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Autore: Alys93    25/10/2011    6 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Ehi! salve a tutti, gente! finalmente sono riuscita a tornare su qusto mitico sito!! (Alys saltella felice per la stanza) Ehmmmm... Ok, sclero finito. ^_^ Sono davvero contenta di rivedervi e mi dispiace da morire di avervi lasciato in attesa per tutto questo tempo... DANNATA SCUOLA! accidenti, quanto tempo mi ha tolto... Vabbè, nn importa. spero ke questo cappy vi piacerà, anke se nn c'è azione. quella è tt riservata x i prossimi cappy! eh eh eh eh! (risatina malevola). grazie a tutti voi x l'immensa pazienza dimostrata, non voglio trattenervi oltre. buona lettura!

P.S.
come dice il titolo, la follia e lo sclero sono mooolto presenti! XD


Capitolo 42: Ultimi sprazzi di pace… e di follia

“Oh, avanti Inuyasha!” mormorò Kagome, poggiandosi una mano sul fianco “Non è terribile come sembra!”.
“Il fatto che tu te ne stia otto giorni nella tua epoca… No, non è terribile” borbottò l’hanyou “È semplicemente catastrofico!”.
La miko alzò gli occhi al cielo “Adesso non esagerare… Naraku è comunque troppo lontano per essere percepito e..”.
“E dobbiamo fare un mucchio di esami, questa settimana” concluse Kaori, stringendo i lacci del proprio zaino.
Uno sbuffo le gonfiò le guance “Non credere che a noi faccia piacere, ma siamo quasi alla fine”.
“Vuoi dire che, tra poche settimane, non dovrai più andare in quella… scuola?” chiese Reito, evidentemente entusiasta a quella notizia.
“Beh.. Sì, più o meno” sorrise lei “Al principio dell’estate ci toccherà l’esame finale, quello più duro”.
Una scintilla di gioia le illuminò lo sguardo mentre sussurrava “Ma dopo… Niente c’impedirà di restare qui”.
Niente più scuola… Le sembrava un sogno.
Niente più esami, niente notti insonni passate a chiedersi se ce l’avrebbe fatta, niente battutine velenose da parte di Mariko…
Solo pace e tranquillità, accanto al demone che amava…
Certo, prima dovevano sconfiggere Naraku, ma era fiduciosa nel fatto che quella minaccia sarebbe presto sparita.
Prese un grosso respiro, riempiendosi i polmoni di aria pura e frizzantina “Non vedo l’ora”.
Lanciò un’occhiata divertita al villaggio di Kaede, dove Sango e Miroku stavano parlando con la venerabile Kaede.
Da bravi fidanzatini, avevano deciso di iniziare a costruirsi una casa tutta per loro, dove avrebbero abitato dopo il loro matrimonio.
Per un attimo, si chiese se anche lei si sarebbe fermata ad Edo, dopo la fine della scuola…
Non aveva idea di come avrebbe vissuto in quell’epoca, anche se lo desiderava con tutta se stessa.
Una dolce, ma solida presa intorno alla sua vita la distolse da quei pensieri ed un sorriso le incurvò le labbra.
“Non hai idea di quanto attenda la fine di questi dannati esami” le sussurrò Reito, poggiando la fronte contro la sua “Ogni volta che te ne vai… Non sono tranquillo”.
“Non corro pericoli, dall’altra parte” replicò la yasha “Ho vissuto in quel mondo per quasi diciotto anni. Lo conosco come le mie tasche, ormai”.
L’espressione che gli lesse in volto la fece sospirare “Non ho detto che è sempre tutto tranquillo, ma so cavarmela”.
“E come la metti con quella piovra di un ningen?” le chiese lui, aggrottando la fronte “Mi auguro che non ti stia più infastidendo”.
La ragazza scosse la testa “Ha capito l’antifona. Lo hai letteralmente terrorizzato, sai? Ogni volta che mi vede, corre dalla parte opposta!”.
Si lasciarono andare ad una risata contagiosa, prima che lo youkai sfiorasse le labbra di lei con le proprie.
Quel morbido contatto le mozzò bruscamente il respiro, mentre il cuore prendeva a batterle con forza contro le costole.
Non si accorse nemmeno che Kagome ed Inuyasha avevano iniziato a discutere come loro solito, tutto ciò che le importava era stringersi al giovane che amava con tutta se stessa.
Gli affondò le dita tra i capelli d’argento, tenendolo più vicino, ed un sorriso le incurvò le labbra quando il loro bacio divenne più intenso.
Reito le sfiorò delicatamente il viso, riavviando alcune ciocche ribelli, e la strinse con più forza.
Il suo profumo delicato gli faceva girare la testa, inebriante come nient’altro…
Posandole delicatamente una mano sulla nuca, la strinse a sé con maggior vigore, beandosi di quel contatto così dolce e morbido.
Senza capire né come, né quando, i due si ritrovarono tra l’erba lussureggiante ed un intenso rossore colorò loro il viso.
“Ops…” ridacchiò Kaori, sentendo le guance andarle a fuoco “Come abbiamo fatto a cadere?”, “Non ne ho idea” sussurrò il ragazzo, altrettanto imbarazzato.
Non si erano mai trovati così vicini e la situazione era alquanto… combattuta.
Se da una parte, la ragione diceva loro di allontanarsi momentaneamente, dall’altra, la forza dei loro sentimenti li spingeva nella direzione opposta.
Un sorriso a metà tra l’imbarazzato ed il divertito apparve sul volto di lei, mentre si accoccolava al suo fianco.
