Fanfic su attori > Ben Barnes
Segui la storia  |       
Autore: v91    25/10/2011    2 recensioni
Si voltò lentamente e se lo ritrovò davanti. Era senza parole, aveva indovinato un'altra volta in effetti, ma mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a lui. Stava osservando il principe Caspian in carne ed ossa. O meglio, Ben Barnes.
Una ragazza comune, dal passato difficile, una bambina decisamente fuori dal comune e un attore famoso. Come finirà?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA CENA

Il ristorante in cui erano appena entrati era molto carino: semplice ed elegante, in tipico stile londinese. Holly si sentì subito meglio. Ben aveva detto di conoscere il proprietario, che era un vecchio amico di famiglia e avrebbe riservato loro una stanza un po' in disparte, così da non essere disturbati. Il locale non era molto grande, ma aveva un'atmosfera molto intima e accogliente. Le luci soffuse disegnavano lunghe ombre alle pareti di un bel color crema. I tavoli non erano numerosi, ma erano quasi tutti occupati da famiglie e da coppiette. Un bel cameriere sulla ventina li accolse all'ingresso salutando Ben come se fossero vecchi amici e sorridendo maliziosamente verso Holly che subito arrossì per l'audacia del giovane.

-Prego, vi abbiamo riservato la sala grande- Li condusse dietro un paravento che nascondeva un piccolo corridoio che si apriva in una stanzetta dai colori accesi. Le pareti rosso fuoco e i divanetti neri rendevano l'aria allegra e sobria allo stesso tempo. Alle pareti erano appesi vari quadri e un'alta lampada illuminava l'ambiente circostante. Al centro era stato messo un tavolo rotondo, con tre coperti, appositamente per loro. Il cameriere li fece accomodare, diede loro i menu e si dileguò lungo il corridoio.

-Ben quante volte sei stato qui? Perché ho l'impressione che questa stanza sia stata arredata apposta per te-

-In effetti non sbagli. Quando ho voglia di un po' di pace e tranquillità vengo qui. E' l'unico locale in cui posso cenare senza venire assediato dalle fan e dai giornalisti. E...no,non ci ho mai portato nessuna ragazza, nel caso in cui te lo stessi chiedendo.- In effetti Holly si stava mentalmente chiedendo proprio la stessa cosa.

-Non me lo stavo chiedendo- il rossore che le dipinse il volto affermava il contrario.

-Allora Catherine che ne dici? Ti piace questo ristorante?- Ben si rivolse alla bambina che fino a quel momento era rimasta in silenzio.

-Sì, è molto carino e poi fuori c'è un bellissimo giardino! Posso andarci dopo? A Bologna non c'erano posti del genere,vero mamma? A te piace?-

-Assolutamente. E' davvero carino, grazie Ben. Mi ci voleva proprio un posto del genere per ritrovare il mio “spirito inglese”! Comunque si, poi potrai uscire in giardino ma solo dopo aver finito di mangiare.- I tre si dedicarono allo studio del menù e finalmente ordinarono. Nell'attesa Holly si concentrò su Ben. Non c'è che dire era davvero bellissimo. Pur con l'aria stanca di uno che ha viaggiato per tutto il giorno, cosa effettivamente vera, emanava un'aura di fascino ed eleganza da fare invidia a un principe vero. Era vestito in modo molto semplice ed essenziale, un paio di jeans scuri, una camicia bianca ed una giacca nera. Lei non sarebbe riuscita a sembrare così bella nemmeno dopo ore di preparativi. Si sentì subito a disagio, nella certezza di non essere assolutamente all'altezza di quel ragazzo che le stava di fronte e che in quel momento stava conversando con sua figlia di musica o roba simile, non li stava ascoltando, presa com'era dalla bellezza di Ben. Probabilmente visti da fuori potevano sembrare una normale famiglia a cena fuori. Holly per un attimo pensò a come sarebbe bello se davvero fosse così. Immaginò se stessa come una donna sposata (magari proprio con Ben), con una figlia ed un lavoro stabile, con una bella casa dove tornare la sera. Stabilità. Ecco cosa le serviva,a lei e alla figlia. Ma poi si rese anche conto che tutto sommato le andava bene anche così, la sua vita. Certo non era “normale”, non nel senso in cui tutti lo intendono: era una ragazza madre, momentaneamente senza lavoro e in fuga dal proprio passato. Però non sognava di costruire una famiglia, non lo sentiva come necessario. Lei e la figlia se la erano sempre cavate benissimo anche da sole e Holly amava la sua indipendenza. Però ora, guardando Ben di fronte a lei, vedendo come lui interagiva con sua figlia, si trovò, contro la sua volontà, a sognare che forse un domani, se anche Ben provasse per lei le stesse cose, magari loro due...-Vero, Holly? Holly?-

-Mamma? Ci stai ascoltando?- Holly si era di nuovo persa dietro al filo dei suoi pensieri. Le era capitato spesso da quando Ben era entrato nelle loro vite.

