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Autore: Railen    26/10/2011    6 recensioni
Into The Wild Tour. Shannon Leto sta vivendo la grande avventura di un tour con la sua band, i Thirty Seconds To Mars. Almeno finché la sua strada non incrocerà quella di Remy, ragazza alquanto problematica e con qualche rotella fuori posto. A quel punto si ritroverà a dover fare molte decisioni che renderanno la sua vita molto più complicata del solito.
Lei sapeva di aver a disposizione ancora pochi secondi prima di essere congedata, lasciando che lui concedesse lo stesso sorriso e le stesse domande a qualcun altro. Perciò si avvicinò maggiormente e si allungò per prendere il CD, ma fu solo una manovra per afferrargli il polso. Scattò veloce e si alzò in punta di piedi per arrivare alle sue labbra.
Shannon fu preso completamente in contropiede ed era talmente sorpreso che non capì cosa gli stava succedendo finché le labbra della ragazza non toccarono le sue.
Fu un bacio lieve, per niente pretenzioso. Le labbra calde e morbide della ragazza si modellarono perfettamente su quelle dell’uomo, che non seppe quasi rispondere al bacio.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: look in my eyes, you're killing me.
Genere: Generale, Sentimentale, Drammatico.
Autrice: railen.
Rating: giallo.
Capitolo: eighth chapter ~ Gocce di memoria.
Personaggi: Shannon Leto // Remy (Personaggio inventato)
Note dell’autrice: Non sono in ritardo. MA VA. Eh… SOON di sta pippa ù.ù Però meglio tardi che mai, giusto?
Che dire. Il titolo ha un senso logico, questa volta! E’ una canzone di Giorgia, per chi non lo sapesse. Eh beh, se leggerete il capitolo, ne capirete il senso. 
Se non lo capite… fatevi visitare ù.ù XD
Detto ciò, buona lettura <3

LOOK IN MY EYES
you're killing me

 

Miami. Ormai era tutto il pomeriggio che stavano in spiaggia e Jared ne aveva approfittato per fare qualche ripresa che voleva mettere nel video di Closer To The Edge.
Il sole stava tramontando e la band si era adoperata per fare un falò.
Jared sembrava aver accettato la presenza di Remy, tanto che non aveva detto niente quando lei era arrivata ed era andata verso Shannon. Anzi, dopo un po’ era stato lo stesso batterista a stufarsi delle occhiate cliniche che il fratello lanciava in loro direzione, così si era alzato, aveva preso Remy per mano ed erano andati a fare una passeggiata.
Remy era attualmente impegnata a saltellare sulla spiaggia, lasciando impronte sulla terra bagnata che poi venivano cancellate subito dopo dall’arrivo delle onde. Shannon, dietro di lei, la seguiva lentamente e rideva di tutta la gioia che sprizzava la ragazza. Aveva abbandonato le scarpe e le calze vicino al falò, arrotolato i pantaloni in modo da non bagnarseli e come al solito portava una canotta larghissima, grigio scuro. Gli occhi erano coperti dai Carrera con la montatura arancione.
Remy si voltò, camminando all’indietro. Allargò le braccia in una sorta di sbeffeggiamento ma anche in un chiaro invito a farsi abbracciare.
«Ehi! I quarant’anni si fanno sentire, forse?». Saltellò ridendo. «Sei lento!».
Shannon scattò immediatamente, colpito nell’orgoglio. Ad averli quarant’anni come li portava lui. In poco raggiunse la ragazza che non aveva tentato in nessun modo di scappare.Aveva solo allungato le braccia nel vano tentativo di tenerlo lontano. Shannon la prese per i polsi, l’attirò a sé e poi le sue mani andarono ai fianchi, sollevandola. Remy si aggrappò a lui ridendo.
«Chi è vecchio, scusa?».
Goffamente si incamminò verso il mare. La ragazza raccolse istintivamente le gambe per non bagnarsi, lasciando che l’uomo sostenesse tutto il suo peso. Shannon provò a lasciarla cadere, ma lei si teneva a lui.
