Virus
letale
<< Ben svegliato, ti senti meglio? >>,
chiese una voce femminile, Anakin si mosse appena, si
sentiva debole e ricordava solo di essere stato punto con qualcosa al fianco
sinistro. Cercò di rispondere, ma non riusciva a parlare. Riuscì a muovere gli
occhi e cercò di guardarsi intorno per capire chi aveva parlato, vide una figura
vestita di verde con i capelli castani, per quanto poteva capire con la vista
sfocata. Padme era lì. << Pa-padme,
s-sei t-tu? Che co-cosa è su-successo? >>
riuscì a parlare a stento, era ancora troppo debole. Padme
prese la mano del marito nella sua e, pensò ad una risposta che non desse
troppa agitazione al giovane jedi, fece appello alla
sua calma e rispose: << quando hai ucciso Sidious,
un clone ha fatto detonare una bomba termica, nel tentativo di ucciderti. Un
scheggia è penetrata nel tuo fianco sinistro ed ha perforato la milza. Sei
stato operato. Hai dormito cinque giorni. Ora devi solo riposare, resterò
vicino a te, non temere. Riposa ora. >>. Poco prima che il sedativo
facesse effetto, Anakin scorse una campo di forza. Che
ci faceva un campo di forza in una stanza del Tempio Jedi
di Mustafar? Stava per parlare, ma il sedativo fece
effetto e precipitò nel sonno.
<< Dorme? Non gli hai detto niente, vero?
Esci, ora. Lasciami con lui. Non deve sapere niente, conto su di te, Padme. >>, le disse Obi Wan, dopo essersi vestito ed aver disabilitato il campo, Padme lo osservò con gli occhi bagnati e rispose: <<
gli ho detto che è stato ferito da una scheggia. Prima o poi lo capirà da solo,
maestro Kenobi. Vado a consolare Luke e Leia, avranno bisogno di me. >>, << prendi Galen come tuo padawan, non penso
che Anakin potrà più addestrarlo >>, le rispose
il maestro jedi, mentre chiudeva il campo.
Anakin
dormiva, non capiva perché non riuscisse a vincere l’effetto del sedativo. Non
percepiva niente attorno a lui. Obi wan gli prese la mano, cercando di non svegliarlo. Il campo
era necessario, Sidious aveva una fiala in mano,
quando la lama del Prescelto lo aveva trafitto, il sith
non aveva perso tempo. La fiala, rompendosi, aveva forato la pelle di Anakin, era bastata una goccia del liquido infetto ed il jedi era caduto preda di uno dei virus più insidiosi della
Galassia, il Virus delle Sette Fontane, meglio conosciuto come Kalyar’s Virus. Provocava la morte nella maggior parte
delle vittime contagiate, era estremamente raro a quel tempo, ma poteva essere
ricreato con facilità. I primi sintomi potevano variare da persona a persona,
se si trattava di un jedi, però, erano molto simili
in ogni individuo. Perdita della percezione della Forza, i midichlorian
venivano infettati per primi, poi il virus passava ad infettare l’ospite. I
piccoli esseri che rendevano un jedi quello che era,
venivano uccisi, in quanto il virus si riproduceva all’interno e li usava come
veicolo per l’infezione. Quando i midichlorian si
riducevano ad un numero relativamente piccolo, il virus passava ad attaccare i
globuli bianchi, riducendo la forza del sistema immunitario dell’ospite. A quel
punto, non c’era più niente da fare. Il paziente subiva un’emorragia interna di
grandi proporzioni, all’ultimo stadio, sanguinava da sette punti nel corpo,
cosa da cui prendeva il nome il virus. Il Prescelto avrebbe sofferto per il
resto dei suoi giorni.