-Come? No,scusate, ero sovrappensiero!- Ben aveva fissato gli occhi nei suoi, con un'aria strana e interrogativa. Una ciocca dei capelli gli scivolò sulla fronte e lui subito la scostò, senza distogliere lo sguardo da lei.

-A cosa stavi pensando?- Le chiese, la voce bassa e suadente,

-A come sarebbe stato e a come sarà.- Il pensiero le era scivolato fuori senza che lei se ne accorgesse, avrebbe voluto rispondere in modo molto più diplomatico. Abbassò gli occhi, puntandoli sul piatto, incapace di sostenere lo sguardo di lui.

-Andrà bene. Non sarai da sola.- Il commento di Ben la fece sobbalzare sulla sedia. Possibile che lui avesse letto tutti i suoi dubbi e sensi di colpa senza che lei nemmeno vi accennasse? Holly alzò nuovamente lo sguardo, riportando gli occhi sul viso di Ben. Il ragazzo era tranquillo, non appariva per nulla turbato, lo sguardo imperturbabile e la mascella contratta. Lei non aveva idea di cosa lui intendesse dire con quella frase, avrebbe voluto chiederglielo ma non poteva affrontare un discorso del genere davanti alla figlia. Catherine li stava fissando, con aria curiosa e spaventata allo stesso tempo, non del tutto consapevole del silenzioso dialogo che stava avvenendo tra i due adulti.

 

Lei era così bella che ogni volta che la guardava i pensieri gli si affollavano nella mente e le parole non uscivano dalla bocca con la stessa coerenza con cui avrebbe voluto. Quando era assorta in chissà quali pensieri era ancora più bella, anche se lei ne era totalmente inconsapevole, non aveva la minima idea dell'effetto che gli faceva e questo la rendeva ancora più attraente ai suoi occhi. Poi aveva pronunciato quella frase, subito vergognandosene e lui aveva risposto esponendosi forse un po' troppo ma credendo davvero in quello che diceva. Perché lui voleva davvero far parte della sua vita, anche se non subito,lo capiva. Holly era talmente abituata a vivere da sola, in totale indipendenza, contando solo su se stessa che ci sarebbe voluto del tempo perchè lei potesse fidarsi di lui e aprirsi completamente. Ma lui poteva aspettare. Certo, avrebbe voluto prenderla tra le braccia e dirle che sarebbe andato tutto bene, avrebbe voluto accarezzare i suoi capelli biondi che profumavano di vaniglia, intrecciare le proprie dita alle sue, assaggiare le sue labbra carnose e accarezzare quelle guance sempre così rosse per l'inutile imbarazzo. Ma era ancora troppo presto, lo capiva perfettamente. Per ora si accontentava di averla accanto, di sentire la sua presenza e il calore emanato dal suo corpo accanto al proprio, di cibarsi della sua vista e delle sue mezze frasi. Quando i loro sguardi si incontravano lui sentiva le farfalle nello stomaco (e dire che fino a quel momento pensava che fosse solo uno stupido modo di dire!), una sensazione così piacevole che sarebbe rimasto così per ore intere. Era proprio quello che stava accadendo ora: nei suoi occhi azzurri poteva vedere il riflesso dei suoi misto alla paura e in qualche modo sapeva che anche lei vedeva e provava lo stesso. Il cameriere entrando rumorosamente nella stanza spezzò l'incantesimo, il suo sguardo si spostò verso lui che era appena entrato e Ben rimase per un momento senza fiato. Poi anche lui si concentrò sul proprio piatto e la serata proseguì tranquilla. Mangiarono, chiacchierarono come vecchi amici, ma, sebbene lui provasse a intrecciare nuovamente i propri occhi ai suoi, lei lo evitava, tenendo sempre lo sguardo fisso sul piatto o sulla figlia.

 

La cena stava ormai volgendo al termine, quando entrò nella sala un uomo. Era sulla cinquantina, panciuto e sorridente, dall'aria cordiale e allegra.

