Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: Melanto    27/10/2011    7 recensioni
Aria. Acqua. Terra. Fuoco. Alla disperata ricerca del Principe scomparso, mentre nel cielo rosseggia un'alba che odora di guerra. Una lotta contro il tempo per ritrovare la Chiave Elementale, prima che finisca nelle mani del Nero, e salvare il pianeta.
Siete pronti a partire?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Hajime Taki/Ted Carter, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Teppei Kisugi/Johnny Mason
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Elementia Esalogy'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ELEMENTIA
- The War -





CAPITOLO 8: Il potere del Vento

Sendai, Dogato di Rhalesta – Regno degli Ozora, Terre del Sud

Mamoru stava seduto presso la balconata dell’edificio in cui dormivano. I piedi poggiati al parapetto e un gomito sul bracciolo, a sostenere il viso affondato nella mano. I suoi occhi scrutavano e controllavano il cielo notturno; si muovevano vigili, nulla sarebbe riuscito a sfuggire alla loro attenzione. Il viso era contratto in un’espressione seria.
Nemmeno il rumore della sedia che veniva presa alle sue spalle e posta lì accanto riuscì a distrarlo.
Hajime si sedette, fermandosi a osservare anche lui il cielo per qualche istante, prima di sospirare.
“Sono ormai molte ore che è via. Nessuna traccia?”
“No” rispose Mamoru senza voltarsi.
“Non mi piace, non è da lui.”
“Già.” La Fiamma lo osservò per un attimo con la coda dell’occhio. “E Teppei?”
“E’ in camera: fa un solitario con le carte e finge di non essere preoccupato.”
Mamoru annuì.
“Chiamalo” disse a un tratto, alzandosi. “Lo andiamo a cercare.”
“Ma è buio, non si vede niente!” protestò l’altro sgranando gli occhi.
“Abbiamo la Luna.”
“Molto romantico” scosse il capo Hajime, ma obbedì all’ordine e si mosse per raggiungere l’Elemento di Terra.
Mamoru li attese all’esterno dell’edificio in pietra, consultando la cartina e chiedendo informazioni a uno degli uomini che restavano di ronda nella piazza del villaggio.
“Mi chiedevo quando ci saremmo mossi!” Lo raggiunse la voce di Teppei, galvanizzato e pronto a iniziare le ricerche. “Non ne potevo più di fare inutili solitari!”
Mamoru mostrò loro la mappa. “Yuzo si è allontanato verso Est: da quella parte ci sono solo alberi e foresta. Il primo villaggio è a una decina di chilometri, per quanto non credo che abbia raggiunto un centro abitato. Deve essersi fermato da qualche parte nella boscaglia.” Piegò la cartina passandola a Teppei, che la eclissò in una delle tasche dei pantaloni.
“Dividiamoci e facciamo una ricerca a ventaglio, avremo più possibilità. Il primo che lo trova o ha una novità a riguardo lancerà un segnale…”
“Che tipo di segnale?” domandò Teppei.
“Siamo Elementi, usa un po’ di fantasia!” concluse Hajime, l’altro gli fece una smorfia poi si separarono, scomparendo velocemente tra le oscure fronde boschive.

Il dolore alla spalla fu così forte da fargli riprendere conoscenza. Gli occhi si aprirono lentamente, mentre cercava di mettere a fuoco l’ambiente circostante. Si abituò quasi subito poiché la luce non era altro che una tenue penombra.
Un puntino tremolò davanti agli occhi, lo mise a fuoco: era la fiamma di una candela. Il dolore intenso gli strappò un lamento.
“Ma bene”, qualcuno parlò, “siamo svegli.”
Una figura si fermò davanti a lui, inginocchiandosi per incrociare il suo sguardo.
Yuzo alzò lievemente il capo, ancora intontito: un uomo dal viso smunto e i capelli bianchi, che scendevano lunghi su metà volto, lo osservava in maniera nient’affatto rassicurante.
“Chi sei?” biascicò il volante con la bocca pastosa, cercando di muovere le braccia; fu allora che si accorse che erano legate dietro la schiena. La paura di sentirsi in trappola lo svegliò del tutto, mettendolo in agitazione. “Dove mi trovo? Perché sono legato?”
“Calma, calma. Non dibatterti in questo modo, non fai altro che acutizzare il dolore” disse l’uomo senza cancellare il sorriso subdolo. L’Elemento d’Aria si guardò intorno, riconoscendo quello che sembrava essere l’abitazione di un alchimista data l’ingente quantità di alambicchi pieni di liquidi ribollenti e barattoli con chissà che erbe.
Riconobbe, in un angolo, anche i due uomini che lo avevano abbattuto e, probabilmente, portato lì. Restavano seduti su alcune sedie, in attesa. Il più grosso stava sistemando la balestra con la quale lo aveva tirato giù.
“Sei a casa mia” disse quello che gli stava di fronte, attirandosi la sua attenzione.
“Ma chi sei, tu?”
L’altro non rispose, limitandosi a dare un’occhiata alla ferita procuratagli dal dardo.
“Fa male?” domandò poi, togliendo l’impacco che vi aveva applicato mentre il giovane era svenuto.
“Sì…”
L’uomo annuì, dirigendosi al tavolo ricolmo di oggetti; ne prese una bottiglietta e tornò da lui. “Questo lo farà anche di più.” Con un gesto deciso, versò il contenuto sulla lesione.
L’attimo dopo, Yuzo sentì come se l’avessero appena marchiato a fuoco. La pelle tirò dandogli l'idea che qualcuno la stesse strappando a crudo, facendolo gridare per la sofferenza. Lievi scie di fumo si levarono dalla ferita, ma il tutto durò pochi momenti poi il dolore scomparve nello stesso modo in cui era arrivato. Il volante osservò la spalla e, con sua sorpresa, il foro di dardo non c’era più.
“Sono un Naturalista” disse l’uomo candidamente, posando la boccetta ormai vuota. “Purtroppo da svenuto non avrebbe sortito lo stesso effetto.”
Yuzo scosse il capo, incredulo. “I Naturalisti non sono in grado di fare questo…”
“Infatti mi diletto in Magia Nera. In quel liquido c’era della polvere di Rànkesh(1). Fa miracoli, non trovi?”
“La Magia Nera è bandita dalle scienze naturalistiche, così come da tutte le altre. Come puoi definirti un medico?”
L’uomo scosse il capo. “Eh, voi Elementi d’Aria siete così ligi al dovere…”
Yuzo si irrigidì, particolare che non sfuggì allo sconosciuto.
“Non stupirti, in questa zona rurale non se ne vedono molti di quelli come te. Tu e i tuoi amici non passate inosservati.”
“Io non capisco… prima mi ferisci, poi mi curi: che cosa vuoi?”
“Quello che vogliono tutti, ultimamente: il potere. E tu mi aiuterai a ottenerlo.”
Dal tavolo prese un altro oggetto: un grande ma sottile anello di metallo.
“Ma di cosa stai parlando?” Yuzo era confuso. “Sei un Naturalista, il tuo scopo è di aiutare la gente-”
Una grassa risata lo interruppe. Una risata che aveva un che di terrificante e maligno.
“Povero ingenuo.” Con passo lento tornò a farsi vicino. “Credi forse che non sappia della guerra imminente? Vedo legioni di soldati che marciano verso il Nord, Stregoni che si radunano in maniera sospetta. Magari le notizie arrivano in ritardo, qui, ma arrivano.” Si fermò davanti a Yuzo, afferrandogli il viso con una mano dalle lunghe dita ossute per costringerlo a guardarlo. “E dimmi, ragazzino, cosa credi che potrà mai fare Re Ozora contro Minato Gamo? Oh certo, sua Maestà ha voi Elementi su cui fare affidamento, così fedeli, ma Gamo ha la Magia Nera…” Enfatizzò le ultime parole. “Il Sovrano non può nulla contro di lei, nessuno può, nemmeno quelli come te.” Lasciò la presa, rigirando il grande anello che brillava alla luce della candela. “Con il tuo aiuto conquisterò i villaggi vicini e appena Gamo marcerà al Sud, glieli donerò con i miei omaggi. Così dimostrerò la mia lealtà, chiedendogli una piccola ricompensa." Raggiunse Yuzo con uno scatto improvviso, fermandosi a distanza millimetrica dal suo viso. Gli occhi lanciavano lampi di pura fullia quando mormorò: “Il posto del Nero alla guida dell’AlfaOmega.”
“Che cosa?! Sei pazzo! Tu non hai la minima idea di quanto possa essere potente il Nero! Conosce l’arte oscura meglio di chiunque altro, non hai nemmeno la più remota speranza di batterlo! E dai a me dell’ingenuo?! Stolto!”
L’uomo arricciò il naso. “Vedo che ne sei molto sicuro. A ogni modo non credere che io sia così debole. Ho imparato molto bene a utilizzare la Magia Nera…” Fece ondeggiare l’oggetto davanti ai suoi occhi. “Guarda. Questa è una mia creazione: un manufatto magico. La vedi la pietra purpurea?”, e indicò un vetro incastonato nel metallo, “L’ho lavorata con siero di Rànkesh e un incantesimo. Come ho detto per l’intruglio che ti ha guarito la ferita: fa miracoli.”
Yuzo scosse il capo. “Non mi importa di quello che crei o dei tuoi folli propositi! Io non ti aiuterò ad attuarli!”
“Non esserne così sicuro, mia giovane cavia. Ora, da bravo, non ti muovere.” Con voce di perentoria si rivolse ai due giovani che, fino a quel momento, si erano tenuti in disparte. “Taichi, tienigli ferma la testa.”
Il colosso appoggiò la balestra contro la parete e raggiunse il Naturalista. Si posizionò alle spalle del volante, afferrandogli il capo.
“Lasciatemi andare!”
“Stai fermo o te la schiaccio come un acino d’uva” borbottò Taichi mentre l'uomo provvedeva a infilargli il diadema. Ogni resistenza del volante si rivelò inutile.
Yuzo sentì come se migliaia di aghi gli bucassero la testa, attraversassero la pelle, le ossa e arrivassero dritti nella materia grigia. Arpioni aggrappati alla carne di una balena.
Perse conoscenza senza riuscire nemmeno a gridare.