“Vorrei poter restare qui per sempre” sussurrò “Non vedo l’ora di poter mettere da parte la scuola e tutto il resto…”.
“Saresti davvero disposta a lasciare il mondo in cui sei cresciuta per vivere qui?” lo sentì chiedere, con una nota insolita nella voce.
Era qualcosa d’indefinito tra paura, sorpresa e speranza, le stesse sensazioni che sentiva aleggiare nel proprio animo.
“Sì. In fondo, è questo il mondo a cui appartengo” mormorò tranquilla “E poi... Come farei senza di te, dall’altra parte?”.
Ormai, sei tutto per me. Anche se non so cosa mi aspetta in quest’epoca, non riuscirei a starti lontano… aggiunse tra sé.
Reito sorrise, come se avesse capito anche le parole non dette, e le sfiorò la fronte con un bacio.
“Affronta questi… diavolo di esami e torna presto” sussurrò dolcemente “Ti aspetterò con ansia”.

La campana che annunciava la fine delle lezioni aveva suonato già da un pezzo ed un gruppo di ragazze si stava godendo un po’ di relax nel parco cittadino, all’ombra di un enorme olmo.
Ma la discussione non era esattamente tranquilla.
“Ayumi, per me non è una bella idea” sussurrò un’impensierita Kagome, fissando l’amica dai capelli castani.
“Eddai! Una serata così non capita spesso!” ribatté l’altra “Non puoi mancare a questa festa, Kagome”.
“Giusto! Dopo tutto quello stress per gli esami, abbiamo il sacrosanto diritto di goderci una serata sfrenata!” esultò Yuka.
“Ovviamente, sei invitata anche tu, Kaori” aggiunse poi, sorridendo alla mora, sentendosi allegra come non mai.
Da qualche mese, il loro rapporto era decisamente migliorato e l’avevano accolta nel gruppo senza problemi.
La consideravano una sorella, ormai, e la giovane le conosceva abbastanza da sapere che c’era qualcosa sotto.
Il suo istinto le stava chiaramente dicendo di stare all’erta…
“Voi due non mancherete a questa festa, sono stata abbastanza chiara?!” sibilò Eri, con gli occhi che le scintillavano.
Sembrava avere tutta l’aria di volerle sbranare, in caso di rifiuto; quando si arrabbiava, era meglio non sottovalutarla.
La yasha sentì un enorme gocciolone scenderle sulla tempia; ma che avevano in mente quelle tre pazze?!
E che diavolo intendevano per serata sfrenata?
Ormai, aveva imparato ad aspettarsi praticamente di tutto da quelle tipe assolutamente imprevedibili…
“Abbiamo un impegno” cercò di dire Kagome, cercando una scappatoia “Ho promesso ad Inuyasha…”.
“Il tuo ragazzo può aspettare una sera in più” la interruppe Yuka “Voi due, stasera, verrete con noi. Chiaro?”.
Le due amiche si guardarono in volto per un lungo istante, prima di sospirare rassegnate.
Non l’avrebbero mai spuntata con quelle tre; sarebbe stato più facile affrontare Naraku e le sue emanazioni…
Anche se a malincuore, dovevano ritardare il loro ritorno nell’epoca Sengoku al mattino seguente.
“E va bene” si arrese Kaori “Cosa dobbiamo fare?”, “Trovare un costume!” disse Ayumi “Andremo ad una festa in maschera”.
Eri fece una piroetta su se stessa, sospirando sognante “Io ho già scelto cosa mettere. Sarà assolutamente splendido!”.
“Chissà chi ha puntato” sussurrò Kaori all’amica, con una nota rassegnata nella voce “Ci farà fare di tutto, vedrai”.
Lei annuì appena, preparandosi suo malgrado all’idea; quella serata sarebbe stata tutt’altro che tranquilla.
“C’è un tema particolare per questa festa?” chiese poi, mentre faceva un rapido inventario dei propri abiti.
“No, l’importante è che ti diverta” spiegò Yuka “Ad esempio, io sarò una corsara!”.
“Corsara?” chiese la miko, fissandola incredula “Cioè, te ne andrai in giro con una spada di plastica, la benda nera sull’occhio o chissà che altro?”.
“Ma per favore!” ribatté l’altra, gonfiando le guance “Io sarò una corsara trendy, mica una befana travestita!”.
Si poggiò distrattamente una mano sul fianco, mormorando “Certo, la spada ce l’avrò…Quello è un oggetto scenico fondamentale!”.
Si prese una ciocca tra le dita e sospirò appena “Ma devo ancora vedere il cappello e l’acconciatura. Ci metterò delle ore”.
"Hai detto spada, eh?” sussurrò Kaori, con una scintilla divertita nello sguardo “Ho in mente un’idea… Andiamo, Kagome!”.

“Uffa! Ma quanto ci mettono a tornare?!” borbottò Inuyasha, camminando avanti ed indietro nei pressi del pozzo.
“Sono in ritardo” aggiunse Reito, dalla parte opposta della struttura “Avevano detto che tornavano verso il tramonto…”.
Shippo si affacciò nel grosso buco e sospirò “Magari hanno avuto dei problemi con la scuola”.
“Ci avrebbero avvertito” ribatté l’hanyou, stringendo l’elsa di Tessaiga “Se non si sbrigano, giuro che..!”.
“Se voi due continuate a camminare intorno al pozzo in quel modo, scaverete un solco” fece notare Miroku, facendo tintinnate il bastone dorato.
