Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
Segui la storia  |       
Autore: kiara4thebest    25/10/2011    2 recensioni
(titolo provvisorio perchè forse lo cambio oppure no)
"Forse, incontrarti, era destino, magari una semplice coincidenza, eppure, non riesco a credere che sia stata una piccola casualità. No, io penso che fosse proprio destino che ci incontrassimo quel giorno, che diventassimo amici inseparabili, che io cominciassi a provare un forte sentimento per te, anche se, capì troppo tardi cosa eri, veramente, per me, un’altra persona aveva già occupato il mio posto, ma io non persi mai la speranza di averti con me."
[Yusei x Aki]
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questo primo giorno di scuola, per fortuna, è finito presto. Non ne posso più di vedere Jack con Aki, durante le lezioni ho scambiato con lui, qualche occhiata di sfida, se lui vuole guerra, allora guerra gli darò! Se mi concede di stare con lei è perché vuole che ci contendiamo Aki, mi ha detto che, forse, Aki prova qualcosa per me, anche se non se ne accorge e che quindi io e lui dobbiamo riuscire a conquistarla. Accetto, ma non perché voglio che Aki sia un premio, lo faccio perché non voglio fare la figura dell’idiota e del debole davanti al mio nuovo rivale in amore e perché sono un tipo che non si tira mai indietro per le sfide, anche se non avrei ma immaginato sfide come queste. Sto tornando a casa, sono circa le tre del pomeriggio, cammino sul marciapiede con la testa dritta, che non sa neanche cosa sta guardando, ho la mente immersa nei pensieri e ripenso alla sfida che mi ha proposto Jack Atlas. Lo farò pentire di avermi sfidato e, se, tutto questo, serve perché io possa stare con la persona che amo, non posso di certo rifiutare. La cosa che non vorrei che accadesse, è che Aki scopra che è il premio per chi vince questa garetta e, se devo dire la verità, mi dispiace molto usarla come un oggetto ma Atlas mi ha indotto ad accettare nonostante mi conosce appena. Continuo a camminare sul marciapiede fino a quando non arrivo davanti alla famosa spiaggia, devo, per forza, passarci vicino, altrimenti, dovrei passare per la strada più lunga ed è meglio di no. Osservo la baia mentre cammino e li, vedo... vedo Aki e Jack che camminano sulla spiaggia, mano nella mano, verso una casa che si trova proprio nella spiaggia, all’inizio pensavo fosse un hotel e, invece, scopro, grazie a Crow che mi è venuto incontro alle spalle, che è una proprietà della famiglia Atlas. Il mio amico mi chiede se ho preso una cotta per Aki, io lo nego, ma si capisce, perfettamente, che sto mentendo suscitando la parte pervertita di Crow che dice che non ci crede e che, in verità, mi sono innamorato veramente di Aki. Dopo un po’, con le insistenze del mio amico, ammetto che è vero, ricevendo così un’altra pacca sulla schiena e una risposta che non saprei come definire -“Attento amico, è pericoloso mettersi contro Atlas”- mi dice anche che, i ragazzi che si sono messi contro di lui, se la sono vista brutta e che sono diventati stupidi perché raccontano di averlo visto creare vortici di acqua dopo essere stati buttati in mare. Finisce dicendo che, ovviamente, lui non ci crede, ma che comunque non corre il rischio di fare una brutta fine. Vorrei tanto dirgli che Jack ha, veramente, fatto ciò che si racconta in giro, però non mi crederebbe mai e poi non credo che Atlas si faccia scoprire così facilmente. La cosa che non mi torna è perché Aki non impedisce al suo fidanzato di fare queste cose, lei non mi sembra il tipo che permetta che si faccia del male alle persone utilizzando qualcosa che, quest’ultime, non hanno e quindi deve esserci per forza lo zampino del suo compagno. Un’altra cosa è che cosa dice lui ad Aki per non farle credere che sia stato lui a spaventare i loro compagni. Sono, completamente, immerso nei miei pensieri che non sento più nessuno, neanche il mio amico che è a pochi centimetri di distanza da me, niente, come se fossi andato in un mondo tutto mio da cui potrei uscirne solo grazie a un miracolo, oppure, dopo aver capito l’enigma che mi ha