-Allora ragazze, la cena è stata di vostro gradimento? Spero di sì perché Ben ci teneva molto a fare una buona impressione-

-Tom, per favore!- Ben avrebbe voluto che si aprisse una voragine dal pavimento che lo inghiottisse. -Ragazze, lui è Tom, il proprietario del locale, un vecchio amico che non si fa mai gli affari propri-

-Che c'è? E' la prima volta che porti a cena una ragazza che poi non passerà l'intera notte con te, volevo partecipare all'evento!- Holly scoppiò a ridere nel vedere la reazione di Ben, aveva immaginato che sarebbe successa qualcosa del genere. Tom si rivolse a Holly, squadrandola da capo a piedi mentre lei continuava a sorridere osservando il ragazzo che era rimasto a bocca aperta, rosso per l'imbarazzo. -Sono davvero lieto di conoscerti. Ben mi ha parlato a lungo di voi due, e ora credo di capire anche il perchè.-

-Grazie, Tom. Il piacere è tutto mio. La cena è stata davvero deliziosa, un perfetto inizio per la nostra nuova vita qui a Londra, vero Catherine?-

-Si, mi sono divertita molto stasera e il cibo era ottimo. Ora posso uscire in giardino?-

-Vieni pure piccola, ti ci accompagno io. Il nostro parco ti piacerà moltissimo!- Tom accompagnò la bambina verso l'esterno, lasciando soli Ben e Holly.

-Mi dispiace per Tom, lui è un po'...invadente a volte. Mi scuso se ti ha messa in imbarazzo.-

-O no, non ha messo in imbarazzo me! Sembra conoscerti molto bene-

-Si, lui è un vecchio amico di mio padre, mi conosce da sempre. Diciamo che siamo buoni amici, anche se adora mettermi in difficoltà quando esco con una ragazza! Ma il suo locale è fantastico e poi è l'unico in cui posso stare un po' in pace.- Ben sembrò per un attimo ricordare un evento spiacevole, ma poi scrollò le spalle e tornò sorridente.

-Non preoccuparti, nessun imbarazzo per me. Comunque immaginavo che avessi portato qui altre ragazze, non è un problema. E poi il nostro non è mica un appuntamento!-

-No, infatti, purtroppo...- pausa di silenzio. Il discorso si stava avventurando in un sentiero impervio che Holly non aveva nessuna intenzione di percorrere per il momento, quindi cambiò subito argomento.

-Allora....com'è andato il ritorno a casa? Che programmi hai nei prossimi giorni?-

-Mmm...nessun programma in realtà. Voglio solo riposarmi! I viaggi di lavoro sono interessanti ma dopo un po' stancano, quindi per ora voglio solo passare un po' di tempo con la mia famiglia, rilassarmi e, magari, rivedere te e Catherine se me lo permetterai e se ne avrai voglia. Pensavo che, magari, potrei darti una mano in questi primi giorni, almeno fino a che la tua auto non sarà riparata e potrai spostarti da sola più comodamente.- In effetti Holly non aveva ancora pensato a come fare per spostarsi senza 'automobile. Avrebbe potuto usare la metropolitana ma la proposta di Ben era molto, molto allettante.

-Ben, ti ringrazio della tua disponibilità, ma non vorrei abusarne e...non vorrei che tu fraintendessi.- Holly non sapeva come comportarsi, avrebbe voluto gridargli che sì, accettava la sua proposta, che avrebbe voluto uscire di nuovo con lui, passare ogni giorno con lui, avrebbe voluto che quella serata così piacevole non finisse più. Qualcosa però la trattenne. Come se dentro di lei combattessero due diverse persone: la Holly indipendente, orgogliosa, quella che non ha bisogno di nessuno e sa badare a sé stessa, e la Holly che si sente sola, che cerca disperatamente la vicinanza di Ben.

