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Autore: Elpis Aldebaran    30/06/2006    48 recensioni
quando una giornata di pioggia, che tra l'altro è anche sfortunata, può diventare il più bel giorno della tua vita!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premesse: Sana e Akito non stanno insieme. Loro vivono in un costante rapporto di odio e amore. Amici nemici. Freddezza e gentilezza. Non so se ho reso l’idea, ma lo capirete.

 

 

 

 

 

Piccola ragazzina impertinente

 

Lei camminava sotto la pioggia, tornava da sola a casa dopo una giornata di scuola. Era amareggiata, triste e infuriata. Lui le dava sempre problemi. Sempre. Non c’era giorno che lei potesse starsene tranquilla a scuola senza che lui disturbasse la sua quiete quotidiana. Sospirò rumorosamente, i suoi capelli orami erano zuppi, ma lei non se ne curava. Forse, troppo persa dai suoi pensieri omicidi verso un biondino ormai famoso, non se ne era nemmeno accorta. Il suo sguardo vagò per un momento sul proprio corpo, quello di una 17enne, con curve ben definite e al posto giusto. Con quei vestiti bagnati e appiccicati alla propria pelle avrebbe potuto attirare qualche mal intenzionato.

Alla sola idea affrettò il passo, sempre con lo sguardo verso terra. Pioveva, ma faceva caldo, sudava e non vedeva l’ora di tornare a casa. Aumentò il passo e andò a sbattere contro qualcuno.  Cascò con un tonfo sonoro a terra, precisamente sopra una pozzanghera.

“ma allora questa è sfiga!” pensò, cercando di tirarsi in piedi.

-sempre la solita Kurata, ma dove hai la testa?

Quella voce tanto strafottente quanto sensuale la fece sobbalzare. Non era possibile, con tutte le persone che poteva incontrare proprio lui?

-sulle spalle Hayama, a differenza di te…

-dai, tirati su…- le disse lui porgendole una mano. Lei, orgogliosa, non la prese nemmeno in considerazione. Lentamente si alzò e con una mano cercò di sistemarsi la gonna. Hayama la guardava in silenzio, stava sotto l’ombrello, completamente asciutto. Per quanto insopportabile, chiacchierona e impicciona poteva essere quella testolina rossa, ora sembrava un pulcino bagnato.

-se vuoi posso darti un passaggio a casa con l’ombrello…

-non importa, tanto ormai sono bagnata…

-fai come vuoi…- rispose Hayama dando le spalle alla ragazza e continuando il suo cammino. La ragazza camminava a debita distanza e arrivata nei pressi della sua villa cominciò a cercare le chiavi di casa nella propria cartella. Naturalmente nella cartella c’era di tutto: libri, bracciali, astuccio, fazzoletti, lucidalabbra ecc… ma ovviamente non le chiavi di casa.

-c’è qualcosa che non va Kurata?

-non… aspetta… non trovo le chiavi di casa…

-c’è qualcuno in casa da te?

-no… ma che cavolo! questa è sfiga!- disse furiosa.

-senti Kurata, se vuoi puoi venire a casa mia…

-scherzi vero?- gli rispose lei con un sorriso.

-no… ma se vuoi rimanere sotto la pioggia finchè non torna qualcuno, per me puoi anche farlo…

-penso che lo farò… meglio sotto la pioggia con tuoni e lampi che a casa di Akito Hayama!

-fai come vuoi… ci vediamo…- salutò con un cenno di capo e si avviò verso casa.

 

 

Era tre quarti d’ora che aspettava appoggiata al cancello di casa. Erano le quasi le 3 e mezza, non aveva pranzato, aveva fame, bagnata dalla testa ai piedi e ancora non vedeva nessuno, ne il manager, ne la mamma e ne la domestica. Sospirò rassegnata. Le costava chiedere un favore al suo peggior nemico, ma era l’unica soluzione. Lentamente si incamminò verso casa Hayama e nel frattempo dandosi della stupida per aver dimenticato le chiavi di casa.

Arrivata davanti alla porta del ragazzo si fece coraggio e suonò il campanello. Sentì dei passi avvicinarsi e qualcuno girare la maniglia della porta.

-embè?

-embè cosa?

-hai cambiato idea Kurata?

-secondo te?

-vuoi entrare?

-sarebbe bello!

-muoviti…- il ragazzo si fece da parte e la ragazza senza dire niente entrò. Lui richiuse la porta e la guardò da cime a fondo “almeno il fisico ce l’ha!” pensò.

-che guardi pazzo maniaco?

-ah… guardava le tue curve…

-quanto sei cafone!- disse lei guardandolo in cagnesco. Sana cominciò a tremare vistosamente, ormai in terra c’era una vera pozza d’acqua!

