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Autore: Mao chan    28/06/2006    22 recensioni
Lui piangeva durante le missioni.
Lui era sempre in ritardo.
Però l'idiota ero io.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Rin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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This eye will cry - Avrei voluto innamorarmi di te

This eye will cry - Avrei voluto innamorarmi di te.

Written by Mao chan

Desclaimer: I personaggi di questa fic appartengono a Masashi Kishimoto. La fanfiction non è a scopo di lucro.

 

Lentamente, mi calo il coprifronte sull'occhio.

Quell'occhio nuovo, quell'occhio diverso che ora posso vantare.

Eppure non lo vorrei, non è giusto.

Non è giusto che ora sia qui, sul mio viso. Non dovrebbe stare qui, non è questo il suo posto.

Mi odio, mi odio da morire perchè non ha saputo fare niente, non ho saputo reagire quando ce n'era bisogno e non ho saputo guidare la mia squadra.

E, ragione più importante, non ho mai saputo capire cos'era veramente importante.

Adesso però, desidero solo dormire.

Così, appoggiato alla ruvida corteccia di un albero, serro l'occhio rimasto e mi lascio trasportare verso un sonno senza sogni.

 

<< Yondaime-sensei, adesso cosa faremo? >>

<< Rientriamo Rin. Non preoccuparti. Dormi. Sta notte veglierò io su di voi. >>

Così detto, il Fulmine Giallo di Konoha sparì tra le fronde degli alberi più alti.

 

<< Kakashi. >>

Qualcosa mi scuote leggermente, con dolcezza, tentando di svegliarmi.

Apro l'occhio con un movimento trattenuto, ma non accenno il minimo movimento.

Rin è davanti a me e mi tiene le mani sulle spalle.

Forse non riusciva a dormire.

Eppure sembra così maledettamente calma...

<< Non dormire. >>

Una frase pronunciata in tono piatto, senza particolare espressione.

Non dormire.

Non è il momento. Non è giusto.

L'erba è fresca e accogliente, e il cielo stellato si estende sopra di noi in modo così diretto da mozzare il fiato.

Nella mia mente ripasso quella frase tante e tante volte, fino all'imparare a memoria ogni dettaglio di ogni minima sfaccettatura.

Ma non c'è risentimento.

Non c'è rabbia, non c'è tristezza.

E io, avendone un disperato bisogno, aggiungo quella sfumatura dentro di me, come se Rin mi lo avesse urlato piangendo, intrisa di rabbia.

Ma so che non è così.

Annuisco lentamente.

Lei accenna un sorriso, e si sistema accanto a me.

Per un attimo che sembra infinito guardiamo le stelle in silenzio, lasciando precipitare lo sguardo nella Via Lattea.

E' lei a parlare per prima.

<< Tu oggi hai detto che mi avresti abbandonata. E' vero? >>

Sorride quasi nel chiedermelo, senza nubi nello sguardo.

Annuisco di nuovo. E lei china il capo.

<< Io infondo lo sapevo. >>

La guardo.

<< Sapevo che non saresti venuto a cercarmi. >>

Non sembra davvero arrabbiata.

Forse un po' triste, ma non ce l'ha con me.

Sono io ad avercela con lei, e per questo mi odio ancora di più.

Come può pensare ai suoi sentimenti dopo quello che è successo.

<< Non dovevi. >>

Ora mi guarda anche lei.

Io però non ho capito.

<< Non dovevi venire a cercarmi. >> chiarisce pratica.

Incredulo.

Così dev'essere il mio sguardo.

<< Nemmeno Obito doveva venire a cercarmi. >>

Eccolo.

Non ero ancora pronto per sentirlo di nuovo.

Ma quel nome, insieme a un ricordo, mi piove addosso sprezzante, quasi per deridermi.

Sguscia via fugace dalle labbra di Rin.

Lei è molto più coraggiosa di me.

<< Dovevi fermarlo e proseguire. >>

Fa una pausa.

E' più coraggiosa, ma anche lei sente dolore.

<< Non mi avrebbero fatto presto del male. >>

Rin, mi odi?

<< Non ce l'ho con te. Sai bene cosa provo. >>

Allora odi Obito?

<< Sono confusa, Obito era diverso. >>

Sì, lo so.

Obito era quello che si metteva a piangere durante le missioni.

<< Tu non lasci mai trasparire un'emozione... lui piange durante le missioni. >>

Obito era quello che arrivava sempre in ritardo perchè trovava povere vecchiette affaticate con i sacchi della spesa e le aiutava.

<< Tu sei sempre sul luogo dell'incontro e lui... bè, lui si fa aspettare perchè, a detta sua, trova sempre qualcuno in difficoltà. E il maestro gli crede ogni volta. >>

Obito era quello che si lamentava perchè gli entrava qualcosa negli occhi sebbene portasse la maschera.

<< Ah, e poi Obito si lamenta sempre perchè gli entrano insettini negli occhi... anche se porta la maschera! >> dice Rin, quasi divertita.

Poi, improvvisamente, non è più divertita.

<< Scusa, ho usato il presente. >>

Non importa Rin, mi piaceva.

Era solo una bellissima illusione... ma mi piaceva!

<< E' solo che... non riesco a capacitarmene... non mi sembra vero. >>

Ora vorrei essere io quello che piange durante le missioni e dice che è entrato qualcosa negli occhi anche se indosso la maschera.

Vorrei aver incontrato anch'io tutte quelle persone in difficoltà! Chi se ne importa se sarei arrivato in ritardo!

<< Tu sei diverso da lui. >>

Non dirlo, Rin! Non ricordarmelo!

<< Forse è per questo che tu sei ancora... >>

No, no, Rin, non farti ingannare!

Non è così, è sbagliato! E' tutto sbagliato!!

<< Però voi eravate amici, vero? >>

Mi giro nuovamente verso di lei.

Io e Obito non siamo mai stati amici.

<< Cioè, voglio dire... >> sembra in difficoltà, ma è serena.

Sa cosa deve dire, non sa come esprimerlo.

<< Discutevate sempre e tu lo trattavi male, ma... >>

Ma...?

<< Ma nei pochi istanti che ci hanno separati, hai saputo anche tu che eravate sempre stati amici, vero? >>

Ora, per la prima volta in questa notte, attendi una mia risposta.

Esito.

<< Non è così? >>

Sospiro.

Riprendo il mio sguardo svogliato.

<< Obito è morto, Rin. >> dico in tono piatto. << Ormai non importa più nulla. >>

Così, in questo modo vergognoso, pongo fine alla conversazione.

Anche se ha parlato solo Rin.

Anche se Obito, in realtà, è morto al mio posto, per salvarmi.

Anche se l'occhio nuovo che tengo coperto dal coprifronte è suo, è il suo Sharigan.

Lei mi guarda tristemente, rassegnata.

<< Non vorrei essermi innamorata di te. >> dici piano, senza esprimere rancore.

Ti alzi, spolveri la veste con alcuni gesti delicati ma decisi, ed esci dall'ombra degli alberi per tornare nella vallata deserta ad ammirare il cielo.

 

<< Avrei voluto innamorarmi di te. >> bisbigliò alle stelle Rin, quella notte di dieci anni fa.

 

Ora, questo Sharigan saprà piangere.

Ora, sebbene sia un occhio sovrannaturale, sarà il mio unico occhio umano.

 

Mao chan

  
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