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Autore: eligiuly    20/10/2011    1 recensioni
L'ispettore Lisa Milani è alle prese con la sparizione del proprio capo, il commissario Giordano, come sempre deve fare i conti con casa marito e i problemi di tutti i giorni e questa volta non è più sicura dei propri sentimenti verso Michele...
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un sole svogliato si sforza di riscaldare una qualunque giornata di novembre, mentre Lisa avvia la monovolume bianca attraverso le strade di Roma, in direzione del commissariato.
Lisa Milani è un'attraente quarantenne, dai folti capelli riccioluti, raccolti in un viso allungato, quasi aristocratico, è sposata con un medico biondo e affascinante, Michele Mattei, primario del reparto di pediatria di Tivoli e tre figli, una femmina, una quindicenne peperino, e due maschietti più piccoli Giacomo e Checco.
Non fa un lavoro qualunque: tra spesa, bucato, capricci e ribellioni adolescenziali, indaga tra le morti violente della capitale, in qualità di ispettore capo.
Parcheggia l'auto, mentre arriva in moto il fidato Nanni Fortuna, ispettore suo sottoposto, ragazzo dai grandi occhi azzurri, il viso dolce, sempre propenso a trovare il lato positivo in mezzo agli orrori del quotidiano.
Nanni ha messo Lisa su un piedistallo, lei rappresenta tutto quello che non ha mai avuto: una famiglia accogliente, intelligenza e sensibilità, fierezza nelle sue intuizioni. Raramente sbaglia ad impostare le indagini. E lui, Nanni, è sempre lì ad ascoltarla, appoggiarla, qualche volta a difenderla (quando non si difende da sé), si nutre della luce riflessa che emana il suo idolo, perché non gli è consentito amarla; lei è moglie, madre, ha una famiglia invidiabile e lui non ha nessun diritto di distruggerla.
Solo una volta è stato tanto stupido da dirle apertamente cosa prova per lei. Lisa dapprima aveva fatto finta di non capire, per proteggere il loro rapporto speciale di lavoro di mutua intesa e collaborazione, poi, dopo un bacio rubato, era stata costretta a spiegargli come stavano le cose.
Gli avrebbe sempre voluto bene, ma lui era solo Nanni, il fidato Nanni che sa sempre cosa lei voglia, cosa sente, a volte anche cosa pensa, perché riesce a leggerle gli sguardi d'intesa.
“Oggi sei mattiniera” esclama sorridente lui, mentre si toglie il casco, scendendo dalla moto.
“Mi sembrava di soffocare a casa.” Risponde lei pensierosa.
La sua famiglia apparentemente perfetta aveva dovuto affrontare tutta una serie di prove drammatiche, prima Michele era stato ingiustamente accusato dell'omicidio dell'ex amante, Giulia, una ginecologa dell'ospedale, poi Ludo aveva perso la sua migliore amica in maniera tragica, il conseguente complotto proprio dentro al suo commissariato e infine ma non meno importante la malattia di Michele. Al marito avevano diagnosticato una cisti, ma lui, per una stupida presunzione di non aggiungerle altre preoccupazioni, le aveva nascosto tutto, anche l'intervento alla testa, preferendo confidarsi con la sua migliore amica, l'avvocato Chiara Valli.
Ecco, questo era stato il peggior tradimento di Michele, l'aveva perdonato per Giulia, la rivale era pure morta, quindi non impensieriva più, ma era stato devastante scoprire che oltre all'irrequieta figlia adolescente, anche suo marito non si fidava di lei.
Nanni la trattiene con delicatezza per un braccio, stampato uno dei suoi sorrisi da eterno Peter Pan, le dice rassicurante: “Credici, andrà tutto per il meglio anche stavolta.”
Non ne è del tutto sicura, si sente stanca, ha dovuto combattere tante battaglie, ma questa è la più devastante di tutte, con Chiara sempre più appiccicata a suo marito, sembra che solo l'amica sia in grado di far fronte alle necessità di Michele.
Un avvocato quarantenne single, che spesso non disdegna qualunque storia pur di riempire una serata solitamente in solitaria davanti ad una scatoletta di tonno.
Lisa non risponde a Nanni, troppo presa dai suoi pensieri.
