Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: aki_penn    26/10/2011    9 recensioni
Mentre il condominio Chupa Cabras si prepara ad affrontare l'estate più calda degli ultimi quindici anni, i suoi inquilini più giovani dovranno imparare a sopravvivere a loro stessi. Tra portinaie pettegole, padri apprensivi, furti di ventilatori e agognate quanto temute prime volte, l'estate di Soul Eater.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Trentotto scalini'
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Trentotto scalini

Capitolo Dieci

Una parentesi di una mezz’ora

 

Maka decretò che la prima cosa che ti fa capire che sei ubriaca è la vista. È davvero incredibile come l’occhio si muova più lentamente quando si ha bevuto qualche cosa, era un po’ come se la vista arrivasse in ritardo, ma lei se ne rese conto con lucidità solo il giorno seguente.

Quella sera era troppo impegnata a stare dritta e a non accasciarsi al suolo in preda alle risa dovute alle battute di Patty, battute che analizzate la mattina seguente risultarono davvero tutto fuorché esilaranti.

“Su, su ragazze…se andiamo avanti così non arriveremo mai!” fece Liz in un sospiro. Era l’unica che indossava scarpe col tacco, anche perché era l’unica abbastanza sobria da non rischiare di morire precipitando contro l’asfalto.

“Non ce la posso fare, Liz. È troppo lontano!” dichiarò Maka tra le risate. Liz alzò gli occhi al cielo, cosa c’era di così divertente nel sentire Patty dire Cactus?

Fu più o meno in quel momento che si rese conto che farle ubriacare e portarle alla fiera era stata una scelta pessima.

“Perché cavolo, su di me, l’alcol non ha lo stesso effetto?” brontolò tra sé. Kim, accanto a lei, alzò le spalle “Consideriamoci fortunate, se fossimo messe come loro finiremmo tutte nel fosso…etciù”

Liz sbuffò e accelerò il passò “Sbrigatevi, se no facciamo notte per strada!”

Sia lei che Kim esalarono un sospiro di sollievo quando intravidero le prime tende della fiera, non era nemmeno eccessivamente tardi.

“Ragazze, cosa volete fare?” domandò Liz, come se la carovana che la seguiva fosse abbastanza sobria da rispondere in modo intelligente.

“Facciamo il toro!” esclamò Patty estasiata correndo tra le bancarelle.

“Sì, così poi rivedi la cena…” commentò Liz, visibilmente poco allettata dalla proposta.

Torotorotoro!” strillò la ragazzina, sovraeccitata, infilandosi tra la folla che guardava Ox cavalcare il toro del rodeo.  Gli avevano dato un cappello da cowboy, che in teoria avrebbe dovuto aggiungere fascino a chi cavalcava quell’aggeggio scatenato, ma in realtà faceva sembrare tutti degli emeriti idioti, dato che oltre a reggersi alla maniglia del gioco dovevano anche occuparsi di non perdere quel copricapo piuttosto demodé.

“Non c’è niente da fare, amo i cappelli da cowboy” fece Liz con voce piatta avvicinandosi a sua volta, mentre Patty sgomitava per vedere da più vicino.

“Però trovo questo gioco estremamente imbarazzante, da fuori sembra che stai facendo sesso con qualcuno…” commentò con aria pensierosa, tra sé e sé. Kim s’accigliò “Liz, con che razza di mostri hai fatto sesso, fino ad adesso”

La ragazza si strinse nelle spalle e scrollò la testa “Era per dire. Sono sicura che Kid non è così” gemette appoggiando la testa alla spalla dell’amica.

Lei s’irrigidì e strizzò gli occhi “Per favore non dire certe cose, che poi me le immagino. E non voglio immaginarmelo. Soprattutto mentre c’è Ox che si rende ridicolo e…è anche caduto!”

Liz la prese per mano e la trascinò tra al folla “Vieni, devo fermare Patty prima che rimetta sul pubblico” fece, con non troppo entusiasmo.

“Allora, chi è il prossimo sfidante del toro?” esclamò il padrone dell’attrazione urlando nel megafono.

