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Autore: eligiuly    24/10/2011    0 recensioni
L'ispettore Lisa Milani è alle prese con la sparizione del proprio capo, il commissario Giordano, come sempre deve fare i conti con casa marito e i problemi di tutti i giorni e questa volta non è più sicura dei propri sentimenti verso Michele...
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carla, la moglie del commissario è evidentemente preoccupata, lo si nota dal rugoso viso tirato, il suo è un timore composto. Con calma ricostruisce l'ultimo giorno di vita normale del marito, poche cose, perché gli ultimi ad averlo visto erano in realtà tutti poliziotti.
“Le era sembrato preoccupato?”
Altra domanda inutile, era loro abitudine confidarsi pensieri ed inquietudini anche privati. Per assurdo sapevano di più i colleghi che i familiari della loro complessa vita.
“Posso dare un'occhiata?” Lisa chiede con pudore.
E' ingiusto che lei sia costretta a violare anche l'intimità della casa del suo capo.
Nanni in questo sembra più distaccato, controlla metodicamente alcune carte dello scrittoio in mogano dello studio.
Bollette, un contratto di affitto per la casa a Fregene, un modulo di iscrizione ad un corso di aggiornamento della polizia.
Poi in un cassetto un doppio fondo, una strana lettera color carta da zucchero, dentro due sole parole “SEI MORTO” stampate su un foglio A4 con una stampante laser.
Una lettera anonima, forse Giordano ha pestato i piedi a qualcuno, forse il rancore di un arrestato di un vecchio caso. Impossibile controllarli tutti in poco tempo. Loro di tempo non ne hanno.
Anche se il numero scarabocchiato sul block notes potrebbe rivelare un indizio, poi il suo nome, Lisa, ripassato tre volte, come un'esortazione a sbrigarsi, a capire.
“Ma la stella e i cerchi cosa potrebbero voler dire?” si riscopre a pensare a voce alta.
“Forse niente, potrebbe essere solo uno scarabocchio impaziente.”
Nanni non sorride più, le parole “Sei morto” hanno turbato anche lui.
Forse di tempo non ce n'è più.
Perché un misterioso nemico l'ha già rapito e forse ucciso, magari all'interno del commissariato e la cosa spiegherebbe perché Giordano ha perso il cellulare a pochi metri dal suo ufficio.
Ma come aveva potuto fargliela sotto al naso? In casa loro, a pochi metri dagli agenti di guardia?
“Dobbiamo tornare al commissariato, è lì la chiave di tutto.”
Nanni pende dalle sue labbra, annuisce, come se in tutto quel tempo abbia seguito il filo dei suoi pensieri, come se fosse in grado di leggerle dentro.

“Pronto! Manu? Tutto ok?”
La sorella minore di Lisa, una trentenne un po' matta, affascinata dal suono del tamburo del fidanzato dentista africano, matta ma fidata, perché si occupa regolarmente dei suoi tre figli, mentre lei e Michele fanno orari pazzeschi al lavoro.
“Niente Lisa, ho preparato il pranzo, riesci a tornare a casa per un boccone? Ho comprato un meraviglioso sugo alla puttanesca.”
Nanni e Lisa si consultano con un cenno, non era il momento per una pausa, ma tanto prima o dopo avrebbero dovuto mangiare. Tanto valeva fermarsi, anche perché, ci avrebbe scommesso, la sera sarebbe tornata a casa molto tardi.
“Andiamo” è un sussurro, Lisa lascia la moglie di Giordano da sola a malincuore, ma è inevitabile, tutte le piste portano fuori dalla casa, direttamente in commissariato, tra gli appunti sopra alla scrivania.
Un'altra corsa a folle velocità e un'altra frustata alle sue certezze, un'altra giornata così e avrebbe finito per mettere seriamente in discussione tutte le sue scelte di vita.
Un quarto d'ora e aprono la porta di casa Mattei.
I due vengono accolti dalle urla gioiose di Checco e Giacomo che si contendono due macchinine rosse e il borbottio sommesso di Ludo, eternamente convinta di avere il mondo contro.
Manuela è radiosa, felice di essere riuscita ad eguagliare la bravura della sorella.
Nanni invece si è seduto sul divano ad osservare estasiato i figli di Lisa. Lui adora tutto di lei, ma la sua famiglia in particolare gli è rimasta nel cuore.
E' cresciuto in un orfanotrofio, con suor Genziana che le ha fatto da madre, in un'atmosfera necessariamente diversa da quella trovata in casa Mattei.
Manu e Nanni un po' si somigliano, entrambi non si sentono all'altezza della personalità di Lisa, cercano di eguagliarla, ma finiscono inevitabilmente per gravitarle attorno.
Si siedono tutti a tavola, felici di fronte ad un piatto di pasta fumante.
Michele non tornerà a casa per pranzo e per Lisa è un sollievo.
Negli ultimi tempi è di umore scostante, spesso nervoso e polemico con lei; i medici dopo l'intervento l'avevano avvertita, l'uso della morfina crea degli stati di esaltazione alternati alla depressione più nera. Sembra essere diventata il capro espiatorio di lui, oltre che per i figli, ora anche di fronte al marito tutto è colpa sua.
Forse la disprezza, per questo da più di tre mesi non la tocca più.
Lisa interrompe il flusso dei suoi pensieri, come poteva pensare al sesso in quel momento? Con Nanni lì nella stessa stanza a catturare tutto di lei?
Infatti, mentre si siede e svolge il tovagliolo, le chiede con voce ansiosa: “Tutto bene?”
“Sì, sì” risponde lei in un sussurro “sto solo pensando agli appunti che ha lasciato Giordano.”
Ma non è vero e nella stanza sono in due a saperlo.
Ma Nanni la sostiene, come sempre, disinteressatamente: “Cosa ti ha colpito di preciso?”
“Il numero di nove cifre, potrebbe essere qualsiasi cosa.”
“Un cellulare” risponde Ludo di slancio, anche lei presa dai ragionamenti della madre-sbirro.
“Lo escludo, il numero inizia con 45 e poi i cellulari hanno dieci cifre.”
“Potrebbe avere a che fare con una pratica.” propone intelligentemente Nanni.
“L'archivio, lo scaffale 45”.
Né Lisa, né Nanni hanno più fame, sono già in piedi; Lisa bacia meccanicamente figli e sorella e si precipita in strada, deve controllare subito la teoria, il biglietto con su scritto “Sei morto” le brucia ancora in tasca.