«Se cado io, vieni con me!», lo minacciò.
«Sicura?». Shannon portò le mani a quelle della ragazza che si erano intrecciate dietro la sua nuca. Provò a staccarle e quando ci riuscì, si accorse di avere le gambe intorno alla vita.
La lotta non durò molto. Shannon si sbilanciò all’improvviso, mentre tentava di staccarsela di dosso.
Caddero nell’acqua poco profonda e si rialzarono velocemente. Remy era completamente fradicia, mentre Shannon aveva solo le gambe bagnate.
L’uomo scoppiò a ridere nel vedere la faccia sorpresa di lei, che teneva la bocca aperta guardandolo, con i capelli appiccicati al viso.
Indietreggiò e scappò verso la spiaggia, immediatamente inseguito da lei che gli fu addosso in breve tempo. Shannon si voltò con un sorrisone a piegargli le labbra piene, l’afferrò per i fianchi e si lasciò cadere a terra. Remy lo seguì, avvinghiata a lui.
Rotolarono sulla sabbia e l’uomo ebbe la meglio, ritrovandosi sopra di lei.
La osservò per qualche istante, troneggiando su di lei. Aveva qualche ciocca dorata attaccata alle guance mentre altre erano sparse sulla sabbia, sporche di granelli.
Shannon le scostò quelle attaccate al viso, mentre lei intrecciava le dita dietro alla nuca di lui. Si sporse a baciarle le labbra, la mano sinistra a toglierle i Rayban che ne coprivano gli occhi, mentre la destra prese a percorrere le poche curve che aveva.
La lingua di Remy non trovò difficoltà ad entrare nella bocca di Shannon, che non si fece assolutamente pregare. Quando si staccarono, le labbra dell’uomo scesero sul collo, la mancina andò stringerle un seno da sopra la maglietta rossa che indossava e la destra si stava occupando del bottone dei jeans.
«Shannon», mugugnò Remy controvoglia. «Non è il caso… Non siamo soli sulla spiaggia».
«Ma adesso non c’è nessuno qui…».
Quello dell’uomo fu appena un sussurro, mentre la sua mano si faceva spazio all’interno delle mutandine della ragazza.
Remy sospirò e chiuse gli occhi, allargando maggiormente le gambe per permettere all’uomo un maggiore spazio di manovra.
Voltò il viso, mentre le mani trattenevano i capelli di Shannon.
«Oh cazzo, stanno arrivando Emma e Jared!».
L’uomo si alzò di scatto e tolse la mano dall’occupazione precedente. Si guardò in giro senza scorgere nessuno.
Remy rise e sfuggì dall’uomo, rotolando su un fianco.
Shannon si diede qualche secondo per riprendere fiato e rallentare il ritmo del cuore. Non era bello farsi beccare dal proprio fratello e dalla sua assistente in atteggiamenti intimi con una ragazza. Jared sarebbe morto cieco.
Si adagiò sulle ginocchia e fissò Remy poco lontana da lui, impegnata a ridere.
«Mi stavi prendendo per il culo».
«Mi sembra ovvio».
L’uomo le si avvicinò e con uno scatto rapido le tolse gli occhiali da sole che rivelarono le pupille fini come aghi. Il fatto che lei continuasse a sorridere innocentemente lo faceva arrabbiare più di tutto il resto.
«Sei strafatta».
«Che novità, vero?». Il sorriso le si allargò.
«Avevi detto che quando sei con me preferisci non essere sotto l’effetto della droga».
«E’ vero, però non posso resistere a lungo senza».
Shannon contrasse la mascella e lanciò gli occhiali da sole sulla spiaggia. Si alzò subito, pronto ad allontanarsi.
«Ho capito e hai ragione. D’ora in poi fai quel cazzo che vuoi, mi sono rotto di dovermi preoccupare per qualcosa che non sono in grado di risolvere».
