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Autore: Malika    23/10/2011    1 recensioni
“[…]Non sono lacrime buone, sono lacrime amare, in grado, con la loro vista, di addolorare chiunque: sono le lacrime di chi ha visto e subìto troppo, le lacrime di una bambina cresciuta tra privazioni e patimenti, le lacrime di una ragazza maturata troppo in fretta, le lacrime di una donna che ormai ha perso tutto, le lacrime di una vecchia che, prossima alla morte, non vuole lasciare il mondo. […]Corri e non ti fermare: sei ancora un animale braccato. E come un animale braccato vivrai fino alla fine dei tuoi giorni.” Spagna 2067: cosa succederà? Storia classificatasi IV al "A Spasso nel Tempo" Contest di Forah.
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A spasso nel tempo indetto da Forah
Nome Autore: _Malika_ (forum); Malika (EFP)
Titolo: Corri…
Lettera: R (Rosa)
Numero: 8 (Spagna del futuro)
Genere: Drammatico, Dark, Angst
Rating: Arancione
Avvertimenti: What if?, One-Shot
NdA: in fondo alla storia
Introduzione: “[…]Non sono lacrime buone, sono lacrime amare, in grado, con la loro vista, di addolorare chiunque: sono le lacrime di chi ha visto e subìto troppo, le lacrime di una bambina cresciuta tra privazioni e patimenti, le lacrime di una ragazza maturata troppo in fretta, le lacrime di una donna che ormai ha perso tutto, le lacrime di una vecchia che, prossima alla morte, non vuole lasciare il mondo.
[…]Corri e non ti fermare: sei ancora un animale braccato.
E come un animale braccato vivrai fino alla fine dei tuoi giorni.”
Spagna 2067: cosa succederà?
 
Corri…
La salvezza del mondo risiede
nella sofferenza umana.
(William Faulkner)
 
