Nick:
Erisedesire (sono _madduz_ sul forum)
Titolo: Under the
white poplar
Pacchetto:
Panciasquamato Ucraino
Squadra di
appartenenza: Beuxbatons
Genere: Romantico
Avvertimenti: One Shot
Rating: Verde
Personaggio/i: Hermione
Granger (personaggio del pacchetto); Ron Weasley
Introduzione: Un nuovo
libro di pozioni sperimentali in mano e una mela gialla stretta fra i denti,
Hermione si diresse verso il giardino fiorito di fine maggio, beandosi del
contatto delicato dei raggi del sole sulla pelle.
NdA: Ho
ambientato la storia dopo la guerra, Hermione sta per sostenere l’esame di
Pozioni per diventare Auror. Per inserire il prompt Lento che mi era stato assegnato ho disseminato tracce in tutto il
testo. Mi sono riferita sia allo scorrere del tempo, sia al ballo di Ron e
Hermione, che è per l’appunto un lento.
Buona lettura.
Under
the white poplar
Un nuovo libro di pozioni sperimentali in mano
e una mela gialla stretta fra i denti, Hermione si diresse verso il giardino
fiorito di fine maggio, beandosi del contatto delicato dei raggi del sole sulla
pelle.
Si guardò attorno alla ricerca di un albero
che facesse abbastanza ombra, e optò per un vecchio pioppo bianco, appena
fiorito.
Poggiò la testa contro il fusto con un
sospiro. Il corso per Auror era davvero impegnativo a fine stagione. Doveva
affrontare l’ultimo esame di pozioni prima della pausa delle vacanze estive.
Aveva ripassato il suo vecchio e consunto tomo
di ‘Pozioni Avanzate’, ma aveva ritenuto più stimolante dedicarsi ad un libro
sulle nuove tecniche in circolo.
Non appena lo aveva comunicato a Harry e Ron,
quest’ultimo aveva sbuffato borbottando qualcosa del tipo che a lui bastavano e
avanzavano gli intrugli disgustosi di Piton.
Hermione gli aveva persino proposto di
studiare con lei, nella speranza di infilargli nel cervello almeno i concetti
base.
«Ehm… Credo
che passerò più tardi, Hermione. Ti sarei d’impiccio» aveva mormorato lui in risposta,
appiattendosi i capelli sulla nuca.
La ragazza sorrise al ricordo della sua
espressione di buffo imbarazzo, prima di buttarsi a capofitto fra le pagine del
libro.
Dopo quella che le sembrò un’eternità rialzò
finalmente la testa che ormai esplodeva di formule e concetti. Il cervello
ronzava in modo continuo qualcosa come
̶̶ prendere una scaglia di radice di quercia e bollirla fino a produrre un
liquido verdognolo ̶ o ̶ Buttare
dieci boccioli di rosa, mischi a fegato di capra ̶
Posandosi una mano sulla fronte, controllò
l’ora e trattenne un’imprecazione. Nemmeno due ore e già si sentiva gli occhi
bruciare.
«Sai, il pioppo bianco significa Tempo.»
La voce di Ron alle sue spalle la fece
sobbalzare.
«Oh. In effetti mi sembra di essere qui da
un’eternità. Credo che sotto a questo albero il tempo non passi» rispose,
sistemandosi una ciocca biondo scuro dietro l’orecchio. «Non ti aspettavo così
presto.»
Ron si sedette accanto a lei, spalancando gli
occhi come a dire: “tu sei matta”,
quando vide lo spessore del volume ancora aperto nell’erba tagliata di fresco.
Lei si massaggiò le tempie, lasciando che lui
le passasse un braccio attorno alle spalle.
«Tu studi troppo, Hermione» decretò con
espressione seria «in fondo sei sempre quella di una volta.»
«Ti sbagli Ron… Niente è più come una volta»
fece lei, guardandolo dritto negli occhi.
Una farfalla dalle ali ampie e sottili passò
fra i loro volti, sciogliendo i ricordi tristi che si stavano materializzando
attorno a loro.
Seguirono il suo leggero battito d’ali in
silenzio. Era gialla come un girasole, e si muoveva lentamente. Così lentamente
da dare l’impressione di contenere tutto il tempo del mondo. Invece aveva un
solo giorno.
Ron scattò in piedi all’improvviso. «Alzati
Hermione.»
La ragazza notò che il sole accentuava le sue
lentiggini, anche se adesso la sua pelle si stava tingendo di un rosso
delicato.
Si alzò, incuriosita e un po’ stupita; e lui
si portò proprio davanti a lei, porgendole una mano.
«Non capisco, vuoi ballare?» chiese la
ragazza, ridendo.
«Però, sei sveglia» la prese in giro, afferrandola
per i fianchi e stringendola a sé.
«Ma non c’è la musica» protestò lei,
divertita.
Lui le mise un dito sulla bocca, intimandole
di fare silenzio e ascoltare.
Hermione chiuse gli occhi, lasciandosi guidare
da Ron. Stava per replicare che non sentiva proprio niente, quando si accorse
del frinire di un grillo nell’erba, del rombo lontano delle auto sull’asfalto,
dei suoni della televisione dei vicini, dello scricchiolio dell’elettricità nei
cavi…
Sorrise sorpresa. Pensò che Ron sapeva vedere
cose di cui lei non era capace, e fu grata di averlo accanto.
Senza più pensare si abbandonò al lento che
stavano ballando senza musica, e che adesso anche lei sentiva vibrare
nell’aria.
Il pensiero che si stessero muovendo allo
stesso ritmo del mondo intero, la fece sentire in pace con sé stessa;
finalmente tornò ad essere parte di qualcosa, di quel tutto, in un modo così
totale da farle capire che persino il suo respiro, il suo cuore che batteva
contro il petto di Ron, stessero costituendo la loro melodia.
Sotto al
pioppo bianco, il tempo sembrava non essere mai trascorso.