Erano almeno due ore che i due demoni camminavano in circolo intorno al passaggio tra le due epoche e l’erba si era notevolmente appiattita lungo i loro percorsi.
“Vorrei vedere te, al nostro posto” ringhiò Reito, rivolgendogli un’occhiataccia gelida “Dubito che te ne rimarresti tranquillo”.
Il monaco sospirò “Siete più cocciuti di due muli. Vedrete che arriveranno presto, abbiate un po’ di pazienza”.
Il sole tramontò, tingendo le nubi dei colori del fuoco, e le stelle presero a rilucere nella volta celeste, ma delle ragazze neanche l’ombra.
La tensione aveva raggiunto livelli altissimi ed anche Sango iniziava a sentirsi in ansia per il forte ritardo delle amiche.
“Che sia successo qualcosa?” sussurrò preoccupata “Sappiamo bene che neanche il loro mondo è troppo tranquillo…”.
“Io mi sono stancato di aspettare” ruggì Inuyasha “Le vado a prendere!”, “Vengo con te” disse Reito.
Senza perdere altro tempo, si gettarono nel pozzo e Miroku sorrise “Certo che quei due sono davvero cotti!”.
Shippo scosse la testa “Qualcosa mi dice che si cacceranno nei guai. In questo, Inuyasha è un vero maestro”.
La sterminatrice trattenne una risata e ravvivò il fuoco, dicendo “Vedrete che non ce li ritroveremo davanti fino a domattina. Ci scommetto quello che volete”.
“Tutto quello che vogliamo?” chiese il monaco, assumendo un’espressione così depravata che Kirara drizzò il pelo e mostrò gli artigli con fare minaccioso.
Anche Shippo si rannicchiò dietro un masso, spaventato da quel sorrisetto che aveva incurvato le labbra del monaco.
Quando si ci metteva, quell’idiota di un bonzo era davvero inquietante!
Sango rimase impassibile e continuò a muovere le braci con noncuranza, come se non lo avesse sentito.
Eppure, quando lui fece per avvicinarsi, sussurrò gelida “Se mi tocchi con quelle manacce, sta’ certo che non le potrai più usare”.
Quella frase fu così minacciosa che Miroku impallidì vistosamente e si allontanò appena.
Rimase tutta la notte a rigirarsi il bastone tra le mani, incredulo di come quella donna così speciale potesse ridurlo all’obbedienza con una semplice occhiata.

“Rooooar!! Vi divorerò tutte, stupide ningen!” ruggì una voce cavernosa, facendole sobbalzare “Non avete via di scampo!”.
Eri, Ayumi e Yuka lanciarono delle grida acute, che riecheggiarono nella vasta sala addobbata per la festa in maschera.
Le luci multicolori saettavano da un punto all’altro della camera, illuminando i palloncini ed i festoni sgargianti.
“Kaori, ma ti sembra il modo di spaventarle?” mormorò Kagome, spuntando da un angolo “Piantala, dai”.
La yasha rise di gusto “Non posso farci niente, non ho resistito! Avevano delle facce!”.
“Kaori Shibuja!” esclamò Ayumi, smettendo di stringere la gonna azzurra plissettata “Che diavolo pensavi di fare, si può…”.
Le parole le morirono in bocca quando vide come si era vestita la compagna di classe e sbatté un paio di volte le palpebre.
La fissò con occhio critico e chiese “Posso sapere dove hai trovato questo costume? È… assolutamente fantastico!”.
“Trovi?” ridacchiò l’altra, passandosi una mano sulla morbida pelliccia che le ricopriva i fianchi.
“Esattamente, da cosa ti saresti mascherata?” domandò Yuka, sistemandosi il cappello piumato “Non riesco a capire… Una guerriera preistorica?”.
Un gocciolone esasperato scese lungo la tempia della giovane “No. Sei decisamente fuori strada, cara mia”.
Eri le fece un giro intorno, sgranando gli occhi quando vide la lunga coda scura che le sbucava dalla base della schiena.
“Kaori… E questa?” chiese incredula, sollevando la mascherina bianca che le copriva la faccia, “Santo cielo, ma che ti sei inventata?!”.
“Si è travestita da demone lupo” disse Kagome, andandole in aiuto “Forte, non trovate?”.
La demone sogghignò pericolosamente, sussurrando “E sono pronta a fare strage di ningen!”.
“Wow!” esclamò Ayumi “Che spettacolo! Sembri un demone vero! Metti davvero paura…”.
Il sorriso della compagna di fece più largo e minaccioso, scatenando una cascata di brividi a tutte e tre quando i canini aguzzi furono ben in mostra.
Capperi, se metteva paura!
“Sei riuscita anche a cambiare la forma delle orecchie… E guarda che unghie! Ma sono vere?” sussurrò Yuka.
“Sì, vere al cento per cento” rise la diretta interessata “La tua spada non è niente, a confronto”.
“Ma dai!” rise Eri, raddrizzando un lembo della larghissima manica “Quelle potrebbero spezzarsi facilmente! Più sono lunghe e più diventano fragili…”.
“Non le mie” rispose Kaori, sorridendo soddisfatta “Comunque, state davvero bene! La corsara, la fata e…”.
Il suo sguardo si bloccò sul costume dell’amica e la voce le si ridusse ad un sussurro incredulo “Eri, da che ti sei vestita?!?”.
La ragazza rise e piroettò su se stessa, mostrando il suo stravagante costume bianco e blu elettrico “Vi piace il mio personaggio?”.
