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Autore: fragolottina    27/10/2011    3 recensioni
'Anche io ho baciato solo una persona ed avrei voluto continuare a farlo…'
Era stata la prima volta che lo aveva sentito parlare ed anche la prima volta che il sapore delle lacrime gli aveva ricordato qualcos’altro.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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sora fare la spavalda ed inventarvi che io sono meravigliosa a scrivere scene d'azione, sarebbe una cazzata imperdonabile (pardon il termine estremamente aristocratico...). la realtà è che: non ho mai scritto scene d'azione, questa è la prima; non ho mai scritto scene d'azione perchè sento di non esserne in grado - questo la dice lunga su quello che leggerete.
perciò, siate clementi e mi scuso anticipatamente se è un disastro.
l'ho letta, riscritta, riletta e ricorretta fino alla psicosi e spero di aver raggiunto un livello almeno (perchè non si può chiedere troppo dalla vita) accettabile...
buona lettura!
ps delle 9:42: se penso che dovo rileggerla ancora per l'ultima correzione, mi sento morire...

Capitolo 9

Sora guardò ancora il viso di Kairi dentro il cappuccio della divisa dell’Organizzazione sospirando; non poteva essere una buona idea portarla in una missione del genere, ma visto che lei era parte integrante, anzi, era la parte fondamentale di tutta la faccenda, non potevano fare altro se non accettare le sue condizioni. Si stava specchiando come se quella fosse davvero una specie di festa in maschera: era pericoloso ed essere carina non l’avrebbe di certo aiutata.
    «Tu lo sai, vero, che Topolino batte Sora, Riku ed anche Sora e Riku?»
    Sora sussultò sorpreso, concentrato com’era sulla propria ragazza, che improvvisamente stava diventando troppo impavida, non si era accorto di Riku alle sue spalle. Stavano guardando le stesse cose e, probabilmente, arrivando alle stesse conclusioni. «Se ci trova lo distraggo io.» disse automaticamente.
    «Non è una buona idea, anzi, è meglio che sia io ad affrontarlo. Infondo per riportare indietro Roxas servite tutti e due.» si strinse nelle spalle con noncuranza. «Io sono sacrificabile.»
    «No.» esclamò con decisione guardandolo, non ammetteva contrattazioni su quel punto. «Se Topolino ci scopre la prima cosa da fare è portare via Kairi e tu sei l’unico a saperlo fare.» ridacchiò con aria di sfida, incrociando le braccia dietro la testa. «Riuscirò a dare del filo da torcere a sua Maestà per qualche minuto.»
    Riku rimase in silenzio per alcuni secondi. «È un pessimo piano.» commentò infine incrociando le braccia sul petto e scuotendo la testa. Non poteva ribattere niente, Sora aveva ragione, la priorità sarebbe stata Kairi, non si poteva discutere su quello.
    «Già.» convenne il ragazzo. «Ma, ehi! Tutti i nostri piani geniali si sono sempre rivelati un fallimento, magari questo ci riesce.»
    «Topolino non ucciderà il prescelto dal keyblade.» rifletté. «Porto via Kairi e torno a prenderti, ma se ti trovi male, togliti il cappuccio.»
    «Spero di non doverlo fare.» sospirò.
    «Lo stiamo facendo solo per Roxas?» gli chiese.
    «Lo stiamo facendo perché è giusto.»
    Silenzio.
    «Riku, se ti riesce cerca di non aprire il corridoio oscuro proprio davanti al naso di Topolino.» lo prese in giro.
    Lui gli lanciò un’occhiataccia. «Mi hai preso per un dilettante?»

Paperino e Pippo fissarono a bocca aperta le tre figure incappucciate appena comparse di fronte a loro.
    «Ops…» fece quello più alto tirandosi la più minuta dietro di lui.
    «Chi è che non era un dilettante?!» sbottò sarcastico l’altro.
    «Pippo, vai a dare l’allarme a sua Maestà!» esclamò risoluto il papero biascicando, mentre sfoderava il suo scettro. «Io cerco di tenerli impegnati!» per essere un volatile, aveva un cipiglio decisamente minaccioso.
    «Yuk! Subito!» rispose quello dileguandosi.
    «Io fermo lui!» disse uno dei tre seguendolo. «Voi raggiungete lo studio!»
    Paperino pensò che quella voce gli era estremamente familiare.