Mamoru si muoveva velocemente tra la boscaglia cercando a terra e tra i rami tracce del passaggio di Yuzo o l’Elemento stesso. Lui sperava nella seconda eventualità, ma ormai erano due ore che si era separato dagli altri e del volante nemmeno l’ombra.
Era preoccupato. Non perché non si fidasse a lasciarlo solo, quanto a lasciarlo solo in quelle condizioni e lui aveva la responsabilità dell’intero gruppo: se fosse successo qualcosa ai suoi compagni non se lo sarebbe mai perdonato. Eppure, doveva ammettere a sé stesso di essere più in ansia del dovuto. Forse perché si trattava di Yuzo?
Mentre scivolava tra le fronde, facendosi luce con una piccola sfera infuocata, si domandò se avesse fatto lo stesso nel caso fossero stati l’Elemento di Terra o di Acqua a dileguarsi nel nulla. No, probabilmente no.
Hajime e Teppei sapevano il fatto loro e lui sarebbe stato meno in pensiero. Invece, Yuzo era un ingenuo e sprovveduto volante, sempre sorridente, sempre gentile con tutti, fin troppo disponibile. E lui aveva un comportamento da ‘mamma chioccia’ nei suoi confronti.
“Mamoru, piantala!” si disse, cercando di auto-convincersi. “E’ un Elemento, sa badare a sé stesso che diamine! Smetti di comportarti come se fossi la sua balia!”.
A peggiorare la situazione si ricordò di come il giovane si fosse rifiutato di eliminare quel Vulkan che avevano incontrato nel deserto, nonostante fosse stato un demone e avesse cercato di ucciderli. Ora che ci pensava, non aveva idea di quanto potessero essere realmente forti gli Elementi d’Aria. Tutto ciò che sapeva l’aveva appreso alle manifestazioni durante i tornei, ed erano semplici dimostrazioni di intrattenimento. Il primo che aveva visto all’opera sul campo di battaglia era stato proprio Yuzo, che preferiva la difesa all’offesa, mantenendosi rigidamente fedele al principio della Scuola di Alastra che si basava sul motto ‘l’Aria è fonte di vita’.
“Accidenti!” sbottò tra il nervoso e il crucciato. “Guai a te, se ti sei cacciato nei casini! Guai a te!”
L’attimo dopo sbucò in una radura. Si fermò nel mezzo, osservando le ultime luci notturne scivolare via, mentre la Luna stava per lasciare il posto all’alba. Avanzò di qualche passo, dirigendosi nuovamente tra gli alberi e alzò la sfera infuocata per illuminarsi il cammino, quando scorse qualcosa ai piedi di una quercia. Si avvicinò incuriosito, facendo luce: c’erano dei rami spezzati e, tra essi, era incastrato un pezzo di stoffa e qualcosa di metallico che luccicava sotto il bagliore della fiamma.
Mamoru si inginocchiò per raccogliere il tessuto. Lo riconobbe subito: apparteneva alla casacca di Yuzo. Dei rumorosi campanelli di allarme si accesero nella sua testa, ma la conferma la ebbe dall’altro oggetto che raccolse nel palmo. Vi avvicinò la torcia per illuminarlo meglio e sentì la schiena che veniva percorsa da una pessima sensazione: era il lungo orecchino con la piuma dal quale il volante non si separava mai.
“Maledizione!” imprecò, stringendo il gioiello nel pugno. Quella era la prova che gli era successo qualcosa.
Mamoru lanciò la sfera in aria, facendola esplodere in un luminoso fuoco d’artificio che illuminò il cielo per qualche istante. Dopo un po', Hajime e Teppei emersero di corsa dal bosco.
“Però, gran bel segnale!” esclamò l’Elemento di Terra. “Un po’ vistoso, ma tant’è…”
“Lo hai trovato?” intervenne Hajime, avvicinandosi, ma la Fiamma scosse la testa spegnendo le loro speranze.
“Però so che è passato di qui”, mostrò la stoffa e l’orecchino, “erano incastrati tra questi rami.”
Teppei si inginocchiò, osservandoli. “Sono spezzati” disse e guardò l’albero al quale erano appartenuti. “Forse non hanno retto il suo peso…”
Mamoru scosse la testa. “Yuzo che cade da un albero? Impossibile e poi avrebbe volato.”
“Magari non ha potuto.”
“E se…” si intromise Hajime, osservando il cielo “…se fosse precipitato mentre era in volo?”
L’Elemento di Fuoco inarcò un sopracciglio, mentre quello di Terra ipotizzò: “Forse si è sentito male…”
“Al villaggio hanno detto che è periodo di caccia.”
Hajime si avvicinò preoccupato. “Pensi che l’abbiano abbattuto, Mamoru? In quel caso potrebbe essere seriamente ferito…”
Il giovane sospirò grave. “Non so che pensare” disse, passandosi una mano tra i lunghi capelli scuri. “Quello che non capisco è che seppure lo abbiano scambiato per un uccello… dovrebbe essere qui, ma non c’è! Dove diavolo se ne sarà andato in giro, quello stupido?!”
Teppei tastò leggermente il suolo. “Qualcuno è rimasto sdraiato in questo punto” disse attirandosi la loro attenzione. “L’erba è schiacciata vedete?” Poi si alzò, scrutando l’intorno; strappò alcune foglie, inspirandone l’odore e rimanendo in silenzio, infine prese un filo d’erba accanto ai rami spezzati, annusando anche quello. “Ma non si è allontanato con le sue gambe” dedusse scuotendo il capo e indicando un punto più lontano dal luogo del ritrovamento. “Lì l’erba ha un odore diverso. Qualcuno deve averlo sollevato e portato via, il problema è che le loro tracce sono state coperte dai nostri passi e da quelli degli altri animali del bosco.”
Mamoru inspirò profondamente, passandosi una mano sugli occhi.
“Merda!” sbottò fendendo l’aria con un calcio e prendendo a camminare nervosamente. “Io lo uccido, se è ancora vivo, lo giuro su Maki!”
“Calmi, stiamo calmi…”
“Calmi un corno, Hajime! Yuzo potrebbe essere ovunque a quest’ora e forse è ferito, e noi abbiamo percorso nemmeno un terzo del tragitto, e dobbiamo ancora trovare il Principe, e la guerra è ormai alle porte, e-”
L’Elemento di Acqua lo prese saldamente per le spalle. “Calma Mamoru, non dobbiamo farci prendere dal panico o non concluderemo nulla…”
“Parole sante” appoggiò Teppei.
“…e siamo anche noi preoccupati. Lo so che ti senti responsabile dell’incolumità di tutti, ma vedrai che lo troveremo.”
L’Elemento di Fuoco sospirò rassegnato.
“Sì, hai ragione tu, ma appena lo trovo lo strozzo!” disse facendo sorridere i suoi compagni. “Che suggerisci?”
“Ormai è l’alba e conviene tornare al villaggio. Chiederemo agli abitanti di aiutarci e riprenderemo le ricerche: alla luce del sole abbiamo maggiori possibilità di trovare nuovi indizi. Magari chi lo ha abbattuto è anche colui che lo ha portato via, per curarlo. Sei d’accordo?”
La Fiamma annuì e insieme ai due compagni tornò sui propri passi senza riuscire a darsi pace.
Una folata di vento gelido li raggiunse che erano nel folto della foresta.
“Odore di pioggia” esclamò Hajime. “Dovremmo muoverci prima che arrivi il temporale: mentre cercavamo Yuzo, ho visto qualche lampo in lontananza, temo che si stia muovendo nella nostra direzione.”
“Ci mancava solo questa!” sbuffò Teppei. “Ci limiterà nelle ricerche.”
“Già.”
Il Tritone e il tyrano proseguirono ma Mamoru rimase leggermente distanziato, pensieroso: i repentini cambiamenti di temperatura non erano mai un buon segno e quell’aria sembrava avere qualcosa di negativo.