Obi
Wan ed i medici che avevano curato Anakin, avevano perso la speranza da giorni, il Prescelto
non dava segni di ripresa, anche se la Forza non avrebbe dovuto volere questo
dolore per il suo unico Figlio. Anakin sentì la mano prostesica che si alzava, quando il maestro Kenobi gli alzò il braccio, piangendo. Cercò di aprire gli
occhi, ma il sedativo glielo impediva, poi qualcosa cambiò. Sentì il calore
tipico di quando la Forza gli dava aiuto e riuscì ad aprire gli occhi, anche se
debolmente, seppur debole, riuscì a vincere l’effetto del sedativo. Obi Wan se ne accorse e suonò il
campanello per chiamare l’infermiera. Se aveva vinto l’effetto del calmante,
forse c’era ancora speranza. Anakin si sentiva
tremare, ogni cellula del suo corpo stava tremando, tentando di vincere gli
effetti del virus. I suoi midichlorian stavano
lottando contro la morte. L’infermiera corse nella stanza, si vestì con il
camice anticontaminazione e la mascherina, disabilitò il campo di forza della
sala di decontaminazione, poi aprì la porta a vetro che dava nella stanza di Anakin.
<< cosa succede, maestro Kenobi?
>>, domandò, mentre controllava che le flebo non fossero terminate,
<< gli ho preso la mano e lui ha aperto gli occhi. Credo abbia vinto
l’effetto del sedativo, è un buon segno, no? >>, rispose Obi Wan, sperando che
l’infermiera la pensasse come lui. << Ac-acqua
>>, Anakin aveva parlato così flebilmente che
solo Obi Wan riuscì a
sentirlo, << sì, è un buon segno. Forse possiamo sperare. Dovrà lottare
con tutte le sue forze, non sono sicura che possiamo salvarlo. >>, gli
rispose l’infermiera, il Jedi osservò l’amico, poi
chiese: << potete portare un po’ d’acqua? >>, l’infermiera lo
guardò ed annuì, poi uscì, eseguendo gli stessi passaggi di quando era entrata.
Il droide medico si attivò e disse: << il
tempo per le visite è terminato. Uscire dalla sala, prego. >>, Obi Wan lo fulminò con lo sguardo
e, rivolto ad Anakin, disse: << torno appena
possibile, riposati. L’infermiera porterà un po’ d’acqua. Vuoi altro? >>,
Anakin guardò il campo di forza, poi chiese:
<< perché la stanza è isolata? Che
cosa è successo? Padme mi ha mentito, vero? >>.
Obi Wan stava per
rispondere, ma un moto di tristezza lo fece desistere. Non era ancora il
momento di rivelare la verità al Prescelto. Si lasciò accompagnare fuori, e
quando fu al di là del campo, disse: << tornerò, Any,
riposa ora. >>, non sentì la risposta di Anakin,
era scivolato nel sonno, soccombendo al virus ancora una volta.
Obi
Wan si diresse verso la sala del Consiglio, aveva una
domanda per il Maestro Yoda.
Yoda stava meditando con un gruppo di Iniziati Jedi di 4 anni, percepì l’arrivo del Maestro Kenobi e si alzò, dicendo: << piccoli, potete
terminare la meditazione. Visite abbiamo >>, i bambini si alzarono dalle
loro posizioni e si sedettero per terra, in attesa.
Obi
Wan entrò nella sala con passo deciso, si fermò
davanti al saggio Yoda e disse: << Maestro, Anakin
è debole, ma resiste ai sedativi ed ha chiesto dell’acqua. Sembra stia
combattendo il virus. >> ,
<< guarire dal virus, il Prescelto non può. Forte egli è, ma non
abbastanza. Tempo di rivelargli la verità, questo è >>, fu la risposta
del Gran Maestro. Obi Wan
lo fulminò con lo sguardo ed uscì dalla stanza, sbattendo la porta, per sfogare
un po’ della sua rabbia. Dopo tutto ciò
che aveva compiuto, ancora non si fida di Anakin?
Scacciando questi pensieri, si diresse, piangendo, verso la stanza di Anakin.
Ancora prima di entrare nell’infermieria,
percepì Luke e Galen. Ricordò il giorno in cui Anakin lo aveva preso come Padawan.
