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Autore: Nemsi    25/10/2011    5 recensioni
Ti amo in silenzio da 2 anni e tu non te ne sei neppure accorto.
E questo è davvero deprimente visto la mia mole non proprio da silfide.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Millicent Bullstrode
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dedicata a Sakijune.
Ha richiesto CanonBlaise e CanonMillicent con il prompt Ugly Fatty Halfblood Slytherin.

Ugly Fatty Halfblood Slytherin


Ti amo in silenzio da 2 anni e tu non te ne sei neppure accorto. 
E questo è davvero deprimente visto la mia mole non proprio da silfide.
Forse il tuo accesso al celeberrimo “Slugclub” non è dovuto poi alla tua sagacia.
Astio. 
Frustrazione.
E senso d’impotenza.
Ecco cosa mi rimane. E mi divora dentro.
Perché tu sei troppo bello per me. Un principe d’africa, d’ebano e alteregia, con il sangue più puro dell’oro zecchino e lunghi capelli che odorano di Francia e Caraibi. Un sogno ad occhi aperti.
Alto, atletico come tutti quelli della tua razza, dagli zigomi pronunciati e i lunghi occhi obliqui più neri della notte. Abissi taglienti che tutto giudicano e indagano, con la boria di un re vagabondo.
Ammetto di essere cambiata anche io, anche se non abbastanza.
Non sono più l’armadio a quattro ante che ero il secondo anno, ma non per questo la mia figura si è fatta aggraziata e femminea. Nessun brutto anatroccolo tramutato in cigno, nessun bruco in farfalla. Desolata.
Bella non lo sono.
Neppure particolarmente brillante.
E in più c’è quel piccolo misero “segreto” sul mio sangue, che l’intera Slytherin conosce fin dal giorno dello smistamento. O prima.
Una mezzosangue nella tana dei serpenti. Non è poi così originale, lo ammetto. Ci sono dei precedenti. E anche piuttosto illustri. Però chi crede che questa sia una ragione sufficiente per non avere problemi è un povero illuso. O un Gryffindor.
Non mi sono lasciata sopraffare, sebbene non sia stato così semplice come probabilmente il resto della scuola ha creduto.
Quello che avviene nei sotterranei lì deve restare. È così da sempre e così sempre sarà.

Ciò che è accaduto oggi rasenta l'assurdo. Come quegli eventi astronomici talmente rari che pensi non vedrai mai nella tua intera vita. 
E invece succedono proprio quando tu stai passando di lì e ti si schiantano addosso. E tu non puoi evitarli.
Non ho idea del perché lo abbia fatto. 
Avrò tempo di scoprirlo dopo, con calma. Molta calma. E molte sberle.
Pansy ha appena rivelato il mio più intimo segreto all'ultima persona al mondo che avrebbe dovuto conoscerlo. Il diretto interessato. Che ora sta guardando dritto verso di me, enigmatico come non mai. Merlino seppelliscimi. Tre metri sotto terra, almeno.
Senza neppure rendermene conto sto già marciando lontano dall'aula, probabilmente diretta alla torre di astronomia. Un bel saltino e PUFF! tutto finito!
Ma non lo saprò mai.
Sento il mio nome, pronunciato dall'inconfondibile voce che ha abitato i miei sogni inconfessati e inconfessabili per due lunghi anni.
L’ombra amara di un sorriso che non posso trattenere. E’ la prima volta che mi chiami per nome. E so bene sarà anche l’ultima.
Non intendo fermarmi.
Non mi è difficile immaginare le tue intenzioni. Vorrai dirmi che ti dispiace ma ami un’altra (chissà che nome inventeresti dato che, pure bello come la notte come sei, emani una tale aura di superiorità che nessuna osa avvicinarti) o che ti spiace ma sei già promesso e non puoi ricambiarmi. Questo nella migliore delle ipotesi.
In tutte le altre…
Serro gli occhi ed affretto il passo. Non voglio pensarci.

