Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Serenity Moon    27/10/2011    6 recensioni
"Puoi sempre tornare dalla tua anima gemella. E' questo che la rende un'anima gemella"
Cappie, Greek.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Bitch '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

# 7

 

«Jude».

Ryan la trovò appoggiata alla ringhiera del piccolo balcone, lo sguardo perso nel vuoto. Era più tardi di quanto pensasse. Il sole cominciava già la sua discesa terminando così quel giorno breve ma intenso.

Aveva aspettato qualche minuto prima di raggiungerla. Lo stupore o qualunque tipo di sentimento gli si fosse annidato nel petto dopo quell'ultima frase lo aveva pietrificato.

Per chiamarla dovette concentrarsi. Non era sicuro che la voce sarebbe stata al suo gioco, forse l'avrebbe abbandonato anche lei.

«Jude» riprovò.

«Mi dispiace. Non dovevo» disse abbassando il viso così da nasconderlo. I capelli le ricaddero in avanti e la aiutarono nel suo intento.

Finalmente Ryan scorse un filo d'emozione nelle sue parole. Non positiva, ma pur sempre un'emozione. Forse non era tutto perso, la sua Jude c'era ancora, sepolta chissà dove. Purtroppo quello che aveva sentito non gli era per niente piaciuto. Odiava quando Jude si scusava per nulla. Diceva sempre che era un'abitudine (cattiva, pessima) che aveva preso da quando aveva incontrato Ryan. Da ché si ricordasse gliele aveva sempre fatte passare tutte lisce.

Frenò l'istinto di urlarle addosso quanto fosse stupida quando si comportava in quel modo. Non voleva litigare, non adesso che aveva capito che forse c'era ancora una mezza speranza. In realtà non sapeva proprio cosa voleva, ma ferire Jude di certo non rientrava nei suoi piani.

Lei, da parte sua, restava di spalle, le braccia poggiate sui passamano della ringhiera, le dita intrecciate ed il viso basso, ancora nascosto. Lottava con tutta se stessa l'istinto di piangere. Non lo aveva mai fatto in presenza di Ryan e di sicuro non avrebbe iniziato quella sera. Non per orgoglio. Con lui, quel sentimento non era mai esistito. Era solo il ricordo ormai sbiadito di una sera di novembre dell'anno passato in cui Ryan le chiedeva di non piangere perché non voleva che fosse triste, non voleva che i suoi occhi venissero oltraggiati in quella simile maniera. Si era ripromessa di non piangere mai davanti a lui solo per non ferirlo.

«Jude.»

Stavolta Ryan le si avvicinò e le posò le mani sulle braccia. Lei rabbrividì ma non si voltò nemmeno a quel tocco e da una parte fu meglio così. Era più facile per entrambi parlare senza guardarsi negli occhi.

«La colpa è mia. Per una volta smettila di scusarti solo per aver detto la verità».

«Non dovevo» ripeté testarda come sempre.

«Invece sì ed era anche ora che lo facessi. E' quello che continuo a ripetermi ogni giorno. L'ho voluto io. Il responsabile sono io. Ma non potevo fare altro, lo capisci Jude? Era la cosa giusta!». C'era angoscia nella voce di Ryan o almeno a lei sembrò tale quella vena di disperazione che colorava le sue parole nell'arduo tentativo di giustificarsi, ancora.

Jude sospirò ancora ed in uno scatto di quella che poté giudicare solo come pura follia si voltò per guardarlo finalmente in faccia, negli occhi uno strana scintilla che da tanto non li accendeva: rabbia.

«Era la cosa giusta per te, per il tuo orgoglio, per la tua faccia» lo accusò. Ogni parola feriva tanto lui quanto lei. «Non te n'è mai importato niente di noi. Hai sempre e solo pensato a te, te e te! Tu mi hai lasciata» disse scandendo bene le sillabe ma subito se ne pentì. Era stata troppo dura e l'espressione dolorante di Ryan le faceva desiderare solo di rimangiarsi ogni lettera sputata fuori in quello sfogo. 'Che fine aveva fatto il suo carattere forte e deciso?' si chiese vergognandosi di se stessa e della sua debolezza.

'E' andato a puttane' le rispose una vocina dentro di sé sottolineando l'ironia della situazione. La stronza, la puttana, l'amante era lei. 'Per amore, amore vero' tentò di difendersi, ma questo non cambiava i fatti, né quelli che erano già successi, né quelli che ancora dovevano accadere e il fatto che Ryan fosse lì, di fronte a lei, con la stessa intensità che un anno prima l'aveva irrimediabilmente legata a lui senza possibilità di potersi liberare da quelle catene, non faceva presagire nulla di buono.

