Il gioco della bottiglia
 

Da mesi ormai si parlava di quella festa. Una festa tanto attesa, tanto sperata anche dai secchioni della scuola che vi avrebbero partecipato con gli altri secchioni imbucati.
Una festa che era considerata come la festa.
Tutto era stato organizzato nei minimi dettagli da una delle famiglie più ricche di Londra. I Challing avevano sgombrato casa per far spazio a ogni cosa di cui una vera festa avesse bisogno solo per la loro primogenita Elisabeth, viziata e semplicemente bella. Aveva i capelli di un biondo cenere e due occhi verde acqua che si abbinavano perfettamente alla sua pelle liscia e rosea. Era magra e non troppo alta, praticamente il sogno di ogni ragazzo. Nonostante sapesse di era una bella ragazza, nonché popolare e ricca, cercava sempre di comportarsi bene con tutti e di avere molti amici anche se, si sa, i veri amici si contano sulle punta delle dita. Ma a Beth volevano tutti bene.
Helen era l’opposto. Fin da piccola era sempre stata soprannominata Hell, inferno in inglese, perchè era un vero e proprio terremoto umano. Era ribelle, sfacciata e invadente. Se c’era da rispettare delle regole, sicuramente Hell le avrebbe infrante. Aveva i capelli rosso fuoco, due occhi neri e un sorrisetto stampato in faccia che nessuno le avrebbe mai tolto. Era il suo punto più forte, quello che voleva dirti di starle alla larga perchè lei non era una brava ragazza. In effetti, era tutto fuorché una brava ragazza.
Ma quella sera, a quella dannata festa, era stata costretta dagli amici ad essere presente. Lei voleva andare in discoteca a divertirsi col dj che lavorava lì, perchè lo trovava veramente un bel pezzo d’uomo. Ma date le minacce e le intimidazioni, aveva deciso con riluttanza di andarci.
La festa, come tutte le feste che si rispettino, era degenerata fin da subito. Addirittura, c’era chi si era presentato già ubriaco fradicio. Alcuni si erano chiusi nelle camere da letto a fare quello che teoricamente non avrebbero dovuto fare. Altri sniffavano e bevevano come se fosse una cosa normale e all’ordine del giorno. Altri ancora ballavano sotto le luci della disco ball, indifferenti dei piedi che dolevano per i tacchi alti come trampoli.
Un gruppo di ragazzi e ragazze erano in una parte del gigantesco salotto di casa Challing a giocare al gioco della bottiglia. Le regole erano semplici: si beveva a turno la birra finchè non fosse finita, dopodiché si poggiava la bottiglia per terra che veniva fatta girare due volte in direzione dei ragazzi seduti a cerchio, che scelti dal fato-bottiglia dovevano eseguire obbligatoriamente una penitenza.
Hell aveva già bevuto troppa birra, ma era ancora lucida.
Dopo svariati giri, finalmente la bottiglia si fermò proprio nella sua direzione. Guardò gli altri giocatori finché il suo sguardo non si posò su un ragazzo della sua età. Non ricordava il nome, anche se era certa che frequentasse la sua stessa scuola. Ecco l’obiettivo della serata, l’obiettivo di quel gioco: lui.
“Vediamo chi capiterà alla nostra amica!” esclamò un ragazzo che Helen non aveva mai visto prima. La bottiglia prese a girare vorticosamente, cominciò a perdere la sua velocità fino a fermarsi del tutto.
L’obiettivo non era stato raggiunto, anche se la bottiglia c’era andata vicina.
“Bene! Allora, fatemi pensare...” lo stesso ragazzo di prima prese a toccarsi il mento, in segno di momentanea meditazione.
Hell continuava a squadrare il ragazzo scelto dalla bottiglia che ricambiava impassibile lo sguardo.
“Trovato! Voglio un bacio con tanto di lingua”. Dal cerchio parti un coro di malizia mista a stupore, da parte soprattutto di alcune ragazze, invidiose evidentemente che quel compito fosse capitato a Hell e non a loro.
“Io questo qui non lo bacio neanche morta!”
“E io neanche da vivo!”
“Bene, la scelta è vostra. La sapete la regola delle obiezioni, vero? Chi si rifiuta, gira in mutande per il resto della serata. Fate un po’ voi.” il ragazzo senza nome si stava decisamente divertendo a osservare le facce di Helen e il suo compagno.
Alla fine i due assentirono con riluttanza.
Helen si avvicinò al suo coetaneo e lo baciò. Partirono i fischi e gli “uuuuuh” di scherno a cui i due badarono veramente poco. Inizialmente fu un bacio timido e esitante ma ci volle ben poco per passare alla fase gioco lingue.
Il bacio, durò più del previsto, perchè i due stavano in qualche modo comunicando e ricredendosi l’uno dell’altra.
Quando si staccarono si guardarono negli occhi. Lui aveva gli occhi di un verde intenso, quel verde che non aveva mai visto prima negli occhi di nessuno.
“Harry” il ragazzo tese la mano verso Helen che pronunciando flebile il suo nome la strinse forte. Quel contatto, fu ancora più forte del bacio appena dato.
Davvero troppo forte per essere spiegato, davvero troppo forte per poter mandare avanti il racconto.



Sciao bele!
Scrivo in verde perchè è il colore degli occhi di Harry **
Allora, questa shot è stata scritta per cercare di non pensare al dolore incessante che qualche ora fa prese la mia gamba e decise di non mollarla più. 
Quindi se è una merda, è tutto dovuto alle mie lamentele scaturite da un dolore proveniente da non so cosa (?) xD
Beh, che dire, il senso ce lo dovrebbe avere, anche se, come ripeto, è stata una cosa del tutto improvvisa. Comunque l'obiettivo di Hell durante la partita chi sarà mai secondo voi? Vi do un indizio... è uno dei One Direction!
Su le tastiere e fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto chi è secondo voi il ragazzo-obiettivo della nostra Helen. Vediamo chi ci azzacca.
E se non l'avete ancora fatto, passate a leggere la mia FF, sempre su sti cinque imbecilloidi :D Si chiama "How To Love"
That's all <3