-No, so bene quanto tu tenga alla tua indipendenza. Io intendevo dire che magari, dato che qui non conosci più nessuno, potrei darti una mano ad ambientarti. Come amico, tutto qui.-

-Va bene.-

-Davvero? Voglio dire: forte!- Ben si illuminò in una espressione trionfante, anche se Holly rimase perplessa, ancora non era certa di aver fatto la scelta giusta. -Quindi siamo amici?-

-Amici- Holly temeva che così si sarebbe solo complicata la vita. C'erano così tante cose di lei che Ben non sapeva! Come avrebbero potuto essere amici senza sapere praticamente nulla l'uno dell'altra? Ben sembrò captare quel pensiero perchè subito tornò serio e la guardò negli occhi, lo sguardo fisso e pungente. -Dovrei sapere qualcosa in più di te,però. Per essere amici,intendo-

-Non c'è molto da dire, in realtà. Cosa vuoi sapere?-

-Beh, intanto il tuo vero nome. Holly dovrebbe essere il diminutivo di qualcosa giusto?-

-Si. Però non uso quasi mai il mio vero nome. Non mi appartiene completamente, appartiene alla me del passato,non so se capisci ciò che intendo. Comunque è Olivia. Olivia Cooper.-

-Lo capisco. Peccato però, trovo che sia bellissimo e che ti si adatti davvero bene.-

-Grazie. E tu Benjamin Barnes? Quali oscuri segreti nascondi?- Holly lo guardò con aria maliziosa e interrogativa.

-Eh no! Così non vale! Stavamo parlando di te,giusto? Non sviare il discorso...-

-Non lo sto sviando!- Ok, un pochino ci aveva provato ma a quanto pare Ben non era uno di quegli attori che amano parlare di sé e godere del suono della propria voce -Stavo solo...misurando il tuo grado di egocentrismo!- Ben la guardò con aria scettica, appoggiando la schiena alla sedia, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio. -Ok,ok, mi arrendo! Tentavo di cambiare discorso! E' che non mi piace parlare di me e del mio passato. Cos'altro vuoi sapere?-

-Perché ti sei trasferita in Italia?-

-Per motivi di lavoro di mio padre: lui era un docente universitario. Fu trasferito a Bologna in seguito ad alcuni studi di cui ora non ricordo l'argomento, era una specie di “scambio culturale” ma fra insegnanti-

-Cosa insegnava?-

-Antropologia. Avrebbe voluto che seguissi le sue orme ma a me interessavano più le lingue. E la letteratura. Mio padre non era molto contento ma si dovette arrendere: o mi avrebbe permesso di iscrivermi a Lingue Straniere o non avrei frequentato affatto l'università!-

-Hai avuto un bel coraggio! Io non riesco ad impormi così alle persone. I miei non mi hanno mai spinto a fare niente che non volessi ma se così fosse stato credo che avrei finito per cedere.-

-Hai scelto tu di fare l'attore?-

-Si, è stata una scelta molto naturale la mia. Ho sempre amato la recitazione, la letteratura, il teatro...e poi i miei genitori sono due psicanalisti...mi serviva un mondo tutto mio in cui rifugiarmi durante l'adolescenza per sfuggire ai loro “giochetti mentali”!- Ben sorrise ricordando il proprio passato. Poi tornò serio. -Perché sei tornata a Londra? Perché proprio adesso?-