Abbassò di nuovo il volto per sfuggire allo sguardo di lui. Le mani di Ryan erano stranamente calde e nonostante lo spessore del maglioncino di lana, Jude poteva sentirne il calore forte propagarsi per tutto il suo corpo come una scossa elettrica che le attraversava le membra. Adorava quella sensazione che Ryan e solo Ryan era da sempre riuscito a dargli ed era inutile negare che le era mancata, tanto, troppo in quei mesi. Non era stata capace di farsi sfiorare da nessun altro uomo da quando aveva conosciuto la bellezza del tocco di Ryan. Voleva per sempre conservare quel ricordo, impedire che qualcun altro lo cancellasse o semplicemente provasse a sbiadirlo. Sarebbe morta col suo sapore addosso. Era proprio pazza.

Ryan non si arrabbiò alle parole d'accusa, sarebbe stato da vero ipocrita farlo quando lui per primo era consapevole che corrispondevano alla verità.

«Mi dispiace» sussurrò. Il tono di voce era diverso stavolta, più sommesso, sussurrato, rotto dal rammarico, quasi sensuale. Il tono a cui Jude non aveva mai saputo resistere e che risvegliava in lei il suo innato senso protettivo. Prima lo avrebbe volentieri preso a schiaffi. Ora invece desiderava solo dargli una carezza, far scivolare lentamente il dorso della mano su quella guancia ispida di barba, come tante volte aveva fatto in passato.

Fu lui a prendere l'iniziativa. Mosse le mani così piano che ogni movimento fu quasi un'agonia. Dalle braccia risalì al collo, sul quale si fermò un istante di più passando il pollice sulla giugulare e sul mento. D'istinto Jude alzò la testa per guardarlo. Deglutì forte mentre lui continuava il suo cammino verso le guance e le labbra.

Lei cercava di tenere gli occhi chiusi onde evitare di tradire qualcosa, una scintilla che gli facesse capire che stava premendo i tasti giusti. Purtroppo ci pensava il battito accelerato del suo cuore a tradirla. Ad ogni tocco aumentava sempre di più, svelando il subbuglio di emozioni che le tartassava il corpo e la mente. E lui lo sapeva.

Azzardò l'improbabile. Avvicinò la fronte a quella di Jude fino a che si ritrovarono a pochi millimetri l'uno dall'altra. Quando i loro respiri si confusero ebbe la sensazione che la temperatura attorno a loro fosse aumentata di almeno una ventina di gradi. Sentivano caldo anche se lì fuori, su quel balconcino esposto agli spifferi tutto faceva presagire che presto avrebbe nevicato. Nonostante questo però Ryan non si tirò indietro. Sapeva quel che faceva. Aveva aspettato quel momento negli ultimi mesi con la stessa trepidazione di un malato che attende l'esito di una ricerca per una nuova cura, quasi con disperazione ed ogni giorno, anche se la mente gli diceva che era sbagliato pensarlo, bramarlo con tanto ardore, il suo cuore di era battuto come un leone per vedere realizzato l'unico desiderio a cui teneva realmente.

«Mi manchi» le sussurrò prima di annullare gli ultimi residui di distanza e rapirle le labbra in un bacio, casto all'inizio e dolorosamente breve. Jude lo interruppe subito ritraendosi. Voleva allontanarsi completamente ma non ci riuscì. La presa di Ryan la bloccava, si disse, ma in realtà era la sua stessa volontà ad impedirle di andarsene davvero e lasciarlo lì. Era mancato troppo anche a lei.

'Resisti!' si impose. Non poteva cedere. Se lo avesse fatto sarebbe crollata in mille pezzi e stavolta in nessun modo sarebbe stata capace di riprendersi.

«Ryan, ti prego» mormorò nel vano tentativo di concludere velocemente quella parentesi di debolezza.

Lui neanche la sentì. Le si avvicinò di nuovo e stavolta riuscì nel suo intento. Jude schiuse le labbra accettando quel dolce supplizio che già sapeva l'avrebbe uccisa ma che in quel momento era l'unico toccasana per il suo animo messo a dura prova dalla distanza forzata dei mesi appena trascorsi. Lo amava troppo per respingerlo e preferiva di gran lunga morire davvero per l'abbandono ed il dolore una volta che lui se ne fosse andato di nuovo piuttosto che rinunciare al sapore delle sue labbra. Aveva bisogno di lui.