“Uccidili…”

L’Elemento di Fuoco si volse di colpo.
“Avete sentito?” disse ai suoi compagni che si arrestarono subito.
“Sentito cosa?” domandò Hajime.
“Non so… sembrava un sussurro…”
“Un sussurro?” fece eco Teppei. “Forse ti sei confuso con il rumore del vento. Ora sbrighiamoci, prima che incominci a piovere.”
Ripresero a camminare, scomparendo nella boscaglia che ormai faceva meno paura, rischiarata dalle prime luci dell’alba.
“Sì, deve essere così…” mormorò Mamoru e, nonostante la titubanza, li seguì senza indugiare oltre.

Arrivarono al villaggio che il sole era alto e caldo sulle loro teste. Quando entrarono nella piazza videro Mastro Koji farglisi contro.
“Allora, lo avete trovato?” esordì visibilmente preoccupato. “Questa mattina una delle guardie mi ha detto della scomparsa del ragazzo d’Aria e speravo portaste buone nuove al vostro ritorno…”
“Purtroppo non sono felici, le notizie, Mastro Koji” spiegò Mamoru. “Abbiamo trovato un pezzo di stoffa del suo abito impigliato tra i rami e temiamo sia ferito.”
“Oh… Se posso esservi utile in qualche modo…”
Ma Mamoru scosse il capo, abbozzando un sorriso. “No, Mastro Koji, non datevi pena. Avete già un grave lutto cui far fronte-”
“Devo molto a quel ragazzo” lo interruppe il capo villaggio, ricambiando il sorriso. “Ha reso felici gli ultimi giorni di mia figlia, realizzando tutti i suoi desideri. Mettermi a vostra disposizione per le ricerche è il minimo ch’io possa fare per ringraziarlo.”
“Siamo noi a ringraziarvi per l’aiuto e l’ospitalità che ci state ancora offrendo.”
Koji Yamaoka gli strinse amichevolmente la spalla, cominciando a incamminarsi. “Andiamo in casa, staremo più comodi. Avete già un piano?”
“Avevamo pensato di formare delle squadre e setacciare nuovamente i boschi qui intorno” spiegò Teppei.
L’uomo annuì. “Molto bene, allora organizziamoci-”
Mastro Koji! Mastro Koji!” Delle grida allarmate interruppero bruscamente la loro conversazione. Tutta la gente si fermò, attirata da quegli schiamazzi.
Un ragazzo arrivò di corsa, gettandosi ai piedi del capo villaggio, ansante e visibilmente agitato o, per meglio dire, terrorizzato. “Mastro Koji, l’ira divina si sta abbattendo sulle nostre terre!”
“Ira divina, Nagai(2)? Non capisco di cosa parli, cerca di calmarti...”
Ma il giovane era troppo scosso per farlo e lo afferrò per un braccio, costringendolo ad ascoltarlo.
“Lungo... lungo la Via Crociata... ho incontrato un gruppo di persone malconce con carri e qualche bagaglio al seguito. Ho chiesto loro chi fossero e mi hanno detto di provenire da Atzar.” Prese fiato un paio di volte e sembrava avere quasi il terrore di dire il resto. “Hanno detto… hanno detto che il villaggio è stato raso al suolo!”
“Che cosa?!” Koji sgranò gli occhi, mentre tutt’intorno si levavano confusi mormorii.
Il giovane Nagai continuò. “Non una casa, non un muro è rimasto in piedi e i pochi sopravvissuti si stanno dirigendo qui con il minimo che sono riusciti a salvare. È terribile, terribile!”
“Ma... ma come è possibile? Chi... cosa-”
“Hans(3), il Naturalista!”
Koji scattò, indignato e incredulo. “Hans?! Quel folle con il pallino della Magia Nera?! Le Dee non vogliano che abbia deciso di assoldare qualche squadra di mercenari per-”
“No, no!” Nagai scuoteva il capo, sembrava impazzito. “Uno! Uno solo! Un solo uomo che ha scatenato le ire dei cieli!”
A quelle parole, Mamoru si fece improvvisamente attento e, prima che qualcun altro potesse intervenire, si inginocchiò accanto al giovane.
“Che cosa hai detto?” domandò serio.
“Proprio così! Una sola persona! Hanno detto che ha tirato giù il finimondo! Hanno parlato di nuvole nere formatesi all’improvviso e raffiche di vento così forti da sradicare gli alberi da terra! Poi hanno cominciato a piovere fulmini e la gente moriva tanto velocemente da non avere nemmeno il tempo di recitare una preghiera!”
L’espressione della Fiamma si fece terrea: quello a cui stava pensando non poteva essere vero, era troppo assurdo per esserlo. Era impossibile.
Cercò di mantenere il sangue freddo.
“Lo hanno visto? Lo hanno descritto?”
Nagai scosse il capo. “Hanno detto che sapeva volare!”
“Volare?” mormorò qualcuno, lì attorno, dove la gente si era raccolta in un nutrito gruppetto. “Come uno degli stranieri…”
“Già”, accordò un altro, “ed è scomparso giusto ieri!”
“E’ un demonio! Sono tutti Stregoni!”
“Ma cosa dite? Sono degli Elementi, servi delle Sacre Dee!”
“Forse le Dee sono adirate con noi!”
“Dobbiamo pentirci e supplicare la Divina Yayoi di sedare la sua ira!”
Mamoru restava immobile avvolto da quella girandola di voci che si facevano più forti e isteriche, sempre più allarmate e concitate, come il panico sciolto dai freni. Rimbombavano nella sua testa in un’eco martellante e opprimente.
Villaggi distrutti.
Yuzo un assassino.
Demoni.
Stregoni.
Ira divina.
Parole che si sommavano le une alle altre e si confondevano tra i suoi pensieri e una assurda verità che non voleva accettare.
Doveva capire, Mamoru doveva vederlo con i propri occhi, perché tutto quello era semplicemente impossibile per essere creduto sulla parola.
Una mano si poggiò sulla sua spalla, facendolo ritornare con la mente nella piazza del villaggio di Sendai, tra la folla che blaterava spaventata. Si volse a incrociare lo sguardo preoccupato di Hajime.
“Mamoru… non pensi che-”
“No!” rispose energico, alzandosi in piedi. “Lui non può aver fatto una cosa simile! Noi lo conosciamo bene, credi che ne sarebbe stato capace?” Il suo sguardo ardeva dalla rabbia. “Assolutamente no! Yuzo non è un assassino.”
“Lo so anch’io, e sono convinto che debba esserci una spiegazione a tutto, ma le coincidenze sono-”
L’Elemento di Fuoco allontanò malamente la mano dalla spalla. “Al diavolo le coincidenze! Non mi servono a nulla! Non ci crederò fino a che non l’avrò visto con i miei occhi! Come puoi credere a delle parole senza fondamento?”
“Santa Dea, Mamoru!” sbottò Hajime tra l’irato e il frustrato. “Pensi che questa storia mi faccia gioire? Pensi che dubitare di lui mi faccia sentire bene? Quando faccio parte di una squadra ho cieca fiducia nei miei compagni, ma non abbiamo notizie di Yuzo da ieri sera e stanotte è successo quel che è successo! È troppo per cercare di chiudere gli occhi e, se vogliamo aiutarlo, l’unica cosa da fare è trovarlo e capire cosa diavolo sta succedendo!”
Rimasero a fissarsi, occhi negli occhi, mentre anche la gente intorno a loro si era azzittita e Teppei spostava lo sguardo perplesso dall’uno all’altro.