Corri. Corri più che puoi e non ti fermi, non vuoi.
Troppe cose sono successe in un singolo giorno, davvero tante, e il tuo cuore non ce la fa più, ha sofferto molto, più di quanto una persona normale potrebbe sopportare.
Non importa se sei soltanto una ragazzina di sedici anni, a nessuno è mai importata l’età dei bambini, tranne che ai rispettivi genitori, ma ora, anche tuo padre non c’è più e nessuno ti può proteggere.
E’ per questo che corri. O meglio, anche per questo: finchè tuo padre era vivo, nessuno poteva toccarti, ma l’hanno ucciso davanti ai tuoi occhi, solo per quel dannato programma.
Tuo padre, Victor Roberto Cazalla de Sivilla, è riuscito a tenerti al sicuro, lontano da Barcelona, la vostra capitale, per anni, soprattutto da quando diventasti donna, ovvero a dodici anni, perché sapeva che altrimenti ti avrebbero catturato.
Corri, corri e neanche sai più dove stai andando, ma non è quello l’importante, l’importante è fuggire da quei surrogati di poliziotti, mezzi robot e mezzi umani, ma è cosa di tutti i giorni.
Gli alberi grigi ti sfilano accanto, mentre ti muovi rapida quanto il vento cercando di seminare i tuoi inseguitori. Non distingui altri colori diverso da quelli scuri e a malapena riesci a distinguere le ombre degli oggetti più piccoli.
Finalmente, grazie alla luce della luna, noti una caverna in lontananza, ma non puoi entrare, loro sono ancora dietro di te.
Ti concentri e cerchi di confonderli cominciando a fare lo slalom tra gli alberi; all’improvviso, però, una buca ti prende alla sprovvista e ci cadi dentro, ma è ottima perché le guardie non riscono a capire dove sei proprio a causa del tuo movimento improvviso, quindi, dopo dieci minuti di ricerca infruttuosa, se ne vanno e tu puoi arrivare nella caverna.
E finalmente le tue lacrime possono scendere.
Non sono lacrime buone, sono lacrime amare, in grado, con la loro vista, di addolorare chiunque: sono le lacrime di chi ha visto e subìto troppo, le lacrime di una bambina cresciuta tra privazioni e patimenti, le lacrime di una ragazza maturata troppo in fretta, le lacrime di una donna che ormai ha perso tutto, le lacrime di una vecchia che, prossima alla morte, non vuole lasciare il mondo.
Ti addormenti così, il volto salato per le lacrime e un vuoto incolmabile nel cuore.
Rientri in casa felice: non sei riuscita a incontrare tuo padre, quella mattina, perché è subito corso al lavoro, così avete da recuperare tutta la giornata di convenevoli, ma non ti dispiace: adori chiacchierare con il tuo papà, è il tuo passatempo preferito, visto che parlate di tutto!
«Buongiorno, Rosa! Come stai? Dormito bene, stanotte?»
«Sì, papi, non preoccuparti.»
«Incubi?»
«No.»
«Come è andata la giornata?»
«Bene! Sono andata da Julio.»
«Vi siete divertiti?»
«Sì!»
«Ti ha dato fastidio qualcuno?»
«No».
«Sicura?»
«Papà! Non sono più una bambina, ormai! So cavarmela perfettamente da sola.»
«Lo so, solo… sei cresciuta così in fretta.» lo sguardo di tuo padre s’incupisce e sai immediatamente a cosa pensa: a quel dannato programma.
Gli poggi una mano sul braccio e gli regali un sorriso, chiedendogli immediatamente quello che sai farà tornare la tranquillità, visto che la felicità, in quell’epoca, era impossibile da trovare per molti, soprattutto per la gente comune.
«Mi racconti di quando il nonno era ragazzo?».
Lui sorride e, anche se gli hai fatto quella domanda molte volte, non può fare a meno di risponderti: «Quando aveva la tua età, il mondo non era come lo conosci tu: era molto più verde, pulito e libero; c’erano sì persecuzioni e guerre, non era tutto rose e fiori, ma si riusciva a tirare avanti.
Poi, dal 2009 cominciarono ad accadere fatti inspiegabili, imprevisti e terribili: in un anno, tre terremoti devastanti e uno tsunami. In quel periodo, poi, si conobbe la profezia dei Maya sulla fine del mondo e ci furono varie interpretazioni, ma ci fu anche chi disse che erano solamente stupidate.
Il 2010 fu, tutto sommato, molto più tranquillo e passò senza fatti eclatanti.
Nel 2011, ricominciò l’inferno in terra: la rivolta del Nord Africa per il pane, la guerra in Libia, il terremoto e lo tsunami in Giappone. Il pericolo di radiazioni a Fukushima, la rivoluzione che, tutto sommato, si risolse piuttosto velocemente, ma solo per paura.
Si avvicinava rapidamente, infatti, il 21 dicembre 2012, il termine fissato per la fine del mondo, e, anche se si facevano previsioni per il futuro, molti erano spaventati.
Il 20 dicembre si bloccò l’intero mondo, tutti rimasero a casa con i loro famigliari e gli amici più cari, non volendo perdere neanche un attimo. Anche chi non credeva era rimasto con la famiglia. I vari governi non volevano, ovviamente, ma tutto il popolo rimase con i propri cari.
Poi… beh, poi, quando il giorno successivo si alzarono, nulla era cambiato, così festeggiarono, ma il Destino, ormai lo so, è un vero bastardo: il 25 dicembre, nel giorno più felice di tutto l’anno, ogni cosa impazzì e le centrali nucleari di tutto il mondo esplosero, uno tsunami ricoprì il Giappone e tutta la Polinesia, un meteorite enorme cadde tra i ghiacci del Polo Nord, sciogliendo gli iceberg, ed altri caddero un po’ in tutto il globo.
Miliardi di persone morirono quel giorno, così come gli animali. Chi sopravvisse, si radunò in piccole comunità. Siamo rimasti circa un milione su tutto il globo, siamo tornati nel Medioevo, anche se le nostre conoscenze tecnologiche ci hanno permesso di migliorarci e vivere una vita, se non perfetta, quanto meno decorosa.»
«Ma io non volevo sentire questo!» esclami, anche se sei rimasta in silenzio tutto il tempo: era comunque affascinante, pur nella sua mostruosità, sapere quanto il Destino può essere malvagio.
«Ma davvero? E cosa volevi sentire, uhm?» chiede lui, con le mani sui fianchi.
«Qualcosa di bello!»
«Sì, anche a noi farebbe piacere sentire una bella storia.»
Tu e tuo padre vi voltate verso la porta, leggermente spaventati da quella voce inaspettata. Sulla soglia, ghignanti, ci sono tre cyborg e due robot; ti impietrisci.
Sai perché sono lì: vogliono catturarti per quel maledetto programma.
Ti tornano in mente molte ragazze che hai conosciuto e che sono sparite all’improvviso proprio perché catturate e inevitabilmente ti viene da chiederti come stiano e cosa sia loro successo, ma non potrai mai scoprirlo. Ripensi a Odra, la tu migliore amica, che è stata picchiata fino allo svenimento perché cercava in tutti i modi di fare resistenza.
Quella non è la prima volta che vedi dei cyborg, spesso li avete incrociati mentre scappavate con la moto; succedeva ogni due mesi circa.
Ma perché non vi lasciano in pace? Non vuoi andarci, punto: è una tua libera scelta. Ma ormai, esite una libera scelta?
«Rosa, scappa!».
La voce di tuo padre ti risveglia: osservandoti intorno, noti che lui si è piazzato davanti alla porta per impedire l’entrata, ma entrambi sapete che non funzionerà a lungo, visto che loro hanno armi, voi no. Nonostante l’ordine di tuo padre, non ti allontani, vuoi restare lì con lui fino alla fine, fine che per lui significa morte, per te cattura.
«Rosa, vattene!» grida l’uomo, mentre cerca di bloccarre l’entrata dei poliziotti.
«No! Io non ti lascio!» urli con le lacrime agli occhi; sai che cederai.
«Non penserete certo che riuscirete a farla franca? Anche se la ragazza dovesse riuscire a scappare, potete stare certi che la riprenderemo e verrà con noi al Cuartel General.» ghigna uno dei soldati, probabilmente il capitano a giudicare dalla divisa bianca che differisce da quella blu degli altri.
«Oh, invece non ci riuscirete. Rosa, scappa!»
Ti volti e corri, chiudendo gli occhi pieni di lacrime, ma una frase ti fa bloccare terrorizzata.
«No! Dobbiamo prenderla a tutti i costi! Uccidetelo e muoviamoci!»
«Ma signore…»
«Fatelo!»
Ti giri verso tuo padre, che nonostante abbia capito benissimo di cosa stanno parlando i poliziotti, non si muove di un centimentro per difenderti, per permetterti di scappare. E tu non vuoi deluderlo, per cui riprendi la tua corsa; e a un certo punto, dopo lo sparo, ti guardi indietro per osservare la tua montagna personale cadere.
Ti risvegli all’improvviso, sentendoti lievemente intorpidita: non ti sei accorta di essere caduta tra le braccia di Morfeo, come diceva spesso tuo padre; senti male alle gambe, ma sai che è normale, visto che sei seduta lì da parecchio tempo e che prima stavi correndo.
A questo pensiero spalanchi gli occhi, guardandoti attorno spaventata: se ti hanno torvato, per te è la fine.
No, fortunatamente nessuno è nei dintorni, ma non puoi aspettare: la notte sta per finire e probabilmente i cyborg torneranno per cercarti alla luce del sole.
La caverna è quasi completamente al buio e sul terreno ci sono soltanto parecchi sassi e qualche osso mangiucchiato, ma nessuna traccia di poliziotti. Sorvoli con lo sguardo su quelle cose, poi ci ritorni, ancora più terrorizzata: ossa?
Ti alzi in piedi e corri fuori, spaventata.
Corri, corri di nuovo, veloce come non lo sei mai stata.
Corri e non ti fermare: sei ancora un animale braccato.
E come un animale braccato vivrai fino alla fine dei tuoi giorni.
Il tutto nella speranza che nessuno di quel maledetto Programma di Ripopolamento ti trovi, come è successo a tua madre.
 