Per questo motivo non si tirò indietro quando Ryan insinuò le mani sotto il maglioncino, sfiorandole la pelle morbida. Jude rabbrividì a quel tocco gentile, esperto e allo stesso tempo insicuro. Andare avanti? Che domande, non c'era più modo di tornare indietro, neanche se lo avessero voluto. Ryan continuò ad accarezzarle la schiena, spostandosi poi sui fianchi e sulla pancia piatta. La strinse forte a sé e Jude si lasciò cullare dalle sue braccia forti. Affondò la faccia fra le pieghe della maglia che lui indossava e fu travolta da un'ondata di magnifico profumo, finalmente non solo quello del detersivo. C'era la sua essenza imbrigliata fra le fibre di lana e Jude se ne riempì i polmoni fino in fondo.

Rientrarono in casa consapevoli che il balcone non era adatto a certe profusioni e senza staccare un attimo lo sguardo da lei, Ryan l'accompagnò sul grande letto che fino a poco prima aveva fatto da spettatore all'ennesimo litigio. La seguì all'istante permettendole di denudarlo e cingergli le spalle grandi da nuotatore. Era bello, bellissimo. Jude amava il suo corpo. Il petto ampio e muscoloso, i fianchi possenti. Ryan era un dio per lei, un meraviglioso adone da adorare ed amare in ogni modo concepibile e non.

Si lasciò coccolare dalle carezze sempre più audaci di lui che non tardò a ricambiare. Fece scivolare le mani sul torace e sull'addome giù fino all'ombelico, senza tralasciarne un centimetro mentre gli riempiva il collo di baci. Lo sentiva rabbrividire ad ogni suo tocco e questo la mandava in estasi: era ancora attratto da lei.

Ryan dal canto suo aveva staccato totalmente il cervello, affidandosi sooltanto agli istinti del cuore che lo incoraggiavano a concentrarsi sull'unico scopo di cui in quel momento gli importava realmente ovvero amare come solo lui sapeva e poteva fare la creatura che giaceva fra le sue braccia e che come lui voleva solo abbandonarsi alla bellezza del loro stare insieme come non facevano da tanto.

La baciò ancora avidamente, assaporando ogni angolo della sua bocca e sorprendendosi di come, nonostante il tempo, il suo sapore fosse ancora ben impresso nei suoi sensi.

Lei inarcò istintivamente la schiena quando Ryan arrivò a lambire l'orlo delle mutandine. Scese più giù accarezzandole i fianchi e poi l'interno coscia che si limitò solo a sfiorare per poi subito risalire verso i seni che liberò senza tanti convenevoli e di cui si appropriò famelico.

Era come assistere ad un temporale dopo mesi e mesi di siccità. La terra che ritorna a respirare, i fiori che si riprendono dopo il lungo ed asfissiante caldo, la rinascita.

Riprese a baciarle la labbra, il collo, le dita, i palmi delle mani, la pancia. Fece di tutto per imprimersi addosso il suo sapore e nonostante la foga fu attento a non tralasciare nessun particolare.

«Non sai quanto mi sei mancata» sussurrò con la voce roca della passione. Era vero ma allo stesso tempo era troppo difficile parlare. Faceva male, quasi un dolore fisico.

«Smettila Ryan» lo zittì invece lei. Non voleva sentire le sue parole dolci, l'avrebbero solo illusa più del dovuto. Era cosciente che quello che stava avvenendo quella notte era solo un piccolo sgarro che mai più si sarebbe ripetuto.

Ryan fraintese il significato della richiesta di Jude e per un attimo, incerto, si fermò.

«Vuoi che mi fermi?» le chiese.

«No!».

Il panico dilagò in Jude riempiendole gli occhi di lacrime. No che non voleva fermarsi. Per niente al mondo lo avrebbe fatto. Voleva fare l'amore con Ryan, col suo Ryan, fin quando poteva considerarlo tale, fino a morirne, anche se solo per poche ore. Gli strinse forte le spalle facendo aderire i loro corpi come a voler ribadire il concetto. Non lo avrebbe lasciato andare per nessun motivo.

Ryan affondò il viso fra i suoi capelli e ne inalò il profumo di shampoo. Non l'aveva cambiato. Adorava quell'essenza. Si allontanò poco solo per poterla ammirare.

«Quanto sei bella» le disse sfiorandole una guancia morbida ed arrossata. Fece scivolare la mano lungo il collo ed infine la posizionò a sinistra dello sterno.

«Hai il batticuore» constatò felice. Sapeva che non era dovuto alla fatica. Era ancora innamorata di lui. Anche se faceva di tutto per nasconderlo, Jude lo amava ancora ed ognuno di quei battiti accelerati ed irregolari sembrava dirglielo palesemente. Bum-bum, bum-bum, bum-bum. 'Ti amo', 'ti amo', 'ti amo'.