Erano in missione, su Kashiik. Salvare Kento Marek dall’esercito
imperiale si stava rivelando più difficile del previsto, Anakin,
nonostante avesse la sedia a repulsione, riusciva a deflettere i colpi, ma non
tutti andavano a segno. Ad un certo punto, un clone era riuscito a piazzare un
buon colpo verso il Jedi, che era caduto davanti agli
sguardi inorriditi di Anakin ed Obi
Wan.
Gli ultimi cloni rimasti avevano assaporato la furia
di Anakin, morendo sotto le spinte di Forza del Jedi. Obi Wan
stava per richiamare il trasporto per tornare su Mustafar,
quando sentirono un bambino che piangeva, nascosto da qualche parte. Era Galen Nion Marek.
Anakin lo percepì e lo trovò, rassicurandolo. Capì
subito che si trattava del figlio del Jedi caduto e
promise alla Forza che l’avrebbe addestrato.
Facendo una piccola smorfia, cercando di non
lasciare traccia della paura per l’amico, Obi Wan si fece strada lungo il corridoio fino alla stanza di Anakin e, dopo essersi infilato il camice antisettico ed
aver disattivato il campo di forza, osservò Luke sul letto del padre e Galen seduto sulla poltrona a fianco del letto. Anakin sembrava molto debole, un rivolo di sangue raffermo
sotto il naso gli sporcava il viso, gli occhi, vitrei, fissavano il vuoto e
lasciavano intendere che gli fossero rimaste poche ore, eppure stava ridendo
con suo figlio ed il suo Padawan, come se fosse stato
sano come un pesce.
Il Padawan guardò dalla
parte di Obi Wan, l’aveva
percepito, quel ragazzo aveva percezioni più acute persino del Prescelto, lui
ed Anakin erano alla pari e Galen
aveva solo quindici anni! Il Maestro Kenobi entrò ed
i due Jedi scattarono in saluto militare, come veniva
insegnato dopo le Guerre dei Cloni. L’Ordine Jedi
aveva mantenuto una certa disciplina militare, utile per mantenere le regole
all’interno del Tempio.
Anakin
salutò l’amico, alzando debolmente la mano sinistra e gli sorrise, dicendo:
<< Ho il virus delle sette fontane, vero? Il Droide mi ha rivelato tutto,
poco dopo averti fatto uscire. Mi avete tenuto all’oscuro, come sempre. Per
fortuna ho imparato alcune tecniche di guarigione della Forza. Sto meglio,
guarirò. >>, << Anakin, mi dispiace! Il Maestro Yoda ha suggerito di non
dirti niente. Ho perso le speranze dopo la diagnosi >>, fu la risposta di
Obi Wan, piangeva, non
riuscendo a trattenere le lacrime, provava solo rabbia per ciò che la Forza
stava facendo al suo unico Figlio. Anakin prese la
sua mano e disse: << Non voglio che provi rabbia nei confronti della
Forza, maestro. E da quando in qua, ascolti il Maestro Yoda quando si tratta
del tuo vecchio padawan? >>, le ultime parole
gli uscirono come se fossero state le ultime, il jedi
fu scosso in tutto il corpo, poi, restò immobile, fissando il vuoto. Luke si
avvicinò al padre, capendo cosa era appena accaduto e gli chiuse gli occhi, Obi Wan proruppe in un pianto
disperato, tenendo la mano a Luke e Galen.
<< Ed in un momento di grande disperazione, la
Forza manderà un salvatore e sarà chiamato Figlio dei due Soli. Sono qui,
figlio mio, riposa ora. Vivrai, non ti lascio andare, hai ancora molto da fare,
qui. >>, una voce risuonò nella stanza, i tre Jedi
avevano voltato le spalle al corpo vuoto di Anakin e
non videro che aveva appena riaperto gli occhi. Non era morto. Era ancora molto
debole per via del virus, ma ce l’aveva fatta, aveva vinto un’altra battaglia,
la più importante. Rimase a fissare il vuoto per un paio di secondi, la Forza
si era posata su di lui e stava terminando il lavoro che aveva cominciato, lo
stava curando, riuscì solo a dire: << grazie >>, poi fu di nuovo
tutto buio.