Non è facile essere madre, moglie, amica, sorella, ispettore e donna, nonostante l'acuta intelligenza si sente sbagliata e fuori posto.
Una poliziotta biondina corre incontro a Nanni e gli butta le braccia al collo, schioccandogli un grosso bacio sulla guancia.
Lisa sorride e avanza verso i colleghi dell'accettazione.
Alessandra e Nanni sono una bella coppia, anche se ultimamente Lisa ha avuto l'impressione che fosse solo una copertura per lui: dopo una prima sorpresa di piacere nello scoprire che si era trovato una ragazza, impegnando così le serate vuote che lo portavano a casa di Lisa a giocare con i suoi figli, si era accorta delle occhiate di gelosia e dei maldestri tentativi di parlare con lei della fidanzata.
Salendo le scale incontra Lorenzi trafelato ed è proprio uno spettacolo insolito.
Lorenzi, poliziotto pacione, godereccio e intenditore di donne, era più facile vederlo correre dietro alla procace barista del locale all'angolo che al criminale di turno.
“Lisa, meno male che sei arrivata prima”
“Che succede?” Le premesse non erano delle più rassicuranti.
“Il commissario Giordano è sparito.”
“Come sparito?”
Nanni si è unito a loro, dopo aver notato l'insolito trambusto sulle scale.
“Ha chiamato la moglie tutta agitata, ieri sera non è tornato a casa. Stanotte lo ha aspettato sveglia, pensando fosse stato trattenuto da un'improvvisa indagine, ma stamattina non ce l'ha fatta più e mi ha telefonato per avere notizie.”
“In realtà Giordano ha lasciato l'ufficio alla fine del suo turno delle 21,00” interviene la centralinista, ansiosa di essere utile alle sopraggiunte nuove indagini.
Alberto Giordano è un attempato commissario di polizia, capelli e pizzetto bianchi, di professionalità, correttezza e pacatezza, aveva un profondo rispetto e ammirazione per Lisa, tanto che si era trovato più volte a difenderla anche dall'indifendibile, se glielo chiedeva.
Ora con la scomparsa di Giordano, in attesa delle decisioni di emergenza del questore, lei diventava, di conseguenza, il più alto in grado del commissariato, con la pesante responsabilità di indagare sulle sorti del superiore.
“Nanni, chiamami subito il questore, dobbiamo avvertirlo dell'accaduto.”

Mentre raggiunge gli uffici è presa da un ultimo inutile scrupolo: telefonare al cellulare di Giordano infatti la risposta è deludente: “L'utente selezionato potrebbe avere il cellulare spento.”
“E controlla dov'era il telefonino del commissario prima che fosse spento” poi, a passo spedito si dirige verso l'ufficio del superiore.
Perlustrare la scrivania di Giordano le da una sensazione di fastidio, come se stesse violando un altare sacro.
Vicino al telefono torva un block notes pieno di scarabocchi, come se il commissario fosse stato molto tempo ad ascoltare una conversazione lunga e noiosa. Alcuni cerchi concentrici, una stella sghemba, un asterisco, un numero di nove cifre 451205111 con lo zero tagliato in diagonale e il suo nome LISA calcato più volte, come per sottolineare un concetto.
Lisa prende il cordless del superiore e chiama direttamente da lì il questore, vuole la sua benedizione prima di muoversi, ora non ha più Giordano a coprirle le spalle se sbaglia, ma soprattutto se non fa i passi giusti potrebbe non rivederlo mai più.
Le tremano leggermente le dita mentre compone il numero.
Il questore Gallo Taviani è serio, la voce tremula, sente anche lui il peso della gravità della situazione.
“Milani, direi di non aspettare un minuto di più, non risparmi uomini e mezzi alla ricerca dell'uomo, più il tempo passa e minori possibilità abbiamo di trovarlo vivo...”
Fa una pausa per sottolineare il concetto che gli è venuto proprio bene: “Lascio a lei le indagini, ma mi raccomando, mi tenga costantemente aggiornato, avrò la stampa addosso, senza contare il panico della gente alla notizia che le forze dell'ordine non hanno saputo proteggere uno di loro.”
Bla, bla, bla, discorsi, tanti discorsi inutili, mentre lei si trova con una bomba che presto le sarebbe esplosa tra le mani.