Prima che potesse avanzare, Remy lo afferrò per un polso. Quando si voltò lesse la sua espressione dura.
«Era ora che ci arrivassi, Shannon». Si alzò in piedi, lasciandolo andare.
L’uomo tornò sui suoi passi, deciso a mollarla lì e a tornare dai suoi amici. Doveva distrarsi in qualche modo e magari, se ci riusciva, doveva anche divertirsi.
«Lo so che mi disprezzi e che mi odi». La voce della ragazza gli arrivò distinta alle orecchie. Si fermò senza però tornare indietro e senza guardarla. «Ma tu vuoi qualcosa che non c’è, Shannon. Tu, come me, odi la mia infinita debolezza che non mi permette di combattere».
A quel punto Shannon invertì la marcia e tornò da lei. Quando le fu davanti, le prese il viso tra le mani con forza e Remy si aggrappò ai suoi polsi.
«Tu non hai idea di quanto sia difficile stare a guardarti quando ti fai del male. Se ti rendessi conto di quanto sei bella e vitale senza droga, senza troppi problemi…».
Le sfiorò le labbra con un bacio gentile. «Sono qui per aiutarti eppure sembra che la mia presenza ti dia fastidio».
Remy non rispose. Se avesse detto che non le dava fastidio il comportamento morboso che aveva nei suoi confronti, avrebbe mentito. A volte voleva semplicemente che sparisse, ma le volte che lo voleva accanto erano di più. Voleva lasciarlo andare ma allo stesso tempo lo voleva.
Il suo era un comportamento egoista.
Oltretutto non si aspettava che Shannon fosse così. Avrebbe dovuto mandarla a quel paese, come avrebbe fatto Jared. Sarebbe stato meno complicato per entrambi.
Si allontanò dalla sua stretta e l’uomo la lasciò andare. Si sedette sulla sabbia e strattonò Shannon per un polso, che la guardò interrogativo.
«Tu vuoi sapere come mi sento, giusto? Sono disposta a raccontartelo, se ti metti qui, sdraiato sulla spiaggia insieme a me e mi ascolti».
Forse non era capace di fare il duro. O forse la curiosità era più forte del suo orgoglio. Fatto sta che Shannon si sedette al suo fianco, poi si sdraiò e incrociò le mani sulla pancia.
«Così va bene?».
«Perfetto».
Remy gattonò intorno a lui e si sdraiò nel senso inverso al suo, in modo che avessero le teste vicine. Allargò le braccia e sospirò quando sentì la mano di Shannon che prendeva la sua. Voleva dimostrarle che lui era lì e che non l’aveva abbandonata anche se avrebbe dovuto farlo.
«La prima volta che ho fatto uso di eroina», disse la ragazza con un tono basso e lieve, come se avesse paura che qualcuno oltre a Shannon la sentisse, «è stato durante una delle uscite con le compagne dell’ospedale psichiatrico. Eravamo andate in un bar a prendere qualcosa da mangiare. Era giusto per passeggiare e per farci prendere un po’ d’aria. Entrammo in questo locale e ognuno di noi prese qualcosa, poi ci sedemmo. Io ero di fianco alla vetrata e osservavo fuori, così notai quello che stava succedendo».
L’uomo fissava il cielo, ma avrebbe tanto voluto guardare Remy in faccia per poter leggere le sue emozioni. Forse era quello il motivo della strana posizione in cui si trovavano: la ragazza non voleva che Shannon entrasse nella sua anima ora che la stava mettendo a nudo.
«C’erano dei ragazzi, lì fuori. Uno era uno spacciatore e poi c’erano due ragazzini che avranno avuto al massimo sedici anni. Li ho guardati per parecchio. Sembravano agitati, mentre aspettavano la loro roba. Quando lo scambio è avvenuto, sono spariti. Sono rimasta a guardare lo spacciatore con questa strana idea in testa… Prima di allora non avevo mai provato della droga, però avevo letto parecchio sull’argomento e c’era chi diceva che in qualche modo ti fa stare bene. E io avevo bisogno solo di quello».