Allarme! Allarme!” Una delle guardie dall’alto del tetto della casa di Koji Yamaoka ruppe il silenzio che si era creato, con delle grida di avvertimento. “Mastro Koji, venite a vedere! È spaventoso!
Il capo villaggio fece segno agli Elementi di seguirlo, mentre pregava i suoi concittadini di mantenere la calma.
I quattro salirono velocemente, raggiungendo la grande terrazza tramite una scala esterna. Sulla sommità, l’uomo osservava un punto fisso, a Nord di Sendai.
“Le ho viste formasi in meno di un battito di ciglia” spiegò, indicando le immense nubi nere che si erano addensate in lontananza e si muovevano con innaturale rapidità. “Non avevo mai visto niente del genere, signore!”
Improvvisamente presero a illuminarsi, percorse da fulmini e lampi, il cui rombo riusciva ad arrivare fino a loro come una eco trasportata dalle nubi.
“Come ieri notte...” mormorò Hajime, mentre venivano investiti da folate di vento gelido. “...i bagliori in lontananza e l’odore di pioggia...”
“Voi credete davvero che sia opera del ragazzo d’Aria?” Koji era incredulo di fronte a una simile eventualità e non era il solo.
Mamoru ridusse gli occhi a due fessure. “L’unico modo per saperlo è andare a vedere di persona. Cosa c’è lì?”
“Il villaggio di Krrish(4).”
La Fiamma non disse altro. Abbandonò rapidamente la terrazza, seguito dai due compagni. Insieme salirono in groppa ai primi cavalli sellati che trovarono e li lanciarono al galoppo verso il luogo sovrastato dalle nubi.
Non si parlarono per l’intero tragitto, ognuno immerso nei propri pensieri; l’unico rumore ad accompagnarli era quello degli zoccoli che pestavano il suolo a velocità incoscienti sia per l’animale che per il cavaliere, ma non potevano aspettare, dovevano raggiungere il villaggio prima che fosse ormai troppo tardi, così, spronarono gli stalloni fino al limite, ‘volando’ sulla Via Crociata.
Vennero avvistati da un gruppo di viaggiatori e lasciati passare.
Mamoru rivolse loro un’occhiata fugace: dovevano essere i sopravvissuti di Atzar. Poche persone dall’aria disperata, un paio di carri con alcuni feriti e degli oggetti. Nagai aveva detto il vero e lui non ne aveva mai dubitato per quanto gli risultasse difficile ammetterlo a sé stesso; farlo avrebbe significato condannare Yuzo e questo non era accettabile. Non lo era. Non per lui.
Le nubi si facevano sempre più nere e intense mentre si avvicinavano a destinazione e il vento sferzava con forza sui loro visi, dall’espressione tesa e concentrata, e sui corpi degli animali che montavano. Sembrava fosse calata la notte e invece era pieno giorno; non era nemmeno l’ora di pranzo. L’intero ordine delle cose sembrava sul punto di essere capovolto e i fulmini impattavano al suolo con rombi sempre più fragorosi, sovrastando l’eco delle prime urla che riuscirono a sentire. Straziate e disperate, gelarono loro il sangue nelle vene.
D’un tratto, i cavalli si impennarono, stoppando di colpo la loro corsa. Nitrivano impauriti, scalciavano, sembravano avere percepito l’odore della morte ancor prima di mettere piede nel villaggio.
Non andremo da nessuna parte con loro! Non si muoveranno oltre!” gridò Teppei cercando di sovrastare il fragore dei tuoni.
Allora proseguiremo a piedi!” Mamoru smontò e abbandonò la sua cavalcatura che corse, tornando indietro; venne imitata a ruota dagli altri due animali, una volta che Hajime e Teppei furono scesi dal loro dorso.
Acqua e Terra inseguirono l’Elemento del Fuoco che correva verso il cuore delle nubi.
Le prime immagini ebbero l’effetto di un pugno allo stomaco.
Dei corpi giacevano inermi ai loro piedi, mentre alcuni spuntavano semisommersi dalle macerie delle abitazioni crollate; persone terrorizzate cercavano di scappare tra le grida e i fulmini che fischiavano al loro fianco. Spesso sembrava che le folgori li inseguissero.
Le madri stringevano i pargoli al petto alla ricerca di un riparo dove nascondersi in attesa che l’Inferno cessasse. Ai loro piedi, il sangue dei caduti si mischiava alla polvere, mentre le folate di vento scoperchiavano tetti, sradicavano alberi che poi rovinavano sulle altre abitazioni in legno, abbattendole, frantumandole come fossero fatte di carta. E una voce dominava sulle altre, con infame arroganza.
Questo è ciò che accade a chi non si arrende ad Hans, lo Stregone. Il villaggio di Krrish sarà cancellato dalla faccia di Elementia!
“Voglio vedere il brutto muso di quel bastardo che sta facendo tutto questo” ringhiò Teppei. “Dopodiché, lo sprofonderò nelle viscere della terra!”
I tre Elementi continuarono ad avanzare nelle vie della cittadina in rovina, cercando di favorire la fuga degli abitanti che incrociavano sul loro cammino.
Quando giunsero in quello che rimaneva del foro, scorsero una figura in piedi e a braccia conserte che si ergeva su di un muretto diroccato. Osservava la distruzione con un sorriso sulle labbra e l’espressione compiaciuta. Quando si accorse della loro presenza, gli rivolse dapprima uno sguardo interrogativo, quasi sorpreso, poi continuò a sorridere.
Teppei e Hajime vagliavano il cielo plumbeo alla ricerca della persona che stava distruggendo Krrish e i suoi abitanti, senza però riuscire a individuarla. Mamoru, invece, teneva il suo sguardo fisso sull'uomo dai capelli bianchi, ancora immobile.
“Mi domandavo quando sarebbero arrivati gli altri tre” disse proprio il Naturalista, suscitando la loro perplessità.
“Sembra sapere chi siamo” mormorò Hajime. “Non è un buon segno.”
“E anche in quanti eravamo” sottolineò Teppei.
“Interrompi immediatamente questa carneficina!” Mamoru passò subito all’azione.
“Tu devi essere quello del Fuoco” fu la risposta dell’auto-proclamatosi Stregone. “La rabbia che arde nei tuoi occhi è inconfondibile.”
“Hai sentito quello che ho detto? Arrenditi o sarai ucciso!” E lui sarebbe volentieri passato direttamente alla seconda opzione.
L’altro rise di gusto. “Arrendermi? Ma se ho appena cominciato! E non mi fermerò fino a che non lo deciderò io, ragazzo.”
Una sfera di fuoco si formò nel palmo sinistro della Fiamma. Quello, per lui, non era che un invito a nozze. “In questo caso...”
Il colpo venne lanciato senza nemmeno stare a pensarci. Correva veloce verso l’avversario, ma Hans rimase immobile, non intenzionato a schivarlo. Era cosciente di non averne bisogno.
Un’improvvisa lama di vento deviò il tragitto della sfera, facendola esplodere contro un’abitazione.
