I can't feel nothing

Stefan sa che adesso non può provare più emozioni.

Sa che Klaus l' ha soggiogato, sa che l' ha costretto a premere quel bottone che fa dimenticare cosa siano le emozioni, quanto facciano male, quanto distruggano l' anima.

Stefan non ha più sensi di colpa ora. Non ricorda cosa sia l' amore per Elena, o l' affetto che suo malgrado provava per suo fratello. Ogni oggetto che ha trovato nella sua camera dopo essere stato ammaliato non ha più un senso per lui. Tutti i ricordi che risvegliano in lui non gli fanno provare niente. Neanche quelli legati alla sua morte, o a Katherine.

Nulla.

E sa, ne è certo, un' anima che può fargli male Stefan non cel' ha più. Ne ha avuto le prove. Ha fatto del male alla donna che un tempo amava, senza remore. Ma qualcosa continua a non funzionare.

Non dovrebbe sentire nulla, neanche adesso.

Dovrebbe essere il vuoto, proprio come quando guarda il vecchio ritratto di Katherine, o come quando uccide qualche ragazza per nutrirsi di lei.

Non dovrebbe fare così male quello che sta vedendo.

Ma il peso che gli opprime il petto, che gli schiaccia i polmoni e gli impedisce di respirare, che lo rende pazzo mentre sente qualcosa che dentro di sé si inclina in modo irreparabile,un crack che lo assorda, non può essere altro se non dolore.

Non dovrebbe sentire nulla eppure Stefan non ricorda di aver mai sofferto tanto allo stesso momento.

Davanti a sé ha le uniche due persone che quando ancora poteva amava, e che forse sotto sotto ama ancora. Suo fratello. Lei.

Damon dovrebbe accorgersi della sua presenza. Dovrebbe sentire il battito del cuore morto di Stefan, il suo petto gridare di dolore. Ma sembra non accorgersene

La stanza è buia, ma Stefan riesce a vedere ogni cosa. La camera di suo fratello è quella di sempre, se non fosse per gli abiti abbandonati ai piedi del letto. Una maglia scura, un maglioncino viola che Stefan riconosce subito.

È stato lui a regalarlo a lei, per Natale.

Il suo sguardo risale, verso la sponda del letto enorme, fino ad incontrare il profilo di due corpi che si muovono insieme. Non è difficile riconoscere il profilo della schiena di Damon, coperta solo per metà dl lenzuolo leggero. Stupidamente ricorda quando ancora ragazzi suo fratello si è fatto sparare alla schiena. Un regolamento di conti, uno di quei duelli che a quel tempo andavano tanto di moda . Bastava una parola storta, uno sguardo di troppo e la sfida veniva lanciata. Solo i codardi rifiutavano. E Damon non è mai stato un codardo.

Lo sguardo di Stefan sale ancora, fino a che non vede della braccia esili, dal colorito olivastro strette al collo del fratello. Spiccano in modo impressionante sulla pelle quasi lattea di Damon. Si muovono insieme al corpo del vampiro, spostandosi, aggrappandosi a quelle spalle pallide, lasciando scie rossastre che subito si rimarginano.

Stefan ha paura ad alzare ancora lo sguardo. Sa cosa sta succedendo. Sa chi è l donna assieme a suo fratello, che geme sotto di lui, che qualche volta si lascia sfuggire anche un grido.

Sa che non potrebbe reggere la vista degli occhi di Elena ebbri del piacere che Damon le sta donando. Sa che appena la vedrà abbandonarsi completamente a suo fratello, quando sarà completamente di Damon e non più sua, qualcosa dentro di lui si romperà definitivamente.

Ma continua a guardarli. Alza ancora lo sguardo.

Le labbra di Elena sono arrossate, gonfie quasi. Le guance hanno un colorito più pronunciato del solito, e i capelli lisci sono intrecciati e annodati, nei punti in cui Damon più si è accanito. Vede suo fratello baciarle l' angolo della labbra, avvicinarsi all' orecchio di lei, e mormorarle qualcosa. Qualcosa che neanche Stefan riesce a sentire tanto è flebile e roco. Vede Elena sorridere, e trascina di nuovo Damon contro le sue labbra, e ricomincia a baciarlo, mentre il ritmo che li unisce si fa più intesto.

Dalle labbra di Damon sfugge un gemito, e poi un' altro ancora, prima che la stanza si riempia delle grida di Elena, ormai giunta al culmine.

Stefan non ce la fa più. Appena quelle grida inarticolate si trasformano in una parola reale, tangibile e vera,un nome, quello d suo fratello, Stefan fugge. Da quella stanza, da quel letto. Da due persone che si amano.

Corre, Stefan, corre mentre le lacrime che ha agli angoli degli occhi premono per fuggire.

Tutto questo non ha senso. Non può provare emozioni del genere. Klaus glielo ha impedito e lui lo sa.

Si ferma solo quando le luci di Mystic Fall's sono lontane, quando il ricordo di Elena che in preda all' orgasmo grida il nome di Damon è solo un miraggio nella sua mente.

Crede quasi che tutto questo sia solo un sogno. Un rimasuglio delle sue paure ancora intrappolate nella sua mente. Ma non è così.

Quello che non sa, è che certe emozioni non possono essere semplicemente spente, ridotte al silenzio. Certe emozioni, come l' amore per una donna, non possono essere sepolte sotto l' abito di uno squartatore senza cuore.

Perché il bottone che Klaus gli ha ordinato di premere è solo un' illusione.

 :Note della pazza autrice:
ok non ho scusanti. Questa shot fa schifo e non avrei dovuto pubblicarla. Ma è da quando ho visto la 3x05 che la voglio scrivere!
Lo scenario è incredibilmente surreale e pieno di stupidate. Ma io Stefan versione "Rippah" proprio non ce lo vedo. Per quanto ami i personaggi crudi e malefici lui proprio non ce lo vedo. E da qui nasce questo stupido tentativo di riesumare la sua parte umana.
Basta sto delirando. Meglio che vada prima che qualcuno mi faccia fuori.
*me prende a braccetto i personaggi della fanfiction e ci va a giocare a carte in un' angolino*