Davanti alle loro facce esterrefatte, inclinò la testa di lato, facendo ondeggiare il caschetto color platino “Sono Lady Gaga, no?”.
Le amiche sgranarono gli occhi allibite, prima di fare una perfetta caduta in stile manga. Kagome si portò una mano alla fronte “Eri, sei davvero pazzesca! Ma come ti è venuta un’idea del genere?!”.
“Beh, non che tu pecchi di fantasia” replicò l’altra “Quello sembra un tipico vestito da miko feudale!”.
“Con tanto di frecce sacre, poi” aggiunse Yuka, fissando la faretra piena e l’arco che la compagna portava in spalla, sopra la casacca bianca.
La mora ridacchiò appena, ripensando a come avesse reagito inizialmente alla stravagante idea di Kaori per mascherarsi alla festa.
Però doveva ammettere che l’effetto sorpresa era venuto piuttosto bene!
“Ehi, Higurashi!” la chiamò qualcuno alle sue spalle e la ragazza sospirò nel vedere Hojo correrle incontro.
Ci mancava solo lui per completare la serata…
“Ciao, Hojo. Anche tu qui?” mormorò sorridendo, “Vedo che sei venuta” rispose lui “Sono felice di vedere che sei guarita dal colpo della strega”.
L’altra emise una risatina nervosa, mentre il compagno, mascherato da principe azzurro (-.- vi prego, chiedo venia) le elencava tutta una serie di cure per prevenire quel malanno.
“Kami-Sama, Hojo…” sospirò Kaori, alzando gli occhi al soffitto “Dì un po’, vuoi diventare medico per caso?”.
Gli rivolse un’occhiata cupa, mormorando “Parli come se vivessi con un’enciclopedia di medicina in mano!”.
“Ciao, Shibuja” la salutò il ragazzo, leggermente sorpreso “Non mi aspettavo di vedere anche te a questa festa”.
La squadrò da capo a piedi, soffermandosi sui gambali ricoperti di pelliccia “Scusa se te lo chiedo, ma… Hai avuto dei problemi con la ceretta, per caso?”.
Il volto della yasha si tinse di rosso “Ma che hai capito, razza di idiota! Questo è un travestimento!”.
Kagome si coprì gli occhi con una mano, chiedendosi come fosse possibile che Hojo fosse davvero così stupido.
Trasalì sorpresa quando il ragazzo le prese le mani tra le proprie, mormorando “Higurashi, avrei una cosa da chiederti…”.
“Io invece non ti chiedo niente. Te lo ordino” ringhiò qualcuno alle loro spalle “Levale quelle manacce da dosso, o giuro che te le stacco!”.

Reito si guardò intorno più di una volta, cercando la scia familiare di Kaori nell’aria intrisa di smog.
“Niente, non la trovo” mormorò impensierito “L’odore è flebile… Come se fosse stata qui fino a qualche ora fa e poi fosse andata via”.
“Continuiamo a cercare” borbottò Inuyasha, con il viso a pochi centimetri dal suolo per captare il profumo di Kagome.
Si mosse verso la casa della ragazza, prima di tornare indietro fino alle scale che uscivano dal tempio, urtando qualcuno.
“Fratellone! Ma tu che ci fai qui?” gli chiese Sota, fissandolo sorpreso, “Sono venuto a prendere Kagome, che domande!”.
Il bambino si gratto una tempia “Non c’è. Le sue amiche l’hanno portata ad una festa. E ci hanno trascinato anche Kaori”.
“Una festa?” chiese Reito “Ma perché non ci hanno avvisato che tardavano? Giuro che non le capisco”.
“Loro volevano tornare” replicò Sota “Ma Eri e le altre le hanno praticamente costrette ad andarci”.
Un’espressione divertita gli illuminò il volto al ricordo della discussione tra la sorella e la sua amica.
“Kaori non faceva che borbottare che sarebbe stato più facile uccidere Naraku, che dissuadere quelle tre” ammise ridendo.
“Il che è tutto dire” commentò il lupo bianco, alzando gli occhi al cielo “E dove sarebbe questa festa?”.
“In città. C’è un locale molto colorato, che si chiama Great Heaven” spiegò il bambino “Ma mica volete andarci?”.
“Mi pare ovvio” replicò Inuyasha, tornando a cercare la scia di Kagome “Non ce ne andremo senza di loro!”.
Prima che Sota potesse dir loro qualcosa, i due demoni si erano già fiondati oltre le scale e stavano correndo lungo la strada.
“Credi che si arrabbieranno nel vederci?” chiese Reito, saltando da un tetto all’altro “In fondo, non le abbiamo avvisate”.
“Beh, erano loro che dovevano tornare prima” ribatté l’hanyou “Oppure passare per avvertirci. Adesso pensiamo a trovarle…”.
Dopo diversi minuti di febbrile ricerca, trovarono il locale descritto da Sota e, senza perdere tempo, si calarono da una finestra aperta sul soffitto.
“Che confusione!” mormorò il mezzo-demone, cercando Kagome in mezzo a tutto quel casino “Ma che… Si può sapere dove siamo finiti?”.
“Bella domanda” commentò lo youkai “Non ho mai visto dei vestiti tanto assurdi! E dire che ne abbiamo viste di cotte e di crude, qui!”.
Vagamente intimoriti, presero ad avanzare in mezzo a quel caos di costumi e persone in preda ad una voglia matta di scatenarsi.
