Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: songbird_landslide    27/10/2011    4 recensioni
Risulta ironico come, in un momento della tua vita, tutto possa cambiare, come tutto ciò che hai pianificato possa crollare, come un semplice incontro possa cambiare le cose... e Brittany non era preparata a tanti cambiamenti. [Traduzione]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
http://www.fanfiction.net/s/7364073/16/And_I_go_back_to_us
 
CAPITOLO 16
 
Una sensazione strana al naso svegliò Santana la mattina dopo. Non sapeva bene come Brittana fosse riuscita a salire sul letto e a svegliarla. Anche Hannah si svegliò sentendo come Santana si muoveva. Non aveva voglia di fare nulla, non voleva alzarsi, non voleva andare da nessuna parte. L’unica cosa che voleva era stare li sdraiata, abbracciare la bambina e continuare a piangere. Ma sapeva che non poteva farlo, doveva essere forte anche per Hannah.
-Hai fame? – le chiese.
Hannah annuì alzandosi dal letto mentre prendeva Brittana per portarla a mangiare.
-Cosa vuoi fare oggi?
-Non lo so – rispose la bambina. – Faremo qualcosa?
-Ho un’idea. Possiamo andare a teatro. C’è uno spettacolo per bambini a mezzogiorno.
-Non sono mai andata a teatro. Mi piacerà?
-Non ci sei mai stata? Allora è deciso! Ti piacerà!
Hannah sorrise, non le era piaciuto vedere Santana triste la notte prima, e vederla sorridere la rendeva felice. Si prepararono e dopo la colazione uscirono per fare una passeggiata sino al teatro. Quel giorno c’era “Biancaneve e i sette nani” e la bambina sembrava divertirsi molto. Saltava sulla sedia ogni volta che i nani entravano in scena e si spaventò quando apparve la strega con la mela avvelenata per Biancaneve. Praticamente gridò “non mordere la mela” un centinaio di volte creando un effetto a catena che portò tutti i bambini a gridare la stessa cosa. Strinse la mano a Santana mentre guardava i nani che piangevano per Biancaneve. La latina la guardava con affetto pensando che non ci fosse niente di più adorabile nel mondo. Quando il principe baciò Biancaneve, Hannah, si portò una mano per coprirsi gli occhi mentre faceva smorfie disgustate.
-Non ti piacciono i baci? – le chiese stupita Santana.
-No, che schifo! Da grande non darò nessun bacio!
Santana si sporse e iniziò a darle baci sulla guancia facendola ridere. Alla fine le prese la mano e la portò verso l’uscita. Hannah non voleva andare via, era troppo emozionata.
-Voglio vedere i nanetti!
-Sono andati a casa per riposare, adesso non puoi vederli!
-Ma li voglio vedere!
-Ehi, io vi posso aiutare!
Santana si voltò a quelle parole e si trovò davanti Rachel Berry. Aveva dimenticato che lavorava da quelle parti. La latina l’abbracciò per sorpresa della cantante che ricambiò.
-Cosa fai qui? Dov’è Quinn?
-Adesso è a Lima. Credo che Brittany ha dormito da lei stanotte, ha deciso che non vuole vivere a New York. Stamattina sono partite per il matrimonio. Quinn tornerà dopo la festa.
-Ma voi? Si insomma state insieme?
Rachel negò con la testa mentre abbassava la testa e arrossiva.
-E tu come stai? Dopo quello che è successo con Brittany voglio dire.
-Sono stata peggio, credimi! Ma non voglio parlarne. Invece cosa succede tra te e Fabray?
-Santana! Noi non…
-Senti lascia perdere forse è meglio non parlare di queste cose davanti alla bambina.
Hannah salutò con la mano attirando l’attenzione di Rachel.
-Ciao piccola, io sono Rachel un’amica di Santana.
-Io sono Hannah, sono sua figlia!
Rachel guardò con la bocca aperta la latina aspettando una spiegazione per quello che aveva appena sentito. Ma Santana si strinse nelle spalle e sorrise per poi cambiare argomento.
-Non dovevi aiutarci?
