Segreti
Complicati
Capitolo
12: Imprevisti, forse.
Falco Rosso era seduto davanti alla scrivania della preside, si era
asciugato e
aveva indossato dei vestiti maschili: da quando aveva scoperto che lo
sconosciuto a cui li aveva presi era quel Kuno, li portava sempre con
sé.
Be’,
però… Non se l’aspettava per niente!
Certo, qualcuno
poteva anche avvisarlo di come aveva fatto a finire proprio nella
classe di
Akane, ma ovviamente i suoi erano pensieri sprecati. Happosai non gli
avrebbe
mai detto nulla.
Sicuramente
adesso capiva molte cose. Ad esempio, come mai non avesse ancora
ricevuto molti
rimproveri nonostante le sue continue discussioni
con la mini-prof, o come mai nessuno aveva ancora indagato sulle
ragioni che
portano una sedicenne ad abitare da sola e cambiare scuola ad anno
inoltrato.
Ovviamente,
era tutto grazie a lei.
Alzò
lo sguardo e puntò gli occhi sulla persona che aveva davanti.
-
Devi darmi il permesso di indossare l’uniforme
maschil…
Prima
che potesse anche solo finire la frase, sentì la testa
pulsargli dolorosamente.
La vecchietta raggrinzita che stava seduta al di là della
scrivania aveva
tirato fuori il suo nodoso bastone e l’aveva colpito
abbastanza forte da farsi
sentire, e lui non aveva avuto il tempo di spostarsi. E dire che sapeva
del suo
brutto vizio…
-
Dovresti avere più rispetto! Non sei ancora abbastanza forte
per poter essere
così sfrontato. Soprattutto adesso.
Falco
Rosso si massaggiò la testa, la guardò male, ma
si trattenne dal risponderle.
Stupida
vecchia. Stupido corpo sedicenne. Stupida situazione!
-
Oh, vedo che a qualcosa è servita questa missione. Adesso
riesci a tenere a
freno la lingua. A proposito, quanti centimetri mancano ai funghi
cambia età (1)?
-
Dieci, vecchia mummia.
Ovviamente,
niente lo salvò da una seconda bastonata. E, sicuramente,
era stata lei a dare
quei funghi ad Happosai. Dei, che rabbia!
-
Se vuoi indossare quell’uniforme, evita di farmi arrabbiare.
Falco
Rosso la fulminò con lo sguardo, ma non ribatté.
Era meglio non giocare troppo
col fuoco…
-
Da quanto sei la preside?
-
Non ti è mai interessato di ciò che mi succede.
-
Quindi non c’entra con la mia missione?
-
Sai perfettamente anche tu che, senza di me, c’erano
altissime probabilità che
non finissi in classe con il mezzo.
Falco
Rosso batté una volta di troppo le palpebre; come al solito,
aveva ragione. Peccato
non essersene accorto prima…
-
Ecco di chi parlava Happosai… - disse e inarcò un
sopracciglio.
-
Falco Rosso, non prendere questa missione con troppa
superficialità. Akane si
fida facilmente delle persone, ma quelle che le sono più
vicino non sono come
lei.
-
Ed ecco grazie a chi ho le informazioni… Ma allora cosa fa
il gruppo di
ricerca?
Il
bastone colpì per l’ennesima volta la sua testa,
mentre la vecchina
ridacchiava. Stupida mummia! Solo perché adesso era
più forte, non voleva dire
che lo sarebbe stata per sempre! Col suo possente corpo di
diciannovenne all'incirca
la eguagliava!
Sì…
peccato che adesso non fosse proprio così.
-
Smettila di scherzare e ascoltami – gli
ordinò, quando smise di
ridacchiare.
-
Akane quasi si fida di me, una volta che mi farà entrare in
casa avrò
praticamente completato la missione. Manca pochissimo. Ma prima,
l’uniforme!
-
Non vuoi proprio capire… Indossa pure
quell’uniforme, tanto non ti servirà a
nulla. E mi rifiuterò di aiutarti ancora, se non sarai meno
irrispettoso.
-
Mi sembra che finora sono sempre riuscito a portare a termine le mie
missioni da solo.
Obaba
lo guardò per qualche momento, poi sospirò. Falco
Rosso ringraziò soltanto che
non avesse di nuovo usato quel suo bastone, o anche lui avrebbe dovuto
mettersi
del ghiaccio, appena tornato a casa.
-
Torna a casa, Falco Rosso. Torna a casa e pensa a come utilizzare al
meglio il mezzo.
Stava
saltando sui tetti, ma non correva. Nemmeno si nascondeva troppo, in
realtà:
non ne aveva voglia.
