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Autore: FairySweet    23/10/2011    1 recensioni
E se sono fragile come il cristallo la colpa è solo tua, tua e di quel maledetto sorriso che mi hai costretto ad amare ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Tra le braccia di un sono 2                                                                             Tra Le Braccia di un Sogno






Odiava le cerimonie, odiava dover fingere un sorriso per far felice gli altri ma

più di tutto, odiava dover restare lì dentro ad osservare una scena patetica e dolorosa.
Wilson accanto a lui continuava a sbirciare la sala gremita di gente con quell'ansia da damigella che vuole a tutti i costi vedere la sposa “La smetti?” “Sono solo impaziente!” “Loro dovrebbero esserlo” esclamò indicando con il bastone quattro ragazze “Sei una damigella per caso?” l'altro alzò gli occhi al cielo ridendo “Sembra confuso” seguì lo sguardo dell'amico “Credo sia solo emozionato” rispose studiando il viso di quell'uomo “In fondo si sposa” Wilson annuì convinto da quella specie di spiegazione “Ti sposeresti al chiuso?” “Sei impazzito?” “Sto solo immaginando come potrebbe essere il tuo matrimonio” “Cosa ti fa pensare che io mi sposi?” alzò appena le spalle ridacchiando “Il dottor House che prende moglie, devo ammettere che è piuttosto spaventoso” le porte in fondo alla sala si aprirono dolcemente esigendo dal pubblico un rispettoso silenzio.
Il suo sguardo si perse su quel corpo fasciato da un abito color dell'avorio che lentamente li raggiungeva, i capelli dolcemente sollevati che abbandonavano delicate ciocche sulle spalle nude.
Quell'apparizione nata dal nulla l'aveva pietrificato ma non era lei, o l'immagine che aveva davanti agli occhi ma il suo sguardo, vuoto, perso in qualcosa di lontano, quegli occhi meravigliosi erano velati da qualcosa di più che semplice emozione.
Fu tutto eccessivamente veloce o almeno, era quello che percepiva lui visto che per tutta la durata della cerimonia era rimasto con lo sguardo incollato al suo viso, solo quel semplice sussurro era riuscito a riportarlo alla realtà “Si” i loro occhi si fusero assieme, qualche secondo e poi di nuovo il vuoto.

“Dove andrai?” gli sorrise dolcemente continuando a compilare i documenti “Ancora non ci abbiamo pensato ma questo non è un grande periodo per organizzare viaggi” Wilson sorrise mestamente “Stai bene?” la biro cadde sui fogli “Forse dovremo cambiare ..” “Sto bene” mormorò portandosi una mano alla testa ma l'altro si chinò leggermente verso di lei “Non stai bene e non dovresti essere qui” ma gli occhi della ragazza si piegarono in un sorriso “Devi dirglielo” una lacrima cadde veloce “Lo farai soffrire Lisa” “Mi dispiace” una leggera carezza a sfiorarle la spalla“L'ha capito da solo. Mi ha detto che non sei te stessa, che continui a nascondere la verità ... lo scoprirà comunque e sarà tardi” “Perché? Spiegarli cosa succede lo farà ... non voglio che si senta male James e non voglio che la conseguenza sia il vicodin” l'oncologo si allontanò da lei “Lo sarà comunque” afferrò la giacca “Tornerà al vicodin per convincersi che tutti gli sforzi fatti fino ad ora, tutti i sacrifici e tutte quelle fottutissime decisioni prese non siano state inutili” sospirò passandosi una mano in viso “Senti” gli occhi socchiusi e il respiro accelerato “Se non vuoi dirgli la verità d'accordo ma torna a parlare con lui, comportati come tutte le altre volte” “Credi che non mi faccia stare male?” esclamò sfinita “Credi che sposare un mio vecchio amico solo per evitare che lui prenda decisioni avventate sia da me?” Wilson allargò le braccia “D'accordo ... inizio il giro delle visite” si chiuse la porta alle spalle lasciandola sola, di nuovo “Non stai affatto bene Lisa” mormorò passandosi una mano tra i lunghi capelli scuri, le girava la testa e faticava a respirare.
Dopotutto era normale no? Chiuse gli occhi ma perfino così, sentiva il terreno mancarle sotto i piedi, tremava e pregava il Signore che nessuno aprisse quella porta.
Solo lei e il silenzio, il suo silenzio, unico compagno di quella maledetta vita ingiusta e senza senso.
  
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