spinto a finire in questo stato di riflessione totale. Ritorno in me, qualche minuto dopo, con Crow che dice che è da tanto tempo che tenta di parlarmi, mi scuso e lo saluto dirigendomi verso casa mia. Ripenso a tutto ciò che è successo oggi: è il mio primo giorno di scuola qui, ho come compagni di classe il mio migliore amico e loro due, Jack e Aki, Atlas mi lancia una sfida per conquistare la mia sirena e, per ultimo, Crow mi dice che è pericoloso mettersi contro il biondo perché coloro che ci hanno provato sono diventati stupidi. Chiudo gli occhi e li riapro qualche minuto dopo, non permetterò che quel rifiuto giallo abusi dei suoi poteri da creatura marina per ottenere quello che vuole. Torno a casa, passo per la cucina prendendo un mini pezzo di pane e faccio per dirigermi in camera, ma mio padre mi ferma dicendomi che non posso continuare a mangiare poco oppure niente. Mi arrendo e, quando arriva la sera, ceno normalmente, non parlo per tutto il tempo mentre i miei parlano tanto del lavoro che non notano, neanche, che ho finito e che me ne sono andato, meglio così, non voglio che mi facciano il quarto grado per tutta la sera. Mi sento così giù di morale che, quando apro la porta della camera, non apro neanche la luce restando così immerso nel buio più totale, un’oscurità illuminata solo dalla luce della luna che entra dalla finestra; i miei occhi non ci mettono molto ad abituarsi al buio, il buio della notte viene illuminato anche da un’altra luce proveniente dalla mia tasca: la perla. La prendo, emana una bella luce rossa.
Mentre succede questo, io non ho la minima idea di cosa sta succedendo a un’altra persona che non si trova vicino a me, però in un’altra casa, una casa vicino al mare, si tratta della villa degli Atlas e la persona in questione non è Jack, ma Aki. Lei si trova lì solo perché nessun suo familiare vive sulla terra e i suoi le hanno consentito di abitare a casa del suo amico. In questo istante, si trova in una delle tante camere per gli ospiti, quando, improvvisamente, prova un dolore a qualcosa, qualcosa che si trova a sinistra del petto, qualcosa chiamato cuore. S’inginocchia a terra, le lacrime scendono da sole e non si spiega il motivo, poi si ricorda di me e della sua perla che ha dato a me. Non capisce perché le sta succedendo questo, cerca di trattenersi, ma qualcosa di più forte di lei glielo impone di piangere anche se non ha ancora capito il motivo; poi pensa a me, il suo cuore batte ancora più velocemente, non capisce, lei ama Jack non me, mi considera solo un amico, ma sembra che qualcosa dentro di lei dica il contrario e le dice che, invece di Jack, sono io colui che ha fatto breccia e che Atlas è solo una persona che serve per compensare la mia assenza in tutti questi anni. Dopo aver capito questo, il dolore sparisce, lentamente facendo spazio a una bella sensazione; lei sorride sempre pensando a me, decide che domani mi avrebbe parlato e, guardando la luna, si addormenta con in volto un sorriso.
Arriva la mattina, come al solito, mi sveglio presto per andare per primo in bagno, i miei ci mettono talmente tanto a lavarsi che penso che lo facciano in bagno più che in camera. Dopo essermi lavato in velocità, mi vesto e scendo in cucina; lo sapevo, le solite cialde della mamma, almeno quelle non sono avvelenate, a meno che, il fisico di papà sia resistente ai veleni. Mi siedo a tavola dando il buongiorno ai miei genitori e comincio a mangiare, non mi sento male, forse il veleno ha un effetto ritardato, magari svengo a scuola facendo una figura di merda. Quando finisco torno in camera per prendere lo zaino, improvvisamente sento qualcosa che emana calore, penso sia perla che mi vuole avvertire che oggi succederà qualcosa. Esco di casa e mi incammino. Mi tocca sempre passare davanti a quella maledetta villa degli Atlas; di nuovo la stretta al cuore, quei due si stanno tenendo per mano mentre escono dalla villa, ma quei due sono mano nella mano anche di notte?! Se la risposta è si, quell’escremento biondo finisce dritto all’altro mondo. C’è anche qualcos’altro che mi tormenta, la frase di ieri di Jack.
