This eye
will cry - Avrei voluto innamorarmi di te.
Written
by Mao chan
Desclaimer:
I personaggi di questa fic appartengono a Masashi Kishimoto. La fanfiction non
è a scopo di lucro.
Lentamente,
mi calo il coprifronte sull'occhio.
Quell'occhio
nuovo, quell'occhio diverso che ora posso vantare.
Eppure non lo vorrei, non è giusto.
Non è
giusto che ora sia qui, sul mio viso. Non dovrebbe stare qui,
non è questo il suo posto.
Mi odio,
mi odio da morire perchè non ha saputo fare niente, non ho saputo reagire
quando ce n'era bisogno e non ho saputo guidare la mia squadra.
E, ragione più importante, non ho mai saputo
capire cos'era veramente importante.
Adesso
però, desidero solo dormire.
Così,
appoggiato alla ruvida corteccia di un albero, serro l'occhio rimasto e mi
lascio trasportare verso un sonno senza sogni.
<<
Yondaime-sensei, adesso cosa faremo? >>
<<
Rientriamo Rin. Non preoccuparti. Dormi. Sta notte veglierò
io su di voi. >>
Così
detto, il Fulmine Giallo di Konoha sparì tra le fronde degli alberi più alti.
<<
Kakashi. >>
Qualcosa
mi scuote leggermente, con dolcezza, tentando di svegliarmi.
Apro
l'occhio con un movimento trattenuto, ma non accenno il minimo movimento.
Rin è
davanti a me e mi tiene le mani sulle spalle.
Forse non
riusciva a dormire.
Eppure sembra così maledettamente calma...
<<
Non dormire. >>
Una frase pronunciata in tono piatto, senza particolare espressione.
Non
dormire.
Non è il
momento. Non è giusto.
L'erba è
fresca e accogliente, e il cielo stellato si estende sopra di noi in modo così
diretto da mozzare il fiato.
Nella mia
mente ripasso quella frase tante e tante volte, fino all'imparare a memoria
ogni dettaglio di ogni minima sfaccettatura.
Ma non c'è risentimento.
Non c'è rabbia, non c'è tristezza.
E io,
avendone un disperato bisogno, aggiungo quella sfumatura dentro di me, come se
Rin mi lo avesse urlato piangendo, intrisa di rabbia.
Ma so che non è così.
Annuisco
lentamente.
Lei
accenna un sorriso, e si sistema accanto a me.
Per un
attimo che sembra infinito guardiamo le stelle in silenzio, lasciando
precipitare lo sguardo nella Via Lattea.
E' lei a
parlare per prima.
<<
Tu oggi hai detto che mi avresti abbandonata. E' vero?
>>
Sorride
quasi nel chiedermelo, senza nubi nello sguardo.
Annuisco
di nuovo. E lei china il capo.
<<
Io infondo lo sapevo. >>
La
guardo.
<<
Sapevo che non saresti venuto a cercarmi. >>
Non
sembra davvero arrabbiata.
Forse un
po' triste, ma non ce l'ha con me.
Sono io
ad avercela con lei, e per questo mi odio ancora di più.
Come può
pensare ai suoi sentimenti dopo quello che è successo.
<<
Non dovevi. >>
Ora mi
guarda anche lei.
Io però
non ho capito.
<<
Non dovevi venire a cercarmi. >> chiarisce pratica.
Incredulo.
Così
dev'essere il mio sguardo.
<< Nemmeno Obito doveva venire a cercarmi. >>
Eccolo.
Non ero
ancora pronto per sentirlo di nuovo.
Ma quel
nome, insieme a un ricordo, mi piove addosso
sprezzante, quasi per deridermi.
Sguscia
via fugace dalle labbra di Rin.
Lei è
molto più coraggiosa di me.
<<
Dovevi fermarlo e proseguire. >>
Fa una
pausa.
E' più
coraggiosa, ma anche lei sente dolore.
<<
Non mi avrebbero fatto presto del male. >>
Rin, mi
odi?
<<
Non ce l'ho con te. Sai bene cosa provo. >>
Allora
odi Obito?
<< Sono confusa, Obito era diverso. >>
Sì, lo
so.
Obito era
quello che si metteva a piangere durante le missioni.
<<
Tu non lasci mai trasparire un'emozione... lui piange
durante le missioni. >>
Obito era
quello che arrivava sempre in ritardo perchè trovava povere vecchiette
affaticate con i sacchi della spesa e le aiutava.
<<
Tu sei sempre sul luogo dell'incontro e lui... bè, lui si fa aspettare perchè,
a detta sua, trova sempre qualcuno in difficoltà. E il
maestro gli crede ogni volta. >>
Obito era
quello che si lamentava perchè gli entrava qualcosa negli occhi sebbene
portasse la maschera.
<<
Ah, e poi Obito si lamenta sempre perchè gli entrano insettini negli occhi...
anche se porta la maschera! >> dice Rin, quasi divertita.
Poi,
improvvisamente, non è più divertita.
<<
Scusa, ho usato il presente. >>
Non importa Rin, mi piaceva.
Era solo
una bellissima illusione... ma mi piaceva!
<<
E' solo che... non riesco a capacitarmene... non mi sembra vero. >>
Ora
vorrei essere io quello che piange durante le missioni e dice che è entrato
qualcosa negli occhi anche se indosso la maschera.
Vorrei
aver incontrato anch'io tutte quelle persone in difficoltà! Chi se ne importa
se sarei arrivato in ritardo!
<<
Tu sei diverso da lui. >>
Non
dirlo, Rin! Non ricordarmelo!
<<
Forse è per questo che tu sei ancora... >>
No, no,
Rin, non farti ingannare!
Non è così, è sbagliato! E' tutto sbagliato!!
<< Però voi eravate amici, vero? >>
Mi giro
nuovamente verso di lei.
Io e
Obito non siamo mai stati amici.
<< Cioè, voglio dire... >> sembra in difficoltà, ma è
serena.
Sa cosa
deve dire, non sa come esprimerlo.
<<
Discutevate sempre e tu lo trattavi male, ma... >>
Ma...?
<<
Ma nei pochi istanti che ci hanno separati, hai saputo
anche tu che eravate sempre stati amici, vero? >>
Ora, per
la prima volta in questa notte, attendi una mia risposta.
Esito.
<<
Non è così? >>
Sospiro.
Riprendo
il mio sguardo svogliato.
<<
Obito è morto, Rin. >> dico in tono piatto. << Ormai non importa
più nulla. >>
Così, in
questo modo vergognoso, pongo fine alla conversazione.
Anche se ha parlato solo Rin.
Anche se Obito, in realtà, è morto al mio posto, per
salvarmi.
Anche se l'occhio nuovo che tengo coperto dal
coprifronte è suo, è il suo Sharigan.
Lei mi
guarda tristemente, rassegnata.
<<
Non vorrei essermi innamorata di te. >> dici piano, senza esprimere
rancore.
Ti alzi,
spolveri la veste con alcuni gesti delicati ma decisi, ed esci dall'ombra degli
alberi per tornare nella vallata deserta ad ammirare il cielo.
<<
Avrei voluto innamorarmi di te. >> bisbigliò alle stelle Rin, quella
notte di dieci anni fa.
Ora,
questo Sharigan saprà piangere.
Ora,
sebbene sia un occhio sovrannaturale, sarà il mio
unico occhio umano.
Mao chan