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Autore: Suicidal_Love    26/10/2011    4 recensioni
Con una mano me le asciugai distrattamente, maledicendomi per non aver portato una birra o una qualsiasi bottiglia ad alto contenuto alcolico che avrebbe corroso il mio fegato prima che in un istinto suicida avrei consegnato la mia anima a Lucifero in persona esclamando un sentito ‘fanne ciò che vuoi, è tua ora’. (Castiel/Dean)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Titolo: Exaggerating

Autrice: suicidal_love

Paring: Castiel/Dean

Rating: Verde

Avvertenze: Comico – One-Shot – Fluff – Slash

Note: I personaggi non mi appartengono e la fanfic non è stata scritta a scopo di lucro ma solo per personale divertimento. Ho ripreso alcuni fatti della quinta e sesta stagione, riportando però alcune piccole modifiche per questa storia senza pretese. Spero vi piaccia. Ja ne!

 

 

EXAGGERATING

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Avevo lasciato l’Impala all’ombra, ma salire a bordo sarebbe stato ugualmente come entrare in un forno. Aprii la portiera e, girata la chiave d’accensione, misi in moto il condizionatore. Poco lontano si vedeva la casa e il deposito d'auto da rottamare di Bobby e lasciai che la mia mente scivolasse in uno stato di semi incoscienza provocato dal troppo alcol che avevo ingerito nelle ultime due ore.

Varie gocce di sudore corsero lungo la mia fronte, carezzando la pelle, per poi proseguire verso le palpebre, bagnando le ciglia.

Con una mano me le asciugai distrattamente, maledicendomi per non aver portato una birra o una qualsiasi bottiglia ad alto contenuto alcolico che avrebbe corroso il mio fegato prima che in un istinto suicida avrei consegnato la mia anima a Lucifero in persona esclamando un sentito ‘fanne ciò che vuoi, è tua ora’.

Peccato che non avrei potuto farlo perché da idiota avevo scongiurato l’anno prima l’apocalisse, decidendo anche che era meglio sopravvivere invece che incontrare il creatore per un meritato riposo eterno.

Inclinai di poco il sedile e corrugai la fronte infastidito dal contatto della mia pelle con quella del sedile rovente.

Già. Non portavo nessuna maglietta perché nell’uscire da quella stanza incriminata, non avevo badato ad altro che ad un paio di pantaloni e le scarpe che a loro volta erano su quel pavimento maledetto come a burlarsi di quell’atto avventato.

“Fottuti pantaloni” ringhiai tirandoli, tanto perché ormai se me la fossi presa con me stesso avrei sicuramente scatenato le ire del mio caro fratellino, già troppo impegnato con i suoi incontri fantasma con l’adorabile ex compagno di gabbia alias Lucifero sono una visione.

Sbuffai pesantemente e chiusi gli occhi tentando di non pensare all’afa che mi stava schiacciando in quel sedile d’auto, ma soprattutto pensavo al perché quella dannata aria condizionata non funzionasse … ah … era rotta. Perfetto, pensai poggiando le gambe sul volante incrociando le braccia al petto.

Subito mi ricordai di come quella mattina per un fortuito caso Castiel aveva deciso di comparire nella mia stanza e mi fosse saltato addosso. Sì avete capito bene … ‘Castiel io sono vergine e immacolato’ non solo mi aveva molestato, ma aveva osato addirittura violare il mio intimo, creandomi una sensazione piacevole, sicuramente opera dei suoi trucchi magici da Harry Potter angelico.

Poi come se non bastasse, come se fossi una prostituta si era alzato aggiustandosi la camicia con espressione … beh senza espressione e mi aveva guardato facendo un piccolo cenno con il capo.

“Era l’unico modo per legarti a me” aveva detto prima di sparire in un battito d’ali che giuro, un giorno faranno parte di un piumone invernale.

Ringhiai per la centesima volta in quella giornata maledicendo gli angeli, ma soprattutto uno di loro che si era permesso di … di … non riuscivo neanche a dirlo!

Mi mossi contro il sedile ed una fitta di dolore si irradiò dalle natiche spargendosi in tutto il corpo, tanto che mi alzai e corsi in casa non curandomi dell’occhiata interrogativa rivoltami da Bobby.

Appena fui davanti allo specchio mi abbassai i pantaloni e un’espressione di orrore mi si dipinse in volto … una mano, una mano era impressa sulla mia natica destra, uguale a quella sua spalla.

“CASTIEL!”

 

 

“Secondo te mia cara, ho esagerato con Castiel?” domandò un uomo bevendo un sorso di martini, seduto accanto ad una donna dalle fattezze orientali, tanto affascinante quando spietata in quel sorriso ferino che le si era dipinto in volto.

“Parli della bugia della protezione tramite il sesso?” replicò lei sistemandosi i lunghi capelli corvini.

“Si Kali, parlo proprio di quella piccola burla” rispose lui a sua volta con un sorriso malandrino dipinto sul volto.

La donna ghignò e fece tintinnare i due bicchieri in cristallo in un piccolo brindisi “Sei proprio un cattivo Trickster”.

 

THE END

 

   
 
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