Il Naturalista sorrise. “Oh, sembra che il mio fedele amico non sia d’accordo con voi.” Si rivolse alle fronde di uno dei pochi alberi rimasti in piedi. “Che ne diresti di giocare con loro? Vediamo se ho scelto bene.”
Teppei pungolò il fianco di Mamoru con un gomito, accennando col capo in direzione di una figura che restava comodamente seduta su di un ramo. “Eccolo.”
La Fiamma inspirò a fondo. Quello era il momento della verità, ora avrebbe visto con i suoi occhi se i sospetti di Hajime – e i suoi timori – erano fondati. Ma cosa avrebbe fatto se lo fossero stati davvero? A quello non aveva pensato, rifiutandosi di crederlo.
La figura incappucciata si mosse, librandosi in volo e vederglielo fare provocò a Mamoru una spiacevole sensazione: quei movimenti erano inconfondibili per poter continuare a negare l’evidenza; aveva imparato a conoscerli e li aveva anche sfruttati almeno in due occasioni. Gli avevano fatto passare le vertigini.
Lo vide planare e toccare terra con leggerezza.
Il viso, dal naso in su, era celato dalla buffa nera. Solo le labbra erano visibili. E sorridevano.
Anche quello aveva imparato a conoscerlo. Quel modo di sorridere.
Ora erano separati niente più che da una manciata di passi, sufficienti a decretarne l’identità una volta che il mantello fosse caduto. Il vento bizzoso prese a smuovere i lembi della cappa, sollevandoli per capriccio, poi, come una mano irata, glielo strappò di dosso, trascinandolo lontano.
Fu in quel preciso istante, quando i loro occhi si incrociarono, che Mamoru sentì distintamente il proprio cuore sancire un ultimo battito per poi fermarsi, come fosse anche lui preda della terrificante scoperta.
Nessun errore, questa volta.
Nessuna giustificazione.
Nessun dubbio.
La persona che aveva scatenato le ire dei cieli, che aveva raso al suolo due villaggi, il demonio, era davvero Yuzo.
L’espressione sorridente, ma lo sguardo terribilmente malvagio che non sembrava nemmeno il pacifico Elemento d’Aria che i suoi compagni avevano conosciuto.
Hajime tolse rapidamente la stoffa che avvolgeva il palmo sinistro per controllare la pietra: l’oggetto era nero, inanimato. Per un momento si sentì sollevato, ricoprendolo prima che gli altri potessero notarlo, ma la malvagità che leggeva negli occhi del volante lo confondeva. Doveva esserci qualcosa sotto, qualcosa come un incantesimo per poterlo manovrare, qualcosa come… un sottile cerchio di metallo che gli circondava la fronte. Un'intuizione lo colse, ma non ebbe il tempo di spiegarla ai suoi compagni.
“Come hai potuto...” mormorò Mamoru, fissando Yuzo con sconcerto e incredulità, mentre si sovrapponevano flash di ricordi del viaggio condiviso fino a quel momento, inframmezzati alla distruzione e alla morte degli ultimi istanti. “Come hai potuto...” Avrebbe dovuto ragionare. Estraniarsi dalla situazione, mantenersi lucido e ragionare per un solo attimo, ma i suoi occhi vedevano rosso e i suoi poteri si liberarono dai palmi delle mani, dove lingue infuocate venivano vomitate dalla carne.
“No, Mamoru, aspetta!” cercò di fermarlo Hajime. “Non farti accecare dalla rabbia. Lui-”
Come hai potuto?!
Mamoru non lo stette a sentire, non sentiva nulla, ma era ferito. Quello sì. E furente. Senza nemmeno pensarci, gli liberò contro il potere del Fuoco. Le fiamme divorarono la distanza che le separava dal loro bersaglio ancora immobile e sorridente.
Con il taglio della mano, Yuzo separò l'aria che aveva davanti. Lungo il vuoto di ossigeno che si venne a creare, il fuoco si divelse, lasciando la sua figura perfettamente intonsa.
Questa volta, il Tritone afferrò Mamoru per un braccio, costringendolo a guardarlo.
“Lasciami andare, Hajime!”
“Ascoltami, dannazione! Non lasciarti guidare dalla rabbia per quello che credi di vedere! Non ti sei accorto di niente?! Guardalo bene. Hai visto cos’ha intorno alla fronte?”
Solo allora, Mamoru si accorse dell’oggetto che la circondava. La Ragione spense l'incendio nella sua testa, prendendo di nuovo il controllo sulle sue facoltà.
“E quello che diavolo è?” domandò Teppei.
“Un manufatto.”
“E’ sotto incantesimo...” comprese la Fiamma, facendo scomparire la rabbia dal viso.
“Era ovvio che lo fosse!”
“Deve essere stato quell’Hans!” affermò Teppei contrariato, incupendo l’espressione. “Non sarà facile toglierglielo.”
“Beh? Tutto qua?” La voce dello Stregone richiamò la loro attenzione. “Cosa state aspettando? Lui è la minaccia che dovete scongiurare. È il male che dovete debellare per la salvezza di tutti i villaggi che sono ancora intatti. Perché indugiate?” Poi sorrise con ironia, portandosi teatralmente una mano al petto. “Oh, già, capisco: non deve essere facile uccidere un amico, non è così? Ah, l’amicizia, che nobile sentimento. Yuzo, fai vedere quanto conta, per te, la loro amicizia.”
Il volante accentuò il sorriso. Le sue braccia vennero percorse da fugaci bagliori che apparvero e scomparvero in un battito di ciglia fino a divenire più insistenti e crepitanti. Si avvinghiavano agli indumenti come serpi elettriche, scivolavano nei palmi fino a lambire la punta delle dita.
“Non tenterà mica di fulminarci, vero?” mormorò Teppei senza perdere di vista nemmeno il suo più piccolo movimento. “Non è così?” ripeté, cercando di convincere sé stesso e i suoi compagni, ma non ottenne conferma perché nemmeno gli altri sapevano cosa rispondere.
Yuzo sollevò lentamente le braccia, stringendo le mani in pugno. Il potere dei fulmini si racchiuse al loro interno.
Fu in quello stesso istante che Mamoru ebbe la certezza di quello che sarebbe accaduto e meno di un respiro per agire. Con una spinta, allontanò i due Elementi e sé stesso dalla loro posizione. L’elettricità si scaricò con violenza dove, poco prima, poggiavano i piedi, lasciando profondi solchi fumanti nel terreno.
“L’ha fatto...” Teppei era sconcertato e guardava Hajime, diametralmente opposto a lui. “...l’ha fatto davvero...”
Mamoru, che si era allontanato con un balzo all’indietro, vide Yuzo volare nella sua direzione ad altissima velocità. Sarebbe stato il suo primo bersaglio.
Il volante emise una serie di taglienti raffiche di vento laminari che l’Elemento di Fuoco schivò, lasciandosi cadere di schiena sul terreno. Facendo perno sulle mani, caricò un calcio a piedi uniti che affondò nell’addome dell’avversario appena questi gli fu sopra. Yuzo venne allontanato verso l’alto, ma atterrò con una capriola, mentre Mamoru si portava a una certa distanza tentando, in tutti i modi, di evitare lo scontro diretto.
