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Autore: Foglia 21    25/10/2011    1 recensioni
Cosa succederebbe se un avvenimento sconvolgente avesse devastato il mondo sovrannaturale? E se una parte dei vampiri fosse stata reindirizzata verso una nuova vita? Un essere immortale può davvero dimenticare il proprio amore di secoli per lasciarlo vivere una nuova esistenza?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Aro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Mi chiedo spesso come mai il destino mi abbia portata di nuovo verso di lui. Lo osservo mentre dorme e non posso fare a meno di pormi la domanda: lo amo, ma questo basterà a superare tutte le difficoltà poste sul nostro cammino? Nella nostra vita passata l’odio aveva vinto sull’amore e avevo paura che le cose sarebbero andate di nuovo allo stesso modo. Eppure lui era diverso, completamente: era dolce, buono, caldo…e soprattutto era umano. Gli era stata donata una nuova possibilità, come se al momento del giudizio tutto il male che un tempo aveva fatto avesse giocato in suo favore invece che condannarlo. Io non avevo avuto la stessa fortuna: ero stata gettata in una nuova eternità di buio e morte e non c’era più nessuna possibilità per me.                                                                                                                                            Aro si agitò nel sonno mentre il suo cuore cominciava a battere più veloce. Capii che stava avendo un incubo e con dolcezza gli accarezzai il volto tentando di trasmettergli serenità. Soffrivo nel vederlo così perché conoscevo le pene che lo affliggevano e che per lui rappresentavano un ostacolo insormontabile. Aveva perso una persona importante, un pilastro per il suo ancora piccolo e ingenuo mondo, e ora si sentiva smarrito e senza speranze. Ma il mio amore poteva salvarlo questa volta e non avrei fallito di nuovo.                                                                                                                                                                           Mentre il sole sorgeva dissipando l’oscurità con le sue prime luci lo vidi socchiudere le palpebre e gli sorrisi dolcemente. Non mi sarei mai stancata di guardare quegli occhi: verdi e limpidi, in cui riuscivo a leggere tutti i suoi pensieri. Per me poterlo finalmente decifrare rappresentava un cambiamento enorme e che soprattutto non avrei mai ritenuto possibile abituata com’ero al mio incomprensibile e folle uomo. Eppure ora potevo percepire emozioni talmente intense nel suo sguardo da ritrovarmi sconvolta a chiedermi se anche nella sua vita precedente avesse dovuto affrontare le stesse tempeste sentimentali.

“Buongiorno…” sussurrò con voce roca mentre si strofinava il viso con una mano “ Non mi avrai fissato per tutta la notte spero…”.

“ Può essere…” ridacchiai vedendo il suo viso scocciato “ E anche se ti desse fastidio, non mi dissuaderei dal farlo!”

“ Questo non mi sembra per niente giusto! In quanto mia vampira custode dovresti tener conto dei miei desideri!” mi osservò ridendo e lentamente si mise a sedere, stiracchiandosi.

“ No…in quanto tua vampira custode devo tenerti lontano dai pericoli e starti il più vicino possibile perché ti amo!” dissi, stavolta seria. Questo era un argomento su cui non mi piaceva scherzare troppo.

Mi guardò fisso e mi sorrise, poi se ne andò in bagno. Io gli avevo già letto negli occhi la dolce risposta che aveva pensato.

 

Con sguardo folle osservai la mia vittima e il suo candido collo, con le mani grondanti di sangue le accarezzai i capelli e il profilo di una guancia... mi sentivo forte e pieno di energie mentre lei mi guardava con terrore. Mi leccai le labbra e avvicinai il viso al suo sorridendo…

 

Aprii gli occhi e mi asciugai il viso sospirando. Mi sentivo stanco e stordito, gli incubi mi tormentavano ogni notte più insistentemente eppure dovevo sforzarmi per nascondere la mia inquietudine al meglio. Sulpicia diventava ogni giorno più vigile, sentiva che qualcosa non andava e voleva scoprirne la ragione. Il problema era che neppure io avevo idea di cosa fosse. I miei sogni presagivano qualcosa: erano segni dal passato? O dal futuro? Oppure rappresentavano un’oscura minaccia a noi ignota?

