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Autore: TonyCocchi    25/10/2011    8 recensioni
SPOILER 256! Lucy scopre che, anche se passati nel tempo di un battito di ciglia, sette anni hanno il loro peso, e si sono portati via molte più cose di quel che aveva immaginato… Cos'ha perso Natsu al confronto, da essere lì per lei anche stavolta?
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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natsu lucy papà

Ciao a tutti di nuovo, cari lettori! E pensare che mi chiedevo quando mi sarebbe tornata l’ispirazione per una nuova fic! Anche se il capitolo precedente ci aveva lasciato un bel po’ di dubbi, ecco che la storia si è ripresa, mostrandoci il lato difficile da accettare dei “sette anni di vuoto”… Fairy Tail ancora una volta si conferma un’ottima fonte di ispirazione per il sottoscritto!

Eccoci così ad una storia nata dalla lettura del capitolo 256, nello specifico, dal suo scioccante e triste finale…

Purtroppo non puoi sparire dal mondo per anni e pretendere che tutto sia come prima, che la vita così come la conoscevi non sia andata avanti senza di te, scombussolando così i programmi della nostra amica degli spiriti stellari…

L’inizio in corsivo sono i pensieri di Lucy del capitolo, che ho voluto usare come introduzione. ^__^

Buona lettura!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

PPS: GAZILLE X LEVI ORA E SEMPRE!

 

PPPS: Lungo la fic potrebbe comparire qualche link musicale… Sapete, le mie solite adorate colonne sonore! X3

 

 

 

Da quando siamo tornati dall’isola di Tenrou

Sono passati sette anni a Magnolia

Mi sembra di essere in una storia di fate

Che lessi tanto tempo fa

Non avrei mai immaginato

Di ritrovarmi nella stessa situazione di quella storia

 

Ogni singolo momento di quella sera

A Fairy Tail

Non credo riuscirò mai a dimenticarlo

Bere

Cantare

Ballare

Come se dovessimo rifarci dei sette anni perduti

La festa non ha smesso un secondo

 

Per noi, era come se fosse passata

Solo una settimana o meno di tempo

Ma per tutti quelli che erano rimasti a casa

Erano stati sette lunghi anni…

Sette, tristissimi, amari anni…

Aspettando ogni giorno

Pensando a tutti col dolore nel cuore

 

Sette anni… Molti di più di quelli che avrei mai immaginato

Romeo è cresciuto

Jet e Droy sono cambiati

Alzack e Bisca hanno avuto una figlia!

 

Questi sette anni, ci hanno scagliati

In una realtà svuotata da ciò che conoscevamo

 

“Sto cercando Jude Heartphilia, lavora qui giusto?”

“Oh, cielo… Questo è molto difficile da dire… ma…”

 

“Un mese fa, Jude Heartphilia è passato a miglior vita… È stata veramente una grande perdita…”

 

Che ne è di noi ora…

Dopo sette anni di vuoto?

 

http://www.youtube.com/watch?v=JKJ6YXEcelA

 

La festa era andata avanti per tre giorni, e, anche se ora le energie cominciavano a venire meno, lo spirito continuava a restare alto, i boccali a levarsi, le urla e le risate ad assordare, la voglia di compagnia a unire tutti in strette, chiacchiere, abbracci.

Ce n’era ancora per un altro giorno dunque, e forse più!

A Fairy Tail del resto si era festeggiato per molto meno, e una festa nella quale nessuno più osava sperare, meritava di durare a lungo.

Niente da fare, lo spirito della gilda era sempre quello, e gioire ogni volta che si poteva era un imperativo per i suoi prodi maghi.

 

Ma attenzione; a volte, mantenere il buonumore, sempre e a lungo, troppo a lungo, diventa un patetico modo per non vedere il male, i guai, la tristezza che i sette anni di vuoto avevano causato a tutti, a chi era restato, come a chi era sparito.

Così, dopo tre giorni interi di festa, e un altro trascorso quasi tutto con la stessa identica atmosfera, sul far della sera, Natsu, Happy e Lucy tornarono alla gilda per riaprire gli occhi a tutti.

“Ehi, rieccoli!”

“Ciao ragazzi, com’è andata?”

“……”

Non ci fu risposta da Lucy, né Natsu ed Happy fecero niente quando, gettata a terra la sua borsa, se ne scappò via, da una porta laterale.

Erano stati tanto presi dalla baldoria che ora la rabbia e il dolore erano diventati così inusuali e incomprensibili, doppiamente spiacevoli.

“Cos’è successo?” domando l’ex-master Makarov, anticipando con la faccia e con la voce la brutta notizia che ancora non era stata data.