Si fermò un secondo, i pensieri altrove. Non era più lì, non stava più tenendo la mano di Shannon, non c’era più il suono della risacca delle onde sulla spiaggia.
Era tornata nella sua città Natale e si era appena alzata dal tavolo del bar per andare fuori.
«Andai a fumare fuori dal locale e mi misi a fissare quel tipo. Si accorse di me e della mia occhiata. Non sapevo cosa volevo fare di preciso, ma alla fine attraversò la strada e venne da me. E con un sorriso rassicurante mi salutò e mi chiese: “vuoi qualcosa?”».
Chiuse gli occhi e a quel punto fissava il volto del giovane ragazzo davanti a lei. Aveva un paio di anni in più, i capelli biondo cenere e grandi occhi caldi color nocciola. Quel sorriso rassicurante poi, su un volto apparentemente innocente erano l’arma migliore che possedeva. Chi poteva non fidarsi di un viso simile?
«Gli ho detto che avevo bisogno di calmarmi, di rilassarmi e mi ha risposto che aveva del valium. Ho rifiutato perché già me lo davano in ospedale, perciò ho chiesto se aveva qualcosa di più forte e ha tirato fuori una bustina con dell’eroina». Rise al ricordo, poi proseguì. «Quando la presi, mi tremava la mano, perciò il ragazzo capì subito che era la mia prima esperienza e mi spiegò cosa dovevo fare e come dovevo farlo. Nessuno si era accorto di quello scambio, perciò tornai normalmente all’ospedale, quasi eccitata all’idea di provare l’eroina».
Smise di parlare e aprì gli occhi, stringendo ulteriormente la mano a Shannon per accertarsi della sua presenza. Il suo corpo era lì, ma la mente chissà dove si era cacciata. Beh, non l’avrebbe disturbato, ma sarebbe andata avanti con il racconto.
«Sai tutte quelle cazzate che si raccontano i drogati? “La provo una volta e mai più”. Beh, è proprio una cazzata. Una volta che la provi stai fin troppo bene e quando passa l’effetto, la rivuoi perché tutta la merda è ancora lì, è tornata. Dopo quella prima volta, l’effetto è durato quasi una settimana. Stavo bene, veramente bene. Ero talmente pacifica da non creare alcun disturbo a nessuno, anche le infermiere ne erano stupite. Ma come tutte le cose belle, alla fine l’effetto è finito e sono diventata più irrequieta di prima».
Si alzò, sollevando il busto. Shannon la imitò, ma lei ormai era già in piedi e gli stava porgendo la mano. «Inutile dire che ho continuato. Quando uscivamo per la solita gita il mio spacciatore era lì. E quando ho capito che le uscite settimanali non mi bastavano… beh, ho incominciato a telefonargli e in un’ora lui era all’ospedale come visitatore. Un giretto nel parco e io mi ritrovavo con l’eroina nella tasca dei jeans».
L’uomo fissò la mano che la ragazza gli porgeva.
«Che vuoi?».
«Dobbiamo andare. Ci staranno cercando e tra poco Jared ti chiamerà, ne sono sicura. Magari crede che ti abbia ucciso per poi nascondere il corpo».
Shannon sbuffò insoddisfatto.
«Manca ancora una cosa al tuo racconto», precisò fissandola negli occhi chiari. «Il motivo».
«Che vuoi che ti dica… stare in un ospedale psichiatrico è deprimente».
«Immagino. Ma volevo sapere il motivo vero. E vorrei capire cosa c’entra la tua famiglia in tutto questo».
Il sorriso beffardo di Remy vacillò. «Allora mettiti l’anima in pace perché non te lo dirò mai. Le motivazioni moriranno insieme a me».