Quando ritornai in stanza sorrisi alla mia vampira e mi diressi verso l’armadio alla ricerca di qualcosa da mettere per la scuola. Indossai un paio di jeans neri e una maglietta blu, e m’infilai in fretta la solita giacca di pelle. Avevo il presentimento di essere come al solito tremendamente in ritardo, cosa che mi fu confermata quando Sulpicia mi porse lo zaino e le scarpe con il suo solito sguardo da: “ Muoviti pigrone” .

Sospirai e corsi via infilandomi le scarpe mentre scendevo a precipizio le scale: “ Ciao. A dopo!” La salutai mentre correvo fuori.

L’aria frizzante del mattino m’investì mentre correvo verso la scuola. Le mattinate si facevano sempre più fredde e presto sarebbero arrivate le prime piogge che tanto adoravo osservare dalla finestra durante le lezioni.

 

 

“ Grazie per essersi unito a noi signor Savage” borbottò il professore mentre entravo affannato in classe “ Come dicevo Raffaello nasce nel 1483 ad Urbino…”

Mi sedetti rapido al mio posto e sospirai mentre cercavo il libro di storia dell’arte nei meandri del mio zaino. Non appena lo aprii alla pagina dell’autore un bigliettino mi precipitò davanti infilandosi nel mio astuccio aperto. Mi venne quasi da ridere mentre lo estraevo e mi apprestavo a leggerne il contenuto.

 

Possibile che tu mi debba sempre far preoccupare? Perché non mi hai chiamata? Sei proprio un piccolo mostriciattolo!!

 

Sbuffai divertito. Ero riuscito a far arrabbiare mia sorella per l’ennesima volta e, come se non bastasse, ora avrei dovuto mentirle. Di certo non potevo dirle con chi avevo passato gli ultimi tre giorni!

Mi dispiace…non mi sono sentito tanto bene e non avevo voglia di parlare con nessuno…tra l’altro credo di aver finito i soldi nel cell…

Mi voltai e feci un cenno ad Anna che osservò il professore con attenzione prima di darmi il via libera. Osservai anch’io l’uomo mentre iniziava a scrivere sulla lavagna i momenti salienti della vita di Raffaello, poi le lanciai il biglietto. Mi voltai per non dover vedere la sua espressione delusa e iniziai a copiare gli appunti sul quaderno cercando di ignorare il lieve senso di nausea che provavo in quel momento. Mi sentivo in colpa a dover mentire a una delle persone che più mi volevano bene al mondo, ma purtroppo spiegarle sarebbe stato troppo complicato.

Le prime due ore di lezione passarono con una lentezza a dir poco esasperante, fortunatamente proprio quando stavo per crollare la campanella della ricreazione mi riscosse dal torpore. Mi voltai verso Anna e la osservai con sguardo indagatore per capire fino a che punto potesse avercela con me.

“ Non osare guardarmi così! Sai che sono arrabbiata con te! Ultimamente non mi dici niente di quello che ti succede!” sbottò lei rabbiosa.

“ Ti sbagli…è solo che non ho niente di interessante da raccontarti! Tu piuttosto parlami di cosa hai fatto in questi giorni.”

“Niente di che! Ho studiato e ho fatto la brava bambina.” sospirò rassegnata mettendosi a giocherellare con una matita.

Risi divertito della sua espressione imbronciata e le scoccai un bacio sulla guancia prima di alzarmi e uscire dalla classe. Avevo seriamente bisogno di un caffè per sopravvivere al resto della giornata, perciò mi unii alla calca davanti alla macchinetta delle bevande.

Mentre aspettavo una voce familiare mi risuonò accanto: “ Guarda un po’chi ha deciso di farsi rivedere! Dov’eri finito? ”.

Osservai Tizio per un po’ prima di rispondergli. Aveva i lunghi capelli neri sciolti sulle spalle e indossava una tuta da ginnastica nera. Come sempre portava al collo la catena con il pendente rosso.

“ Non penso siano affari tuoi…” risposi acido voltandomi per inserire gli spiccioli nella macchinetta del caffè. Lo sentii ridacchiare.

“ Peccato ” disse “ Un tempo eri molto più socievole. Non avresti mai sprecato un’occasione per parlare di te ”.

“ Non so di cosa parli…non avrai le allucinazioni!?”

“ Credo proprio di no! Forse sei tu quello che ha poca memoria…”

Mi voltai di scatto, dietro di me lui non c’era più. Una ragazza bionda invece mi squadrò spazientita facendo cenno di muovermi. Sospirai per l’ennesima volta della giornata mentre prendevo finalmente il mio stramaledetto caffè lungo.

 

  
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