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Autore: MikyEchelon    23/10/2011    6 recensioni
Isabella era una ragazza che stava per combattere una battaglia più grande di lei ma ancora non sapeva che non sarebbe stata sola e che l'incontro con Jared l'avrebbe aiutata ad affrontare le cose in modo diverso.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo, quando mi svegliai, mi accorsi che non c’era più la sabbia sotto di me e mi ci volle poco per capire che mi trovavo nel letto di Jared, il nostro letto ormai. Mi voltai e lui era lì, accanto a me che dormiva beato. Aveva un’espressione sul volto così rilassata e sembrava quasi sorridesse.
Con la punta delle dita cominciai ad accarezzargli un braccio per poi posare una delicata carezza sulla guancia che gli fece aprire gli occhi.
 “Buongiorno amore.” Gli sussurrai, non volendo rovinare quell’atmosfera che si era creata solo guardandolo dormire.
 “Buongiorno a te piccola.” Rispose prendendomi tra le sue braccia.
 “Hai dormito bene?”
 “Divinamente.”
 “È stato meraviglioso stanotte in spiaggia piccola.” Disse stringendomi più forte sul suo petto.
 “Possiamo rifarlo quando vuoi piccolo Leto, anche adesso.” Risposi maliziosa mettendomi sopra di lui e mordicchiandomi un labbro.
 “Sei tremenda lo sai?”
 “Uhm, diciamo che non sei il primo che me lo dice.”
Non era vero ma volevo provocare in lui una qualche reazione e direi che riuscii benissimo nel mio intento. “E chi altro te l’ha detto scusa?” Chiese lui ritornando serio, con quello sguardo di ghiaccio che riusciva a trafiggermi cuore ogni volta che lo guardavo.
 “Nessuno scemo! Però una cosa ora la so…” Gli dissi con aria furba.
  “Che cosa?” Domandò curioso come un bambini.
 “Sei geloso Jared Joseph Leto.” Risposi scoppiando in una fragorosa risata.
 “Non sei divertente mia cara e ora, dato che ti piace tanto ridere di me, non si replicherà un bel niente di ciò che è successo stanotte.” Mi minacciò sfoderando un sorrisone mentre mi faceva scendere da lui.
 “Sei cattivissimo, lo sai?”
 “Me lo dicono in tante.” Si alzò e scappò in bagno prima che un cuscino potesse colpirlo.
       
Mi sdraiai di nuovo e anche se non potevo vedermi sentivo che un grosso sorriso da ebete si era stampato sul mio viso. ‘Sei troppo sdolcinata Izzie’ pensai tra me e me solo lo squillo del telefono mi distolse dai quei pensieri e riportandomi alla realtà e così mi alzai e andai a rispondere.
 
        “Pronto?”
 “Izzie tesoro, sono la mamma” Aveva un tono abbastanza arrabbiato e, pensandoci bene, non mi facevo sentire da due giorni.
 “Uh ciao, come stai? E papà?” Le risposi pacatamente.
 “Noi stiamo bene ma siamo preoccupati per te, avevamo detto una chiamata al giorno e sei sparita per due.”  Il suo tono era preoccupato e mi dispiacqui di ciò.
 “Hai ragione mamma ma ho avuto da fare e poi qua sto così bene che il tempo mi passa davanti senza che me ne accorga.” Ed era vero. Stavo maledettamente bene e tutto passava in secondo piano se Jared era vicino a me.
Il tempo passa. Mi soffermai un attimo a pensare al mio di tempo, quello che ancora mi restava, quando la voce di mia madre mi richiamò alla realtà.
“Tesoro oggi devi vedere il medico, te lo ricordi vero?”
Ad essere sincera me l’ero completamente scordata ma evitai di dirlo a mamma, una lite con lei di prima mattina non mi andava proprio.
 “Sì che mi ricordo, mi accompagna Jared.”
 “Sicura che non vuoi che ci sia anche io.” Solito comportamento da mamma.
 “Tranquilla, appena torno ti chiamo e ti faccio sapere.” Cercai di rassicurarla.
 “Va bene, non farmi stare in pensiero e saluta Jared da parte mia e di tuo padre. A dopo cara.”
 “Ciao mamma.” Riagganciai e in quel momento mi venne in mente che Jared non sapeva assolutamente nulla della visita medica così mi fiondai in bagno dove lo trovai sotto la doccia e quatta quatta mi ci intrufolai pure io.
 “Buh!” Esclamai.
 “Ma sei terribile! Ti ho detto che oggi non si farà nulla dato che ti prendi gioco di me e tu vieni a provocarmi?” Disse mentre l’acqua gli scorreva addosso.
Era così bello che non resistetti e mi avventai sul suo collo.
“Nemmeno se ti dicessi che oggi devo vedere il medico e ho così tanta paura che sento il bisogno di essere consolata?” Chiesi mettendo il broncio e  lui si fece serio.
 “Devi vedere il medico e non me l’hai detto? Sai che voglio sapere tutto.” Sembrava quasi deluso dal mio comportamento.
 “Me ne ero scordata pure io ma prima mi ha chiamata mia madre ricordandomelo. Allora? Vuoi consolarmi o no? Sennò vado da qualcun altro.” Feci per uscire dalla doccia ma lui mi riprese per i fianchi.
“Sei incorreggibile.” Disse sorridendo e poi mi baciò. Ci perdemmo in quel bacio che sapeva di noi, del nostro amore, del nostro appartenerci e facemmo l’amore come la sera prima, forse meglio della sera prima in quella doccia che avrebbe fatto da muto testimone.
 