O
forse aveva bisogno di pensare.
Sapere
di avere un alleato avrebbe dovuto farlo sentire, se non più
tranquillo, almeno
meno arrabbiato. Ma l’unica emozione che riusciva a
catalogare era la
confusione.
Era
abituato al linguaggio oscuro di Obaba, ai suoi giri di parole per
fargli fare
esattamente ciò che voleva, e solo alla fine, quando aveva
capito da sé, gli
parlava in modo chiaro. Ma stavolta non aveva usato quei metodi, e
forse questo
lo turbava. Ma probabilmente non gli interessava più di
tanto. L’unica cosa che
non capiva era quel lieve fastidio che pizzicava in un angolo della sua
mente e
che ancora non era riuscito a identificare.
Si
fermò, in equilibrio sulle tegole. Stava decisamente
prendendo questa
situazione troppo sul serio. Doveva distaccarsi, mantenere la freddezza.
Prese
un profondo respiro e soffiò. Ne aveva abbastanza anche di
quell’idiota che si
ostinava a seguirlo da cinque minuti buoni. Chi era così
stupido da credere di
poterlo spiare e continuare a vivere?
Vagliò
le possibilità: poteva fargli perdere le sue tracce, poteva
magicamente
apparirgli dietro la schiena senza che se ne accorgesse e farlo
svenire, oppure
poteva scoprirlo subito e sentire cos’aveva da dire.
O,
ancora meglio, poteva lottare contro di lui. Per poterlo seguire sui
tetti,
sicuramente doveva essere un minimo abile, e lui era da fin troppo
tempo che
non lottava…
Sentì
un rumore, un fruscio e lo stridio delle tegole. Ma bene, era
veloce… ma non
abbastanza. Prima che l’inseguitore potesse sferrare il
calcio che l’avrebbe
colpito sulle costole, Falco Rosso si spostò e, a sorpresa,
gli afferrò la
gamba e lo scaraventò sull’asfalto, in un vicolo
chiuso, dove non c’erano
persone. Saltò giù dal tetto e si
avvicinò al ragazzo… Lo osservò per
qualche
secondo: era più giovane di lui, aveva i muscoli ben
sviluppati e uno zaino
sulle spalle.
Cos…?
All’improvviso, si sentì afferrare la caviglia. E
dire che pensava di averlo
fatto svenire! Be’, adesso voleva proprio parlare col pazzo.
Gli afferrò il
polso e gli rigirò il braccio, per poi calciarlo sul muro,
non troppo forte.
-
Chi sei? – gli chiese, col tono più serio che
riuscì a trovare e dovette
faticare a non guardarlo con troppa superiorità.
-
Non è questo l’importante! Tu! Tu –
prese un respiro profondo, probabilmente a
causa del calcio di prima, ma tornò a guardarlo negli occhi.
– Sei un assassino!
Falco
Rosso alzò un sopracciglio. Cosa sapeva quel ragazzo? Era
troppo informato per
i suoi gusti… Fin troppo. Indurì lo sguardo e gli
si avvicinò, afferrandolo per
il colletto.
-
Ma bene, e cosa vorresti fare con quest’informazione?
Ricattarmi? Oppure
vorresti consegnarmi alla tua giustizia?
-
Io ti UCCIDERò!
Falco
Rosso gli diede un pugno e lo lasciò tossire. Non gli era
mai capitato che
qualcuno volesse vendicarsi, a parte i suoi colleghi.
Era troppo bravo per farsi scoprire, e troppo abile perché
qualcuno solo
sospettasse di lui. Allora come faceva…?
-
Un vendicativo! E sentiamo, come mai vorresti uccidermi?
-
Qualcuno che uccide una persona come Akari non può essere
perdonata!
Nonostante
il pugno era riuscito a urlare. Era più resistente di quel
che mostrasse, forse
era meglio non giocare troppo, e smettere subito…
Akari.
Ricordava
bene quel nome, era stata una missione complicata, ma ricordava
perfettamente
che nessuno aveva assistito alla sua morte. Nessuno.
Avvertì
il pugno arrivare, ma riuscì a scansarlo solo per un soffio.
Era abituato ad
essere più veloce, era meglio finirla il più
presto possibile.
-
Tu non meriti di stare sotto questo cielo! IO TI SCONFIGGERò!
Il
ragazzo si lanciò verso Falco Rosso, con i pugni protesi
verso di lui, ma l’assassino
saltò indietro. Nel momento in
cui si mise in posizione di difesa, sentì delle voci.