Ioioio!” si sentì strillare Patty che già stava scavalcando la ringhiera gonfiabile.

“La signorina coi capelli biondi deve aver un certo fegato per venire a sfidare il toro meccanico!” continuò l’uomo dandosi arie da presentatore.

“La signorina bionda non viene proprio da nessuna parte!” strillò Liz di rimando con voce acutissima, mentre atterrava sua sorella con una mossa degna di un wrestler.

“Signora, non faccia così, sua figlia mi sembra abbastanza grande da…” cominciò l’uomo con tutta l’intenzione di fare il simpatico, ma un’occhiata infuocata di Liz, che mollò immediatamente la sorella al suo destino, lo fece ammutolire.

“Quanti anni crede che abbia, io?” urlò come un’aquila. E se non avesse incrociato casualmente un paio di occhi gialli, un po’ persi, gli avrebbe fatto una ramanzina.

“Oh, Liz, cosa ci fate qui?” domandò Kid tranquillo.

“E’ un posto pubblico, no? Comunque, sto salvando mia sorella da morte certa!” rispose inacidita dal presentatore e presa alla sprovvista.

“Spostiamoci da questo casino, per carità!” esclamò trascinandosi dietro Patty che si dimenava con tutte le sue forse, intenzionata a raggiungere la sommità del toro meccanico.

Poco più in là, Kim si era ritrovata, suo malgrado, sola davanti a Ox, ancora dentro la staccionata gonfiabile.

“Ti sei fatto male?” chiese un po’ brusca. Ox scosse la testa “No, però gli occhiali mi sono caduti sul cemento e si sono rotti, mi aiuti a uscire che non ci vedo niente?” chiese, e Kim allungò la mano aiutandolo a scavalcare.

“Dove cacchio è finito Harvard?” chiese tanto per fare conversazione, appena riuscirono a uscire dal marasma. Ox alzò le spalle, mentre attorno a loro si accalcavano i nuovi arrivati.

“Perché non possiamo fare il toro?” domandò Maka con una risatina.

“Perché voi siete troppo ubriache e io troppo sobria” commentò Liz un po’ acida, lanciando, nel dubbio, un’occhiataccia immeritata a Kid.

Soul guardò Maka perplesso, lei gli sorrise e strizzò gli occhi come se non riuscisse a tenerli aperti.

“A me però piacerebbe salire sul toro, e a te, Tsubaki?” domandò appoggiandosi all’amica, che per poco non perse l’equilibrio finendo addosso ad Harvard, rispuntato dal nulla.

“Scusami…tantissimo…” fece, con aria piuttosto dispiaciuta. Eccessivamente dispiaciuta. Harvard annuì imbarazzato dandole un colpetto sulla spalla “Tutto okay, Tsubaki…”

Lei gli sorrise contenta.

Soul deglutì a fatica, che cacchio avevano combinato prima di venire alla festa?

“Andiamo sugli autoscontri?” propose. Era la prima cosa che gli era venuta in mente, non erano molto cool, ma non è che si potesse fare poi granché a una festa di paese.

“Il grande Black*Star vi farà vedere chi è il dio degli autoscontri!” urlò Black*Star alzando il dito indice al cielo. Liz si mise una mano davanti alla faccia e sospirò, a quel punto non aveva più a che fare con delle ubriache, ma con gente che sembrava ubriaca pur essendo sobria.

“Su, su andiamo” continuò Soul appoggiando le mani sulle spalle di Maka e spingendola lontano dal toro meccanico. Lei ridacchiò. “Che c’è?” domandò lui un po’ brusco, non voleva che Maka ridesse di lui.

“Ho pensato…”cominciò, prima di cacciarsi a ridere di nuovo, piegandosi in avanti. Soul la prese per la vita e la riportò in posizione eretta, un po’ scocciato a dire il vero.

“Ho pensato che se mi afferrassi per i codini potrei sembrare il tuo scooter giallo” ridacchiò di nuovo girandosi e appoggiando la fronte alla spalla di lui.