-Certo, ho sentito che tua figlia – sorrise nel dire quella parola. – vuole conoscere i nani! Vuoi che te li presenti io?
La bambina iniziò a saltellare felice mentre seguiva le donne verso i camerini. Gli attori erano amici di Rachel e, per fortuna, indossavano ancora gli abiti di scena. Hannah pensava fossero veri nani solo un po’ più alti di come si aspettava. Dopo qualche minuto Santana decise che era davvero ora di tornare a casa.
-Grazie Rachel. Mi avvisi quando torna Quinn? Mi piacerebbe parlare con lei.
-Certo, ti chiamo appena arriva. E’ stato un piacere conoscerti Hannah Lopez!
-Vuoi smetterla con le scemenze, Berry! – la sgridò Santana.
-Ciao Berry! – la salutò la bambina mentre si allontanava.
Mentre tornavano a casa la bambina commentava entusiasta le scene che le erano piaciute di più. Il teatro le era piaciuto tanto che voleva tornarci tutti i giorni e, da grande, voleva diventare una stella del teatro come Rachel. Santana sorrideva mentre l’ascoltava, quella bambina era meravigliosa. Si fermarono per comprare qualcosa da mangiare e poi, arrivate a casa, prepararono il tavolo per il pranzo mentre Brittana gli camminava intorno.
-Sembra nervosa – disse Santana guardando incuriosita il papero.
-Sembra che stia cercando qualcosa – aggiunse Hannah.
Entrambe guardavano l’animale che correva da una parte all’altra facendole ridere. Era cresciuto, si era allungato il collo e presto avrebbe cambiato le piume. Quando Hannah terminò il pranzo andò a giocare con Brittana mentre Santana lavava i piatti. Quando finì decise di andare nel salone per riposare sul divano, ma mentre passava davanti alla porta della camera della bambina si fermò di colpo. Hannah accarezzava il papero mentre gli sussurrava:
-Manca tanto anche a me. Ma non possiamo dirlo a Santana, a lei manca di più.
Santana bussò alla porta della stanza facendo sobbalzare la bambina. Si avvicinò al letto sedendosi sul materasso, spostò appena i capelli dal viso di Hannah accorgendosi che piangeva.
-Non abbiamo bisogno di lei. Non devi essere triste.
-Tutto andava bene prima che io arrivassi! E’ andata via per colpa mia?
-No tesoro. Non è colpa tua! Non è colpa di nessuno!
Hannah l’abbracciò forte e Santana si asciugò un paio di lacrime prima che la bambina le vedesse.
-Sarò davvero tua figlia?
-Si appena arrivano i documenti.
-Come ti devo chiamare?
-Come vuoi tu!
 
 
 
La mattina dopo Santana fu svegliata da Hannah che saltava sopra il letto e gridava.
-Andiamo! Sveglia!
-Cosa succede? Sono solo le sette!
-Ma oggi arrivano i documenti!
Chiuse gli occhi cercando di fare calmare la bambina, ma questa riprese a saltare e a farle il solletico per svegliarla. Alla fine cedette e si alzò per preparare la colazione anche se Hannah non riusciva a stare calma. Santana aveva appuntamento nel suo ufficio per sapere se la domanda di affidamento era stata accettata, ma ancora era presto. Cercò di spiegarlo alla bambina ma questa continuava a correre da una parte all’altra. Alla fine, dopo un rapido bagno, decise di uscire. Magari una passeggiata l’avrebbe tranquillizzata. Finalmente giunsero nell’edificio dello studio legale dove lasciò la bambina per poter salire al quinto piano dove l’aspettava il giudice dei minori con tutta la sua documentazione. Quando l’ascensore si fermò si diresse direttamente nel suo ufficio dove già l’aspettavano. Strinse la mano all’uomo che aveva davanti, era relativamente giovane con capelli brizzolati e una barba curata. Sembrava una persona amabile e simpatica e questo tranquillizzò Santana.
-Lei deve essere Santana Lopez, giusto? Sono il giudice Stine, devo valutare il caso della custodia di Hannah Roberts. I documenti sono in ordine ma devo valutare alcuni dettagli.
-Certo – disse cercando di nascondere il nervosismo.