Holly non avrebbe voluto ricevere quella domanda. Era troppo complesso da spiegare, implicava doversi esporre troppo. Ma era con le spalle al muro, non poteva tirarsi indietro. Prese un bel respiro e cominciò a raccontare, e a ricordare -Non potevo più restare a vivere con i miei. Dopo la nascita di Catherine la situazione divenne ancora peggio di prima. Non ho mai avuto un buon rapporto con i miei genitori, nemmeno quando abitavamo in Inghilterra: loro erano troppo presi dal loro lavoro e l'unica cosa che importava era che io fossi una brava studentessa. Si accorgevano di me sono per i successi o gli insuccessi scolastici. E' per questo che mi sono diplomata e laureata in anticipo. Quando rimasi incinta mio padre voleva cacciarmi di casa, per fortuna mia madre lo convinse ad aiutarmi, almeno economicamente. Per questo rimasi a vivere con loro, ero spaventata, non sapevo dove andare, loro erano l'unica certezza che avevo in quel momento. Furono nove lunghi mesi. Mio padre non mi parlava nemmeno, faticava quasi a guardarmi e più la mia pancia cresceva più vedevo in lui la delusione. Mia madre inizialmente cercò di starmi vicino ma poi anche lei finì col prendere le difese di mio padre. Quando Catherine nacque le cose sembrarono migliorare,sai? Non l'avrei mai detto ma mio padre provò persino a fare il nonno. Non che con me avesse cambiato atteggiamento, ma con lei era sempre gentile e affettuoso come non era stato nemmeno con me da bambina. Io riuscii a portare a termine gli studi e questo servì a sbollire in parte la rabbia che mio padre provava nei miei confronti. Passarono così cinque anni. Mi sentivo sempre di più un'estranea in casa mia ma non avevo la forza né le possibilità per andarmene. Fino a quella sera.- Holly fece una pausa. Aveva parlato senza mai interrompersi, come se quelle parole fossero rimase chiuse dentro di lei troppo a lungo e ora dovessero assolutamente uscire, non c'era modo di fermarle. Ben la osservava in silenzio, incapace di dire niente, non trovava nessuna parola che potesse consolarla. Le prese la mano, istintivamente, senza pensarci. Fu contento di vedere che lei non si ritraeva ma che, anzi, stringeva la sua mano ancora più forte. -Era sabato sera, alcune amiche mi avevano invitato ad uscire, era il compleanno di una di loro e io,col permesso dei miei, avevo detto di sì. Eravamo state in alcuni locali, in discoteca, le cose che fanno tutte le ragazze. Dopo la nascita di mia figlia non ero più uscita e mi serviva una serata libera. Non ero ubriaca, non avevo nemmeno bevuto, però era molto tardi e quando rientrai i miei erano svegli. E arrabbiati. Io e mio padre litigammo furiosamente, sputandoci in faccia tutta la rabbia che entrambi avevamo represso troppo a lungo. Io lo odiavo per avermi portato via da casa, per avermi costretto ad una vita che non mi ero scelta, per aver messo prima il suo lavoro a me. Lui mi accusò di essere un'ingrata, di non aver combinato mai nulla di buono nella vita, che l'unica cosa che ero stata capace di fare era farmi mettere incinta per poi scaricare quel peso su di loro. E ora mi permettevo persino di uscire e fare quello che mi pareva, lasciando mia figlia da sola. A quel punto non ci vidi più, non solo mi aveva accusata di essermi fatta mettere incinta, lui sapeva bene com'erano andate le cose, ma aveva chiamato Catherine “un peso”. Io mi avventai su di lui, non so esattamente cosa volessi fare, fu una reazione istintiva, brutale. Lui mi prese e mi spinse via con forza. Finii contro il muro e svenni. Al mio risveglio, il mattino seguente i miei genitori non c'erano e Catherine dormiva ancora nel suo letto. Feci le valigie in fretta e furia e uscimmo da quella casa. Dopo poco più di una settimana siamo partite per Londra,dove avevo ottenuto un colloquio e poi ti abbiamo incontrato. Il resto della storia lo conosci.- Holly aveva vomitato tutto quel fiume di parole senza mostrare un'emozione, non una lacrima, ora si sentiva stranamente bene. Era finalmente riuscita a raccontare a qualcuno ciò che era successo. Si sentiva vuota, ma in pace. Condividere quel ricordo l'aveva sollevata di un peso enorme, un macigno che si era sciolto, finalmente. Forse non avrebbe dovuto raccontarlo ad un ragazzo che conosceva appena e che ora probabilmente se ne sarebbe andato e non avrebbe più voluto saperne nulla di lei. Ma ormai era troppo tardi, non poteva tornare indietro e rimangiarsi tutto. Chiuse gli occhi per un momento, concentrandosi sul calore che sentiva provenire dalle mano di Ben che stringeva ancora forte la sua. Li riaprì, aspettando che lui dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.

 

Non sapeva cosa dire. Si sentiva inutile, svuotato anche lui. Si credeva un grande uomo ma ora si sentiva più che mai uno stupido ragazzino. Aveva insistito per fare sì che lei si aprisse con lui, ma ora che l'aveva fatto lui non sapeva come comportarsi. Lei si aspettava qualcosa da lui, ma lui non sapeva portare un peso del genere. E, lo sapeva, questa era solo una parte della storia, c'erano ancora così tante cose che non gli aveva detto. Ma lui non si sentiva più così pronto e sicuro di volerle sentire. Stava lì, Holly, e lo guardava. Cercava con gli occhi una qualche reazione in lui, ma Ben era rimasto senza parole. La sua storia lo aveva colpito e travolto con la forza di una valanga. -Holly...io...mi dispiace.- Ben tentò di dire qualcosa ma non riuscì.

-Non preoccuparti. Non mi aspetto che tu dica niente. Non l'avevo raccontato a nessuno,sai?- Lei sembrava stranamente tranquilla, continuava a tenergli la mano.

