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Autore: Back To Vegas Skies    27/10/2011    2 recensioni
Gabe e Alex ignoravano completamente la loro esistenza, sempre circondati da decine di ragazzi adoranti che avrebbero fatto di tutto pur di essere ammessi nella loro ristrettissima cerchia, di cui facevano parte solo pochi e selezionati fortunati, riscuotendo l’invidia dell’intero istituto. Sì, perché Gabe Saporta, simpatico e divertente, Alex Greenwald, bello e brillante, Travis McCoy, l’ombra di Gabe e gay dichiarato, Dallon Weekes, che con quegli occhioni blu riusciva ad ammansire le folle, e Brendon Urie, il più piccolo del gruppo, erano i ragazzi più popolari del St. Patrick e chiunque aveva almeno una volta desiderato essere loro amico, per poter essere al centro dell’attenzione di tutta la scuola. Ma William e Ryan non avevano intenzione di entrare nel loro gruppo, si limitavano ad osservarli da lontano, sperando che, prima o poi, si sarebbero accorti di loro.
[The Academy Is...,Cobra Starship,Pete Wentz,Travis McCoy,Panic!At The Disco, Alex Greenwald,The Cab]
Storia scritta a quattro mani da me e Annabells, nata così all'improvviso e vista crescere a dismisura sotto i nostri occhi!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Cobra Starship, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

This contagious chemistry is killing me.