Jude lo attirò di nuovo a sé e con le gambe gli cinse i fianchi entrando in pieno contatto con la sua eccitazione.

«Non andartene» lo supplicò, consapevole che in quelle parole c'era ben più del desiderio di appartenergli temporaneamente.

«Sono qui, piccola» la rassicurò baciandola dolcemente e con un trasporto che tanto le era mancato. Era quello che adorava più di tutto nel loro stare insieme, come Ryan la facesse sentire protetta e al sicuro, come la rendesse certa che lei era sua e viceversa. Quelli erano gli unici momenti in cui era sicura al cento per cento che lui l'amasse davvero.

«Sei sicura?» le chiese come da rituale prima di accingersi ad unirsi a lei.

Glielo aveva domandato mille volte la prima volta che avevano fatto l'amore ed aveva continuato a chiederglielo solo per il piacere immenso che gli procurava il sentirle dire 'sì'. Un sì che era molto più di un semplice assenso. Significava 'voglio solo te, ora e per sempre, ogni giorno della mia vita'. Un sì che era una promessa più che una concessione. Un sì che lo riempiva d'orgoglio perché era la continua conferma che su tutti Jude aveva scelto lui e che lei era sua.

«Sì».

Anche quella volta Ryan si sentì galvanizzato da quel consenso.

«Sono tua» gli sussurrò guidandolo dentro di sé. Poi gemette.

Ryan scivolò in lei con una naturalezza che quasi lo sconvolse. Chiunque avrebbe detto che ciò che stavano facendo era sbagliato. Ma come poteva essere sbagliato qualcosa di così bello e semplice? Qualcosa di così normale? Sembravano modellati apposta per fondersi insieme, misurati al millimetro per combaciare in ogni loro parte. Ed in un certo senso per Jude era davvero così. Non era mai stata con nessun altro e d'altronde non ne sentiva il bisogno. Il suo desiderio quando si accendeva, non era quello di fare l'amore e basta. Lei voleva fare l'amore con Ryan. Chiunque altro non sarebbe stato all'altezza.

Gli strinse i fianchi ancora di più, invitandolo in quel modo ad andare più a fondo. Non voleva risparmiarsi. Ryan cominciò a spingere aumentando gradualmente la potenza di ogni affondo. Si muovevano insieme, coordinati nel ritmo e nelle reazioni. Sospiravano, gemevano, urlavano contemporaneamente. Era quello il vero paradiso e poco importava ad entrambi se sarebbero finiti all'inferno. Non avrebbero rinunciato a tutto quello nemmeno in cambio del più prezioso dei tesori. La beatitudine l'avevano ottenuta dal primo momento in cui si erano uniti ed avevano scoperto che insieme erano loro la perfezione.

Jude però temeva il momento in cui si sarebbero dovuti separare. Non voleva mettere fine a quel piacere così grande, abbandonare il rifugio sicuro delle braccia di Ryan.

Mentre stavano per raggiungere l'orgasmo un flash improvviso la catapultò ad un novembre ormai lontano dodici mesi e le riportò alla mente ciò che aveva pensato la prima volta che avevano fuso i loro corpi.

'Sto facendo l'amore con l'uomo che amo'. Si era sentita immensamente fortunata quella notte.

Al contrario, adesso, mentre lui la amava, la tristezza le dilaniò il cuore. Paradossalmente l'unico pensiero che incessantemente le si affacciava in testa era una frase di una delle più strazianti canzoni di James Blunt, quella che più di tutte si rifiutava di ascoltare perché detentrice dell'unica verità che sapeva prima o poi di dover accettare ma che la uccideva più di tutto quel che stava vivendo.

'Ma è il momento di affrontare la realtà. Io non starò mai con te'.

Una lacrima cattiva le solcò il viso ed un post-it cadde vorticando dal soffitto per adagiarsi leggero in un angolo nascosto.

 

Scusate il ritardo, era saltata la linea telefonica. Troverete il prossimo aggiornamento giorno 31.
 Grazie a: broncino, Selvaggia_Chan, Sweet96, masa18, Stalker_conlaA, Emmeti, bimbic, Shinichina, oo00carlie00oo, Bryce78, michelle82, FrancescaVincenzo, lizz1183, PinkPrincess, cara_mello, layla493, Giulietta7, mariaanna, Blue Drake, Defying, FairyLeafy, Sharpettes, Noctis17, Viking_, myllyje, _maddy_25 ed Euterpe_12.
Al prossimo aggiornamento! Baci, bacini, bacetti, S.
 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Serenity Moon