Pippo non era particolarmente veloce, né particolarmente atletico. Sora si era trovato almeno tre volte a portata di colpo, ma sfoderare il keyblade e colpire uno dei suoi migliori amici…non ce l’aveva fatta. Pippo gli voleva bene, lo aveva seguito in tutti suoi viaggi, lo aveva protetto quando Riku aveva cercato di colpirlo, lui solo. Perché erano amici.
    Sperò che anche Riku si ponesse gli stessi problemi morali.
    Devi farlo, Sora, se lo raggiunge e dà l’allarme, ‘sua Maestà’ non ti userà la stessa premura!
    Ed era vero, cielo, Topolino li avrebbe sbriciolati senza la minima esitazione. C’era un perché se l’Organizzazione non si era mai spinta a tanto. Ma Sora, semplicemente, non era in grado di far comparire il keyblade per uno scopo del genere.
    ‘È Pippo!’, cercò di spiegargli, spingendolo ad osservare tutti i suoi ricordi – quelli che gli rimanevano almeno – tutte le loro avventure, tutta la sua vita. Doveva capire: se condividevano un cuore, gli stessi sentimenti di profonda amicizia che stava provando in quel momento avrebbe dovuto provarli anche lui.
    E Roxas li provava, ma semplicemente per lui la posta in palio era troppo alta. – Vuoi che lo faccia io? – gli propose.
    «No!» gridò con orrore e nel suo urlo doveva esserci qualcosa di inconfondibile, perché Pippo si fermò nascondendosi dietro il suo scudo e scrutandolo con attenzione. Sora si fermò immobile, a disagio, improvvisamente si sentì sporco dentro il cappuccio dell’Organizzazione: non si erano mai trovati ai due lati opposti di un campo di battaglia, erano sempre stati fianco a fianco.
    Finirai per farti scoprire così!
    Senza guardare Sora gli scaraventò contro il keyblade in un colpo aereo, una finta che non lo colpì né all’andata né al ritorno, ma lo convinse a riprendere a scappare.
    Devi solo fermarlo. – cercò di farlo ragionare Roxas. – Non devi necessariamente colpirlo.
    Quella era una buona idea.
    Sora scattò per avvicinarsi ancora al suo bersaglio e gli saltò addosso, atterrandolo; rotolarono insieme per alcuni metri in un groviglio contorto di braccia, gambe ed il mantello dell’Organizzazione che li avvolgeva entrambi come un bozzolo. Pippo ebbe l’impressione di vedere un volto inconfondibile dentro il cappuccio, se ne accorsero entrambi. Lo sentì.
    «Yuk! Ma è impossibile!» esclamò.
    Sbatterono contro qualcosa e si fermarono, Sora controllò immediatamente di avere ancora il cappuccio in testa; avrebbe negato, avrebbe finto di ridere di quella sciocca ipotesi ed avrebbe negato ancora. Sora? Il keyblade master? Non poteva davvero scambiarlo per lui.
    Sollevò il viso per non perdere di vista il proprio obbiettivo, quando si rese conto che probabilmente a quel punto, la preda era diventata proprio lui.