“Yuzo, ascoltami!” cercò di spiegare, nonostante il volante avesse spiccato nuovamente il volo. “Quell’uomo ti sta ingannando! Ti tiene sotto controllo con la Magia Nera!” Evitò altre scariche elettriche, saltellando tra le rovine della città. “Fermati! Tu non sei un assassino!”
Ma erano davvero parole al vento che sembravano infrangersi sulla figura del suo compagno di viaggio.
Appena gli fu abbastanza vicino, Yuzo affondò il destro che Mamoru deviò con il polso, ma l’Elemento d’Aria roteò su sé stesso, piazzandogli una violenta gomitata al volto e concludendo l’attacco con una sfera di vento che gli fece esplodere all’altezza dello stomaco. Il colpo allontanò la Fiamma di una cinquantina di metri dalla loro posizione.
L’impatto con il muro di una costruzione già mezza diroccata fu cupo e violento, e Mamoru esalò tutto il fiato che aveva in corpo. Rimase immobile, cercando di riprendersi, ma il volante stava già camminando lentamente verso di lui. La Fiamma strinse i denti.
“Ti prego…”, lui, che non aveva mai pregato nessuno, “…devi ascoltarmi…”
Yuzo si fermò a pochi passi. L'Elemento di Fuoco poté quasi illudersi che volesse ascoltarlo sul serio. A guardarlo così, sembrava tutto normale: il volante sorrideva, sorrideva pacifico in quel modo che lui ormai avrebbe saputo riconoscere tra mille altri. Sembrava tutto un errore, un equivoco, un incubo... E invece, Mamoru si rese conto come quel sorriso non fosse quello cui era abituato, ma nascondesse qualcosa di maligno: si stava divertendo.
Yuzo rimase lì fermo, a osservarlo, studiando i suoi dolorosi tentativi di alzarsi e provando quasi un gusto perverso nel vederlo arrancare. Lo guardava soffrire e ne provava piacere.
Poi, Mamoru lo vide incupirsi e scrutare con la coda dell’occhio alla sua sinistra: spiccò il volo prima che il getto d’acqua di Hajime potesse centrarlo. “Stagli lontano!” Lo avvertì il Tritone; l’altro sorrise per nulla intimorito dal tono poco conciliante che gli aveva usato. Anzi, era già pronto per l’offensiva.
“Non… non fargli del male…” Lo difese la Fiamma, reggendosi l’addome.
“Non gliene vorrei mai fare, ma bisogna almeno tramortirlo per togliergli quel manufatto.”
Hajime decise quindi di ingaggiare lo scontro con l’Elemento d’Aria. Quest’ultimo restava in volo sopra la sua testa e lui incrociò le braccia all’altezza della fronte. Dal centro, nacque un turbine d’acqua che il Tritone guidò verso il suo obiettivo. Yuzo riuscì a evitarlo, spostandosi velocemente, ma lui non era intenzionato a mollarlo e seguì tutti i suoi spostamenti fino a che non divise il getto in tanti tentacoli più piccoli. Delimitarono un perimetro, come una rete, nel quale chiusero il volante, mettendolo in trappola.
Yuzo si fermò, trovandosi ormai circondato, eppure guardò Hajime con espressione di sfida.
“Mi dispiace” disse il Tritone prima di serrare le maglie d’acqua, inghiottendolo nel vortice.
- Così dovrebbe bastare - pensò, ormai certo di avergli fatto perdere conoscenza. Hajime diminuì l’intensità del getto e in quel momento si accorse che qualcosa stava volando controcorrente.
Il volante sbucò all’improvviso, avvolto da uno scudo di vento. Velocemente si portò in verticale sopra il Tritone e, afferratolo per le spalle, lo lanciò nella fontana della piazza. Lo zampillo in pietra si spaccò sotto la forza impressa al corpo di Hajime, e l’acqua si sollevò in alti spruzzi, tracimò, si riversò al suolo.
Il Tritone riemerse tra le macerie dopo qualche momento, dolorante. Con lo sguardo cercò la posizione del suo avversario che lo osservava, poco distante. Restava inginocchiato al suolo.
Ancora fermo presso il muro, Mamoru aveva seguito l'intera sequenza ed era perplesso: perché lo aveva lanciato proprio nella fontana sapendo che l’acqua era il suo elemento? E che cosa stava aspettando, ora?
Stava preparando una nuova offensiva, ne era sicuro, ma fu quando gli vide poggiare le mani nei rivoletti fuoriuscenti dalla fonte che capì il suo gioco.
Allontanati da lì, Hajime!” gridò con quanto più fiato avesse in gola, ma era troppo tardi. Yuzo scaricò i fulmini, sfruttando la conduzione naturale dell'acqua.
Le urla del Tritone riecheggiarono terrificanti, mentre la sua figura era stretta nella morsa dell’elettricità che la percuoteva e la faceva sussultare in preda a spasmi convulsi.
Arrivo, Hajime!” Teppei interruppe quella tortura e il corpo tremante del giovane scivolò nei flutti dell’acqua della fontana, lasciandolo a galleggiare sulla superficie con gli occhi sbarrati e sotto shock.
Il tyrano si lanciò a pugno chiuso su Yuzo che evitò il suo intervento, librandosi in volo. Il fendente di Teppei impattò al suolo e lasciò un solco profondo come traccia.
- Non posso utilizzare le onde sismiche -, pensò il giovane, elaborando una strategia, - perché non avrebbero effetto visto che può volare. - Poi abbozzò un sorriso. - Vediamo come se la cava con queste! - D’improvviso si levarono degli enormi spuntoni di roccia dal suolo che puntarono dritto sul volante.
Quest’ultimo riuscì a evitarli senza troppa difficoltà, saltellando agilmente tra di essi fino a librarsi troppo in alto perché potessero raggiungerlo.
- Accidenti, non funziona! - Decise infine di ricorrere alla telecinesi con la quale riuscì a sollevare pezzi di massi e cocci di mura abbattuti. Guidandoli con la forza del pensiero, li indirizzò contro la figura del giovane d’Aria. Quest'ultimo attese che fossero abbastanza vicini prima di intrappolarli in un anello di vento che prese a spirargli attorno; la forza centrifuga li strappò al controllo mentale di Teppei.
“Maledizione!” a quel punto il tyrano aveva le mani legate: fino a che fosse rimasto in aria non avrebbe potuto concludere nulla, così fu Yuzo a fare l’ultima mossa. Sfruttando la forza impressa dal moto centrifugo, rispedì le rocce al mittente a velocità triplicata.
L’Elemento di Terra si ritrovò sotto una pioggia di detriti. Alcuni riuscì a frantumarli a suon di pugni, ma erano troppi e troppo veloci e finì col rimanerne semisommerso.
Quando fu sicuro di non correre rischi, Yuzo discese lentamente, toccando terra senza che si fosse fatto un graffio. Mosse adagio lo sguardo dal corpo di Hajime, ancora sotto shock ma vivo, a quello di Teppei, anche lui vivo ma che faticava a muoversi. Sorrise del disastro e della distruzione che lo circondava e tornò a donare le sue attenzioni a un Mamoru attonito.
- Ha battuto gli altri sfruttando i loro stessi poteri. È furbo. Dannatamente furbo. Ma si può sapere che razza di mostri sono gli Elementi di Aria? -

