Titolo:
Exaggerating
Autrice:
suicidal_love
Paring:
Castiel/Dean
Rating:
Verde
Avvertenze:
Comico – One-Shot – Fluff – Slash
Note: I
personaggi non mi appartengono e la fanfic
non è stata scritta a scopo di lucro ma solo per personale
divertimento. Ho
ripreso alcuni fatti della quinta e sesta stagione, riportando
però alcune
piccole modifiche per questa storia senza pretese. Spero vi piaccia. Ja
ne!
EXAGGERATING
Avevo lasciato
l’Impala all’ombra, ma salire a bordo
sarebbe stato ugualmente come entrare in un forno. Aprii la portiera e,
girata
la chiave d’accensione, misi in moto il condizionatore. Poco
lontano si vedeva
la casa e il deposito d'auto da rottamare di Bobby e lasciai che la mia
mente
scivolasse in uno stato di semi incoscienza provocato dal troppo alcol
che
avevo ingerito nelle ultime due ore.
Varie gocce di
sudore corsero lungo la mia fronte,
carezzando la pelle, per poi proseguire verso le palpebre, bagnando le
ciglia.
Con una mano me
le asciugai distrattamente,
maledicendomi per non aver portato una birra o una qualsiasi bottiglia
ad alto
contenuto alcolico che avrebbe corroso il mio fegato prima che in un
istinto
suicida avrei consegnato la mia anima a Lucifero in persona esclamando
un
sentito ‘fanne ciò che
vuoi, è tua ora’.
Peccato che non
avrei potuto farlo perché da idiota
avevo scongiurato l’anno prima l’apocalisse,
decidendo anche che era meglio
sopravvivere invece che incontrare il creatore per un meritato riposo
eterno.
Inclinai di poco
il sedile e corrugai la fronte
infastidito dal contatto della mia pelle con quella del sedile rovente.
Già.
Non portavo nessuna maglietta perché nell’uscire
da quella stanza incriminata, non avevo badato ad altro che ad un paio
di
pantaloni e le scarpe che a loro volta erano su quel pavimento
maledetto come a
burlarsi di quell’atto avventato.
“Fottuti
pantaloni” ringhiai tirandoli, tanto perché
ormai se me la fossi presa con me stesso avrei sicuramente
scatenato le ire
del mio caro fratellino, già troppo impegnato con i suoi
incontri fantasma con
l’adorabile ex compagno di gabbia alias Lucifero sono una
visione.
Sbuffai
pesantemente e chiusi gli occhi tentando di
non pensare all’afa che mi stava schiacciando in quel sedile
d’auto, ma soprattutto
pensavo al perché quella dannata aria condizionata non
funzionasse … ah … era
rotta. Perfetto, pensai poggiando le gambe sul volante incrociando le
braccia
al petto.
Subito mi
ricordai di come quella mattina per un
fortuito caso Castiel aveva deciso di comparire nella mia stanza e mi
fosse
saltato addosso. Sì avete capito bene …
‘Castiel io sono vergine e immacolato’
non solo mi aveva molestato, ma aveva osato addirittura violare il mio
intimo,
creandomi una sensazione piacevole, sicuramente opera dei suoi trucchi
magici da
Harry Potter angelico.
Poi come se non
bastasse, come se fossi una prostituta
si era alzato aggiustandosi la camicia con espressione … beh
senza espressione
e mi aveva guardato facendo un piccolo cenno con il capo.
“Era
l’unico modo per legarti a me” aveva detto
prima di sparire in un battito d’ali che giuro, un giorno
faranno parte di un
piumone invernale.
Ringhiai per la
centesima volta in quella giornata
maledicendo gli angeli, ma soprattutto uno di loro che si era permesso
di … di …
non riuscivo neanche a dirlo!
Mi mossi contro
il sedile ed una fitta di dolore si
irradiò dalle natiche spargendosi in tutto il corpo, tanto
che mi alzai e corsi
in casa non curandomi dell’occhiata interrogativa rivoltami
da Bobby.
Appena fui
davanti allo specchio mi abbassai i
pantaloni e un’espressione di orrore mi si dipinse in volto
… una mano, una
mano era impressa sulla mia natica destra, uguale a quella sua spalla.
“CASTIEL!”
“Secondo
te mia cara, ho esagerato con Castiel?”
domandò un uomo bevendo un sorso di martini, seduto accanto
ad una donna dalle
fattezze orientali, tanto affascinante quando spietata in quel sorriso
ferino
che le si era dipinto in volto.
“Parli
della bugia della protezione tramite il
sesso?” replicò lei sistemandosi i lunghi capelli
corvini.
“Si
Kali, parlo proprio di quella piccola burla”
rispose lui a sua volta con un sorriso malandrino dipinto sul volto.
La donna
ghignò e fece tintinnare i due bicchieri in
cristallo in un piccolo brindisi “Sei proprio un cattivo
Trickster”.
THE
END