- Ma non puoi versare
l’acqua lì!
-
Tanto non passa mai nessuno in questo vicolo.
Falco
Rosso fece appena in tempo a saltare che dell’acqua
finì nel punto in cui era
un attimo prima.
Per
fortuna era riuscito
a scansarla, ci mancava solo la trasformazione!
E,
in quel momento, accadde l’impensabile: il ragazzo di fronte
a sé prese in
pieno il getto e… sparì. Erano rimasti solo i
suoi vestiti e il suo zaino.
Falco
Rosso, stupito, si
avvicinò. Prese la
maglietta in mano e la ributtò subito a terra. Si era mossa. La maglietta si era…
mossa. La riafferrò, anche se
continuava a muoversi, e cercò di capire cosa stesse
succedendo…
-
Ahi!
Ingoiò
un’imprecazione e staccò a forza la cosa nera che
si era attaccata alla sua
mano, per poi colpirla con un pugno.
Guardò
l’esserino, che capì essere un maialino, svenuto.
Come aveva fatto a…?
Si
volse verso i vestiti bagnati. E capì.
Ma
tu guarda se doveva trovare un altro maledetto sulla sua strada!
Avrebbe dovuto
ucciderlo, sicuramente sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Però la sua
curiosità era stata stuzzicata, e adesso voleva sapere. Lo
avrebbe interrogato
e, se non avesse saputo nulla o se fosse riuscito a capire, ugualmente
il
ficcanaso sarebbe morto.
E,
ovviamente, non poteva lasciare quella mina vagante in giro.
Raccolse
i vestiti e li mise dentro lo zaino, per poi metterlo in spalla.
Afferrò il
maialino nero per la fascia, che adesso era attorno al collo, e
saltò
nuovamente sul tetto.
Sorrise.
Sarebbe stato divertente cavargli le informazioni, almeno aveva un
passatempo
per distrarsi da quell’assurda missione.
Era
abbastanza vicino a casa, così,
saltando, in pochi minuti arrivò al suo condominio.
Osservò
per qualche momento l’edificio, per poi sbuffare. La
vecchietta era sempre lì,
stava bagnando la strada: davvero, non capiva a cosa serviva! E non
aveva
nessuna voglia di diventare ragazza… Sarebbe andato a darle
l’affitto un'altra
volta.
Saltò
e si aggrappò con la mano al cornicione della finestra
aperta: buttò lo zaino
dentro, che fece un tonfo. Entrò anche lui, sempre tenendo
il maialino in mano,
e sgranò gli occhi.
Che
diamine ci faceva Akane sul suo divano?
(1)
Se
qualcuno non si ricorda, Falco Rosso aveva usato questi per diventare
sedicenne. E sono gli stessi dell’episodio nel manga, non
presente nell’anime,
in cui Ranma e Ryoga cambiano continuamente età.
Stavolta scrivo dopo il capitolo per evitare spoiler. U.U Ma volevo comunque dire due parole. :3 So bene che questo non era il capitolo che vi aspettavate, ma ho preferito spiegare chi c'era dentro la presidenza (e di conseguenza come sia possibile per Falco Rosso fregarsene altamente di alcune regole ed essere così "fortunato") e come mai sia arrivato così tardi a casa, tanto da lasciare il tempo ad Akane di cucinare. Purtroppo, però, tutti avete capito chi era il ragazzo misterioso che ha visto Akane. XD Tra l'altro in questo capitolo appaiono due nuovi personaggi, e mi sono accorta (da molto, ormai) che non faccio altro che inserire personaggi su personaggi, e dire che non mi piace questo nelle storie. O.o' Però di positivo c'è che non ne dovrebbero apparire altri per un po', e quando sarà, saranno al massimo 3 o 4, non di più. Anche perché non saprei gestirne altri. ^^'
Altro capitolo non betato. Sì, lo so, sono pessima, ma tra beta che ha riavuto problemi e il mio ostinarmi a non cercarne un'altra per ora... ^^' Tanto ci siete voi che mi fate notare gli errori, vero? Vero? ^^''
Ah, probabilmente avrò problemi ad internet in questi giorni, quindi se non mi faccio sentire è per questo. ^-^
Importante, credo. XD Ho praticamente pronto il prossimo capitolo, quindi come per questo (sono passate solo due settimane e 4 giorni, miracolo! ^^') dovrebbe arrivare fra circa due settimane, internet e impegni permettendo. ^^
Detto questo, ci tengo a ringraziare chi ha letto questa fanfic, chi continua a leggere e soprattutto chi ha commentato. ^^ Alla prossima! XD