“Io detesto quelli come te! Mi irritano: sempre così pacifici, sorridenti, imperturbabili. Mi date l’orticaria! Avete quella perenne aria di arrogante ingenuità verso ciò che vi circonda…”
“Non criticare quello che siamo senza conoscere ciò che si cela dietro di noi. Il nostro autocontrollo è frutto di rigore e disciplina. Meditazione portata avanti fin dal Livello Asylum Lower. L’Aria è un Elemento fin troppo mutevole che non deve essere utilizzato da persone interiormente instabili: potrebbe avere effetti devastanti. Quindi, il nostro essere irreprensibili non è dovuto a un atteggiamento di superiorità nei confronti degli altri, solo… non possiamo permetterci di perdere la lucidità delle nostre azioni.”(5)

Era stato così scettico verso le sue parole, ma ora, quelle stesse erano riaffiorate alla memoria confermando la loro veridicità.
“Dove eravamo rimasti?”
La voce di Yuzo restituiva un tono spaventosamente pacato che riuscì a mettergli i brividi. Ma come poteva un semplice oggetto soggiogarlo in quel modo totalizzante? Certo, era stato combinato con la Magia Nera, ma colui che l’aveva confezionato era solo un Naturalista esaltato, non era un vero Stregone e l’Elemento d’Aria doveva avere la concentrazione necessaria per tentare di opporsi. Invece le sue supposizioni venivano smentite dalla fredda lucidità dello sguardo del volante. Nei suoi occhi scuri non leggeva il minimo rimorso per tutto quello che, volente o nolente, aveva fatto. Era come se gli avessero estirpato la pietà dal cuore.
Mamoru lo osservò attentamente mentre si avvicinava a lui e non aveva tempo per capire ciò che, in quel momento, non riusciva a comprendere. Il suo obiettivo era cercare di bloccarlo, in qualsiasi modo, e poi soccorrere i due compagni feriti; insieme sarebbero riusciti a trovare una risposta a tutti gli altri punti oscuri di quella vicenda. E Mamoru era sicuro che c’era qualcos’altro oltre al manufatto magico ad avere effetto sul volante.
Quest’ultimo spiccò un balzo, caricando il pugno, ma, stavolta, l’Elemento di Fuoco era deciso a non lasciargli nessuno spiraglio per contrattaccare: bloccò il colpo sotto il braccio e gli assestò una ginocchiata all’addome, costringendolo a piegarsi dal dolore. In maniera brusca, gli ruotò il braccio, portandosi alle spalle di Yuzo; la faccia premuta contro il muro.
“Devi stare calmo e ascoltarmi!” gli disse, mentre il volante lo osservava con la coda dell’occhio e la polvere della roccia si sollevava sotto il suo respiro pesante. “Quell’uomo si sta prendendo gioco di te, usandoti come un oggetto! Noi vogliamo aiutarti, Yuzo, ma devi darci una mano anche tu! Ribellati a questa forza malvagia che cerca di controllarti! Puoi farlo, sei un Elemento d’Aria! Concentrati! Non sei un assassino!”
La risata uscì sottile e divertita.
“Hai… hai ragione…” riuscì a rispondere il volante. “Non lo sono… sono molto peggio.” E, mentre pronunciava quelle parole, l’iride nocciola divenne scuro. Una sorta di fluido nero, come inchiostro, divorò il colore dei suoi occhi, dilagando anche nella sclera fino a che non divenne completamente di tenebra.
Mamoru si irrigidì di colpo. Ogni cosa era fuori da ogni possibile logica o spiegazione, ora più che mai, perché quel cambio di colore… quella peculiarità inconfondibile apparteneva a una sola categoria di persone… la categoria diametralmente opposta alla loro.
Andhralis da…”, mormorò il volante nella lingua proibita della Dea Kumi, “…kalandhra dhela!
D’improvviso, Mamoru non fu più padrone di muoversi: era come se una forza oscura gli tenesse fermi i piedi e le braccia. Il corpo era ingabbiato in corde invisibili, rigide, che si stringevano attorno a lui. La forza lo sollevò di peso dal suolo, alla mercè del suo avversario.
“Magia… Nera…” mormorò sconcertato dalle proprie parole, mentre Yuzo continuava a dargli le spalle, sistemandosi in tutta calma la casacca impolverata.
Fu in quel momento, mentre poteva osservarlo da vicino, che la vide.
L’onice, che il volante aveva nella nuca, pulsava di uno strano bagliore violaceo, come fosse stato un oggetto dotato di vita, un cuore che batteva, e aveva la stessa luminescenza della pietra che ornava il diadema sulla fronte.
Quando si volse a guardarlo, gli occhi di Yuzo erano tornati normali, ma ciò non fu sufficiente a tranquillizzarlo: aveva dei vortici di piccole dimensioni che ruotavano nei palmi. Dal loro centro emersero degli spilli d’aria sottili come stiletti. Yuzo li afferrò con due dita, osservando un'ultima volta la preda intrappolata. Poi, con un movimento deciso, li lanciò contro Mamoru, inchiodandolo – letteralmente – nel tronco di un albero a qualche metro da loro.
La Fiamma soffocò, con volontà estrema, un grido di dolore, stringendo gli occhi. Non capiva. Non capiva più nulla di quello che stava succedendo. Troppe incognite si stavano frapponendo fra lui e Yuzo. Incognite inquietanti e pericolose che dovevano trovare al più presto una risposta altrimenti il massacro di innocenti sarebbe continuato incondizionatamente. Eppure, in quel marasma di interrogativi insoluti, una certezza ce l’aveva: avrebbe ucciso Hans il Naturalista. A qualsiasi costo.
Deglutì a fatica riaprendo gli occhi e il volante era a un passo da lui che lo guardava, in attesa. Leggeva curiosità nelle iridi scure e anche una punta di delusione per come lo scontro fosse già finito.
Stavolta fu la Fiamma a sorridere.
“Avevi ragione, sai? Avevi ragione…” e le sue parole si riferivano a quel discorso che era riaffiorato d’improvviso alla mente. “Ora so quello che…  che avevi cercato di dirmi. Ma non voglio accettare di dovermi arrendere. Tu… puoi opporti al male… che credi sia parte di te… so che puoi farlo… io mi fido... E anche Hajime e Teppei… abbiamo fiducia nelle tue capacità… Non lasciarti sopraffare…”
“Le tue parole non hanno effetto su di lui." La voce di Hans si intromise con insopportabile sicurezza. "Ma ha ucciso e continuerà a farlo, e seppur dovessi riuscire a riportarlo indietro, il sangue di quelle vittime continuerebbe a sporcare le sue mani. Potresti cancellarlo? Potresti debellare i rimorsi dalla sua coscienza, piccolo e patetico Elemento?”
Stavolta, Mamoru non seppe cosa rispondere. Era rimasto spiazzato dal repentino susseguirsi degli eventi che non si era soffermato a riflettere sulle conseguenze che questi avrebbero irrimediabilmente portato. Si erano lasciati guidare dall’impulsività o, meglio, lui aveva dato retta alla sua impulsività, trascinando anche Hajime e Teppei. Aveva finalizzato tutti i suoi sforzi nel tentativo di ‘salvare’ Yuzo dallo spietato giogo del Naturalista, ma non aveva mai pensato a cosa ne sarebbe stato, dopo, dell'Elemento d'Aria; non aveva pensato al dolore di fronte al quale lo avrebbe messo quando tutto fosse finito. Lo avrebbe distrutto. Avrebbe avuto il coraggio di sobbarcarsi una simile responsabilità?
Hans rise sommessamente. “Deduco che tu non possa a meno che tu non lo uccida. Se posso darti un consiglio: fallo, la prossima volta che ne avrai l’occasione, o sarà lui a uccidere te.” Si volse al suo fido servitore, continuando a sorridere. “Basta così, amico mio. Credo che questa lezione sia stata sufficiente. Vieni, abbiamo ancora altri villaggi da radere al suolo.” Saltò giù dal muro e prese ad allontanarsi verso la boscaglia.
Yuzo annuì, iniziando a seguire il suo padrone senza che Mamoru potesse impedirglielo. Gli stiletti d’aria si dissolsero facendo scivolare l'Elemento, ormai esausto, ai piedi dell’albero. Con la vista che cominciava ad annebbiarsi, vide la figura del volante farsi sempre più piccola fino a scomparire, mentre le nubi nere prendevano a diradarsi lasciando che il sole, dalla luce abbagliante, restituisse nitidamente i contorni della sua disfatta.
Aveva disperatamente lottato per salvare Yuzo ma in quel momento, mentre socchiudeva gli occhi, non era più sicuro che fosse la cosa giusta da fare.