Soul fece una smorfia, era la situazione più imbarazzante della sua vita, tutto avrebbe potuto immaginare tranne che avrebbe dovuto affrontare, un giorno, Maka Albarn ubriaca.

“Che avete fatto prima di venire qui?” chiese appoggiandole una mano sulla vita e indirizzandola verso gli autoscontri.

“Kim ha portato la birra, ma a me non piace tanto” fece con un sorrisetto, mentre lo guardava con gli occhi socchiusi e un’espressione furbetta.

“Sì, si vede” commentò sarcastico.

Dieci minuti dopo era intento a guardare la nuca di Maka che ondeggiava a destra e a sinistra come un melone biondo, seguendo i movimenti del volante. Lui si era seduto sullo schienale del sedile e si teneva con la mano sinistra al palo della bandierina.

“Soul” chiamò la ragazza, con quel modo di fare un po’ strascicato tutto dovuto all’alcol.

“Sì?” fu la risposta altrettanto strascicata. Maka si voltò per guardarlo, se fossero stati in una strada vera sarebbero morti entrambi, dato che fecero un frontale con l’auto di Black*Star e Tsubaki. La ragazza ridacchiò, mentre Black*Star, in piedi sul sedile, per essere sicuro di essere notato, strillava “Vinceremo noi! Non riuscirete a mettervi in mostra più del sottoscritto!!” e così dicendo se ne andarono, lei allegra e lui sovraeccitato.

“A forza di prendere tutte queste botte mi è venuto male alle costole” piagnucolò ridendo Maka.

Rise di nuovo e lo guardò “Mi gira la testa”

“Credo che sia normale” commentò apatico lui.

Nel frattempo dall’altra parte della pista Liz guidava con diligenza, come se fosse in suo esame per la patente “…e quindi io avevo voglia di bere per non pensare ai miei problemi e alla fine devo fare da babysitter a un gruppo di ubriache!” si stava lamentando con Kid, che sedeva accanto a lei con Patty in braccio.

“Più veloce, sorellina! Più veloce!” ordinava sgambettando.

Tutti e tre ignorarono il direttore del gioco, che dalla sponda della pista, diceva che non si poteva salire in più di due su un’auto.

“Non dovresti affogare i tuoi dispiaceri nell’alcol” disse Kid come se fosse stato la rettitudine personificata.

“Da che pulpito!” strillò Liz alterata “Il bue che da del cornuto all’asino! Oh mamma mia…” e non finì di lamentarsi perché Tsubaki e Black*Star finirono loro addosso con un gran urlo di quest’ultimo. Liz e Kid si  diedero una capocciata e Patty, per poco, non finì in pista.

“Vinceremo noi!” strillò il ragazzo azzurro, mentre il suo veicolo si allontanava in direzione di Jacqueline e Harvard. Liz ringhiò e sbatté i piedi stizzita “Non ne posso più!”

Kim, seduta fuori, sospirò “Ti gira ancora la testa? Vuoi restare un altro po’ qui o preferisci unirti agli altri?” chiese atona a Ox, seduto accanto a lei. Ox alzò le spalle “Meglio, ma mi da fastidio non vedere niente” si lagnò guardando i suoi occhiali, che risultavano parecchio sfocati.

“Dammi qui” ordinò Kim decisa, strappandoglieli di mano. Ox la guardò, nonostante la vedesse un po’ sfocata, mentre se li appoggiava sulle ginocchia e si metteva a raspare nella propria borsa alla ricerca di qualche cosa.

Indovinò fosse scotch dal rumore che produsse, quando la ragazza lo strappò con i denti, ci fu qualche altro movimento indefinito, poi glieli porse di nuovo, infilandoglieli. Ox sbatté le palpebre, constatando che, effettivamente, ci vedeva di nuovo, e Kim vista così da vicino era molto carina.