Inuyasha si beccò un’involontaria gomitata da parte di un ragazzo e Reito dovette trascinarlo via, prima che iniziasse ad imprecare come suo solito.
“Cerchiamo di non attirare troppo l’attenzione” gli disse serio “È già un miracolo che nessuno ci noti”.
Presi com’erano dalla ricerca delle loro ragazze, non avevano proprio pensato a camuffarsi…
Fortuna che la gente sembrava ignorarli!
Evitarono per un soffio di essere catapultati contro un tavolo ricoperto da vivande e cibi vari, tanta era la foga dei presenti e cercarono un angolo più tranquillo dal quale osservare la zona.
Di colpo, sentirono alcune voci familiari a poca distanza e si voltarono automaticamente verso la fonte.
Kaori e Kagome erano lì, assieme al trio delle pazze scatenate che le avevano costrette a partecipare a quella festa.
E tutte erano vestite in maniera decisamente insolita, per non dire assurda nel caso di Eri…
Sembrava un pagliaccio con tanto di parrucca color platino!
“Che cavolo sta facendo Kaori con l’armatura della sua tribù?” mormorò Reito, inarcando un sopracciglio “Vuole farsi scoprire, per caso?”.
“Anche Kagome indossa l’abito da sacerdotessa” sussurrò Inuyasha “Che ci sia qualche problema? Qualcosa non mi torna”.
Improvvisamente, notò un ragazzo dal volto familiare che teneva le mani della sua Kagome tra le proprie.
“Higurashi, avrei una cosa da chiederti..” stava sussurrando, come se dovesse dirle qualcosa di estremamente importante.
L’hanyou sentì la rabbia ribollirgli nelle vene con la forza di uno tsunami pronto a scatenarsi.
Ma come osava quel tipo, perdipiù vestito in un modo tanto ridicolo, avvicinarsi così alla sua ragazza?
Se aveva qualcosa di strano in mente, non gli avrebbe dato il tempo di pentirsene!
“Io invece non ti chiedo niente. Te lo ordino” ringhiò furioso “Levale quelle manacce da dosso, o giuro che te le stacco!”.
Il gruppo si girò verso di lui e Kagome sgranò gli occhi per la sorpresa; quella era l’ultima cosa che si aspettava!
Lanciò uno sguardo preoccupato a Kaori, mentre lo stesso pensiero si faceva largo nelle loro menti; Ok, la situazione non è delle migliori. Vediamo di uscirne vive e senza troppi casini.
“Inuyasha!” esclamò, liberandosi della presa di Hojo “Ma si può sapere che ci fate qui, tu e Reito?”.
“Siamo venuti a prendervi, è ovvio” ribatté lui, senza distogliere lo sguardo dal ragazzo castano, che lo fissava incredulo.
“Per fortuna” sussurrò Kaori, con voce appena percepibile “Ci state fornendo la scusa perfetta per sfuggire alle tre folli!”.
“Saremmo volute tornare molto prima” ammise, sempre in un filo di voce “Ma quelle non ci hanno dato tregua!”.
“Sota ce l’ha detto” mormorò Reito “Ma chi è il tipo che ci fissa? Inuyasha sembra deciso a farlo fuori”.
“Si chiama Hojo… Un nostro compagno che ha una cotta per Kagome” spiegò lei “Ma è un imbecille come pochi”.
Eri si fece avanti, senza accorgersi della rabbia cieca del mezzo-demone nei confronti del suo compagno di classe.
“Ehi, i vostri ragazzi hanno deciso di imbucarsi?” chiese sorpresa, fissandoli incuriosita “Sono anche vestiti alla perfezione!”.
“Imbu.. che?” mormorò lo youkai, aggrottando la fronte, “No, sono venuti a prenderci” replicò Kaori.
Si poggiò una mano sul fianco e sospirò “Ve l’avevamo detto che avevamo un impegno…”.
“State organizzando una festa in maschera con tema il Sengoku?” chiese Ayumi, fissando gli abiti dei due arrivati.
Lanciò uno sguardo divertito all’armatura di Reito, ridacchiando “Eccetto il colore, tu ed il tuo ragazzo avete scelto lo stesso stile, Kaori… State davvero bene!”.
“Ehm… Grazie, Ayumi!” mormorò l’altra, sentendo un enorme gocciolone scivolarle sulla tempia.
“Siete proprio una coppia perfetta!” ridacchiò Yuka, facendoli arrossire come due peperoni.
“Voi avete deciso di interpretare i demoni?” mormorò poi la ragazza, aggiustandosi il cappello piumato “Avete in mente una sorta di rappresentazione teatrale?”.
“Sì, infatti” sorrise Kagome, cogliendo la palla al balzo per allontanarsi da quella stanza così caotica “Alcuni amici ci aspettano… per finire di preparare lo spettacolo”.
“È per Sota” aggiunse, sperando vivamente che quelle tre non chiedessero troppe informazioni “Vogliamo fargli una sorpresa”.
“Il tuo ragazzo è troppo carino con quelle orecchie, Kaggy!” esclamò Eri “Dove le ha prese? Sembrano quasi vere!”.
L’hanyou rabbrividì al pensiero che quella folle vestita come un pagliaccio potesse toccargli le orecchie e scoprire che non erano finte.
Non osava neanche immaginare il disastro che ne sarebbe uscito fuori, un vero incubo…
“Gliel’ho portate io” mentì la miko, ridendo nervosamente “Da… Dall’America, dove sono stati i genitori di Kaori”.