 

E’ questo il nascosto potere del Vento,
che dà Vita e dà Morte in un solo momento.
E’ questo il nascosto potere del Male,
che si insinua ed infetta un cuore mortale.

 


[1]RANKESH: sono pantere dal manto grigio fumo e il pelo lungo. Presentano un corno d'avorio candido sulla fronte. Sono considerati gli animali sacri alla Perfida Kumi e venerati dagli Stregoni dell'AlfaOmega dal cui corno ricavano una polvere che viene utilizzata anche per la creazione di oggetti magici e durante i rituali. Servono anche per la distillazione di pozioni e veleni. Solitamente, i corni dei Rànkesh vengono tagliati ma ricrescono nel giro di un anno/un anno e mezzo.

[2]NAGAI: Etsuo Nagai, personaggio meteora del manga di CT. Era il portiere della Shimada, squadrettina delle elementari. :3 (*clicca qui*)

[3]HANS: Hans era l'allenatore psicopatico di Deuter Muller durante lo Shin Captain Tsubasa. XD (Mr. Simpatia: *clicca qui*)

[4]KRRISH: all’inizio, doveva essere questo il nome del villaggio di Yoshiko, poi cambiato con Sendai per ovvi motivi (XD). Però ho voluto lasciarlo lo stesso, anche perché era un omaggino ai film di Bollywood (♥) di cui “Krrish” fa parte. :3

[5]: citazione dal Capitolo 3


 

…Il Giardino Elementale…


La Cattiveria è mia amica e ci piace camminare a braccetto, saltellando tra i fiori! XD
L'avevo detto che con questo ragazzo sarei stata diabolica, perché se Yuzo non ne passa di cotte e di crude nelle mie storie, non sono contenta. :3
La missione a Sendai mostra così i suoi risvolti più tragici: il volante è divenuto un Tristo Mietitore, Mamoru non sa più che diavolo fare e Il Nodo legato all'Onice sta per venire al pettine. Insomma, ce n'è per tutti! XD
Sissi, scommetto che non era questo che intendevi quando avevi detto che avresti voluto vedere Yuzo in azione! XDDDDDDD
Ovviamente, sia Mamoru che Hajime che Teppei non calcano volutamente la mano durante il combattimento, altrimenti s'ammazzavano per davvero XDDDD, il che sarebbe stato un po' un problema!
E con questo, anche per questa settimana è tutto :3

Ringrazio sempre di cuore chi continua a seguire questa storia! :*****

PS: Solarial... il suo momento sta arrivando! *zazazazaaaaaaaan* (X3 lei sa a che mi riferisco!!!)


Galleria di Fanart (nessuna aggiunta)

- Elementia: Fanart

Enciclopedia Elementale (nessuna aggiunta):

1) Enciclopedia Elementale – Volume Primo: Le Scuole Elementali e l’AlfaOmega

  • Capitolo 1: La Scuola di Tyran
  • Capitolo 2: La Scuola di Alastra
  • Capitolo 3: La Scuola di Fyar
  • Capitolo 4: La Scuola di Agadir
  • Capitolo 5: Gli Stregoni dell’AlfaOmega


  • 2) Enciclopedia Elementale – Volume Secondo: Elementia: storia e caratteristiche

  • Capitolo 1: La Storia
  • Capitolo 2: La Magia in Elementia
  • Capitolo 3: Le Divinità di Elementia


  • 3) Enciclopedia Elementale - Volume Terzo: Cicli di Studio e Titoli

  • Capitolo 1: Cicli di Studio
  • Capitolo 2: Titoli


  • 4) Enciclopedia Elementale - Volume Quarto: Gli Ozora ed i Gamo

  • Capitolo 1: La faida tra gli Ozora ed i Gamo
  • Capitolo 2: L'Armata Reale della famiglia Ozora
  • Capitolo 3: Le Legioni della famiglia Gamo


  • 5) Enciclopedia Elementale - Volume Quinto: Classi Magiche e Professioni

  • Capitolo 1: Elementi e Sacerdotesse Elementali
  • Capitolo 2: Erboristi e Stregoni
  • Capitolo 3: Naturalisti e Alchimisti

  •    
     
    Segui la storia  |        |  Torna su
    Cosa pensi della storia?
    Per recensire esegui il login oppure registrati.
    Capitoli:
     <<    >>
    Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Melanto