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Autore: AmyFallen    27/10/2011    3 recensioni
Amy X Mello, una storia d'amore tormentato che fa a botte tra realtà e fantasia, tra vita terrena e vita celestiale, tra umani e angeli, guerre in cui si rischia tutto...tra regole obbligatorie e l'amore, l'amore giovane di due ragazzi che lottano per non dividere ciò che è stato unito dal destino...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A World Where You Are

Capitolo 5

Il sole sorgeva lento e triste in quella fredda mattina d’inverno, illuminando fievolmente la camera e illuminava il viso dei ragazzi,che erano stretti l’uno all’altra. Lei poggiava la testa sul petto di lui e il ragazzo le accarezzava i capelli, era già sveglio. Non aveva chiuso occhio. Mentre rimaneva a pensare si erano fatte le 6:30, si alzò piano spostando delicatamente Amy e coprendola fino al collo, per evitare che morisse di freddo. Si infilò i pantaloni e una maglietta nera, prese le valigie e baciò la ragazza sulla fronte. In quel momento si svegliò.

“Mello…”
“È tardi, devo andare…”
Lei con aria triste lo abbracciò e lui fece lo stesso, stettero abbracciati per qualche minuto, ma Mello la allontanò delicatamente e le diede un secondo bacio in fronte, mise la mano sul viso circondando la guancia con le dita e le asciugò con il pollice una lacrima che scendeva lungo il viso della ragazza.
Si diresse verso la porta, la aprì e prima di uscire le diede un ultimo sguardo. Lei alzò lentamente la mano non molto tesa con le ultime dita che leggermente si lasciavano andare, si sforzò di fare un sorriso ma uscirono solo più lacrime dai suoi occhi smeraldi, così trasformò la mano in pugno.
Lui si voltò tristemente, chinò il capo e uscì.
 
I giorni passarono senza Mello e lei piangeva ogni notte. Le ombre si presentavano ogni giorno e lei aveva imparato a conviverci. Era solo questione di abitudine, non poteva uscire dai momenti di trance che le invadevano il cervello, così non sapeva cosa facesse durante quei minuti. Aveva smesso di vedere Matt, voleva stare sempre più sola, ogni giorno in più che passava, anche perché senza Mello i pericoli erano aumentati.
Amy era una bella ragazza e alcuni ragazzi dell’orfanotrofio ci provavano con lei, soprattutto ora che il suo ragazzo era andato via e chissà quando l’avrebbe rivisto.
La ragazza non aveva amiche femmine perciò era sempre sola, tranne quando Matt ogni tanto l’accompagnava in camera per ordine di Mello. Ogni sera però prima di andare a letto Lui la chiamava al cellulare.
 
La sveglia segnava le 00:00, l’inizio di un nuovo giorno, nessuna traccia di Mello, ancora non aveva chiamato.
Amy prese il cellulare in mano per vedere se c’erano nuovi messaggi e lo schermo si illuminò.
 
Chiamata in entrata…
            Mello
 
 Amy sorrise e rispose:
“Hey.”
“Amy, come stai?”
“Senza di te.”
Dal telefono si potè avvertire un sorriso di Mello.
“E tu? Come stai?”
“Anche io senza di te.”
Amy sorrise e si preoccupò dicendo:
“Ti bastano i soldi?”
“Si.”
“Bene, menomale, ma hai trovato un posto dove stare? È più di una settimana che stai in albergo.”
“Certo certo, un amico di famiglia mi ha trovato una bella casetta con il letto matrimoniale, e sta aspettando te.”
Amy rise sottovoce.
“Ma stai già lavorando?”
“Si.”
“Dove?”
“Credo di spedire pacchi.”
“Come credo?!”
“Hahaha.” Rise.
“Tranquilla, spedisco pacchi da magazzini a negozi, da negozi a magazzini,da magazzini a magazzini.”
“Ho capito.” Rise anche lei stavolta.
“Beh, passiamo a cose più serie ora, le tue ombre? Si fanno vedere?”
“Si, come sempre, cado nel mio solito trance, non so cosa faccio, ma di sicuro non faccio niente fuori da questa stanza.”
“Come fai a saperlo?”
“Ho messo dei pezzi piccoli di carta nell’apertura della porta e della finestra, così se uscivo si spostavano, invece è rimasto tutto come prima.”
“Complimenti signorina Fallen! Le mie congratulazioni.”
“Grazie signor Keehl, so che lei non è in grado di pensare una genialità del genere.”
“Mocciosa.”
“Ti amo anche io.”
Risero tutti e due insieme.
“E senti un po’, ci sono ragazzi che ti vengono dietro?”
“No.” Mentì.
“Menomale… Comunque… Mi manchi…”
“Anche tu Mello… Vorrei essere lì con te…”
“E io vorrei che tu fossi qui con me…”
Silenzio.
“Adesso devo chiudere, è tardissimo e domani devo svegliarmi presto.”
Si erano già fatte le 00:30
“Va bene, allora buon viaggio e buona notte.”
“Grazie, dolce notte anche a te mia piccola Amy.”
 
La chiamata si interruppe con il bip del telefonino di Amy. Si sdraiò nel letto per dormire, ma presto vide le ombre, così mise di fretta i pezzi di carta alla porta e alla finestra. E seguì il suo momento di trans.
 