“Il padre di Lucy è morto…” –disse Natsu- “Un mese fa…”

“……”

“Ho capito…”

I calici si abbassarono, tutto si spense.

E, curiosamente, di lì a poco tutti quelli che avevano dormito gli ultimi sette anni iniziarono a pensare a quanto c’era che non andava nella loro situazione.

Ai parenti rimasti in pensiero e ritrovati cambiati, ai momenti perduti, alle cose sparite, alle occasioni sprecate, alla vita rubata.

Si, erano tornati, ma il peso della loro assenza cominciava inesorabile a farsi sentire, e man mano che i giorni sarebbero passati, e passata anche l’euforia del rientro, avrebbe pesato sempre di più.

Perché era arrivato il momento di smetterla di essere allegri e fare come niente fosse successo, e tutto tornato alla normalità.

Perché il mondo, lasciato a sé stesso per sette lunghi anni, non era tornato a riabbracciarli, semplicemente non era più loro; era completamente diverso.

E ciò valeva per Lucy, come per tutti.

 

 

Su consiglio di entrambi i master, sia il nuovo che il vecchio, si decise di non andare da Lucy, ma di lasciarla per un po’ in pace ad assimilare la cosa.

Figuriamoci però se Natsu ed Happy se ne stavano con le mani in mano!

Si misero a cercarla, e seguendone la traccia con l’olfatto di Natsu, la trovarono subito, seduta a riflettere sul tetto.

Una botola si aprì pian piano e Natsu e il suo amico felino buttarono gli occhietti sulla loro amica lì tutta sola e triste al fresco della sera: bersaglio agganciato!

“Ok, Happy!” –disse il drago, richiudendo un pochino la botola- “Lucy è sconvolta. Quello di cui ha bisogno è qualche amico che la tiri su di morale, e chi meglio di noi? Pronto?”

“Aye! Prontissimo!”

 

“……” si decise ad abbottonarsi la giacca, cominciava a sentire freddo.

Mentre tirava su la zip...”
“TOH, LUCY!”

Le si avvicinò con un sorriso da ebete stampato in faccia, accompagnato da Happy con la stessa espressione.

“Che sorpresa trovarti qui!” –disse finto tonto (e tonto sul serio…)- “Ti va di andare a pesca? Beh, certo, non è l’ora giusta, ma magari è divertente lo stesso!”

Happy giocò a sua volta le sue carte: “Lucy, guarda che bel pescione! Bello vero? Ti va di mangiarlo insieme? Ti do la parte più grossa!”

Natsu si gettò al suo orecchio: “Scemo! Mettilo via! Che bisogno c’è di andare a pesca se c’è già il pesce?!”

“Uh! È vero!”

Li stava fissando…

“……”

“……”

Alla fine niente, si voltò di nuovo, senza rispondere, sperando fosse sufficiente per mandarli via senza ferire troppo i loro sentimenti.

I passetti di Happy che si avvicinava la richiamarono indietro; a giudicare dagli occhioni tristi del piccolo felino, ci era già riuscita a ferirli.

“Lucy… Ti prego!” –piagnucolò il micino con voce tremante, ancora più carino del solito- “Non hai detto una parola da quando siamo tornati dal cimitero! Sigh!”

Impossibile resistergli, anche se sei in lutto: inteneritasi, gli carezzò la testolina!

“Scusatemi ragazzi… è solo che… non ho voglia di parlare.”

Detto ciò, sospirando ricominciò a guardare avanti, con le ginocchia piegate sul petto e la testa un po’ nascosta su di esse.

“Happy…” –fece il ragazzo mentre la fissava- “Per favore potresti…”
“Eh? Ehm, va bene…”

Affidandogliela fiducioso, Happy svolazzò via di nuovo al piano di sotto.

Natsu invece rimase lì e le si sedette accanto.

Prese fiato, aprì bocca, e ne fece uscire un lungo: “Eeeeehm…”

Poi, come avuta un’idea, si girò di botto… e gli uscì un “Ehm…” più corto…

Lucy stava male, lui doveva fare qualcosa per lei… Ma cosa?! Vedendola in quello stato si era infervorato al punto di mandare via Happy, ma in realtà, si rendeva conto, non aveva nulla da dirle. O perlomeno, nulla di veramente adatto…

“……”

“……”

“… Lucy, parla, dai, per favore…”

Si arrese, lui non se ne sarebbe andato; i suoi propositi di assimilare il lutto da sola erano andati a farsi benedire. E allora via, via con la tragedia, via con il lasciarsi andare… Del resto, si disse, le mancava solo quello.