“Scusateci, ma ora dobbiamo proprio andare” disse, spingendo Inuyasha verso la porta sul retro.
“Peccato, speravo di poter ballare con te, Higurashi” ammise Hojo, facendo irrigidire la coppia “Magari sarà per la prossima volta…”.
“Allora tu non hai capito!” sibilò il mezzo-demone, puntandogli contro gli artigli “Tu devi stare lontano da Kagome, o ti faccio secco! Chiaro?”.
“Inuyasha!” lo riprese lei “Non essere così esagerato!”, “Qualunque ragazzo sarebbe geloso, Kagome” mormorò Reito “Non essere così dura con lui”.
Lanciò ad Hojo uno sguardo a metà tra il compassionevole ed il seccato, dicendo “Possibile che non gliel’abbiano detto? Che lui non ci sia arrivato?”.
“Arrivato a cosa?” chiese il ragazzo, che sembrava pronto a dar battaglia all’hanyou, almeno da come aveva stretto l’elsa della sua spada.
Eri, Yuka ed Ayumi ridacchiarono sommesse “Mi sa che qui ci sarà un bel duello! Kagome è davvero fortunata!”.
La demone lupo decise di mettere fine a quel casino, prima che Hojo finisse all’ospedale ed Inuyasha dietro le sbarre.
E loro ricercati come pazzi criminali travestiti da demoni…
Sarebbe stato proprio il colmo per concludere quella serata già di per sé assurda e stravagante.
 “Hojo… Inuyasha è il ragazzo di Kagome, ancora non ci sei arrivato?” mormorò esasperata “E stanno insieme da un bel po’, ormai”.
Il compagno di classe la fissò allibito, prima di spostare lo sguardo sui due diretti interessati.
“Co.. cosa?” chiese incredulo “Higurashi… Davvero sei fidanzata con questo tipo con i capelli lunghi?”.
“Sì” rispose la ragazza, vagamente rossa in volto “E ti pregherei di chiamarlo con il suo nome”.
“Ma.. ma.. ma”” balbettò il castano “State scherzando? Higurashi, non… È impossibile! Lo avrei saputo, se ti eri già impegnata!”.
“Hojo, è tutta la settimana che cerchiamo di fartelo capire” sospirò Kaori “Sei tu che hai gli occhi foderati di prosciutto!”.
Sembrò che il poveretto (seeeee…!) dovesse svenire da un momento all’altro ed Ayumi commentò “Cavoli, è rimasto sotto shock!”.
L’intero gruppo si poggiò una mano sulla fronte, sospirando Mamma mia, che casino!.
“Hojo…” mormorò Kagome, avvicinandosi al compagno di scuola “Possiamo comunque rimanere amici. Non mica siamo costretti ad evitarci”.
Ignorò volutamente il ringhio contrariato di Inuyasha e tirò un sospiro di sollievo nel vedere Hojo sorridere appena “Davvero?”.
“Ma certamente!” sorrise la ragazza “Purché tu non ti metta in testa strane idee, d’accordo?”.
Gli rivolse un sorriso di scuse e mormorò “Adesso dobbiamo andare, i nostri amici ci staranno sicuramente aspettando”.
“Allora, buona fortuna” sorrise Hojo “Ci vediamo a scuola, la settimana prossima, no?”.
“Temo di no, Hojo” disse Kaori “Io devo andare dai miei, all’estero, e Kagome mi accompagna”.
Il sorriso del giovane si affievolì “Oh, va bene… Vi auguro buon viaggio, ad entrambe”.
Le due ragazze finirono rapidamente di scambiarsi convenevoli con il trio “Raccontami tutti i tuoi segreti!” e si dileguarono tra la folla.
Approfittando della confusione generale, Inuyasha si caricò in spalla la miko ed uscì dalla finestra dalla quale lui e Reito erano entrati.
La sentì tirare un grosso sospiro di sollievo, prima che gli sorridesse caldamente “Ci avete letteralmente salvate. Grazie!”.
“Quando si può essere utili” ridacchiò lui “Dai, torniamo indietro. Andremo dagli altri domattina”.
“Ottima idea” mormorò Kaori, soffocando uno sbadiglio “Ora come ora, sono troppo stanca per affrontare una notte insonne con le emanazioni di Naraku a darci la caccia”.

“Dico, scherzi?” esclamò Sango, arrossendo come un peperone “Perché dovrei indossare quel.. coso così striminzito?”.
“È un costume da bagno, Sango!” mormorò Kagome, ormai sconfortata “Ti abbiamo preso anche uno dei modelli più coprenti! Diamine, è un pezzo intero!”.
“Vuoi dire che voi metterete qualcosa di ancora più piccolo?” domandò la sterminatrice “Ma siete matte?!”.
“Eddai! Vogliamo goderci questa giornata di sole, o no?” borbottò Kaori “E poi non andiamo mica nude!”.
“Quasi” brontolò la bruna, fissando il costume fucsia che le porgevano, “Sango, nella nostra epoca le donne lo mettono per andare al mare!”.
La demone lupo era ormai al limite dell’esasperazione; era più di un quarto d’ora che lottava con l’amica per farle infilare quel maledetto costume!
Erano arrivati su una meravigliosa spiaggia riparata da alcune rocce ed aveva tutta l’intenzione di godersi una giornata di relax.
Inoltre, attendeva un’occasione come quella già da un po’ di tempo e si era organizzata per bene al riguardo. “Ma…” provò ad obbiettare l’altra “Non mostreremo un po’ troppo? Insomma, questi pezzi di stoffa sono così… piccoli!”.