Quando Alex era arrivato al posto dove gli altri lo aspettavano, era esausto. Era stata una giornata pessima, e si trattava solo del primo giorno di scuola. Si era svegliato tardi, si era beccato la prima ramanzina, e poco prima di andare a pranzo, Greta, la consulente di Wentz, gli aveva detto che il preside lo aspettava nel suo ufficio, e la parte peggiore doveva ancora venire. Poteva sopportare che un ragazzino stupido andasse dal preside per chiedere ci cambiare stanza e il preside gli facesse il terzo grado per capire cosa avevo fatto per indurlo a questo, ma un'altra cosa era dover dire a uno dei suoi migliori amici “Hey, il ragazzo di cui sei innamorato mi sbava dietro da un anno''. Anche perché non c'è un modo carino per dirlo, e per quanto puoi zuccherare il tutto, la cosa fa sempre alquanto schifo.
Quando arrivò, in ogni caso, si appoggiò a Dallon, che gli sorrise rassicurante.
- Che c'è amore, ti sono mancato?
Dallon si girò maggiormente e lo abbracciò affettuosamente. Non era raro che loro esternassero in quella maniera il loro rapporto... In fondo, si conoscevano da quando erano piccoli.
- Troppo, mio unico amore, - rispose sarcastico l’amico - come è andata da Wentz ?
Alex sbuffò, per poi ghignare in un modo che aveva qualcosa di malefico.
- Bene, ma credo che Wentz concordasse con me alla fine.
- Ma si può sapere che cosa hai fatto?- chiese Gabe curioso.
- Brontolo ha chiesto a Wentz di cambiare stanza.
- Brontolo? Davvero originale Al!- lo prese in giro Travis, mentre Brendon restava in silenzio, torturandosi un labbro.
- Ma è identico! - Si difese Alex, prima di lasciare l’amico libero dall' abbraccio e rivolgersi a Brendon, che a quanto gli aveva detto Dallon non era ignaro di tutto, cosa che in parte lo faceva stare meglio. Sarebbe stato leggermente meno crudele, probabilmente.
- Hey Bren, ti và di accompagnarmi a prendere la chitarra?
Brendon si limitò ad annuire, mentre Dallon gli faceva il segno dell'OK con il pollice.
Arrivati alle gradinate, Alex decise che era ora di parlare.
- Bren, onestamente è da ieri che cerco un modo per dirti questo senza farti accusare il colpo e non sentirmi così tanto in colpa, ma purtroppo non l'ho trovato.
- E? - disse Brendon, teso come poche volte l'avevo visto.
Alex sospirò prima di liberare il tutto.
- Conosco questa scuola, non ci vorrà molto prima che questo verrà fuori, non mi stupisco che nessuno ancora ne abbia parlato… Per farla breve, non voglio che ti arrivino delle voci sbagliate o chissà cosa. Ieri quando Dallon ha detto di Ryan, mi sono sentito la persona peggiore del mondo. Insomma… è da un anno che ho avuto modo di notare che quel ragazzo ha una cotta per me, e non ho mai detto nulla perché sai che non sono il tipo di ragazzo che va a sbandierare certe cose. Ma ora le cose sono diverse e volevo dirti che devi star tranquillo, non mi interessa e anzi, voglio davvero aiutarti a conoscerlo meglio. - Alex guardò l’amico, aspettandosi qualunque tipo di reazione.
- Ieri pomeriggio vi ho sentito mentre parlavate, - disse invece Brendon, piuttosto tranquillamente - lo so, non avrei dovuto... ma ero curioso. Quindi niente di quello che mi hai detto era una novità. Onestamente avevo solamente paura che ti piacesse.
- Ross è un gran bel ragazzo ma no, non è il mio tipo.
- Bene.
- Allora siamo a posto o mi devo aspettare da un momento all'altro di essere squartato, e di vedere i miei resti divorati da Bogart?
- Siamo a posto, sei un grande amico, davvero. - disse Brendon, sorridendo - Ora puoi abbracciarmi, per favore?
Alex non se lo fece ripetere due volte prima di stringerlo tra le sue braccia.
- Mi dispiace Brenny, davvero, ma non è tutta persa. Sei un gran ragazzo, deve solo imparare a conoscerti bene e vedrai che le cose cambieranno. E' dura non amarti - gli sussurrò piano in un orecchio, stringendoselo maggiormente a sé - e ora basta sentimentalismi e andiamo a prendere la chitarra, prima che Gabe mandi il mondo a cercarci!
Will amava passeggiare per l'enorme parco che circondava il collegio, lo rilassava, e quel giorno sia lui che Ryan ne avevano particolarmente bisogno. Certo, essere così stressati già il primo giorno era preoccupante, ma del resto Ryan lo era sempre per qualche strano motivo. Probabilmente per il fatto che lui era in quella scuola principalmente grazie a una borsa di studio e alla buona parola del professor Smith, quindi non si era mai sentito davvero appartenente a quel luogo. Ryan e il professore si conoscevano da quando erano piccoli, avevano vissuto per anni nello stesso quartiere, e si poteva dire che erano quasi come due fratelli. Spencer, infatti, che doveva avere cinque, forse sei anni in più a loro, aveva subito preso a cuore la situazione del piccolo Ross, sin da quando era bambino e andava a nascondersi nella casa sull’albero quando suo padre tornava a casa ubriaco. Ryan aveva accettato le sue cure e le sue premure da subito, lo aveva eletto a suo modello e fratello maggiore ideale, gli confidava le sue paure e i suoi segreti, probabilmente era stato la prima persona a cui aveva rivelato di essere gay. William sapeva bene quanto fosse importante quell’uomo per Ryan, sapeva quanto lo avesse aiutato e sapeva anche che il suo amico gli sarebbe stato eternamente riconoscente. Ma proprio per il fatto di essere lì dentro grazie a lui, faceva sentire Ryan diverso da tutti gli altri studenti e per questo sempre irritabile e nervoso. Ma questa volta il nervosismo del suo migliore amico non dipendeva dalla scuola: erano i suoi sentimenti che lo stavano fregando.
In ogni caso, parlare aveva aiutato entrambi a sfogarsi. Avevano appena appurato che Travis ci aveva provato palesemente con lui, mentre Urie era un nudista borioso e pieno di sé, quando notarono Gabe, Travis e Dallon sotto il grande faggio vicino al lago. Non ebbero nemmeno il tempo  di pensare di tornare indietro, che Gabe li vide e gli fece cenno di raggiungerlo.
 