«Oh, Topolino.» disse dolce Minnie, mentre finalmente poteva godersi una semplice passeggiata con il suo re. «Non è bellissima la pace.»
    Lui le sorrise appoggiando la propria mano su quella di lei, compostamente e regalmente aggrappata al suo braccio; da quando Sora li aveva salvati e lui era finalmente potuto tornare a casa, soddisfatto della propria vittoria, quelle passeggiate lungo il chiostro interno erano diventate una piacevole abitudine. Non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo, nemmeno per…il capo delle sue guardie che rotolava verso di loro insieme a quello che aveva tutta l’aria di essere…
    «Ma è impossibile!» disse ad occhi sgranati.
    «Oh, santo cielo!» esclamò lei agitata. «Qui, nel nostro regno!»
    «Minnie!» Topolino se la portò alla spalle sfoderando il keyblade. «Stai indietro!»
    L’Organizzazione – ma quale se l’avevano sconfitta? – era in casa sua, minacciando il suo popolo e la sua regina.
    Fece appena in tempo a sollevare la chiave per creare una barriera difensiva, prima che il groviglio di corpi ci sbattesse contro sciogliendosi. Per un lungo e distinto secondo il rumore metallico dello scudo di Pippo che rotolava a terra fu l’unico suono, fu anche l’unica cosa a muoversi.
    Il ragazzo incappucciato si sollevò e lo fissò per alcuni secondi e Topolino sentì al centro del petto il ricordo di un legame che li univa, un filo luminoso annodato al cuore – se c’era – di quella creatura immonda. Ma non ci badò come avrebbe dovuto, continuando a brandire il suo keyblade, troppo occupato a difendere la propria regina per prestare davvero attenzione a quello che il suo cuore cercava di spiegargli: se lo avesse fatto, avrebbe capito che combattere contro quel ragazzo era un errore.
    Il ragazzo incappucciato si agitò febbrilmente per rialzarsi in piedi e quando ci riuscì, fece dietro front per scappare. «Non ti lascerò andartene!» minacciò Topolino prendendo ad inseguirlo.
    «No, aspetta!» disse Minnie cercando di trattenerlo, anni sola a difendere quel castello affidandosi soltanto al proprio istinto, l’avevano resa più attenta a quello che il suo cuore aveva da dire. «Quello è…» ma erano troppo lontani per sentirla. «lui.» mormorò a sé stessa, lasciando ricadere tra i drappi del suo abito la mano con la quale aveva cercato di afferrarlo, mentre la sorpresa lasciava il posto alla confusione. Cosa ci faceva lì? Travestito da membro dell’Organizzazione per giunta?
    «Pippo, porta in salvo la regina, potrebbero esserci degli heartless.» si sentì urlare in lontananza.
    La guardia si alzò brandendo il proprio scudo come se dovesse impressionare qualcuno, ma poi vinse la sua perplessità. «Yuk! È strano, regina, ma…per un attimo mi è sembrato che…yuk! Ma non può essere!»
    «Temo proprio di sì, mio fedele Pippo.»

Kairi e Riku si nascosero dietro una siepe per ripararsi dall’ennesimo attacco di tuono di Paperino. Inizialmente aveva provato a respingerlo con la barriera oscura, ma l’aveva vista incrinarsi: non poteva essere sicuro di quanto reggesse. Se fosse stato solo, probabilmente avrebbe corso il rischio, ma non era solo. Guardò la ragazza accanto a lui con il fiato corto ed un ciuffo di capelli rossi che spiccava come un freccia luminosa sulla divisa dell’Organizzazione: scappando e nascondendosi doveva esserle sfuggito. Se non fosse stato per quella singola ciocca di capelli, avrebbe potuto tranquillamente dire che insieme a lui, a nascondersi da Paperino, ci fosse Xion.
    «È inutile che vi nascondiate!» sentirono biascicare proprio dietro di loro, un attimo prima che la siepe alle loro spalle, prendesse fuoco come un enorme falò.
    Riku fece appena in tempo ad afferrare la ragazza e buttarla a terra insieme a lui. Avrebbe dovuto contrattaccare, ma non ne aveva il cuore; quello era Paperino e non stava facendo altro se non proteggere il suo mondo e le persone che amava: come avrebbe fatto lui, del resto, se qualcuno avesse minacciato le Isole.
    Dovevano andarsene di lì, era l’unica soluzione.
    Studiò con attenzione tutte le uscite che rilucevano dell’incantesimo fatto dal papero per non farli scappare come Sora, avrebbe dovuto aprire un corridoio oscuro, ma non aveva tempo per concentrarsi, preso com’era ad evitare i colpi del mago.
    «Tienimi il gioco!» gli gridò Kairi per sovrastare il rumore del tuono che si era abbattuto ad un passo da loro. Vedere quella freccia scintillante carbonizzare una pianta a pochi centimetri da lei, lo sconvolse e lo spaventò. Per anni c’era stata una specie di lotta silenziosa tra chi dei due sarebbe stato in grado di proteggerla; essere il più forte, il più veloce, tutte le loro gare avevano il semplice scopo di dimostrare chi fosse il più adatto a prendersi cura di lei. Eppure quel giorno erano entrambi lì e non riuscivano a tenerla lontana dai pericoli.
    «Ascoltami!» lo pergò Kairi, scrollandolo per un braccio.
    Lui le lanciò un’occhiata curiosa, mentre si alzava e la aiutava a sollevarsi.
    Kairi si abbassò il cappuccio e gli si allungò addosso come se stesse cercando di raggiungere Paperino ed il ragazzo incappucciato glielo impedisse. «Ti prego, aiutami!» lo supplicò.
    Il mago aveva lo scettro sollevato e la parola per evocare una pioggia di meteore bloccata in gola, ma l’unica cosa che uscì dal suo becco fu: «Kairi!»
    «Sei pazza come quell’altro!» bisbigliò trattenendola, ma non poté impedirsi di pensare che quella era probabilmente la loro sola possibilità: come lui non riusciva a colpire Paperino per paura di fargli male, così Paperino non avrebbe rischiato l’incolumità di Kairi.
    Si voltò tenendola per la vita, facendosi scudo con il suo corpo – cielo, era terribile – fronteggiando il papero.
    «Lasciala andare, mostro!» ma, come previsto, non ci fu nessun attacco.
    Riku allungò una mano ignorandolo e quando vide le spire del corridoio oscuro diramarsi, fu sul punto di piangere di sollievo. Continuando a tenere Kairi tra lui e Paperino ci entrò dentro proprio mentre un’esplosione faceva cadere l’incantesimo per sigillarli.