-Dunque non ci sono problemi per quanto riguarda i dettagli di base. Dispone di un lavoro e di casa propria, non ha precedenti penali. Inoltre ha la firma della signora Roberts. Insomma lei sarebbe la candidata perfetta. Solo dobbiamo parlare di una cosa.
-Che problema c’è? 
-Prima di tutto ha 25 anni. Quindi nessuna esperienza.
-Un momento! Questo è incoerente, nessuna madre ha esperienza al primo figlio, l’età non c’entra!
-Signorina Lopez, stia tranquilla, non mi aiuta se si innervosisce! Stiamo parlando di una bambina, non di un animale domestico. Prendersi cura di una bambina richiede molta responsabilità e molti sacrifici. Lei è sicura di essere pronta per adottare una bambina?
Santana si rilassò sulla sedia mentre sorrideva per quella domanda.
-Credo che lei sia arrivato tardi con questa domanda! Ormai è da tempo che la mia vita è legata ad Hannah.
-Buona risposta – sorrise di rimando.- Adesso parliamo di lei, risulta single, corretto?
-Si.
-Ha intenzione di sposarsi?
-Credo proprio di no.
-Non deve mal interpretare la mia domanda. Ma stiamo parlando di una bambina che non può assistere a certe scene, diciamo. Non può vedere un uomo diverso ogni notte.
-Per questo non c’è problema. Sono gay.
-Allora le chiedo scusa per la frase precedente.
-Certo. Potrebbe essere un problema? Comunque non ho intenzione di avere nessun tipo di relazione.
-Lei sa meglio di me che non è una discriminante essere omosessuale. Lei è libera di avere una relazione.
-Senta, l’unica persona che mi importa è la bambina che sta aspettando una risposta in questo momento. La madre biologica ha firmato e io ho un lavoro e una casa. Sa che sono responsabile. Adesso mi dica, posso portare a casa mia figlia?
L’uomo la guardò negli occhi mentre prendeva la penna dalla tasca della sua giacca. Firmò un paio di documenti che aveva appena preso mentre Santana tratteneva il respiro pensando di aver esagerato. Perché non le diceva cosa stava firmando? Cercò di respirare normalmente mentre il giudice le passava i documenti e la penna.
-Dovrebbe firmare qui, per favore – disse mentre si alzava dalla sedia. – Non dovrebbe fermarsi molto qua, non vorrà far aspettare sua figlia?
Santana sollevò la testa mentre sorrideva, si accorse di un paio di lacrime di felicità che solcavano le sue guancie, gli strinse la mano prima di precipitarsi fuori. Non riuscì ad aspettare l’ascensore ma scese per le scale il più rapidamente possibile. Alla fine vide Hannah che la guardava speranzosa, le corse incontro ridendo e prendendola tra le sue braccia.
-Perché hai tardato tanto?
-Il giudice mi ha fatto tante domande. Adesso andiamo!
-Dove?
-A fare acquisti, devo comprare vestiti nuovi per mia figlia!
-Posso rimanere con te per sempre?
-Si, per sempre!
In quel momento suonò il suo cellulare e lei rispose senza nemmeno guardare chi era.
-Pronto?
-Santana! Sono tornata a New York? Ti sono mancata?
-Quinn? Cosa fai qui? Il matrimonio è tra due giorni!
-Si arrangeranno senza di me! Devo vederti. Domani, alle 8 sarò a casa tua! Otto di sera ovviamente!
-Aspetta… Quinn!
Ma l’altra aveva già chiuso la chiamata prima che riuscisse ad aggiungere qualunque altra cosa. Cosa ci faceva Quinn Fabray a New York? In fondo era la testimone nello stupido matrimonio di Brittany, doveva stare li a vedere come il suo fidanzato la rendeva felice. La mano di Hannah che stringeva la sua la riportò alla realtà.
-Perché sei triste, mamma?
Santana sorrise al suono dell’ultima parola, sembrava così dolce e irreale allo stesso tempo. Avrebbe tardato un po’ ad abituarsi.
-Oggi niente può rendermi triste!
 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: songbird_landslide