A lei non disturbava parlare di sé stessa in quel modo, perché pensava che tutti dovevano morire prima o poi, di qualsiasi cosa. Anche se avesse smesso con l’eroina e fosse riuscita a diventare una dolce nonnina novantenne, prima o poi sarebbe morta. Ma a Shannon quelle parole facevano rabbrividire perché sembravano troppo vicine, come se fossero dietro l’angolo ad aspettarla.
Remy scrollò le spalle guardando uno Shannon sovrappensiero e lo precedette, almeno finché non sentì la suoneria dell’iPhone dell’uomo. Si voltò incuriosita nel momento in cui lui lo estraeva dalla tasca e dava un’occhiata allo schermo.
Guardo lei e inarcò un sopracciglio, esasperato. La ragazza nascose un sorriso: come aveva previsto, Jared aveva chiamato.
Shannon rispose immediatamente. «Stiamo arrivando, nessuno è stato ucciso».
Ma a Jared non interessava se il corpo di Shannon giaceva o no in fondo al mare. «TI HANNO FOTTUTO LA BICICLETTA, IMBECILLE! ALMENO L’AVEVI LEGATA?».
Il fratello maggiore rimase stordito ma riuscì a recuperare tutte le parole, ad abbassarle di tono e a metterle a posto formando una frase di senso compiuto.
«Ma che cazzo…? Certo che l’avevo legata! Me l’hanno fregata? Ma porca…».
Si passò una mano tra i capelli, cercando di placare l’ira e la vendetta che sentiva salire dallo stomaco e gli stavano imporporando le guance.
«Sto arrivando. Aspettatemi».
Chiuse la chiamata e raggiunse Remy che teneva gli occhi incollati sullo schermo del Blackberry che sembrava funzionare anche dopo il tuffo in mare. L’afferrò per mano senza troppi complimenti e la trascinò con sé.
«Un figlio di puttana mi ha fottuto la bicicletta», imprecò arrabbiato. La sua bicicletta. Non era una semplice bici, aveva un valore affettivo. Era anche la bicicletta che aveva usato per Kings and Queens, quindi era doppiamente importante.
«Oh, lo so». E passò il Blackberry a Shannon a cui saltarono subito all’occhio due tweets del fratello incazzato a morte con chiunque avesse osato tanto. Addirittura scatenava gli Echelon alla ricerca del bastardo che se fosse stato beccato in fragrante avrebbe avuto ben poca vita di cui godere.
Davanti all’imbecillità di suo fratello non poté fare a meno di ridere. Ci mancava solo quella, in effetti. Non solo aveva sulle spalle il macigno della storia di Remy più un pizzico di curiosità per capire cosa avesse scatenato la ragazza a fare un passo del genere; ci mancava anche la bicicletta rubata.
Ripassò lo Smartphone alla ragazza e le lasciò la mano per poi cingerla per le spalle, avvicinandola a sé. Sfregò una guancia sui suoi capelli e lei si aggrappò alla sua canotta.
Remy si sentiva meglio. Non aveva mai parlato a nessuno di quello che le succedeva, ben pochi sapevano che lei era una drogata. Ma ora Shannon era a conoscenza del perché ne abusasse, anche se questo non voleva dire che lo avrebbe accettato.
Però al momento sorrideva e stare stretta all’abbraccio dell’uomo le faceva bene.
Questo perché non sospettava nemmeno lontanamente quello che Shannon aveva intenzione di fare.

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Lo so. Come al solito sono una ritardataria assurda. E il bello è che ho anche qualche capitolo scritto, solo che ogni volta mi dimentico di postare D: Mi dimentico, mi faccio distrarre… son un cado disperato. Rinchiudetemi insieme a Jared e al Very Soon XD
Ma sono qui! Non prometto di aggiornare con regolarità in futuro, anche perché scrivo solo quando ne ho veramente voglia come è giusto che sia, sennò piango dalla frustrazione ù_ù Ma che poi sto lavorando anche a nuove FF! E’ un casino, tante idee e poco tempo per scriverle. O meglio, poco tempo tra Facebook, Twitter, GDR, blog di musica… un po’ un casino ._.