“Non mostreremo niente di eccessivo” la rassicurò Kagome “A meno che tu ritenga troppo la pancia e le gambe”.
Sango rimase in silenzio per qualche minuto, poi si rassegnò ad infilare il costume da bagno, sperando che Miroku non la fissasse troppo.
Cosa alquanto impossibile, conoscendo l’alto livello di depravazione del monaco.
“Mettiti anche questo” le consigliò Kaori, porgendole un pareo intonato al costume “Così avrai le gambe un po’ più coperte”.
La sterminatrice le rivolse uno sguardo grato e si allacciò la stoffa attorno ai fianchi, sorridendo sollevata.
In quel modo, non le sembrava di mostrarsi in modo eccessivo ed avrebbe potuto prendere un po’ di… come l’aveva chiamata Kagome?
Ah, abbronzatura.
Sistemò meglio il cappello di paglia regalatole dall’amica e si appoggiò ad una roccia, aspettando che anche le altre si cambiassero.
“Kaori, ma sei sicura di volerti mettere quella?” chiese improvvisamente Kagome, “Sì, te l’ho detto che voglio immergermi”.
“Ma perché? Vuoi vedere i pesci o altro?” mormorò la miko, sempre più incuriosita dalla sua decisione.
La demone lupo finì di chiudere la lampo della muta e sorrise “Voglio prendere qualcosa da mangiare per stasera. Ho voglia di pesce”.
L’altra si strinse nelle spalle e finì di stringere il pareo azzurro attorno ai fianchi, seguendo lei e Sango verso la piccola conca dove si erano accampati.
Sotto la loro pressante insistenza, anche i ragazzi avevano indossato dei costumi da bagno, appositamente modificati nel caso di Shippo e di Reito.
Una giornata come questa o si gode per bene, oppure è inutile perfino fermarsi mormorò la yasha, sorridendo entusiasta.
Afferrò una piccola borsa fatta di rete e disse “Io vado a cercare qualcosa di commestibile per stasera. Tornerò entro un’oretta, va bene?”.
Stava per avviarsi verso l’acqua, quando il singulto sorpreso di Reito la fece voltare “Qualcosa non va?”.
Il giovane non rispose, ma continuò a fissarla, stupito da quell’assurdo abito che le fasciava il corpo come un velo.
“Dove vai con quella… cosa?” chiese sorpreso, “A pescare qualcosa da mangiare” ribatté lei “Reito, è solo una muta da sub!”.
Vedendolo arrossire, sospirò appena “Se diventi rosso a vedermi così, se mettevo il bikini stramazzavi a terra svenuto!”.
Cavoli, era proprio un timidone!
La muta, anche se di tipo estivo, doveva essere per forza aderente, o non l’avrebbe riparata dal freddo delle acque più profonde…
Trattenne a stento una risata davanti alla sua espressione e gli sfiorò la fronte con un bacio “Vado e torno. Non stare in ansia, ok?”.
Prima che lui potesse risponderle, infilò la maschera e s’immerse, cercando qualche roccia che potesse ospitare telline, patelle o roba simile.
Miroku sorrise divertito “Certo che sa come stupirti, eh lupetto? In effetti, quella.. muta, mostrava abbastanza, ma mica tanto!”.
“Bada a come ti comporti” lo avvertì l’amico “Tieni giù quelle mani da depravato, o passerai un brutto quarto d’ora”.
“Guarda che lo so benissimo” rise il bonzo, ricordando anche le minacce ricevute dalla demone lupo.
“Volevo solo farti notare che, se reagisci così quando è vestita con qualcosa di più… beh, che le risalta il fisico, cosa farai nella prima notte di nozze?” gli disse pacato.
Il ragazzo rischiò seriamente di strozzarsi con la bibita lasciatagli dalla compagna e lo spruzzo investì interamente il piccolo Shippo, che strillò sorpreso.
“Miroku, ma sei impazzito?!?” sbraitò sconvolto “Ma come ti vengono in mente, certe cose?!?”.
“Ti ho solo fatto notare che sei troppo timido in questo campo, amico mio” ribatté Miroku, rivolgendogli uno sguardo divertito.
“Guarda che non ci vuole un genio per capire cosa farete voi due, dopo la morte di Naraku” aggiunse sorridendo.
Reito divenne letteralmente paonazzo, al punto che non si distingueva più dal candido telo su cui era seduto.
“Tu sei sempre il solito maniaco depravato” borbottò Sango, tirando un cazzotto sulla nuca del monaco “Ma ti sembrano cose da dire? C’è anche Shippo, accidenti a te!”.
Lui si massaggiò il collo dolorante e sorrise “Era solo un’innocente osservazione, mia dolce Sango…”. “Tu sei tutt’altro che innocente” mormorò la sterminatrice “E non guardarmi in quel modo!”.
In effetti, gli occhi blu di Miroku stavano lentamente scandagliando il corpo longilineo della ragazza, dolcemente evidenziato dal costume.
“Sei assolutamente splendida!” sussurrò ammirato, sorprendendola quando non fece nulla né per palparla né tantomeno per avvicinarsi.
Quel comportamento da parte sua la lasciava totalmente spiazzata…
“Visto che quel colore ti sta bene?” le disse Kagome, sorridendo compiaciuta “Miroku è rimasto così incantato che non ci prova nemmeno!”.
“Il che è tutto dire!” commentò Inuyasha, alle prese con Kirara a scavare sotto la sabbia alla ricerca di quell’odioso essere rossiccio che gli aveva pizzicato l’alluce.