“Con le lenti tenute insieme dallo scotch sembri uno dei secchioni che sognano le cheerleader nei telefilm adolescenziali americani o Harry Potter ai tempi d’oro del sottoscala, ma almeno non vai a sbattere da nessuna parte” fece seria. Lui le fece un gran sorriso “Vuoi metterti con me, Kim?” domandò sognante.

“Neanche morta. Al massimo se diventassi molto più ricco” spiegò svogliatamente e senza il minimo imbarazzo. Ox batté il pugno sulla mano aperta ed esclamò “E allora diventerò ricco, sono uno dei Ford, i re della bistecca!”

“Sì, sì…” lo liquidò lei, mettendosi i capelli dietro all’orecchio.

 

§

 

Al Chupa Cabras, Medusa si voltò su un fianco e esalò un sospiro soddisfatto. Era da un secolo che non passava una serata così, era brutto da ammettere, ma un po’ di calore umano di quel tipo le era mancato. E poi non c’era niente di meglio che dormire dopo aver fatto sesso.

L’unica cosa che la infastidiva era non potersi stravaccare al meglio sul suo letto a due piazze, dato che dall’altra parte dormiva Stein, avrebbe voluto cacciarlo via, ma era troppo stanca per alzarsi e condurlo alla porta o anche per intraprendere una di quelle discussioni che di solito la divertivano tanto. Si accoccolò meglio sul cuscino e strinse le cosce, si sarebbe accontentata della bella sensazione che le aveva lasciato addosso, a cacciarlo via ci avrebbe pensato la mattina dopo.

Dall’altra parte del letto, Stein si voltò su un fianco dando la schiena a Medusa, sinceramente non pensava che avrebbe mai avuto il bisogno di autoinvitarsi a casa di qualcuno per dar corda ai suoi istinti primordiali.

In realtà ci aveva pensato, ma la cosa si fermava al fantasticare sull’entrare di soppiatto a casa di Spirit e invertirgli gli alluci, mai avrebbe pensato che i suoi battibecchi con Medusa sarebbero scaturiti in qualche cosa d’altro. Sarebbe volentieri andato via da quel posto. Prima di tutto non gli piaceva l’idea di dormire accanto a quella strega, poi c’era la sua scarsa simpatia per i letti svedesi, in più amava lo spazio. Si disse però che non aveva tanta voglia di farsi cinque piani di scale per andare a dormire nel suo letto. Decise così a rimanere sdraiato lì, con l’intenzione di approfittarne e di scroccare anche la colazione, il mattino dopo.

 

§

 

L’auto si fermò, scivolando piano sulla superfice lucida della pista, mentre Maka spingeva ancora furiosamente il pedale dell’acceleratore.

“E’ finita la corsa” la avvertì Soul, ancora seduto sullo schienale. In lontananza, Black*Star, urlava qualche cosa che somigliava pericolosamente a Vi faremo a pezzi! Questa è la mia epoca! e altre cose apparentemente insensate.

“Hai un altro gettone?” chiese con uno dei suoi soliti sorrisetti. Soul annuì e lei gli diede un bacio con lo schiocco al ginocchio, che stava all’altezza del suo viso.

Soul sobbalzò e rimase per un secondo con il gettone a mezz’aria prima di porgerglielo “Sì, ma a me sta venendo il voltastomaco, vado a fare un giro” disse a voce non troppo alta, per poi scendere e avviarsi verso l’esterno. Maka inserì il gettone nel buco e saltellò entusiasta sul sedile in attesa che partisse l’ennesimo giro.

Soul sorpassò Kim e Ox che sedevano vicini, sulla sponda della pista. Sul momento gli sembrarono due innamorati intenti a farsi le coccole, poi passando loro accanto intercettò Kim dire con fare pratico “Ma quindi quanti decimi ti mancano?”

Passò oltre con andatura pensate, intenzionato ad avvicinarsi alla spiaggia per sentire il vento, era scocciato, scocciato da morire! Non sapeva perché, non la sopportava, a vederla così era proprio insopportabile. Maka.

Kim alzò la testa dagli occhiali di Ox, che stava fissando “Soul, dove vai?”