Pete, aveva sempre organizzato una riunione al termine della prima giornata scolastica. Gli piaceva avere le cose sotto controllo ed era inoltre utile a capire con che tipo di alunni avrebbero avuto a che fare. Ma la cosa che amava davvero di queste riunioni, era poter ammirare Spencer. L'aveva già adocchiato quando studiava al collegio, ma ora che era suo dipendente la cosa non era più solo attrazione o adorazione. Il suo amico Patrick diceva che ne era ossessionato, ma lui indossava costantemente cappelli da camionista, cosa che gli faceva perdere ogni credibilità, così Pete non gli dava ascolto.
Una volta terminata la riunione era riuscito a convincere Spencer a prendere un caffè insieme. Ovviamente, non nel bar della scuola, ma nel suo appartamento, se così si poteva chiamare il suo gigantesco ufficio, dove sarebbero potuti restare in una maggiore intimità.
Spencer si sedette sul morbido divano di pelle, mentre lui armeggiava con la caffettiera.
- Allora Spence, come è andata l'estate? Fatto qualcosa di bello?
- E' andata bene, - rispose il professore - A luglio io e Ryan siamo andati in questo posto dove c'erano libri a vista d'occhio. Avrei voluto leggerli tutti, sapessi che titoli interessanti! Ci siamo divertiti.
Giusto, Ross. Quel ragazzino era la persona più vicina a Spencer , e  inoltre era un ragazzo a dir poco fastidioso e puntiglioso.
- Trovato qualcuno di interessante tra libri e scartoffie di vario genere?
- Il proprietario del negozio non era male, in realtà. - disse Spence, con aria di sfida - ma sembrava troppo giovane per me e troppo interessato a Ryan. Quindi a parte i libri no, non c'è stato nessuno di interessante.
- Non lo vedo possibile- disse Pete accomodandosi vicino a Spencer in attesa che il caffè fosse pronto - Non capisco come un bell'uomo come te non faccia conquiste.
- Pete - disse Spence, con un tono stanco - non ricominciare per favore. Anche se provassi qualcosa per te non sarebbe correttamente etico.
- Spence, tu vai in vacanza e passi il ringraziamento con un nostro studente, non è lo stesso?
- No, Pete, io non sono come te, io non provo a portarmi Ryan a letto ogni santa volta che lo vedo. Mi disgusta la sola idea, è come se fosse mio fratello.
-  Dio, quanto sei acido, era una battuta! - sbottò il preside, capendo che nemmeno quel giorno avrebbe concluso niente con l’affascinante professore - il caffè con cosa lo vuoi? - concluse, alzandosi.
- Con il latte, come al solito- rispose Spencer, secco.
Pete non sapeva più cosa fare per far si che il professore cadesse ai suoi piedi, cominciava a pensare che la via della costanza non era la più ideale.
 