*Mini Flash Back*
Siamo solo io e lui e a rompere il silenzio dell’aula è proprio lui.
-“Lei è mia”-
Se ne va lasciandomi solo, mi sono arrabbiato talmente tanto che sbatto forte il pugno sul banco da far cadere l’astuccio.
-“Lo vedremo”-
*Fine Mini Flash Back*
Stringo il pugno e lo sbatto sulla corteccia di un albero vicino a me. Quanto odio vederli insieme, quasi quasi, faccio la strada più lunga, invece che sopportarli per tutto il tragitto. Torno indietro ripassando davanti casa mia e dopo qualche minuto che cammino, guardo l’orologio e.... accidenti! Se continuo con questa velocità non arriverò mai in tempo! Aumento il passo, anzi, mi metto a correre, fortunatamente, lo zaino di oggi è leggero. Qualche minuto dopo, arrivo, col fiatone, in  orario, ma mi ritrovo davanti alla scena peggiore che io abbia mai visto fino ad adesso: lui sta baciando lei che lo sta abbracciando. Porto lo sguardo altrove e mi allontano senza farmi vedere e finisco davanti all’ingresso della scuola; Metto una mano tra i capelli e dopodiché, un fortissimo colpo mi arriva sulla schiena, l’inconfondibile saluto di Crow... -.- Lo saluto dicendogli se alle persone che saluta così venga un infarto o peggio, lui chiede perché e io gli rispondo che da pacche sulla schiena talmente forti che potrebbe far morire, d’infarto, una persona per il colpo subito e che, a me, non succede niente perché ci sono abituato. Crow risponde che se ne frega e mi chiede perché ho il fiatone, sentendo così la mia cavolata di usare la strada più lunga, per arrivare qui partendo a dieci minuti dall’inizio della scuola, dato che vivo vicino alla scuola. Dopo aver parlato del più e del meno, ci dirigiamo in classe e ci sediamo aspettando la prof. di italiano. Porto la mano davanti al mio viso e le faccio attraversare i miei capelli, non riesco a dimenticare cos’è successo prima! E’ stato un trauma! (almeno per me...). Non riesco a pensare ad altro e questo di mostrato dal fatto che non mi sono accorto che la professoressa è già entrata, Crow mi risveglia dai miei pensieri con una gomitata. Osservo la prof. d’italiano, è una donna talmente giovane che sembra ancora una ragazzina, pare che abbia sulla ventina di anni, ha i capelli lunghi e di colore verde-acqua, i suoi esprimono solo felicità e sono sul marroncino chiaro e saluta tutti gentilmente. Dopo qualche secondo, mi nota, ha capito che sono nuovo e mi dice di presentarmi brevemente e così faccio, alla fine mi risponde di essere felice di avermi conosciuto e di stare bene in questa scuola. La lezione la seguo per metà, oggi la voglia è zero completa e la passo scarabocchiando chissà che cosa con Crow che chiama i miei disegni “arte astratta”. Cerco di distrarmi con le cavolate che dice il mio amico, ovviamente senza farci vedere dalla prof, anche se quest’ultima sembra avere un aspetto veramente simpatico e che sia quel tipo di professoressa molto paziente e gentile che ogni alunno vorrebbe.
Le ore passano in fretta senza che io me ne accorga, finalmente suona quella maledetta campanella, prendo lo zaino ed esco dall’aula; ormai sono uscito dalla scuola quando una voce familiare che mi chiama, mi volto e vedo lei. Aki si avvicina a me con un po’ di fiatone, forse per la corsa che ha fatto per raggiungermi, ma la cosa che vorrei sapere è perché è venuta da me. Le chiedo se c’è qualche problema e lei mi sorride dicendo qualcosa, ma non finisce la frase che una nostra compagna, che mi sembra si chiami Mina, viene vicino a noi. Sorride a me dice qualcosa di assolutamente falso.