Sospirò: “È solo che… è successo tutto così in fretta…”

Rise. Chissà cos’ aveva trovato comico: ciò che stava accadendo, sé stessa, Natsu che cercava goffamente di essere lì per lei nel momento del bisogno…

“La mia casa… Mio padre…”

Il sorriso si trasformò in una smorfia, e il respiro un tirar su di naso che Natsu odiava ascoltare, perché non era quello del raffreddore.

“Mi… dispiace per tuo padre.”

Che imbecille, si disse; come non l’avesse già detto; come se facesse la differenza.

“Non sono solo io!” –riprese lei riaggiustandosi per un secondo- “I risparmi tuoi e di Happy… E gli altri… Gli altri avranno sicuramente perso qualcosa anche loro, o… o avranno qualcosa che non va…”

Il suo discorso sembrava quello di una radio rotta; si interrompeva di continuo ogni volta tirava su col naso e riprendeva ogni volta con una lacrima in più.

“E cos’abbiamo fatto? Ci siamo messi a far festa! Festa!”

Rise di nuovo, ma facendo di “no” con la testa.

“Eh eh… Festa! Anziché pensare… che siamo stati via sette anni… cosa poteva esserci successo intorno… Certo, Fairy Tail è fatta così, è una delle cose che mi piace di questa gilda…” –mentre lo diceva le era rispuntato un sorriso sincero- “Però…”

Strinse i denti e singhiozzò.

Impotente come non mai, Natsu taceva; fattosi avanti per essere un mero spettatore, che vergogna.

“Per una volta… una volta che volevo essere io ad andare da lui… una volta tanto che… E non l’ho nemmeno salutato! Lui sarà stato… in pensiero per me sette anni… E io torno e mi metto a fare festa!”

“……”
“Si, lo so!” –sbottò lei come le avesse detto qualcosa- “Se ne era già andato… Già andato…” –tirò su- “… Non ho potuto dirgli… che gli volevo ancora bene… che l’avevo perdonato… Sette anni… E anche prima… Io… Non l’ho più visto né sentito da quella volta!”

 

<< Sai, Lucy, questa è la gilda in cui ho conosciuto tua madre. >>

 

L’aveva abbandonato per più di sette anni a pensarci. Del tempo per scrivergli un’ultima lettera, o passare a trovarlo un’ultima volta, l’aveva avuto, ma non l’aveva sfruttato, e quel che prima era stato dato per scontato, sempre a disposizione, era ora svanito per sempre, lasciandola nella morsa dei rimpianti.

“Forse mi ha odiato…”
“N-no… No, Lucy, andiamo… Chi… Chi mai odierebbe una come te, impossibile… Eh eh…”

Più il tempo passava più si sentiva ridicolo: lui che di coraggio ne aveva da vendere, non sapeva come fare a trasmetterglielo. Perché in battaglia si e con lei no? Eppure i tipi come lui non esistevano forse per risollevare gli altri quando cadono? Non ne avevano forse, in un certo senso, il dovere?

Ma la faceva facile lui: per lui poteva essere stato come svegliarsi da un sogno e trovare la casa svaligiata, ma lei, destatasi da un incubo di vuoto, aveva trovato solo dispiaceri, uno dopo l’altro.

<< Forse sono troppo distante dal capire cosa prova… Io ho perso solo dei risparmi, lei, da un giorno all’altro una casa e un padre… Che ci sto a fare qui? >>

 

http://www.youtube.com/watch?v=RbXTIb3J1Qc

 

Le lacrime che versava si asciugavano sulle calze, tirate su alle ginocchia.

Riuscì a calmarsi un pochino, ma la voce era ancora spezzata: “Sette anni… Così, da un giorno all’altro… Tu… Tu come ti sentiresti?”

Riprese un altro po’ di fiato: “Come ti sentiresti se tipo… La sera tu dicessi “Ehi, Lucy, andiamo a pescare domani mattina?” e io “Va bene, sarà divertente!”, già ti pregusti il divertimento, e poi, così, all’improvviso, al mattino io non ci fossi più?”

“!!!”

Si poggiò una mano sulla fronte che le faceva male, intanto che a Natsu tornava in mente un certo episodio.

 

“Sai…”

 

“Igneel disse proprio “Natsu, domani mattina andiamo a pesca insieme, sei contento?” la sera prima di sparire nel nulla…”

“!!!”

Lucy sussultò e lo guardò con la bocca stretta dall’imbarazzo, come a volersela mangiare.

Si era completamente dimenticato, col tempo, di quel dettaglio: “Sai Lucy, in effetti credo di riuscire a capire ciò che stai provando adesso.”
“Scu-scusami! Io… non volevo…”

Natsu però era tutt’altro che offeso; si sentiva meglio, di nuovo coraggioso, di nuovo in grado di incoraggiare.