- Adesso mi faccio perdonare - aveva bisbigliato Gabe a Travis, prima di chiamare William e di invitarlo a raggiungerli. Travis aveva sorriso e si era sistemato i capelli nervosamente, mentre il ragazzo e il suo amico Ross si dirigevano verso di loro.
- Ciao! - aveva detto William con un sorriso gigantesco.
- Heilà -aveva risposto Gabe, alzandosi e poggiandogli un braccio intorno alle spalle.
- Conosci Trav, vero Will? - aggiunse, indicandogli l’amico.
William annuì, e Travis non poté fare a meno di notare il rossore sulle sue guance. Probabilmente la tecnica del bagno aveva funzionato!
Gabe si sedette e Will si mise tra lui e Travis. Ryan, invece, si sedette poco più distante, con la schiena poggiata sulla corteccia dell’albero.
- Allora, Will, com’è andato il primo giorno? - chiese Gabe, per avviare la conversazione.
- Come tutti gli altri primi giorni. A te? Cioè, a voi?
- Una palla, come sempre, ma per fortuna esistono i bagni! - aveva risposto Travis con un sorrisone, sovrastando la voce dell’amico. William divenne rosso fuoco e abbassò lo sguardo.
- Uhm, già…
Travis sentì Ryan ridacchiare, ma lasciò correre. Adesso aveva di meglio a cui pensare.
Mise un braccio intorno alle spalle esili di William, come aveva fatto Gabe poco prima, cercando di farlo passare come un gesto naturale e disinteressato, anche se lui sembrava rigido come un tronco e aveva la faccia fucsia. Era adorabile quando faceva il timido.
Dallon, steso pigramente sull’erba, li guardava con un sorrisino strano, facendo scorrere il suo sguardo da loro tre, a Ross, che sembrava desiderasse essere altrove, e infine al portone della scuola, come se aspettasse l’arrivo di qualcuno.
- Ragazzi - disse ad un certo punto Gabe, in un altro disperato tentativo di iniziare un discorso - qualche sera dovremmo cenare tutti insieme, che ne dite?
Ryan si limitò a guardarlo con un sopracciglio alzato, Dallon annuì, continuando a guardare l’ingresso dell’edificio.
- Sarebbe magnifico! - sorrise William, guardandolo. Travis sentì sotto la mano poggiata sulla sua spalla, le  sue pulsazioni che aumentavano notevolmente.
Calò di nuovo il silenzio, rotto solo da Dallon che canticchiava qualcosa sottovoce.
 
Brendon era già più rilassato una volta tornato nel parco, sapere di non dover competere con Alex era a dir poco confortante. Eppure, quando vide chi si era unito ai suoi amici credette di avere le allucinazioni. Dallon lo guardava mortificato, con lo sguardo da '' ti giuro che non è stata colpa mia, mi dispiace''.
Dall'altra parte, Gabe gli sorrideva sornione, probabilmente convinto di avergli fatto un favore, mentre William situato tra lui e Travis sembrava gli stesse scoppiando un embolo.
E se Travis stava cercando evidentemente di far colpo su William, con le sue solite battute da quattro soldi e le mani che cercavano di toccare più pelle possibile, Ryan osservava ostinatamente il terreno. Alex gli posò una mano sulla spalla e lo fece sedere tra lui e Dallon, invitandolo a cantare insieme a loro.
Fece finta di non essere geloso del fatto che Ryan guardasse solo Alex, aveva tempo per far sì che le cose cambiassero, doveva solo essere paziente.
 
Suarez era rimasto sorpreso quando, qualche giorno prima, Nate gli si era seduto di fronte in mensa. Si era sentito il cuore esplodere, soprattutto quando aveva visto un sorriso allargarsi per la prima volta sul volto dell’altro quando gli aveva detto che non lo odiava per niente, e che anzi lo considerava un ragazzo intelligente e simpatico. Anche adesso, mentre lo aspettava fuori in corridoio, non riusciva a togliersi l’immagine di quel sorriso dalla testa.
- Ha detto di sì! - esclamò Nate raggiante, uscendo dall’ufficio della collaboratrice di Wentz.
- Davvero? - Suarez stentava a crederci. Avevano chiesto a Greta, la collaboratrice del preside e colei che prendeva il 90% delle decisioni importanti, se era possibile per Alex cambiare camera e trasferirsi da Nate, che grazie ai cospicui pagamenti del padre, uno dei maggiori beneficiari dell’istituto, era uno dei pochissimi studenti a poter usufruire di una camera singola.
Nate annuì, sorridendo. Era stupendo quanto si fosse affezionato a lui in così poco tempo. Probabilmente era per il fatto che non aveva altri amici in quella scuola, dato che tutti lo accusavano di essere il cocco di Wentz e gli stavano alla larga. Ma a Suarez non interessava, gli sembrava di stare vivendo un sogno, un sogno magnifico, e che di lì a poco si sarebbe potuto svegliare di colpo.
   
 
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