Mi afferri il polso.
Una presa che mi costringe a fermarmi.
“Bulstrode. Devo parlarti. ” autoritario e diretto, un principe che non deve chiedere mai. 
Mi volto lentamente. 
Non esisto per anni ed ora di colpo devi parlarmi? Mi fa una rabbia questo tuo atteggiamento ipocrita.
Se credi che intenda rimanere qui a subire scherno gratuito o falsa compassione ti sbagli di grosso bello mio.
Strattono il braccio con tanta forza da lasciarti basito. E farmi male. 
La forma scarlatta delle tue dita lunghe sulla mia pelle bianca.
“Non abbiamo nulla da dirci.” replico a tono. Tu non hai neppure idea di quanto io sia brava a reprimere i miei sentimenti Zabini. Ho avuto due lunghi anni per esercitarmi. 
Pensavi che ora che sai la verità, sarei caduta ai tuoi piedi come una svenevole ragazzina e ti avrei supplicato anche solo di starti accanto, nell’ombra, come una ragazza di serie B ?
Davvero credi che ti muoia dietro fino a questo punto? 
Si. 
Ti amo.
Veramente. 
Come nessun’altra potrà mai fare, ne sono convinta. 
E proprio per questo non intendo permettere a te né a nessun altro di calpestare il mio cuore e la mia dignità.
Giro i tacchi e me ne vado.
“Aspetta.” la tua voce mi giunge ovattata, lontana, incerta. Non voglio pensare alle possibili implicazioni del tuo tono. Di piangere avrò tempo dopo, quando sarò sola. 
I Muggle mi chiamerebbero “carroarmato” ed avrebbero ragione. Niente grigio e ipocriti compromessi. Bianco o nero. E nulla in mezzo.

“Scappare non serve.” pronunci quelle esatte parole con un’indolenza tale che Goyle le scambierebbe per un commento meteorologico. 
Al contrario, avresti fatto meglio a schiantarmi. 
Mi volto di scatto e ti fronteggio con tutto l’orgoglio di cui sono capace.
La fuga non è contemplata in un duello. Non per me.
Ti fisso negli occhi neri, tizzoni di carbone incastonati nell’ebano, con sfida. E un velo di spregio.
Non sei l’unico ad essere Slytherin. Puro o meno.
Io sono Millicent Bulstrode e sebbene per te possa essere solo una brutta cicciona mezzosangue che non vale neppure un gramo della tua attenzione, io sono fiera di me stessa. Quello che ho, ogni singola cosa, l’ho conquistata contando solo sulle mie forze.
E questo non possono dirlo in molti qui dentro.
“Che vuoi, Zabini?” quasi ringhio la mia domanda, ma tu non sembri avvedertene.

“Mi sono accorto che sei bella, Bulstrode.”
...se vuole un pugno non ha che da chiederlo eh!
La mia espressione deve essere sufficientemente eloquente da farlo correggere.
“Certo non in senso convenzionale, forse. Ma io non amo la banalità sai?” afferma sicuro di sé e di quel che dice. E per una volta mi trovo d’accordo con lui. 
E’ vero, Blaise non sopporta l’ovvio, il mediocre e il brutto. E’ risaputo. 
E allora mi chiedo che ci faccia ancora qui.
Ti avvicini sinuoso come un grosso felino, pericoloso e bellissimo. Intendi sbranarmi o solo giocare con il mio cadavere? No, perché ci stai riuscendo. 
“E tu… lo sembri. Per questo non ti ho mai notata.” prosegue pacato, per nulla preoccupato del fatto che qualcuno potrebbe offendersi. La sottoscritta, per esempio.
...se le cerca per caso?!
Mi tremano le mani. E non per l’emozione.
“Ma qualcosa mi dice che nel tuo caso l’apparenza non conta, vero?” sarebbe un simil-complimento? O un altro insulto?
Si allunga verso di me, torreggiante nella sua figura slanciata. Non arretro di un millimetro. E il suo profumo di spezie e mare mi droga l’anima.
E dubbi e illusioni mi invadono come la sua ombra su di me.
Merda merda merda! Non posso permettere che distrugga la mia corazza con questa disarmante semplicità. Se stesse mentendo per qualche sadica ragione?
Se non fossi più la Bulstrode che tutti disprezzano ma segretamente temono, cosa mi rimarrebbe?
Solo cocci,  lacrime e rancore. 
Però non voglio nemmeno il rimpianto di aver gettato l’unica occasione della mia vita con le mie mani.
“Perché dovrei ascoltarti?” mi barrico dietro la mia espressione più sfrontata e menefreghista.
Un tamburo dentro al petto, là dove si trova il cuore. Dello stomaco neppure più l’ombra. Bhe potrebbe essere l’occasione definitiva per dimagrire…
“Perché sono un tipo curioso…” un’insperabile speranza scivola fuori dalle tue labbra come spira il Libeccio, caldo ed infido.
La paura mi attanaglia, il destino più crudele è dietro l’angolo, lo so bene. Ma non riesco a pensare altro che lui.
“E mi fido del mio istinto. Non mi ha mai tradito.” e nelle sue pupille vi trovo la prova. E’ come guardare una pantera occhi negli occhi. L’indole della fiera e l’animo del poeta.
Cado in trappola come una preda. 
Mi arrendo.
Qualunque cosa voglia dire.
Ti chini verso di me e mi baci.
E mai sconfitto fu più felice della resa di Millicent Bulstrode.
   
 
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