Nanni compare trafelato: “Inutile cercare il segnale del cellulare, il commissario l'ha perso qui. Probabilmente andava di corsa e non si è accorto che gli è caduto.”
Una lunga e noiosa telefonata e poi si è precipitato di corsa, ma per dove?
Perché?
E soprattutto, se stava conducendo un'indagine per conto proprio, perché non ha avvisato nessuno?
Anche a lei era capitato in passato di mettersi nei pasticci, perché aveva ostinatamente seguito una pista da sola, ma, all'ultimo momento, Nanni era sempre accorso a salvarla.
Lisa non si capacita del perché pensi sempre a Nanni da alcune settimane, soprattutto nei momenti meno opportuni, e con lui a un soffio da lei.
A volte le capitava di sognarlo, il sogno era sempre lo stesso, solo con piccoli particolari che variavano a seconda del momento, si vedeva lei mentre si avvicinava a Michele per fare pace e baciarlo, ma, mentre le sue labbra toccavano quelle di lui, si accorgeva che non era Michele quello che stava baciando, ma Nanni. Allora si svegliava tutta sudata e sconvolta, mentre Michele dormiva placidamente al suo fianco nel lettone imbottito e si vergognava del suo stesso subconscio. E rimaneva sveglia, fino all'ora di alzarsi, per non dover continuare il sogno che non le piaceva fare.
“Nanni, voglio che convochi tutti per una riunione straordinaria, nell'atrio principale.”
“Come agiamo capo?”
Nanni la chiama capo con i colleghi, soprattutto Lorenzi, lo fa in tono scherzoso, per sottolineare la sua tendenza a comandare a bacchetta su tutti, ma in questo momento così drammatico l'espressione è decisamente fuori luogo.
Lancia un'occhiata eloquente e il giovane ispettore Fortuna si precipita a bussare alle porte degli uffici e convocare i colleghi per l'annuncio.
Lisa è ferma e determinata, sa che le decine di sottoposti pendono dalle sue labbra e si aspettano una guida, una certezza per contrastare l'insicurezza causata da quella situazione.
“Vi voglio fuori tutti, ogni strada, ogni vicolo deve essere setacciato, non dovete trascurare nessun indizio, ogni minuto potrebbe essere decisivo per trovare Giordano ancora vivo, per questa ragione da questo momento fino a nuovi ordini sono sospesi tutti i permessi. Grazia richiama in servizio gli uomini a casa, questo caso ha la priorità su tutto. Mi sono spiegata? E ora al lavoro, non voglio vedere nessuna macchina parcheggiata qua fuori. Rossi, lei no, prenda con sé due colleghi e ispezioni il parcheggio. Se il commissario era di corsa come sembra a noi, oppure braccato da qualcuno, potrebbe aver perso qualche altro indizio.”
Lisa è rossa in viso, mentre parla sente gli occhi attenti dei suoi colleghi su di lei, sa che molti di loro non la ritengono all'altezza del compito. Volta il capo e i suoi occhi ritrovano quelli di Nanni rassicuranti che le dicono: “Sei grande, continua così.”
Sembra essere l'unico a non essere preoccupato per la sparizione del commissario, è convinto che Lisa verrà presto a capo del mistero, riportando il superiore sano e salvo.
“Lisa tu sei il mio mito.” le aveva detto quella volta in macchina, l'unica volta che lo aveva visto impacciato, e ora i suoi occhi sembrano ribadire lo stesso concetto.
L'atrio si svuota velocemente e in silenzio, consapevole della serietà del momento.
Lisa invece guarda Nanni e gli chiede: “Portami dalla moglie.”
Dopo la pseudo dichiarazione lei aveva preferito muoversi da sola, con la propria macchina, si era infatti chiesta se la colpa non fosse stata un po' sua: lo aveva illuso ogni giorno, attraverso la vicinanza forzata che gli aveva imposto.
Ma ora deve muoversi in fretta e la moto di Nanni è l'ideale per spostarsi attraverso il traffico caotico della città.
Prende il casco che le porge e gli si siede aggrappata dietro con naturalezza. Anche lui non sembra dar peso a quest'ennesima vicinanza tra loro due. Ma la strana logica di cuore dell'ispettore Fortuna lo porta a ritenere naturale fare qualsiasi cosa per lei.

  
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