“A fare un giro” rispose strascicato senza voltarsi. Non si fermò finché non arrivò in prossimità della scogliera, sotto lo strapiombo c’era la spiaggetta.

Il vento era forte, nonostante fosse caldo, in riva al mare faceva davvero fresco. Si lasciò pesantemente cadere per terra a gambe incrociate, gli sarebbe venuto il mal di gola a stare lì.

“In pratica volevi allontanarti da me, eh?” dissero alle sue spalle. Soul sussultò voltandosi verso la terraferma, dove stava Maka con aria indignata.

“Non eri sugli autoscontri?” chiese lui con aria strana, non sapeva se essere stupito o scocciato.

“Sono scesa a metà del giro, perché mi sono resa conto che non volevi stare come me, cosa ti ho fatto?” sbottò irritata. Soul alzò un sopracciglio, vagamente divertito. Maka Albarn, da sobria, non avrebbe mai detto una cosa del genere, ma Maka Albarn, da sobria, non gli avrebbe mai dato neanche un bacio al ginocchio.

Il ragazzo si alzò in piedi e la guardò negli occhi, mettendosi le mani in tasca, prima di dire “Sei ubriaca e mi dai fastidio” sbottò. Era vero, alla fine dei conti.

Maka s’accigliò e gli puntò contro il dito indice, rischiò di ribaltarsi all’indietro e Soul l’afferrò per il braccio ridandole un minimo di equilibrio. La ragazza scosse la testa, come per ridestarsi, e continuò “Ti do fastidio io?” domandò.

“Te l’ho appena detto!” ribatté Soul irritato.

“E’ perché ti ho dato un bacio sul ginocchio?” interrogò Maka. Era un po’ come sognare, quando dormi ogni idea sembra geniale, ma quando ti svegli ti rendi conto che è una gigantesca idiozia. Era come se stesse ancora dormendo.

Soul fece una smorfia e Maka si avvicinò di un passo, aveva ancora gli occhi un po’ luccicanti di chi ha bevuto troppo, ma sembrava piuttosto determinata “Allora te ne do un altro!” sbottò, come se fosse una minaccia.

Così fece, stampandogliene uno sulla guancia con tanto  di schiocco. Soul si ritrasse pulendosi, come faceva da piccolo quando, al suo compleanno, le vecchie zie lo riempivano di abbracci e baci bavosi.

“Maka!” sbraitò. “Ah-ha! È il tuo punto debole!” strillò entusiasta, come se si trattasse di un duello all’ultimo sangue. Era una situazione ai limiti dell’incredibile, Soul fuggiva dalle zie e Maka lottava con coraggio contro i mostri.

Con un salto gliene diedo un altro sulla fronte. Soul, esasperato, rimase impassibile con gli occhi al cielo e le braccia arrese lungo i fianchi.

“Un altro!” esclamò lei, dandogliene uno sulla tempia. Soul mosse gli occhi per seguire i suoi movimenti.

“Un altro” disse a voce più bassa dandogliene uno sul collo.

“…altro” continuò, quasi in un sussurro, appoggiando dolcemente le labbra sul mento di Soul. Erano diventati più lunghi, come se si appoggiasse a lui, mentre lo baciava, si teneva dritta premendo i palmi delle mani sul petto del ragazzo.

Chiuse le labbra e le riaprì per respirare, intenzionata ad appoggiarle di nuovo sulla guancia di lui, quando a metà strada trovò la bocca morbida di Soul.

Premette le labbra su quelle della ragazza e Maka sentì la propria lingua incontrare quella di lui. Fece un mezzo sorriso, inconsciamente, per quanto le fu possibile, perché la lingua di Soul le stava già leccando il labbro superiore.

Sentiva la lingua intrecciarsi con quella del ragazzo, i denti cozzare e i contorni della bocca umidi di saliva. Forse, se fosse stata sobria, le avrebbe dato fastidio, ma in quel momento non poteva fare a meno di pensare che fosse piacevole.

