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Autore: annalisaechelon    26/10/2011    5 recensioni
"Lui era lì, dentro quel computer, a sorriderle. Lui era lì, dentro quell’i-pod, a cantarle tutto il suo amore. Lei viveva di questo, quasi come fosse il suo ossigeno, perché lui, solo lui le permetteva di vivere ancora."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Pronto? – gridò per telefono – Chi è? Non si sente niente! – riprovò Jen.
- Ehi, sono io, Nick! – rispose così la persona dall’altro capo del telefono, dall’altro capo del mondo.
- Nick, Nick? – pensò velocemente - Nicolas? – un’espressione di stupore si formò immediatamente sul suo viso.
- Jen, sì, sono io! – anch’egli assunse uno sguardo sereno.
- Ma quanto tempo è passato? Un decennio forse? – rise.
Nick era sempre stato il suo migliore amico, da ancor prima che arrivasse Lexie, lui era cresciuto con lei, aveva vissuto insieme a lei momenti indimenticabili e i due avevano condiviso tutto quello che due ragazzini di circa dieci anni desideravano scoprire con qualcuno, non con un qualcuno qualsiasi, ma di fidato. Si erano dovuti separare molto presto, prima che i due potessero compiere diciott’anni, quando i genitori di Nick decisero di trasferirsi in Italia, dato che avevano lì alcune proprietà e un nuovo lavoro stabile per il padre. Avevano continuato a sentirsi per lungo tempo, ma col passare degli anni, tutto era mutato. Si erano persi di vista, avevano smesso di scriversi, di telefonarsi e il loro legame era andato sgretolandosi, sempre di più.
- Non un decennio, ma quasi! Ho troppe cose da raccontarti, ma innanzi tutto devi sapere che la settimana prossima sarò lì, torno lì, non per molto, credo circa un mesetto, devo sistemare alcune cose..
- Nick, ascoltami! – fece lei scandendo ogni parola – ma tu hai capito cosa mi è successo? – si emozionò.
- Jared Leto, eh? Cazzo Jen, ma hai visto che ce l’hai fatta? E ti preoccupavi di ogni cosa! Ma la tua sensazione, la tua sensazione di appartenergli era vera ed ora, ora sono ancor più orgoglioso di te! – sorrise.
- Non vedo l’ora di abbracciarti, Nick.. – la voce si calmò.
- Ci rivedremo presto.. – concluse.
Voltandosi vide Jared fissarla da lontano. Uno sguardo tetro aveva invaso il suo viso, gli occhi si erano incupiti ed aveva assunto un’espressione nervosa, o più che altro, gelosa. Non sapeva dell’esistenza di Nick e non aveva idea di cosa immaginarsi. I due erano cresciuti insieme, avevano vissuto le prime esperienze insieme, si erano scoperti insieme negli anni dell’innocenza. Lui si reggeva al muro, appoggiato all’entrata della stanza, accanto alla porta, mentre lei lo guardava divertita seduta sul letto.
- Non sarai mica geloso? – lo prese un po’ in giro.
- No! – fece lui, nascondendo la verità.
- E dai! Smettila, scemo! Non hai sentito cos’ho detto?
- Si.. – dichiarò.
- Hai pure origliato la telefonata allora! – rise ancora di gusto, fingendosi arrabbiata.
- Ehm.. non volevo, è capitato, ero qui dietro.. – si giustificò, temendo una brusca reazione da parte di Jen, sapeva che lei era una donna forte.
- Sto scherzando scemo, io non ho segreti con te! – gli si avvicinò con sguardo malizioso, fiondandogli improvvisamente una cuscinata in faccia.
- Ah, no? – domandò preso dal dubbio.
- No, sono seria! – i suoi occhi esprimevano la sincerità della sua affermazione.
Jared prese il cuscino e glielo sbattè addosso, una, due, tre volte. Si buttarono sul letto, dichiarandosi guerra. Continuarono così per lungo tempo, infilandosi sotto le coperte, facendosi il solletico, stuzzicandosi nei punti deboli. Si abbracciarono a letto, si strinsero forte, mentre fuori una pioggia insistente dominava le strade e bagnava le case. Jared accese lo stereo, mise una canzone bizzarra, movimentata, si alzò in piedi sul letto, inizialmente cominciò a saltare, poi prese a ballare come un deficiente, si muoveva, cercava d’imitare qualche passo di danza, si rigettò sul letto prendendo la mano di Jen.
- Non continuo senza te! – la sua voce sensuale.
- Meglio! – imbarazzatissima, fece per nascondersi sotto il piumone.
La tirò in piedi e si mise a ballare con lei, finirono per prendersi in giro a vicenda e, scendendo dal letto, proseguirono a rincorrersi per tutta la casa. Quando giunsero ad una tregua, si sedettero a tavola nel salone, si guardarono male, fecero un lungo respiro, quando poi si alzarono dalle sedie per corrersi incontro. Lui le fermò la mano, prendendola per i fianchi, lei lo colse vicino al bacino e, mentre si avvolgevano in un unico corpo, si persero in un lungo bacio.
- La devi smettere di farti amare così! – scherzò lui.
- Mi ami? – chiese scherzosamente.
- Si.. – rispose lui.
- Quanto?  - prese tempo -Tanto?
- Tantissimo.. – la prese ancora tra le braccia e la strinse a sé.
Dopo poco si misero a lavoro, si sedettero alla scrivania nello studio di Jared e lui cominciò a buttare giù qualche altra riga per la nuova canzone, inventando qualche altra nota. Jen l’osservava incantata, mentre lui con occhi fermi e mente concentrata, pensava al suo lavoro che s’intrecciava con la sua passione più grande, quella per la musica. Con il computer davanti, con cui avrebbe dovuto segnare tutti i nuovi dati, cercava di non distrarsi nel guardarlo, ma i suoi occhi si catapultavano sempre sul suo viso. Lo vedeva muoversi i capelli, scostare quelle ciocche che gli cadevano sulla fronte, strofinarsi gli occhi stanchi, giocherellare con la sua chitarra preferita. Era quello Jared Leto. Un uomo di grande amore e dedizione, nient’altro. Solo la donna giusta sarebbe riuscita a tirare fuori queste caratteristiche da lui, quelle che costituivano la sua vera personalità. E Jen, come risaputo, era quella donna. All’improvviso, interruppe il silenzio, pronunciando a voce bassa, parole di speranza.
- Lo vuoi ancora quel bambino?
Lui alzò lo sguardo, fissandola con gli occhi luminosi, le prese il viso per il mento e accarezzandole una guancia, le rispose.
- Senza ombra di dubbio..
Continuarono a dedicarsi al loro nuovo impegno, ma con un sorriso in più sulle labbra, con una consapevolezza in più, quella che, un giorno, non sarebbero stati più solo in due.

  
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