Obi
Wan, sentendo le parole della Profezia, si voltò e
gli parve di vedere il petto di Anakin che si alzava
e si abbassava, ritmicamente, naturalmente. Si riscosse, pensando fosse il
respiratore interno che dava ancora segni di funzionamento, ma poi, ricordando
gli eventi di cinque giorni prima: il respiratore si era bloccato in seguito
alla scarica di fulmini di Lord Sidious e Padme, Anakin era stato mantenuto
in vita solo dalla maschera ad ossigeno del sistema di supporto vitale dell’incrociatore
ed attaccato al supporto vitale dell’infermeria, una volta arrivati al tempio.
Il Droide aveva staccato il supporto vitale, dopo aver rilevato che il virus
era già giunto allo stadio finale, allora, come mai Anakin
stava respirando?
<< Galen, controlla
il polso di Anakin, io vado a chiamare Padme e Leia. Luke, attiva il
droide medico. >>, ordinò Obi Wan, appena capì cos’era accaduto. Luke e Galen eseguirono gli ordini, anche se le lacrime
annebbiavano la vista, il maestro Kenobi uscì di
corsa dalla stanza, lasciando il campo di forza inattivo e si diresse negli alloggi
della famiglia Skywalker.
Entrando, trovò Padme che
stava consolando Leia, pose una mano sulla spalla
della Jedi e disse: << Anakin
è vivo. Sta meglio, ora deve solo riposare e si riprenderà presto. Venite con
me. >>, Padme si alzò e Leia
la seguì, come due automi, avevano ormai perso la speranza e la tristezza le
aveva consumate entrambe, una buona notizia le avrebbe di sicuro risvegliate da
quel torpore. Padme fissò Obi
Wan e rispose: << davvero sta meglio? Il droide
medico ha detto tutt’altro, pochi minuti fa, quando sono andata a trovarlo con Leia. Avevo lasciato Luke e Galen
da lui, per dargli un ultimo conforto. Oramai sono rassegnata, Obi Wan >>, Leia la guardò e le strinse la mano, aveva un tocco che
faceva sempre sorridere sua madre, le sue espressioni, i suoi movimenti le
ricordavano Anakin.
Leia
e Luke avevano saputo, dal padre, che la madre era morta durante il parto ma,
la giovane aveva capito subito che Anakin mentiva.
Sapeva che la madre era da qualche parte, nascosta all’Impero, che non poteva
vederli per un motivo valido, per questo aveva superato l’incontro senza
problemi, senza rabbia. Luke, al contrario, non aveva accettato il ritorno
della madre, la rabbia che provava poteva essere cancellata solo da Anakin, entrambi erano molto legati, lo stesso legame di
Forza che lo univa a Padme, lo univa anche al figlio.
Si percepivano in ogni momento, anche quando erano distanti anni luce l’uno
dall’altro.
Mentre camminavano verso la stanza di Anakin, Leia rimase in silenzio,
normalmente parlava troppo, ma le parole non sarebbe servite ad alleviare il
dolore che provava, ora. Aveva litigato con il padre, pochi giorni prima che egli partisse per una
missione da cui poteva non tornare, e lei gli aveva urlato che non voleva più
vederlo, che era stanca di sentirsi dire che doveva dedicarsi con più interesse
allo studio della Forza che a pilotare il caccia, fuori, in mezzo ai pericoli
di Mustafar. Quando volava, si sentiva libera. A volte,
atterrava vicino ad una grotta, uno dei pochi anfratti dove l’aria non era
calda. Lì, si fermava a meditare e poteva restarci ore, senza sentire lo
scorrere del tempo, dedicando ogni parte della sua mente a percepire la Forza
Vivente che, anche su quel pianeta deserto, era presente, forte in tutta la sua
grandezza. Era riuscita a controllare una fontana di lava, a farla muovere
secondo il suo volere, voleva dirlo ad Anakin ma,
ogni volta che parlavano, era sempre per sgridarla per essere uscita dal Tempio
e non aver partecipato alle lezioni di Spada Laser.