“Non ti approfittare di me…” piagnucolò faticosamente, mordendogli il labbro inferiore. “No, no” rispose lui, senza aver ascoltato quello che aveva detto.

Maka sospirò pesantemente sentendo i denti  di Soul mordicchiarle il collo e il bacino di lui strusciare contro la sua pancia. Si doveva piegare per baciarla, perché non gli era mai stata così vicina da accorgersi di quanto fosse diventato alto? Quando si erano conosciuti era più basso di lei.

Deglutì a fatica e appoggiando una mano alla sua spalla lo allontanò, Soul spostato all’indietro rimase piuttosto perplesso. Maka si passò una mano sulla bocca per asciugare la saliva e deglutì di nuovo, faticosamente “Non voglio…”

“Eh?”

“Non voglio essere una parentesi di una mezz’ora…tra Jacqueline e chissà quale ragazza più carina…e…quindi smettila” piagnucolò, anche se Jacqueline diceva che non c’era niente tra di loro chi le garantiva che a Soul non interessasse lei? Jacqueline era più carina di lei, no?

Soul rimase a guardarla allibito. Si ammazzava di docce fredde e sesso-fai-da-te per  colpa di quella maledetta, che si ostinava a piacergli nonostante non fosse neanche lontanamente sexy, e lei cosa diceva? Non voglio essere una parentesi di una mezz’ora? L’avrebbe volentieri strozzata.

“Ma che cacchio stai dicendo?”

“Ho detto che non voglio che ti approfitti di me!” strillò in preda a una crisi di nervi, battendo i piedi e mettendosi a piangere.

Soul la prese per le spalle e la scosse come se fosse una bambola inanimata, tanto da farle male “Ma che cacchio stai dicendo?”

Non ricordava di essere mai stato così arrabbiato “Perché cavolo non capisci mai niente?”

“Chi è che non capisce niente? Io capisco tutto, sei tu che sei stupido!” sbottò Maka alterata, sputando veleno.

“Cos’è che non avrei capito?” chiese lui urlandole in faccia. La ragazza rimase per un secondo senza fiato, l’alcol stava decisamente offuscando le sue capacità dialettiche.

“Tutto” rispose alla fine non sapendo cosa dire, poi continuò con aria di chi ha messo il topo in trappola “Allora non ti piace Jacqueline?”

Soul contrasse le mascelle e scandì esasperato “N-O” poi la lasciò andare e le diede un colpetto sulla fronte con le nocche della mano, come se bussasse a una porta. Non fu un colpo abbastanza forte da farle male, ma di sicuro fu sufficiente per farla arrabbiare.

“Brutto cretino!” strillò con rinnovato entusiasmo saltandogli addosso con l’intenzione di ucciderlo, o comunque di fargli male.

Maka non avrebbe saputo spiegare bene come avesse fatto Soul, ma si era di nuovo trovata tra le sue braccia con la lingua di lui intenta a esplorare la sua bocca. Avrebbe potuto giurare di non aver mai ricevuto bacio più osceno di quello, se suo padre li avesse visti sarebbe morto di crepacuore. In quel momento però il pensiero di Spirit era incredibilmente lontano.

§

 

“Dove sono finiti gli altri?” domandò Kid ad un tratto. Liz, con la testa appoggiata al bracciolo di plastica dura e luccicante della carrozza di Cenerentola, si ridestò dal suo torpore. Non aveva bevuto abbastanza da essere brilla, ma abbastanza per avere sonno.

La ragazza alzò le spalle “Kim e Ox sono andati a mangiare la bistecca dei Ford, sai I Re della Bistecca e quelle cavolate lì. Tsubaki e Black*Star sono dal toro meccanico, se vomitano sono fatti loro. Soul e Maka non ne ho idea, spero solo che siano insieme, lei non stava abbastanza bene da poter tornare a casa da sola” spiegò con voce assonnata.

Entrambi guardarono davanti a loro, dove si trovavano due cavallucci piuttosto pacchiani, che al posto del corno da unicorno avevano un pennacchio multicolore che somigliava tanto a quelli usati per spolverare.