A tal proposito ho scritto una FF HOT (*__*). Ve la linko, si sa mai che vi viene voglia di leggerla:  je t’enculerai comme le diable.
Detto ciò, sperando che questo capitolo triste e demenziale vi sia piaciuto, passiamo alla parte che più mi piace, i ringraziamenti <3

Flo: O Ire ò_ò Come ti chiamo? XD Ma guarda che ci sono almeno 98543653593657963 persone più brave di me a scrivere, io non sono niente di che XD Massììììì, Jared che rompe le palle per sapere cosa fa Shannon nel suo tempo libero, con una ragazza che gli gira intorno è copsa da tutti i giorni XD Se poi si fanno certi festini sul tour bus… XD Io so che tu sai. Cioè, tu sai che io so. Manco mi ricordo quello che ho fatto ieri ma va bene xD Kisses <3
Giulls: Awwwww, non ti perdo perché non ti ho in mio possesso ù_ù e perché sono una persona ordinata XD Non ho più dinero nel cellulare, sennò ti messaggerei ancora ç__ç Sai che per BTMYH ho ricevuto lamentele che dicevano che non aggiorno da un anno e un mese? Mi ha fatto sentire uno schifo ._. Va beh, spero che ti piaccia questo capitolo <3 Ti voglio bene, tesoro!
CutePoison83: Io la continuo l’FF ù__ù tutto sta poi nel vedere quanto ci metto ad aggiornare XD ARGH! GT! D: Li odio, non posso farci niente ._. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo *-* <3
Rò: Non fare la stupita quando torno, mi fai sentire di merda ç_ç Lo so di essere un’assenteista, ma così me lo fai notare troppo XD Io torno sempre, solo che non si sa quando XD Però mi capisci e quindi ne sono felice *__* *rotola di felicità su un prato appena tagliato* D: Ma sai che anch’io vorrei scrivere di notte? Solo che non ho un portatile e il computer fa un casino assurdo e se i miei mi beccano al pc, mi tagliano le mani *fissa i moncherini*
ROMA T___T Volevo venire anch’io, ma le poche finanze me l’hanno impedito. Ho sentito parecchi resoconti sul concerto e di Jared mezzo morto. Non che a Milano stesse meglio, ad un certo punto ha dovuto sputare con molta nonchalance perché era arrivato al limite ._. ma almeno CTTE l’ha cantata senza l’aiuto di Antoine (ma con l’aiuto degli Echelon XD). Però anche se malato è una forza della natura. Ma anche Shanon, Tomo e Tim… oddio, li amo ç_ç
Ma ora passiamo al capitolo ù_ù mica scrivo per niente, eh XD
Ora sai qualcosa del passato di Remy. Okay, non sai le motivazioni che ci sono dietro, ma sai com’è arrivata alla droga! Prestissimo (in termine di capitoli, in termine di tempo non si sa xD) avrai tutte le risposte possibili ù_ù Uhauahauahauahauha, i fratelli sono fighi XD Insomma, so cosa significa avere dei fratelli (e io e mio fratello maggiore abbiamo gli stessi segni zodiacali di Shannon e Jared, quindi do DOPPIAMENTE cosa si prova xD) perciò so descrivere un rapporto di questo tipo. Poi chissà se Jay e Shan sono davvero così demenziali. Secondo me sono anche peggio D:
Non solo ho capito la recensione, l’ho anche commentata XDDD Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo e che recensirai perché mi fa un sacco piacere *__* <3
R Artemis: Sono contenta che questa storia è WOW, anche se ci metto anni ad aggiornare D: Beh, le santarelline hanno rotto le scatole ù_ù volevo qualcuno fuori dagli schemi e comunque la storia che avevo pensato e che sto scrivendo la richiedeva :) Beh, Jared e Shannon si vede anche ad occhio nudo quanto siano protettivi l’uno verso l’altro, non è difficile scrivere tutto questo <3 Grazie mille per tutti i complimenti e perdona il ritardo ç_ç

   
 
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