...
 
Appena tornò in se stessa ebbe bisogno di qualche minuto prima i riprendersi completamente, pensò che forse era stato più forte delle altre volte, guardò la porta, era tutto apposto. Guardò la finestra, il pezzo di carta era sparito. Immediatamente sentì un forte bruciore alle gambe e sui palmi delle mani. Era piena di ferite, graffietti di poco conto, che le bruciavano come fuoco ardente. Guardò sotto la finestra, e per un attimo vide il suo corpo a terra che pian piano si rialzava.
“Allora, c’è un modo per sapere cosa succede…” Pensò tra se e se.
“Devo scoprirlo.”
Si concentrò sul suolo sotto i suoi occhi, oltre la finestra dalla quale era fuggita. Vide se stessa, con due enormi ali nere che provava a volare ma non riusciva, e cadeva. Poi un angelo dalle ali nere che perdeva piume la accompagnò fin sopra la finestra e la fece rientrare in camera sua, sorridendole e volando via nell’oscurità del cielo.
Era un ragazzo sulla ventina d’anni, bruno, di carnagione chiara con due occhi verdi, simili ai suoi, e il fisico scolpito da addominali d’acciaio.
Amy non badò alla bellezza dell’angelo, non le interessava, voleva solo sapere del perché di questa persona, anzi, di questo angelo, perché la riporta in camera? Cosa sta a significare? E le sue ali nere? E le ali nere dell’angelo?
E soprattutto, che tipo di angelo era?
Erano molte domande, ci avrebbe pensato domani, era troppo stanca e confusa per pensare.
Si rimboccò le coperte e dormì.
 
La notte la passò tranquillamente, nessun sogno collegato alla strana visione della sera prima, ancora non voleva dire niente a Mello, voleva essere sicura di ciò che era accaduto.
Poi le venne in mente una cosa, spalancò gli occhi e sussurrò “Roger.”
Roger sapeva tutto riguardo la famiglia di ogni singolo bambino.
Spalancò le finestre facendo entrare una luce accecante, si preparò e corse nel suo studio, bussò due volte.
Niente.
Bussò più forte.
“Si? È aperto.” Rispose  Roger.
Amy entrò.
“Oh buongiorno Amy! Come stai?”
Amy non fece caso a cosa disse, avanzò verso la scrivania e chiese:
“Roger,cosa sai sulla mia famiglia?”
“Cara Amy, tu non sei autorizzata a saperlo e io non sono autorizzato a dirtelo.”
“Ma Roger! Ti prego, è questione di vita o di morte!”
“Mi dispiace Amy non posso fornirti informazioni riguardanti la tua famiglia.”
“Roger, ti prego, sono disposta a pagarti pur di avere informazioni, per me è importante.”
“Pagare non basta.”
“E cosa vuoi che io faccia?”
“Beh…” Roger si avvicinò a Amy accarezzandole delicatamente i capelli e sfiorandole il collo con le dita.
“Potresti…”
Amy non gli fece finire la frase che gli tirò un calcio nei testicoli che lo fece cadere a terra, e gli pestò la mano con un piede. Roger urlò.
“La prossima volta sii più cortese.” Commentò lei.
Poi aggiunse:
“Spero che non riuscirai ad usarlo per un bel po’, anche perché non ti dovrebbe servire, un ultima cosa. MI FAI SCHIFO!
Uscì sbattendo la porta.
“Se non mi vuole dare lui le informazioni andrò a prendermele da sola.” Tirò dalla tasca la chiave che apriva lo studio, era riuscita a rubarla a Roger prima che cadesse a terra, per un momento si chiese anche lei come ci fosse riuscita.
 
Le lezioni passarono tranquillamente come ogni giorno, lei sedeva vicino Matt e chiacchieravano, scambiandosi opinioni sui vari giochi usciti da poco.
Qualche ragazzino ci provava, e chiedeva se poteva portarle la borsa che era pesante, ma lei rispondeva dicendo che non c’era bisogno e che era molto leggera per i suoi gusti. Ovviamente non voleva avere contatti con nessun altro. Si poteva fidare solo di Matt che per fortuna avendo la stessa età di Amy doveva rimanere ancora all’orfanotrofio.
Il pomeriggio lo passò a studiare e a pensare alla visione del giorno prima, ma tutto si sarebbe chiarito con le informazioni riguardanti la sua famiglia, pensava questo.
 
Come ogni sera alle 23:30 squillò il cellulare, era Mello.
“Si?” Si finse Amy felice.
“Che è successo? Ti hanno fatto qualcosa?” Rispose Mello.
“Ma no!” Mascherò Amy “Stai tranquillo, sono solo felice che hai chiamata.”
“Ah, bene sono felice anche io di sentirti, come stai?”
“Bene e tu? Come è andato il lavoro?”
“Benissimo, per poco non mettevo sotto un vecchietto, ma per il resto tutto ok.”
“Sono felice, tranne per il vecchietto.”
“Hahahahah!” Rise Mello.
“Che fai?”Chiese Lui.
“Sto per andare a letto.”
“Si pure io. Da me ci sono i tuoni, sarà una lunga notte.
“Si, davvero lunga.”

  
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