Sora stava rotolando per la forza dell’esplosione. Sbatté una spalla, poi il ginocchio, ma quasi non li sentì. Aveva visto Riku e Kairi sparire nel corridoio; avevano preso il libro? Stavano bene? Fra quanto sarebbe tornato a prenderlo? Riku sapeva, vero, che quando aveva detto di riuscire a tenere a bada Topolino per alcuni minuti, intendeva pochi minuti.
    Si alzò e corse via, stringendo i denti per andare più veloce possibile nonostante il ginocchio ed altri mille acciacchi, che si era dimenticato di avere, ma che avevano tutta l’intenzione di ricordargli la loro presenza proprio in quel momento. Davanti a lui c’era lo studio del re, se fosse riuscito a raggiungerlo, forse avrebbe potuto barricarsi dentro per il tempo necessario.
    Se fosse riuscito a raggiungerlo.
    Con un balzo Topolino gli si parò davanti, brandendo il suo keyblade con aria minacciosa. Sora era stato abbastanza acuto – sotto suggerimento di Roxas, doveva ammetterlo – da non tirare fuori il proprio per non rivelarsi troppo, visto che era sicuro che Pippo lo avesse riconosciuto e sospettava anche Minnie, ma ora dubitava di poter desistere ancora.
    Come comprensibile, non appena lo attaccò, ed il keyblade del re cozzò contro il proprio, sul suo viso rotondo apparve un’espressione incredula; saltò indietro, facendo un’elegante capriola in aria e fermandosi in posizione di difesa a pochi passi dal suo avversario. «Un keyblade.» mormorò fissando l’arma che stava impugnato. «Chi sei tu?» gli domandò a voce più alta.
    Sora ghignò nascosto dal cappuccio, a volte era bello avere una risposta tanto d’effetto già pronta. «Nessuno.» disse, per lanciargli subito dopo un colpo aereo all’improvviso. Non si premurò di non colpirlo, convinto che lo avrebbe respinto, ma approfittò di quel diversivo per superarlo e continuare a scappare. Purtroppo non riuscì ad essere abbastanza veloce da evitare la botta pazzesca che il re gli diede alla schiena, non appena realizzò la sua strategia.
    Il respiro che prese subito dopo fu profondo e sibilante e gli fece un male cane.
    È lì, sei quasi arrivato, non fermarti! – lo incoraggiò Roxas ed aveva ragione, c’era troppo vicino per arrendersi.
    Riuscì a raggiungere la porta, la aprì e la richiuse alle proprie spalle, un secondo prima che Topolino la colpisse.
    Ma il sospiro di sollievo che si sarebbe meritato gli morì in gola, guardando Kairi aggrappata alla libreria alla ricerca del volume giusto. Solo in quel momento capì quanto sbagliata fosse stata quella mossa. «Che ci fate ancora qui?» domandò sconvolto, spingendo il più possibile la schiena contro la porta per non farla aprire al re.
    «Perché l’hai portato qui?» sbraitò Riku in preda al panico quanto lui, prendendolo a braccetto ed aiutandolo. Le loro braccia intrecciate erano proprio davanti all’apertura e Riku non poté impedirsi di immaginarsi le ossa rotte, quando Topolino avrebbe buttato giù la porta.
    «Credevo che ve ne foste andati…» un colpo. «vi ho visti entrare nel corridoio ed ho pensato che aveste il libro…» un altro colpo. «ora che facciamo?» gli chiese disperato, gemendo al terzo colpo.