“Non ti viene da vomitare, girando sempre in torno?” chiese poi Kid. Liz appoggiò la testa, che le sembrava divenuta pesantissima, sulla spalla del ragazzo, per poi rispondere “Un po’, ma tanto la giostra va piano”.

Ci fu qualche altro minuto di silenzio, e fu nuovamente Kid a spezzarlo “Senti Liz, per la notte del falò…”

“Sta zitto” lo interruppe bruscamente lei “Proprio non ho voglia di parlarne. È un momento piacevole”

Kid sorrise “Okay. Non trovi che questa carrozza non sia per nulla simmetrica? Tralci di vite ovunque, e poi non doveva essere una zucca?” cominciò a dire irritato, facendo ridere lei. Solitamente si arrabbiava da morire nel sentirgli dire certe cose, ma in quel momento era quasi piacevole. Andarono avanti per un po’ a disquisire su zucche e scarpette di cristallo, finché non si sentì “Spignuuuu” emesso da Patty che scivolava dolcemente dalla sua cavalcatura e poi un tonfo.

“Sorellina!” strillò Liz saltando giù dalla carrozza per essere sicura che non si fosse rotta l’osso del collo. Col tempo Liz si convinse che sua sorella fosse fatta di gomma.

 

 

 

Aki_Penn parla a vanvera:

Eccomi di nuovo qui. Da quando ho detto che avrei avuto delle difficoltà ad aggiornare in tempi brevi non faccio altro che scrivere, devo fare esami più spesso, forse ^.^

Ebbene sì, questo è IL capitolo, ci ho messo qualche secolo ad arrivarci ma finalmente sono riuscita a scriverlo ( e alleluia, dieci capitoli più un prologo, si faceva in tempo ad arrivare alla pensione!).

Avrei un sacco di cose da dire prima di postare il capitolo, ma sono certa che mi scorderò qualche cosa!

Cosa più importante di tutte, ci tengo a dire che rileggo sempre tutto quello che scrivo, ma sono un po’ cotta di natura, quindi se notate qualche cosa di sbagliato scusatemi tanto e fatemelo presente, sistemerò subito. Mi hanno fatto notare che la mia punteggiatura non è delle migliori, quindi anche in questo caso, se vedete degli orrori fatemelo sapere ^.^

Grammatica a parte, beh, come al solito sono preoccupata (lo dico tutte le volte, non è più una novità). Maka è un po’ OOC, ma credo che sia ragionevole, anche io sono l’OOC di me stessa quando bevo, spero davvero che sia realistica come reazione. Credo che molte cose le volesse fare e dire anche da sobria, ma le inibizioni e il buon senso glielo hanno impedito. La litigata, il bacio e tutto, mi sono divertita a scriverli, ma non credo che il mio giudizio sia lucido. Tra l’altro quando l’ho scritta mi è sembrata una scena interminabile e rileggendola mi sono detta Tutto qui?, spero che non abbia fatto lo stesso effetto anche a voi!

Per quanto riguarda il titolo, non voglio far passare per mie cose parole che non sono farina del mio sacco, l’ho rubato a una canzone di Ligabue. Non sono un tipo a cui piace mettere le canzoni in mezzo a quello che scrive, ma questa espressione si adattava così bene che non ho resistito!

Poi c’è Liz: non voglio assolutamente che vi sembri una ninfomane pazza, per quello che le ho fatto dire nei capitoli scorsi e per il discorso riguardante il toro. Credo che tutti abbiano un’amica così (io ne ho più di una), spero si capisca cosa voglio fare di lei. Non vorrei che i suoi dialoghi risultino forzati, facendo pensare che li ho scritti solo per metterci in mezzo un po’ di roba trash, vorrei che anche Liz scorresse via fluida, spero di esserci riuscita!

C’è sicuramente qualche cosa d’altro che volevo dire, ma probabilmente non ha importanza.

Per finire voglio ringraziarvi di cuore per tutto il vostro sostegno! Graziegraziegrazie!!

Aki_Penn

 

   
 
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