi termini. Questo il giovane Ishida lo apprezza.


-è ammalata…- aggiunge il ragazzo che frequentava quotidianamente la biblioteca della sua ex scuola.

Matt si alza in piedi a quelle parole. I suoi occhi cerulei mettono in imbarazzo il digiprescelto con gli occhiali.


-Cosa vuoi fare adesso?-


--


Kari osserva la figura scomposta di suo fratello sul divano.

Gli si accomoda di fianco senza dire una parola. Nella stanza si sente solo il vociare della televisione.

La sorella non vorrebbe parlare per prima…


-Tai…mi dispiace tanto…-


Il ragazzo spegne la tv. Le rivolge uno sguardo indecifrabile. La ragazzina sobbalza.

Taichi si raddrizza i cuscini dietro di lui con la stessa identica espressione.

Ieri sera ha versato tutte le sue lacrime, Kari in fondo al suo cuore non riesce a biasimarlo. La sua era stata una reazione normale…


-…Sora è ammalata.- si decide a dire. -Probabilmente ha l’influenza.- aggiunge poi con il suo solito tono dolce.


Taichi scrolla le spalle.

Kari freme.


-Se lei è così importante per te…forse dovresti lasciarla libera!- esclama decisa.


Il fratello non risponde, è come se non sentisse nemmeno quelle parole. Poi, il suo sguardo si illumina.

-Io ho bisogno di Sora. Lei è tutto per me.-


Kari sussulta di nuovo, avrebbe voluto “ allegare ” che lo stesso valeva per Matt. Ma rimase in silenzio perchè Taichi adesso sembra aver recuperato in parte il suo coraggio.


-Posso riconquistarla.-



-- Quartiere di Tokyo.


Taichi diede un’occhiata al suo orologio da polso era l’una. E si trovava davanti al cancello che da anni aveva imparato a riconoscere.

La sua mente pensò a Matt. Si sentì mancare.

Cosa doveva fare?

Lasciarla andare o… combattere per riaverla?

Taichi si sentì come il cattivo delle telenovele. Come quel qualcuno che spinto dalla gelosia o dalla vendetta cerca di rovinare tutto.

Riaverla.

Vuol dire recuperare solo la sua amicizia e non il suo cuore. Sul suo cuore ormai c’era inciso un altro nome….

L’avrebbe mai accettato?

Dentro di se, gridò un disperato e violento… No!

Ma lui aveva avuto la sua possibilità… e ora era giusto che il suo migliore amico ci provasse…

Sospirò, osservando il cielo.

Magari tutto sarebbe diverso se gliel’avessero detto prima…avrebbe avuto più tempo per accettare la cosa….

Lui non voleva essere il cattivo… solo che si sentiva così ferito…

E forse il vero amore è quello non corrisposto, No?

Quello che non potrai mai avere, quello che però ti lega irrimediabilmente ad una persona. Insomma quello che ti fa provare il dolore facendoti apprezzare la felicità….

Che pensiero profondo, si disse tra sé e sé.

E restava il fatto, che se ne stava lì immobile davanti al cancello con il viso rivolto verso il cielo.


La signora Takenouci lo scrutò dalla finestra della cucina.

Il digiprescelto, proprio in quell’attimo, decise di andarsene… era giusto così…lui voleva bene sia a Sora che a …


-Tai!- si sentì chiamare, ma da dove?

Poi i suoi occhi inquadrarono la madre della sua amica, la donna uscì in fretta dalla sua abitazione.

Non aveva altra via d’uscita.


--


Si sentiva in trappola fra i banchi di scuola. La pausa pranzo era finita e adesso doveva sorbirsi l’odiata matematica.

Le parole del professore non lo sfiorano neppure.

Pensa inevitabilmente a Sora a come la ama… e se Taichi voleva stare con lei forse la soluzione migliore era quella di partire. Si, di andarsene via da Tokyo via da tutto.

Stava scappando adottando quel ragionamento, ma davvero come poteva sperare di essere felice?…e domani sei dicembre…. il suo compleanno…

Cosa doveva fare?

Bella domanda, davvero…

Cosa doveva fare?

Doveva dimenticarla…o lasciarla andare?

La ragazzina voleva solo che tutto tornasse come prima…e allora non doveva restare in città… doveva allontanarsi da lei, andare via. Lui voleva bene a Taichi… lui gli aveva fatto capire tante cose, il calore di una famiglia, la fiducia il rispetto e perché no l’autocontrollo.


--


Nella camera di Sora, il ragazzo dai ribelli capelli castani, si sedè ai bordi del letto. Le imposte erano chiuse e la stanza era parzialmente al buio.

Non sapeva cosa fare.

Si stropicciò le dita mentre Sora fra le coperte, non osava girarsi.

Taichi ripensò a quante volte era stato con lei, ore e ore, in quella casa. Insieme parlavano del più e del meno, giocavano a calcio oppure si ad inserire un po’ di matematica nella sua perenne zucca vuota.


-Io non voglio essere il cattivo…- si decise a dire dopo tanto.


La ragazzina lo sentì sussurrare quella frase, sapeva a cosa si riferiva. Chiuse gli occhi mentre pensava a Matt….


-Voglio che torniamo amici, Sora.- aggiunse con lo stesso tono.

Lei si mise seduta a quelle parole; i suoi occhi nocciola fissarono le pupille di lui.

-Lo stesso vale per Matt?- scandì a voce bassa, tradendo la meticolosità del suo pensiero.

Taichi scosse la testa e abbassò lo sguardo.


-No.- disse freddo e deciso.


Sora boccheggiò mentre sentiva che le lacrime stavano per bagnarle il volto e per rinfrescarle le guance calde.


-Perché?- chiese tremante.


-Perché…ho bisogno solo di te.-


La ragazzina si lasciò sfuggire un singhiozzo, Tai alzò gli occhi e si accorse di quelle righe trasparenti sul suo volto.


-Ma io ho bisogno di Matt.- si lasciò sfuggire lei, gemendo silenziosamente.

Il digiprescelto del coraggio chiuse gli occhi con forza. Non voleva sentire quelle cose!!

-Io voglio solo che torniamo amici. Noi due. Senza di lui….come tanti anni fa!--Io…- aggiunse poi prima di scoppiare a piangere.


Sora non poteva crederci. Le lacrime sgorgavano dagli occhi castani di Taichi Yagami.

Come doveva agire?!

Si sentì in trappola e le parve che la stanza fosse diventata più piccola.

Lei amava Matt e voleva bene a Taichi!! Gli doveva così tanto … la sua amicizia era così importante!... quando litigava con sua madre era lui a riportarla a casa!A farla sentire A CASA ovunque!


Lui senza aggiungere altro la abbracciò d’impulso. Stringendola forte al suo cuore.

Sora rimaneva ferma come un pezzo di ghiaccio. Consapevole, di essere vittima d’un ricatto d’amicizia.


--


-Può uscire Matt Ishida, per favore?-


Una ragazza con dei lunghi capelli biondi e degli spiccati occhi verdi si affacciò allo stipite della classe in questione, Il professore annuì benevolo e Yamato si ritrovò fra i corridoi con Camilla.


-I tuoi amici non ci sono, oggi?- chiese lei maliziosa.


-No.- rispose il nostro bel tenebroso con la sua solita aria di indifferenza.


Camilla, capì che non contava nulla per quel magnifico ragazzo.

I suoi occhi verdi scintillarono.


-Cosa devo fare, per farmi amare da te??-




Fine ottavo capitolo


  
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