Galen
e Luke stavano aiutando Anakin a rialzarsi, dopo
cinque giorni di immobilità. L’impresa non fu facile, << forse è meglio
se resto a letto, Luke. >>, aveva detto Anakin,
dopo vari tentavi di alzarsi dal letto, << come vuoi, padre. Ti voglio
fuori da quel letto, entro le sette! >>, fu la risposta di Luke, ridendo.
Era ciò che gli diceva suo padre tutte le mattine. Galen
era rimasto piuttosto serio e silenzioso, le sue emozioni erano impenetrabili,
riusciva a nasconderle anche al suo Maestro. Uscì dalla stanza, restando sulla
porta, ad osservare il lavoro dei Guaritori Jedi, che
correvano da una parte all’altra dell’infermeria, per prestare soccorso ai
pazienti. Percepì che Obi Wan
e due Jedi stavano venendo da quella parte e rientrò
nella stanza, dicendo: << maestro, abbiamo visite. Obi
Wan sta tornando, ci sono due Jedi
con lui. Non riesco a capire chi possano essere. >>, Anakin
lo guardò, sorridendo, e rispose: << Grazie, padawan.
Forse so chi sono. Luke, se non vuoi vedere Padme,
puoi uscire. Vai. Medita su quanto hai fatto oggi a tua madre. >>,
<< no, padre. Affronterò la rabbia qui e la vincerò. Devo vincere questa
battaglia. Meditare non mi servirebbe, farebbe solo da catalizzatore. Resterò
qui, accanto a te. >>, fu la riposta di Luke, deciso a vincere. Stava combattendo
contro la rabbia da quando, sua madre era corsa via, piangendo, dopo aver visto
il droide medico che staccava il supporto vitale del marito.
Padme
si fermò davanti alla porta della stanza, lasciando che Obi
Wan e Leia entrassero.
Stava rivivendo gli attimi in cui Anakin le aveva
chiesto di sposarla, il loro bacio su Geonosis, prima
di essere incatenati con Obi Wan,
il braccio mozzato di Anakin, il loro matrimonio su Naboo. I ricordi passarono veloci, fino all’incontro su Mustafar, parole che l’aveva toccata nel cuore, poi la
rivelazione su Polis Massa, l’odio che aveva letto negli occhi di Anakin quando era dovuta andare via con Lord Sidious, la Luce che l’aveva accolta quando aveva
pronunciato le parole “ti amo”, sulla Morte Nera, Anakin
che cadeva, colpito dai fulmini del suo maestro. Il marito nel letto dell’infermeria
del Tempio Jedi, la speranza che stava morendo con
lui. Il cuore spezzato, per la seconda volta, quando Luke l’aveva rifiutata. Riprendendosi
da quei ricordi, alzò gli occhi ed incrociò lo sguardo con il figlio. Luke
ricambiò lo sguardo, caldo, lo stesso che lei aveva mostrato ad Anakin, su Mustafar, dieci anni
prima. Sentì il calore che l’avvolgeva, la Forza la stava spingendo verso suo
marito. Si fece coraggio ed entrò, dicendo: << Anakin,
mi dispiace. Io non potevo intuire il piano di Lord Sidious.
Ho sbagliato. Non sono degna di restare qui. >>, Anakin
la osservò, alzò il braccio, indicandole di avvicinarsi, e rispose: << tu
hai fatto il possibile, Amore. Abbiamo sbagliato entrambi, ora dobbiamo solo
restare insieme. Non ti lascio fuggire di nuovo da me. Quanto a me, sto meglio.
Guarirò. Non piangere. Resta vicina a Luke, ha bisogno di te. Ancora qualche
giorno di riposo, poi potrò uscire da qui. >>. Obi
Wan uscì, invitando anche Galen
a fare lo stesso, si allontanarono, lasciando la famiglia nell’intimità che
tanto avevano desiderato da tempo. Il Consiglio Jedi
avrebbe rivisto le norme che regolavano l’obbligo di castità per i suoi
sottoposti ed il Maestro Yoda, forse, avrebbe dato più fiducia al Prescelto.