“Dannata bestiaccia!” esclamò nervoso, continuando a sollevare grosse manciate di sabbia “Dove ti sei cacciato? Fatti vedere!”.
“Se continui a scavare così, farò un castello bellissimo!” ridacchiò Shippo, destreggiandosi con paletta e secchiello attorno al cumolo creato da Inuyasha.
“Taci, pulce” ringhiò l’hanyou, scavando come un forsennato “O ti seppellisco sotto quella montagna di sabbia”.
“Inuyasha!” esclamò Kagome, decisamente contrariata “Non puoi trattare così il piccolo Shippo! A cuccia!”.
Il povero hanyou finì a capofitto nella grossa buca, mentre il contraccolpo causava una piccola valanga di sabbia che lo ricoprì quasi del tutto.
“Kagome!” biascicò incavolato, sputando la sabbia che aveva involontariamente inghiottito “Ma che cavolo fai?”.
“Vedo che voi due vi state divertendo” esclamò Kaori, uscendo dall’acqua “Cos’hai fatto stavolta, Inuyasha?”.
“Lascia perdere” mormorò Miroku, alzando gli occhi al cielo “Soliti battibecchi con Shippo”.
La ragazza scosse la testa “Sempre i soliti, eh? Comunque, v’informo che la cena è assicurata”.
Depositò a terra un grosso pesce dal colorito rossiccio e la borsa di rete piena zeppa di patelle, telline e vongole.
“Wow!” commentò Sango, prendendo la borsa stracarica “Questa sì che è una pesca con i fiocchi!”.
La yasha sorrise soddisfatta, ma inarcò un sopracciglio quando vide Reito, pallido come un lenzuolo, che fissava il vuoto.
Sembrava quasi sotto shock… “Reito” mormorò avvicinandoglisi “Ehi, Reito! Ma che hai? Sei bianco come un cencio!”.
“Dev’essere ancora sconvolto per quello che gli ha detto Miroku” suggerì Inuyasha, battendosi una mano sulla tempia per mandar via la sabbia che gli aveva invaso le orecchie.
“E che gli avrebbe detto per ridurlo così?” chiese la ragazza, decisamente preoccupata.
“Niente di così spaventoso” si difese il monaco “Solo gli ho fatto notare la sua assurda timidezza nel vederti in abiti come quello”.
Si passò una mano tra i capelli castani, sospirando “Se adesso fa così, la vostra prima… Mfmfpmf!”.
Sango era prontamente intervenuta tappargli la bocca, prima che completasse la frase, firmando la propria condanna a morte.
Gli occhi verdi della demone lupo si assottigliarono “Mi sa che è meglio non sapere cosa ti è uscito da quella boccaccia”.
Riportò la sua attenzione su Reito e sospirò “Ehi! Reito, riprenditi… Qualunque cosa ti abbia detto quell’idiota, lasciala perdere”.
Dopo qualche istante, il giovane sbatté le palpebre e sospirò “Ma come gli vengono in mente certe cose… Kami-Sama, non ho parole!”.

Durante il pomeriggio, il gruppo si scatenò in diverse attività da spiaggia e, a sorpresa, Inuyasha si dimostrò un discreto giocatore di racchettoni.
Inizialmente, la sua mira aveva creato qualche apprensione, dato che Miroku era stato centrato in piena fronte e Shippo aveva evitato di un soffio di essere colpito nel sottocoda.
Kirara stupì tutti con le sue doti di pescatrice ed un secondo pesce andò a far compagni a quello catturato da Kaori.
Kagome distribuì una generosa dose di crema protettiva a tutti, evitando così una dolorosa insolazione.
Peccato che quella crema fosse dannatamente appiccicosa e Reito si ritrovò il braccio ricoperto di sabbia, quando lo usò per ripararsi dalle palle di sabbia lanciate da un allegro Shippo.
La sera calò velocemente ed un vento freddo convinse il gruppo a rivestirsi per evitare un brutto raffreddore.
Il calore del pesce alla brace e dei molluschi al vapore li aiutò a sopportare meglio le folate, scatenando anche battute e rispostacce.
Un improvviso ululato si fece largo nella notte e Reito balzò in piedi, riconoscendo quel verso familiare.
“Howaito” sussurrò sorpreso “Cosa ti porta qui così presto? È forse successo qualcosa?”.
Il lupo scosse il capo, e, scodinzolando entusiasta, gli spiegò che Yamato lo voleva vedere per dargli delle belle notizie.
“Scommetto che è estasiato dalle prodezze di Iroshi” ridacchiò il giovane “E va bene, partiamo domattina, d’accordo?”.
Mentre gli altri si sistemavano per la notte, Inuyasha si sedette su un masso sopraelevato per fare il primo turno di guardia.
L’aria è troppo tranquilla mormorò cupo, stringendo Tessaiga nella mano artigliata Sento che presto accadrà qualcosa di serio.

Ecco qua... so ke nn è grankè, ma un cappy di transizione poi... un po' di follia ci stava! Spero ke abbiate gradito e vi prometto ke nei cappy successivi ci sarà molta più azione! mi auguro di poter aggiornare presto, ma... Nn faccio promesse -.- prendetevela con quella stupida scuola... Cmq, volevo ringraziarvi tutti x l'appoggio che mi date in ogni occasione. siete davvero delle persone speciali!  ^_^

besos a tutti, vostra affezionata Alys-chan ^_^

   
 
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