Raggiungono quasi correndo l'archivio del seminterrato, non c'è nessuno in giro a notarli, né alcuno di passaggio in grado di aiutarli a spulciare le pratiche dello scaffale 45, tutti occupati nella titanica caccia all'uomo che va avanti ormai da qualche ora.
L'archivio è una stanza pulita ma umida, zeppa di scaffali in ferro zincato distanti tra di loro non più di un metro, spazio sufficiente perché una persona possa raggiungere i fascicoli archiviati ordinatamente in faldoni.
La pratica n. 12051 è vuota, solo qualche appunto a margine della cartella con la calligrafia pesante di Giordano, ma i documenti non sono stati trafugati, il commissario stesso li ha presi per indagarvi personalmente.
Lisa e Nanni si scambiano occhiate interrogative.
“E adesso che si fa?” sembrano dire i loro occhi mentre la luce scompare, lasciandoli completamente al buio, in un camerone senza finestre.
Istintivamente Nanni le si avvicina per proteggerla, come ha fatto tante volte, salvandole la vita.
Ma questa volta è diverso.
Lisa è diversa.
Si lascia avvicinare senza timore da lui.
I loro respiri si confondono, con i battiti dei loro cuori all'impazzata, mentre tendono l'orecchio, per capire se il buio è l'opera di un sabotatore malintenzionato.
Passati alcuni minuti senza che succeda niente, Nanni prende Lisa per mano per condurla a tentoni verso l'uscita.
“Chissà perché gli intelligentoni che hanno progettato questo posto si sono dimenticati le finestre.” si sorprende a pensare a voce alta, ma la sente rotta, fa fatica a parlare, ha le mani sudate, anche la mano che stringe quella di Lisa è sudata.
Cerca di controllarsi, le ha promesso di mettere da parte le illusioni e dedicarsi completamente al lavoro. Ma è una fatica immane, pensarla sempre e solo come il suo capo, mentre lavora ogni giorno gomito a gomito con lei. Tra morti ammazzati, inseguimenti ed arresti, Lisa è la cosa più bella che gli sia mai capitato e non riesce a dimenticarla, nonostante ci sia Ale e la sua stupida perenne gelosia nei confronti di Lisa. Perché Ale ha capito tutto, ha capito che non potrà mai averlo completamente perché il suo cuore è stato irrimediabilmente rapito dall'ispettore capo Lisa Milani.
E ora, in mezzo ad un atrio buio, tra gli scaffali ordinati è costretto a stringersi a lei per cercare a tentoni l'uscita.
“Almeno avessimo lasciato le porte aperte.” riflette lui a voce alta, fermandosi perché non si raccapezza più, in un labirinto dove gli accessi sembrano tutti uguali. Lisa non lo ha sentito fermarsi e per una fatalità che non è una fatalità gli finisce di fronte, pestandogli malamente un piede.
“Ahi” mugugna divertito, ma la situazione è tutt'altro che divertente.
Lui sente che molto presto perderà il controllo, finirà col baciarla di nuovo e questa volta lei non vorrà più saperne niente di lui, lasciandolo per sempre solo a rimpiangerla.
Ma è un istante, il suo profumo è un'essenza preziosa che lo inebria, si fa coraggio e la bacia, ne sarà comunque valsa la pena.
Per lo meno rimarrò per sempre col ricordo di questo momento così intenso da rinunciare a vivere per tutti i giorni a venire.
Lisa lo sorprende, risponde con passione al suo bacio mentre lo accarezza piano la schiena, come quando si ritrovano assieme a cavalcioni sulla sua moto.
Lisa ha agito d'istinto, seguendo un impulso che le è venuto direttamente dal cuore, mentre il  cervello sta lanciando frenetici segnali d'allarme.
Lisa che ti prende?
Cosa stai facendo?
Ma è un lampo, la luce ritorna e i due amici, amanti e colleghi si staccano con imbarazzo, quasi che con la luce loro due si ritrovino simultaneamente nella loro parte.

  
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