Grazie per quello che abbiamo passato ieri...
Io rimango di sasso, Mina se ne va via e Aki mi sembra che stia sorridendo delusa, vedo i suoi occhi diventare lucidi, mi guarda, sorridendo ancora, dicendo di essere felice poi corre via, ma ho notato qualcosa, appena ha cominciato a correre, è scoppiata a piangere. Non capisco perché stava piangendo?
Ad un certo punto mi giro e vedo la figura di una ragazzo biondo che se ne va. Non ci credo, di nuovo Jack! Quel bastardo ha fatto qualcosa... ne sono sicuro, c’è il suo zampino dietro.
Il problema, adesso, è spiegare ad Aki che ciò che ha detto Mina non è la verità. Probabilmente non mi crederà, ma voglio tentare, stava per dirmi qualcosa, altrimenti non sarebbe venuta da me, poteva benissimo tornare a casa con Jack. Mi metto a correre, ignorando che sarebbe meglio portare a casa lo zaino, corro nella direzione che ha preso la mia amica sirena. Corro, corro maledicendo Jack, pensando ad Aki e capire perché quello lì continua a mettermi i bastoni fra le ruote e poi penso a quella specie di garetta tra me e Atlas... Ha barato! Avrà sicuramente detto a Mina di dirmi quelle cose! Purtroppo non ho prove necessarie per dimostrarlo. Maledetto, giuro che quando lo incastro lo meno forte!
Continuo a correre, c’è un solo posto dove Aki andrebbe, penso...
Arriva alla parete di roccia che mi separa dalla caverna, comincio ad attraversarla piano, passando da sporgenza a sporgenza cercando di non cadere e finalmente atterro.
Eccola, è ancora in forma umana, è seduta con la gambe al petto a piangere, non si è accorta di me; mi avvicino senza far rumore, dentro di me sento un forte senso di colpa anche se, teoricamente e praticamente, non ho fatto niente. Ora ho capito che vederla piangere nuoce gravemente alla mia salute. La chiamo e lei alza, lentamente, la testa, i suoi occhi sono lucidi, il suo viso bagnato e molte lacrime scendono dal suo dolce volto. A vederla così, mi faccio schifo da solo.
-“Yusei... che ci fai qui? Perché mi hai seguito?”- mi dice con voce soffocata dalla lacrime.
-“Aki, io...veramente, non so di cosa parlava Mina”-
-“Perché lo neghi?”- continua a dirmi.
-“Aki, come posso stare con lei se la conosco un giorno?”-
Lei comincia a piangere più forte.
-“Magari la conoscevi già...”-
-“Ti prego credimi... io non centro nulla con questa storia... te lo giuro...”- dico io abbassando lo sguardo.
Invece lei, alza lo sguardo senza di me, sembra che legga la mia onestà negli occhi e mi sorride.
-“Va bene...ti credo... ma allora perché te l’ha detto?”- mi chiede asciugandosi le lacrime.
Vorrei tanto dirle che sospetto di Jack, ma peggiorerei solo la situazione così le dico che non lo so.
Lei mi sorride di nuovo e le chiedo cosa voleva dirmi prima.
-“Volevo soltanto dirti... che mi sei mancato tanto”-
Dopo questo, mi abbraccia forte. Io ricambio l’abbraccio, ma sento la presenza di qualcuno che ci spia; appena mi stacco dall’abbraccio di Aki, mi guardo attorno, ma non vedo nessuno.
Mi sembra che quella spia mi stesse guardando male...
Lascio perdere e sorrido ad Aki e restiamo lì a parlare del più e del meno come ai vecchi tempi...

Un legame così forte non si può spezzare così facilmente

Salve! Allora.... qesto cap mi fa pena! come al solito insomma!
E dato che il computer mi da noie! Vedo di fare in fretta.
Ringrazio per le recensioni:

Gattino Bianco
Jessica Fudo
DeathNote666 

Grazie per il sostegno!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's / Vai alla pagina dell'autore: kiara4thebest