Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Red Rope    27/10/2011    2 recensioni
Non avrei mai immaginato di potermelo ritrovare davanti, in un pub qualunque di Liverpool, in una serata qualunque.
[...]
Indifferenza, come se non fosse successo niente, o riaprire vecchie ferite? Sapevo benissimo che in un modo o in un altro, ci saremmo arrivati comunque a quel discorso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Non avrei mai immaginato di potermelo ritrovare davanti, in un pub qualunque di Liverpool, in una serata qualunque.

Odorava di fumo e birra, ma sembrava sufficientemente lucido da riconoscermi in mezzo a tutta quella gente.

-Oh, ehi!- disse, mostrando uno dei suoi più smaglianti sorrisi. Deglutii, sforzandomi di sorridere a mia volta.

-Ciao- farfugliai, cercando nella mente un motivo per cui non avrei dovuto prenderlo a schiaffi e andarmene.

Evidentemente anche lui mi aveva salutata senza pensarci, e ora non sapeva come comportarsi. Indifferenza, come se non fosse successo niente, o riaprire vecchie ferite? Sapevo benissimo che in un modo o in un altro, ci saremmo arrivati comunque a quel discorso.

-Senti, io..- iniziò. Non lo lasciai finire. Una tempesta di sensazioni mi avvolse, e l'unica cosa che riuscii a fare fu abbracciarlo, cingergli il petto, il suo largo petto, e appoggiare la testa sul suo cuore. Fu un attimo di irrazionalità; è assurdo come in un essere piccolo, finito e fragile come l'uomo convivano tanti pensieri e sentimenti contrastanti e confusionari.

Quando ripresi il controllo delle mie facoltà mi staccai da lui, imbarazzatissima.

-Io..- farfugliai -No, ecco, io...non fraintendermi!

Fu l'unica cosa che riuscii a dire, mentre il sangue affluiva velocemente alle mie gote. La sua espressione ebete e allibita mi fecero entrare ancora di più nel pallone.

Lui continuava a fissarmi, allibito. Mi misi a correre (per quanto possibile) e sfrecciai fuori dal pub.

La pioggia fredda sul mio viso mi riportò coi piedi per terra, il mio cervello cominciò lentamente a tranquillizzarsi e a macinare le informazioni.

Stupida. Volevo prenderlo a schiaffi, e invece lo avevo abbracciato. Stupida! Cosa mi credevo, che avrebbe cancellato mesi e mesi di dolore e lui sarebbe tornato da me?

Mi appoggiai al muro. Era davvero assurdo tutto quel contrasto di emozioni che provavo nei suoi confronti.

Rimasi in silenzio, l'unico rumore che riuscivo a sentire era il mio cuore, che non sembrava intenzionato a rallentare.

La porta del pub si spalancò, e lui uscì, silenzioso, sotto un ombrello nero. Mi porse i miei oggetti, doveva averglieli dati Marie.

-Cassie.

Cassie. Dio, era il modo in cui lo diceva, la sua voce che mi uccidevano. Non resistevo. No.

-Io..- sospirò -Voglio tornare indietro. Sono qua, e voglio stare con te.

No.

-Scusami, ti amo ancora.

Anch'io. Ma no.

-Torniamo a essere io e te, noi.

No.

No.

No.

-Non posso- risposi, gelida.

Lui non poteva tornare così nella mia vita, e pretendere che io cancellassi due anni di dolore. Lo amavo ancora, lo amavo come allora, ma lui se ne era andato.

No, non tornerò da te.

-Non posso tornare indietro, non dopo tutto quello che mi hai fatto- dissi. Non lo guardavo. Sapevo che avrebbe girato i tacchi, e se ne sarebbe andato. Per sempre. In fondo, era solo per capriccio suo personale che voleva tornare da me; gli sarebbe bastato entrare dentro al pub, fare gli occhi dolci (oh, se amavo quegli occhi nocciola, su sui ricadevano le ciocche dei sui capelli scuri e mossi) a qualche ragazzina, e avrebbe scopato quanto gli pareva e piaceva.

Mi voltai a guardare la strada. Prendere un taxi mi era impossibile, oltre a non avere soldi, ero fradicia.

Qualcuno mi mise un giaccone sulle spalle. Qualcuno; sapevo perfettamente che era stato lui, ma non avevo il coraggio di guardarlo. Cominciai a piangere sommessamente.

Poi lui mi coprì anche con l'ombrello, e mi prese sotto braccio. Piangevo. Come avevo potuto dubitare di lui?

-Andiamo a casa, Cassie- disse con dolcezza. Lo guardai, attraverso le lacrime.
Non se ne era andato, stavolta, e qualcosa mi diceva che non lo avrebbe fatto più. Sorrisi, prima di baciarlo delicatamente sulle sue labbra così belle, quelle labbra che desideravo, e che con tutta me stessa avevo cercato di dimenticare.

-Mi mancava questa sensazione- ammise, ed io mi lasciai sfuggire un risolino divertito.

-Anche a me- sorrisi.

Lo amavo, e lui amava me: questo bastava.

 

Ok, ok. Prima storia da un sacco di tempo che non scrivo in generale, prima storia con questo account. Chiedo immensamente venia se è sdolcinatissima (aiutatemi a dire sdolcinatissima), ma mi è presa così!

Spero vi piaccia comunque :3

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Red Rope