 Eravamo intrappolati nel traffico e quasi sicuramente sarei arrivata in ritardo dal medico ma poco mi importava.
 “Arriveremo in ritardo.” Disse Jared spazientito.
 “Tranquillo amore, mica scappa il dottore.” Gli accarezzai la mano cercando di tranquillizzarlo ma quando era alla guida si innervosiva facilmente.
Finalmente dopo quasi un’ora bloccati nel traffico arrivammo allo studio medico, entrammo e ci fecero accomodare in sala d’attesa dove sfogliai una rivista mentre Jared muoveva la gamba in modo nervoso. “Che hai?” gli chiesi.
“Niente.” Rispose lui. Era preoccupato per me, ormai lo conoscevo bene ma non volevo turbarlo con ulteriori domande.
“Signorina Sparks, si accomodi.” Un dottore dai folti capelli brizzolati ci fece strada verso quello che doveva essere il suo studio facendoci accomodare.
“So che non è solita vedere altri medici ma nel suo ultimo ricovero in ospedale hanno affidato il suo caso a me, sono il Dott. Reed piacere.” Mi porse una mano con un sorriso di circostanza, la strinsi brevemente e lo stesso fece Jared qualche secondo dopo.
Finiti i convenevoli, il dottore prese in mano la mia cartella clinica che sembrava più un’enciclopedia medica per quanto era piena di fogli.
 “Dunque signorina Sparks, le cose non sono migliorate ma questo lo sapevamo già e per essere completamente sincero stanno peggiorando quindi io credo sia ora di iniziare la chemioterapia.”
 Jared mi strinse la mano e mi guardò.
“Ma resterò senza capelli.” Fu l’unica cosa che mi venne in mente.
 “Signorina Sparks nel suo caso i capelli sono l’ultimo dei miei pensieri, la chemio non la guarirà ma almeno le darà un po’ di sollievo e devo avvertirla che sarà un periodo doloroso, le verranno iniettate sostanze che il suo organismo farà fatica ad accettare, deve essere forte.” Solita frase da medico.
 
Uscimmo dallo studio e ci avviammo alla macchina. Non riuscivo a pensarmi senza capelli, sarei diventata un mostro e Jared non sarebbe più stato con me quando poteva averne una bellissima e con i capelli. Per tutto il tragitto rimasi in silenzio e ogni tanto notavo Jared che mi guardava preoccupato ma non osava dire nulla. Quando arrivammo a casa corsi in camera e mi lanciai sul letto dove cominciai a piangere a dirotto. “Piccola guardami.” Evidentemente mi aveva seguito e sapeva che la mia reazione sarebbe stata quella.
 “No, vattene, non voglio che tu mi veda così e non voglio che tu mi veda quando starò malissimo e non avrò più i capelli.” Cercai di cacciarlo via e divincolarmi ma lui riuscì a prendermi il viso tra le mani e mi guardava fisso negli occhi.
“Tu sarai sempre bellissima per me, con i capelli o senza e non provare mai più a cacciarmi via perché io sarò qui per farti andare avanti e per fare in modo che tutto vada bene.” Aveva la disperazione stampata in faccia, non voleva che lo allontanassi, voleva stare con me ad ogni costo.
 “Ti amo Jared.”
Mi guardò e mi fece sdraiare accanto a lui stringendomi forte.
 “Ti amo anche io piccola”. Rimanemmo così, stretti l’uno all’altra per tutto il giorno.
  
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