26/10/2011
5 recensioniFuture’s
Ways
(What if…?)
« Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni ».
Eleanor Roosevelt
« Il futuro è sempre davanti a noi, invisibile.
Getta la sua ombra ai nostri piedi, inavvertita ».
Piero Scanziani
(What if…?)
« Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni ».
Eleanor Roosevelt
« Il futuro è sempre davanti a noi, invisibile.
Getta la sua ombra ai nostri piedi, inavvertita ».
Piero Scanziani
[Nico Robin] Porti di mare
Nico Robin aveva sempre desiderato che la sua vita si riempisse di qualcosa – amici, famiglia, avventure che fossero.
E ora che aveva tutto quello, e per giunta tutto arrivato nel medesimo istante, si ritrovò a pensare che forse la vita da raminga solitaria non era poi così male.
Il problema era che aveva anche potuto sopportare un’intera ciurma di scalmanati con cui andarsene in giro per qualche anno – soprassedendo sui vari crepacuore che le causavano –, ma aveva sperato che nel tempo sarebbero cambiati… almeno un po’; che, raggiunti i propri scopi, avrebbero messo la cosiddetta “testa al posto”, realizzando magari qualche progetto utile.
Ovviamente non aveva potuto essere più in errore di così.
Robin sospirò, mentre apriva di scatto il libro della collana “I misteri dei Poignee Griffe” che lei stessa curava con l’aiuto di Dragon; stava per mettersi all’opera con un nuovo libro dedicato alle scoperte effettuate in quegli anni sui 100 secoli di buio, ma continuando di quel passo non ci sarebbe mai riuscita.
Il soffitto dello studio-sotterraneo a Water Seven tremava incessantemente da un buon quarto d’ora, cosa che le causava sempre un’intensa emicrania. E, se parte del problema era Frankie con i suoi aggeggi meccanici, l’altra abbondante parte riguardava ben quattro esagitati che scalpicciavano per tutta la casa, sbattendo cose – o in alternativa se stessi – contro le pareti.
«Raftel, o l’isola della morte grigia, è uno dei luoghi più inospitali del Nuovo Mondo…» cominciò a leggere i suoi appunti ad alta voce, sperando di coprire le urla del piano di sopra.
Speranza vana, ovviamente.
Con uno sbuffo, si scostò la lunga frangia scura dagli occhi chiari – aveva deciso di tenerla, nonostante il taglio assolutamente corto fatto dopo l’ultima, drammatica avventura a Baltigo – e aprì la porta con il Fior Fior, risalendo le scale proprio lo stesso istante in cui un ragazzetto sui cinque anni le finiva sulle gambe a velocità inaudita.
«Dunque?» Fece, con le mani sui fianchi.
Il ragazzino aveva corti capelli neri sparati in tutte le direzioni e occhialoni da aviatore attorno al collo «Non è stata colpa mia, Nico!» Esalò subito, indicando un punto non meglio definito dietro di lui.
Robin roteò gli occhi al cielo, mentre Frankie se la rideva giusto passando di là «Almeno non ha fatto esplodere niente come ieri, dovresti esserne grata!» Esclamò, continuando a ridacchiare. «Tu, ometto! Che ne dici di aiutare lo zio Frankie con questa diavoleria?»
Robin non fece in tempo ad azzardare frase che quella peste quasi gli scattò in braccio, finendo inevitabilmente dentro il cesto che Frankie trasportava.
Tale padre…
Tuttavia non si faceva illusioni: vincere una battaglia, non voleva dire vincere la guerra; era sicuro che quegli altri tre fossero in agguato dietro qualche angolo, pronti a rompere qualche altro soprammobile.
Con un ghigno che ricordava molto la Nico Robin ricercata dalla legge, sussurrò qualcosa e tre paia di mani spuntarono dalle spalle dei poveri malcapitati, apostati in bell’ordine dietro al primo angolo, a una pianta e al mucchio di ferraglia del carpentiere.
Una bambina dai cipiglio guerresco e occhi azzurro intenso scattò a liberarsi della presa, finendo a caduta libera sul pavimento, mentre l’altro – leggermente più grande e con lunghi capelli azzurri – si limitò a farsi trascinare placidamente verso la punizione.
«Oh, eccovi qui voi due!» Esclamò la donna, ridacchiando. «Fatta male?» Domandò alla bambina sui cinque anni che si limitò a guardarla orgogliosamente, senza battere ciglio
Il ragazzino scrollò le spalle «Lo dicevo a quel tonto di Ace di non fare casino! Mamma, comunque potresti evitare di scarrozzarmi in giro ogni volta?»
Il ghigno sul viso di Robin si allargò «Sapete che è ora di pulire il mio studio?» Fece, mentre quei due sparivano inghiottiti dalle scale, borbottando.
Robin rise sommessamente, poi scrollò la testa all’indirizzo della quarta persona ancora appesa nel vuoto.
«Dici che posso scendere prima di domani?» Mugugnò Rufy, con le braccia incrociate.
L’altro sospirò: casa sua era un vero porto di mare, però non era possibile che – tutte le volte – la persona più disastrosa fosse il più grande pirata di tutti i tempi.
Angolo autore:
667 parole. Che roba è, una flash? Diciamo di sì va. E diciamo anche che tirerò fuori una bella raccolta – come al solito – di tenere flash futuristiche, in cui tirerò fuori tutta la mia fantasia sul futuro della ciurma! Yeeh! *Tutti si suicidano*
Bene, allora. Da “pochi” dettagli, si evince che Robin convive con Frankie a Water Seven, l’idea mi piace sempre, e hanno due figli… mmh, come li vogliamo chiamare? Indico un concorso! :D Ditemi le vostre idee, sono curiosa!
E ovviamente i più pestiferi sono Rufy e famiglia – in questo caso un pargolo di 5 anni che ha un nome molto originale, devo dire… con chi può averlo fatto? °O° Cosa vi piacerebbe?
Fatemi sapere!
Ovviamente sparate tutti i commenti che vi pare, comprese le critiche, non vedo l’ora!
Vi ammo, alla prossima!