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Autore: May_Z    23/10/2011    3 recensioni
Nuances, sfumature. Sono colori, colori che rappresentano un aspetto della vita di una persona.
Si tratta di una raccolta di flashfic (più o meno lunghe) nelle quali parlerò di una "sfumatura" del carattere di un personaggio abbinandolo ad un colore che, penso, lo possa rappresentare.
*Capitolo 1: Nero - Jenny Humphrey
*Capitolo 2: Marrone - Chuck Bass
*Capitolo 3: Oro - Nate Archibald
*Capitolo 4: Argento - Blair Waldorf
*Capitolo 5: Rosa - Dorota
*Capitolo 6: Giallo - Dan Humphrey
*Capitolo 7: Azzurro - Serena Van Der Woodsen
*Capitolo 8: Rosso - Eric Van Der Woodsen
*Capitolo 9: Viola - Vanessa Abrams
*Capitolo 10: Grigio - Lily Rhodes
*Capitolo 11: Bianco - Georgina Sparks
*Capitolo 12: Beige - Ivy Dickens
*Capitolo 13: Arancione - Juliet Sharp
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Autore: May_Z
Titolo: Bianco
Personaggi: Georgina Sparks
Timeline: 1x16 – All About My Brother
Introduzione: Le iridi azzurre di Georgina notarono dei granelli di candido zucchero sparsi disordinatamente accanto al piattino leggermente sbeccato: un gesto repentino e la sua mano lattea e affusolata si abbassò, iniziando ad accarezzare quei minuscoli granuli, incurante della tazza ancora sospesa a mezz'aria in precario equilibrio

 

 

 

Siamo giunti al capitolo numero 11: un numero importante, almeno per me.
Vorrei ringraziare Tuccin, Fiby CullenBass_, I_Heart_CB, BiEsSe e xCarli:
questo capitolo lo dedico a voi, che mi seguite dall'inizio (o quasi) della Raccolta
e che non mancate di darmi il vostro parere,
invogliandomi a proseguire con le vostre belle parole.

 

 

 

11#

Bianco

 

 

Un allegro chiacchiericcio riempiva l'atmosfera di quel bar di Brooklyn, un'atmosfera che profumava di chicchi di caffè e foglie di the, di sciroppo d'acero e di fragranti waffel appena sfornati.
Una ragazza seduta a proprio agio sulla panca in fondo al locale faceva tintinnare distrattamente il cucchiaino contro la tazza di porcellana dal manico ricurvo, rischiando, ad ogni movimento, di imbrattare con piccole gocce bollenti la sciarpa cerulea che le avvolgeva morbida il collo pallido. Lo sguardo attento e penetrante era posato con fiacca noncuranza su due figure che ridevano tra di loro nei pressi del bancone, due figure che, ad intervalli regolari, si voltavano verso di lei e le regalavano un sorriso per non farla sentire sola.
Ah, quanto sono ingenui questi ragazzi di Brooklyn!

Georgina si chinò nuovamente sul legno del tavolo lievemente consunto, afferrò la tazza che attendeva esitante dinanzi a lei e se la portò lentamente alle labbra: nel momento in cui il bollente liquido marrone incontrò la sua lingua, una smorfia le distorse i lineamenti, altrimenti freddi e impassibili. Velocemente intinse il cucchiaino nella zuccheriera, assaporando il sollievo che presto avrebbe raggiunto la bocca ancora contorta dall'amara essenza del caffè.
Improvvisamente, le iridi azzurre di Georgina notarono dei granelli di candido zucchero sparsi disordinatamente accanto al piattino leggermente sbeccato: un gesto repentino e la sua mano lattea e affusolata si abbassò, iniziando ad accarezzare quei minuscoli granuli, incurante della tazza ancora sospesa a mezz'aria in precario equilibrio.
Un insolito bagliore le comparve negli occhi, un bagliore che tradiva l'insana malvagità che era insita nella sua anima infernale.

Georgina odiava il bianco: odiava quel candore che bruciava gli occhi, odiava l'innocenza e la purezza che trasparivano da quell'irritante colore, odiava la dannata perfezione che emanava quella tonalità insofferente al tempo che tenta di sbiadirla.
Il bianco era ciò che l'aveva trascinata via dal suo mondo, ciò che le aveva strappato la sua amica di sempre, instancabile compagna di avventure proibite.
Era bastato quello, una semplice striscia bianca e Serena aveva ripudiato tutto: le feste, l'alcool che ardeva la gola e inebriava i sensi, i vestiti sgualciti da danze scatenate sui tavoli dei locali.
Ma ora era lei tornata, accompagnata dal suo abituale sorriso malizioso e da quel suo irremovibile desiderio di riprendersi ciò che le era stato strappato senza pietà; sarebbe rimasta lì, immobile, in attesa di ritrovare ciò che il tempo aveva lasciato scivolare lontano da lei, di riottenere la spensieratezza del passato, in attesa di macchiare, ancora una volta, l'apparente e illusorio biancore della vita di Serena.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice
Georgina: forse uno dei personaggi più interessanti, imprevedibili ed intriganti dell'intera serie.
In questo capitolo ho tentato di giocare sul contrasto tra l'anima scura di Georgina e, appunto, il colore bianco.
Questo è un personaggio di cui mi è stato particolarmente difficile scrivere: spero di esserci riuscita.
A presto!
M.

  
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