-Non pensavo che fosse questo il motivo per cui sei tornata. Vorrei solo poter fare qualcosa.-

-No, non devi,davvero. Ormai è passato. Ora voglio solo ricominciare una nuova vita qui, a casa mia, con mia figlia.- La situazione era assurda: era lei che aveva vissuto quell'esperienza, lei quella che aveva sofferto, allora perchè era lei a tranquillizzare lui e non il contrario?

-Pensi di aver fatto la cosa giusta?- Holly rimase sorpresa a questa domanda. Non ci aveva mai pensato. Fuggire dall'Italia era stata più una reazione istintiva che non un piano ben progettato.

-Non lo so. So che per me è la cosa giusta. Mi chiedo solo se sia lo stesso anche per Catherine.-

-Non volevo essere invadente,comunque. Scusami se hai avuto questa impressione.- Ben si sentiva come un estraneo entrato in una casa altrui, aveva in qualche modo violato l'intimità di Holly e farla sentire a disagio era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare.

-Non preoccuparti. Tu non mi hai obbligato a dire nulla, io avevo bisogno di condividere questo ricordo con qualcuno e...non so...sei la prima persona di cui mi fido totalmente da molto tempo.-

 

Dopo essere usciti dal locale (la cena era stata gentilmente offerta da Tom) Ben le aveva riaccompagnate al residence. Avrebbe voluto portarle a fare un giro, a vedere la città di sera, ma era piuttosto tardi ed erano tutti ancora stanchi dal viaggio. Catherine si era addormentata sul sedile posteriore e Ben e Holly rimanevano in silenzio. Ben sembrava concentrato sulla guida ma in realtà stava ripensando alla serata, a ciò che Holly gli aveva raccontato di sé. Era bello che lei si fosse fidata di lui a tal punto, anche se la cosa lo aveva turbato. Ora lei era seduta di fianco a lui, come quello stesso pomeriggio, il busto leggermente inclinato verso di lui. Era pensierosa e Ben adorava quell'espressione corrucciata che assumeva quando si perdeva nel filo dei suoi pensieri.

 

Holly si sentiva molto meglio adesso. Aprirsi con Ben era stato più semplice del previsto, dopo aver iniziato a raccontare le parole erano uscite dalla sua bocca senza che quasi se ne accorgesse. Lui era rimasto in silenzio mentre lei parlava e anche dopo non le aveva detto niente. In qualche modo questo l'aveva tranquillizzata, se lui se ne fosse andato lei non sarebbe riuscita a sopportarlo. Ora erano in auto, Ben le stava riaccompagnando a casa, lo sguardo concentrato sulla strada. Holly si voltò verso di lui, il suo viso era per lei come un centro di attrazione gravitazionale. Osservava ogni linea, ogni tratto di quel magnifico volto. Così bello da essere irraggiungibile per lei, così vicino eppure così lontano. Lui si accorse del suo sguardo e voltò il viso verso di lei, poi appoggiò una mano sul viso di Holly e le fece una carezza. Il tocco, dolce e fresco, le faceva bruciare la pelle come carboni ardenti. Un brivido le percorse la schiena e un'ondata di calore si propagò dalla pancia alle estremità del corpo. Prese la mano di lui e la trattenne ancora per qualche istante sul suo viso, cercando di assaporarne il dolce aroma. Infine lui intrecciò le sue dita a quelle di lei, appoggiando la mano nel suo grembo.

Arrivati sotto casa sua furono costretti a sciogliere quell'intreccio. Ben aiutò Holly a portare la figlia addormentata in casa, prendendola in braccio e adagiandola delicatamente sopra al letto ancora fatto. Holly poi lo riaccompagnò alla porta.

-Grazie-

-Di cosa?-

-Della serata, del passaggio...non lo so, di tutto.- Ben si era fermato sulla soglia e aveva appoggiato una spalla allo stipite. Sembrava in posa, pronto per la foto di copertina. -Buonanotte Ben-

-Buonanotte- Si chinò su di lei e appoggiò le labbra sulla sua guancia, dandole un casto bacio.


Salve a tutti!
Ed ecco la scena con la cena dei tre personaggi! Spero non abbia deluso le vostre aspettative...io mi sono divertita molto a scriverla! Purtroppo nel capitolo precedente non ho ricevuto commenti quindi non so se c'è ancora qualcuno che segue questa storia...spero davvero che sia così! Se ci siete battete un colpo!:P o meglio lasciatemi un commentino, se vi va!
Un bacio,
v91;)

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Ben Barnes / Vai alla pagina dell'autore: v91