NdA: è molto corta, lo so da me, ma ci ho lavorato su parecchio.
Inizialmente pensavo che avrei potuto aggiungere qualcosa, concluderla in qualche modo, ma poi mi ha colpito rileggerla dopo quasi una settimana da quando avevo chiuso il file e così non sono riuscita a completarla perché non c’è fine adeguata per questa storia, secondo me. È una di quelle storie a finale aperto, insomma!
Penso che l’ambientazione “Spagna del futuro” si capisca dal contesto, non è molto citato il paese, però penso di averlo utilizzato. Anche l’ambientazione notturna non è esplicitata, ma ci sono delle spie.
Il What if? è dovuto al fatto che è uno dei possibili scenari futuri, il più apocalittico, immagino.
Mi sono ispirata alla trama di un film, per il Programma di Ripopolamente, di cui però al momento non ricordo il titolo, solo la trama: tutte le donne erano sterili, tranne una, e così c’è la ricerca per averla. Premetto che non l’ho visto, ho guardato solo il trailer!
Il rating Arancione è dovuto proprio al Programma, che è un’idea terribile da concepire ed in effetti, mi chiedo come ci sia riuscita io! Potrei segnalare il Giallo, ma voglio andare sul sicuro!
Un grazie enorme a Forah e a tutte le altre partecipanti!!! E anche a Ayram e le altre, ovviamente!!
Adesso, che ognuno di voi s’immagini cosa succederà alla giovane Rosa!

Al IV posto, con "Corri..." _Malika_ !




Grammatica e sintassi: 18 Punti
Non vi erano grandi errori di sintassi, ma ho notato alcuni errori di ortografia, molto probabilmente dovuti alla battitura, comunque niente di grave.
Originalità: 10 Punti
La storia è molto originale, il contesto in cui vive la ragazze anche e il punteggio pieno te lo meriti tutto.
Caratterizzazione dei personaggi: 8 Punti
Dalla storia non sono riuscita a capire bene come fosse Rosa in realtà, ho soltanto percepito la sua paura di fronte a ciò che più teme.
Attinenza al periodo storico: 10 Punti
Un futuro non tanto realistico, ma possibile (Moolto lontanamente) Non ti nascondo che secondo me nel 2012 qualcosa succederà e l’ambientazione nel futuro è fatta bene.
Sviluppo della trama: 9 Punti
Non mi sarei aspettata un finale non finale, e quello, secondo me, ha penalizzato la storia. Per il resto è buona, anche il sogno di lei che in realtà è il ricordo della morte di suo padre è fatto molto bene.
Gradimento personale: 9 punti
È una bella storia, complimenti, solo che mi dispiace che non abbia un finale concreto. È scritta bene e mi sono immedesimata molto in Rosa, chiedendomi cosa avrei fatto io in una situazione del genere. La paura che prova traspare moltissimo e ti spinge a leggere la storia tutto di un fiato.
Per un totale di 64 punti
   
 
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