    Riku puntò i piedi a terra più saldamente. «Teniamo duro.»
    «Lasciate che vi aiuti, Maestà!» sentirono biascicare dietro di loro.
    Tutto tacque. Sora e Riku si guardarono trattenendo il fiato, anche Kairi interruppe la sua frenetica ricerca per guardarli.
    Sentirono un crepitio poco rassicurante, poi la porta alle loro spalle diventò bollente ed, infine, una lunga lingua di fuoco fece breccia tra le due ante, bruciando le loro braccia e costringendoli ad allontanarsi per non ustionarsi del tutto.
    Sora si voltò e guardò Kairi che per un secondo continuò a fissarlo ansiosa, i suoi occhi spaventati correvano dal suo braccio ormai nudo ed il suo viso alla ricerca di un segno di dolore. «Sicura che sia qui?» le domandò lui, stringendo i denti per non far trasparire nemmeno una smorfia, perché sperava ancora di sentirsi rispondere di no. In quel momento ‘no, dobbiamo andare da qualche altra parte’ sarebbe stata la cosa più bella che le sue labbra potessero pronunciare.
    «Si.» rispose lei senza la minima esitazione e senza alcun rispetto per le sue inutili speranze. «Lo sento, ma non riesco a trovarlo.» si lamentò.
    Il ragazzo sospirò e, dopo aver fatto comparire Oblivion tra le sue mani, la porse a Riku. Per alcuni istanti rimasero entrambi con la mano sull’elsa in uno scambio di idee silenziose.
    «Pessima idea, tanto per cambiare.» commentò gelido.
    Questa volta Sora non lo contraddisse, troppo nervoso per essere ottimista. «Sbrigatevi d’accordo?» disse solo, lasciandogli la chiave di Roxas ed appoggiando una mano sul battente: quella porta non avrebbe retto ancora a lungo se qualcuno non le avesse dato una mano. «Non appena sono uscito, tu chiudi e bloccala con il keyblade.» gli disse imperioso. «Pronto?» domandò, ma non sapeva se a Riku o a sé stesso.
    Il suo amico annuì, studiandolo mentre gli sfuggiva un sospiro. «Perché non riusciamo mai essere allo stesso lato di una porta?»
    «Sbrigatevi.» ripeté Sora e sembrava così tanto una supplica che gli fece venire i brividi.
    Deglutì, prese fiato, si rigirò il proprio keyblade tra le mani come se potesse diventare più forte e più grande.
    Ce la faremo. – ma nemmeno Roxas sembrava molto fiducioso.
    Sora chiuse gli occhi, mandò un pensiero a Kairi, un pensiero pregno di tutto il suo amore, ma non si voltò per paura di perdere la volontà di andare avanti.
    Poi aprì la porta.

è ufficiale: sto odiando questo capitolo...no, non è vero, tutto sommato penso che non sia venuto così male...
...ma mi spiegate come si fa a creare tensione ed aspettativa con un papero biascicante ed un cane che fa'yuk'?! penso che quelli della square enix siano dei geni di sceneggiatura...
ad ogni modo...
oh mio dio! io so che succede nel prossimo capitolo...
grazie al caspian! se non lo sapevo era grave, cmq...succederà una cosa cosa sconvolgente...o per lo meno quando l'ho detto a mia sorella lei conveniva con me che era sconvolgente...speriamo bene...
mi manca Axel...anche Roxas, qui ha un po' disertato...
cmq fatemi sapere che ne pensate!
baci

   
 
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