“Forse sono stata indelicata…”
“Umpf! Lascia stare!”

“Eh?!”

Le acchiappò la spalla opposta e la spinse a sé.

“Natsu…”

“È un dispiacere terribile quando i tuoi progetti vanno in fumo, vero?”

“……”

 

<< Eh eh, sai Plue, credo sarà la prima volta che sarò felice di rivedere papà! >>

 

Tirò su: “Si…”

Le carezzò la spalla, e il calore che emanava la sua mano le arrivò fino alla pelle malgrado la giacca.

Lo ringraziò nella sua testa.

La sentì vicina come mai, orfanella sperduta, come era lui.

Lui però qualche speranza di rivedere il drago che chiamava padre l’aveva ancora; Lucy non aveva questa possibilità.

“Lucy, non devi sentirti in colpa…”
“Però……”

Guardò in alto, verso le stelle che lei adorava tanto.

A lui non erano mai interessate particolarmente, ma magari, pensare e guardarle gli avrebbe fatto venire in mente qualcosa da dirle che fosse giusto per lei.

 

 “Io non so dove vanno le persone quando muoiono… Però, lui di sicuro ti ha pensato tanto in questi anni, e ti pensa ancora adesso!”
“… Natsu…”

“Pensa anche tu a lui ogni tanto, e tuo padre sarà felice, ovunque sia adesso.”

“……”

La speranza di saperlo esistere altrove; per qualcuno una fittizia consolazione, per qualcuno la certezza di una mano sempre in aiuto, a volte una frase di circostanza.

Era solo una frase tra le tante che si dicono, anche in quel caso? O ci credeva davvero? E lei, non si sentiva in vena di crederci a sua volta?

Pensò al viso di suo padre, nitidissimo, come fosse lì davvero, e prima che se ne accorgesse, la sua visione la stava già abbracciando, contentissimo di vederla sana e salva.

Forse uno scherzo della sua fantasia, ma con quell’immagine stampata sui suoi occhi, Lucy li strinse, tanto forte da non volerla far scappare via, non subito almeno.

Tremando tutta reclinò la testa alla sua sinistra, poggiandola sulla spalla di Natsu al suo fianco.

Le sue lacrime, accompagnate da piccoli gemiti, ora si riversavano copiose su quella sciarpa che per Natsu valeva quanto la sua stessa vita, la sciarpa di Igneel, su cui lei piangeva senza ritegno, e il suo amico non aveva nulla da ridire.

Natsu la spinse un altro po’ a sé con la mano con cui la cingeva: “Allora, domani mattina andiamo a pesca?”
“Si… Si, mi piacerebbe un sacco! Sigh!”

Poi, riaprendo gli occhi, guardò il cielo.

Gli anni perduti non potevano esserle restituiti, ma c’era ancora da vivere; doveva tenere duro, guardare a ciò che non aveva ancora perso, e portare con sé per sempre chi, nel bene o nel male, era stato veramente importante.
“Ti voglio bene, papà! Ti voglio tantissimo bene, papà!”

Sentendo quei sussurri, Natsu si sentì pervadere da una voglia di sorridere che assecondò subito.

La speranza chiamata Natsu, aveva detto una volta Gerard: non aveva perso il suo tocco.

Lucy aveva anche altro da dire.

Con la testa poggiata sulla sua spalla, col viso rosso di pianto nascosto agli occhi di lui, prese un bel respiro, per dire, come avesse potuto sparire anche lui, come non volesse mai più ritrovarsi a rimpiangere altre occasioni perdute…

 

“Ti voglio bene, Natsu.”

 

“……”

 

“Ti voglio bene, Lucy.”

 

 

 

Sbaglio o da un po’ di tempo le mie fic sono tutte un po’ “tragiche” o quantomeno “lacrimose”? E dire che non sono poi così depresso di questi tempi… Forse sono solo affamato di emozioni? XD

In effetti, aveva iniziato con l’essere una fic sul dolore di Lucy, sulle occasioni perdute e su come, con i 7 anni di vuoto, qualcosa sia cambiato (altro che tutto alla normalità, Mashima si è ripreso alquanto! ^__^); ma si può dire che abbia finito con l’essere la mia prima Natsu x Lucy (anche se non è esattamente romantica), voi che dite? ^__^

Francamente, se non questo, spero di vedere qualcosa di simile tra quei due nel prossimo capitolo! Grazie per aver letto, e ricordate: vogliate sempre bene, finché potete… Io ne so qualcosa! ^__^

Alla prossima!
  
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