Tutta una mia strategia
Asuma si mise in bocca un dito e si voltò verso la sorella che stava uscendo in quel momento, ridendo con quel suo faccione rotondo. I capelli neri erano ancora troppo corti per essere raccolti in una coda e il bambino mugugnava cercando di attirare l'attenzione di Izara con i suoi begli occhioni verde acqua.
-Che vuoi marmocchio?
Il bimbo continuò imperturbabile a tirarle l'orlo del vestito.
Izara roteò gli occhi seccata e strattonò la gamba. Piccola seccatura.
Ovviamente Asuma cominciò a piangere insoddisfatto.
Piccola seccatura di un crybaby.
Sbuffando Izara si sedette a terra soddisfacendo così il desiderio infantile del fratellino e gli accarezzò la testa morbida. Sembrava così fragile... nonostante tutto era molto dolce, anche ora che le cercava di afferrarle uno dei suoi tre codini spettinati.
-Caeli mama.-
-Si, lo sò, ho i capelli della mamma.- disse Izara, tirando fuori un po' della poca pazienza che aveva.
Il bimbo si guardò le manine, poi il sole fuori e poi ancora le manine. Con le dita grassoccie si mise a segnare il pavimento e Izara sorrise stupita: tracciava perfettamente il contorno delle ombre dei suoi codini.
Ridacchiando sotto i baffi lo prese in braccio, sapendo che prima o poi non avrebbe più potuto averne un controllo così serrato, suscitando un mugolio di gioia nel piccolo Asuma. Lo fece ondeggiare un po' e presto, come ben sapeva, ottenne l'effetto desiderato.
Il bambino così cullato sbadigliò sonoramente: era ora del 4 riposino pomeridiano, quindi lo portò lentamente in camera sua per deporlo sul lettino con cura. Prima di addormentarsi però il piccolo indicò sopra di sè.
Il bambino così cullato sbadigliò sonoramente: era ora del 4 riposino pomeridiano, quindi lo portò lentamente in camera sua per deporlo sul lettino con cura. Prima di addormentarsi però il piccolo indicò sopra di sè.
-Nuvoa
Izani seguì il dito e tirò fuori un piccolo ventaglio, facendo attenzione alla forza che usava sventolò i piccoli pendagli a forma di nuvole che pendevano sopra la culla.
Però guardando le nuvole ondeggianti e il bambino sbadigliare Izara si rese conto di essere terribilmente in ritardo. e gleilo ricordò anche sua madre, all'improvviso come sempre.
-Izara! Che ci fai ancora qua? L'Hokage ti sta aspettando!
-Mammaaa....-
-Sei lenta come tuo padre... muoviti!-
-E tu datti una calmata che Asuma dorme!-
-Non parlarmi con quel tono signorina...-
Ma Izara era già partita a passo di marcia, scostando irritata i capelli dalla fronte.
-Non credo che sia proprio come me...- disse Shikamaru, sbucando alle spalle della moglie per cingerle la vita da dietro.
-Mi ricorda più quella furia che ho sposato 4 anni fa...-
Temari si voltò per zittirlo con un bacio.
-In effetti mi bastavi tu da tenere d'occhio... come mi è saltato in mente di fare altre due piccole pesti?- sbuffò lei fingendosi irritata.
-Tutta una mia strategia cara... ne sei sempre vittima- la prese in giro lui.
-Vediamo adesso chi sarà la vittima... è ora di andare a letto, caro.-
Shikamaru sogghignò sotto i baffi.
_E' tutta una mia strategia... e ne sarò io sempre la vittima, per fortuna_ Pensò il Nara.