-vieni con me…- le disse, anzi le ordinò Hayama attraversando il salotto per poi cominciare a salire le scale. L’attrice lo seguì senza dire niente e si ritrovò nella camera del ragazzo. Si fermò nel centro della stanza e si guardò intorno. Il suo sguardo si posò sul dinosauro verde che lei stessa gli aveva regalato. Il dinosauro le fece ricordare del loro secondo bacio, sotto la neve. E poi le fece ricordare anche tutti gli altri che vennero dopo, sempre rubati. Uno a 15 anni. Estate. Caldo. Piscina. Un bacio dato sotto l’acqua. Un altro 5 mesi dopo. Proprio in quella camera. Ma stavolta glielo ha dato lei, il bacio. Lui, inciampato nel filo della corrente dello stereo cade a terra, lei arriva dopo e casca sopra a lui. Non aveva resistito. Terzo bacio: 16 anni. Capodanno. Tutti un po’ brilli per lo champagne. Al 3 2 1 buon anno, Hayama aveva preso e baciato la prima ragazza che aveva trovato, nonostante fossero a 30 metri di distanza aveva baciato lei. Strana la cosa!

L’ultimo 4 mesi fa. Sempre quella stanza, lui gli disse che voleva mostrarle qualcosa ma era una sorpresa e doveva chiudere gli occhi. Lei ci casca e zac! Un altro bacio ma questa volta seguito da uno schiaffone. Da quella volta non aveva mai  più rimesso piede in quella camera.

-Kurata?

-…

-ehi?

-mmmh…

-sveglia!

-come scusa?

-be che fai? Dormi un piedi?

-no, pensavo…

-dai muoviti…

-a fare cosa?

-vuoi rimanere fradicia?

-no!

-e allora togliti quei vestiti bagnati…

-ti spiace uscire da qui allora?

-no… non credo che mi vada…

-allora io non mi spoglio…

-fai come vuoi, la salute è tua, non la mia…

-quanto rompi!- disse bruscamente la ragazza dirigendosi verso il letto e poggiando in malo modo la cartella sul materasso…

-potresti almeno girarti dall’altra parte?

-Kurata… io ti ho mai visto in bikini?

-si Hayama, ma che c’entra?

-stare in biancheria è la stessa cosa!

La ragazza sbuffò… non aveva tutti i torti.

Lentamente cominciò a sfilarsi le scarpe e le calze. Poi passo alla gonna e dopo si sbottonò la camicetta della divisa scolastica. Era tutta un tremito, freddo, cominciò a sistemare le sue cose quando senti le mani di Hayama metterle sulle spalle un asciugamano e con energia cominciò a strofinarle le spalle dal dietro, nella speranza di darle un po’ di calore. Hayama dopo un po’ la fece girare e continuò il suo operato, lei era imbarazzate e teneva lo sguardo basso.

-c’è qualcosa che non va?- le chiese lui vedendo che stranamente stava alquanto silenziosa.

-no è che… è strano stare qui… così… insieme a te…

-ci sono ragazze che farebbero la fila per stare al tuo posto sai?- disse lui con sguardo beffardo.

-o non ne dubito!- disse lei sorridendogli. Nemiciamici! Ecco quello che erano. Un rapporto così. Tranquillo. Litigavano, non si sopportavano ma poi quando volevano sembravano fratelli che si aiutano nel momento del bisogno. Lui abbozzò uno dei suoi rari sorrisi, l’abbracciò amichevolmente strofinando l’asciugamano sui suoi capelli rossi.

Dopo un po’ lui la osservò per un istante negli occhi e lentamente si chinò per baciarla. Lei non si tirò indietro. E quando si staccarono, Sana lo guardò con sguardo truce.

-perché deve sempre andare a finire così?

-sei tu che mi provochi…- le rispose sospirando lui.

-io non faccio niente! Fai tutto da solo!- gli rispose mettendo un broncio bellissimo. Lui sorrise divertito e guardò il soffitto, come a dire “sei sempre la solita!”  e di nuovo fece sua quelle labbra tanto perfette quanto morbide. Pian piano cominciò a spostarsi sul collo mentre Sana sentiva qualcosa dentro di se che si agitava. Non gli dispiaceva. Erano dei baci leggeri, freschi e profumati. Non c’era bramosia nei suoi gesti. Solo dolcezza e rispetto.

-e tu dovresti essere il mio peggior nemico… eh?- disse lei ormai rapita da quei baci.

-no… io sono il tuo miglior nemico…- disse lui.

-non vedo la differenza…- disse lei scostandosi da Hayama.

Lui non le rispose nemmeno. L’avvicinò verso il letto e la stese, lui si posizionò sopra e cominciarono a baciarsi con foga. Dopo minuti, molti minuti si staccarono. C’era caldo, la stanza era diventata improvvisamente calda. Lui la guardò nel profondo degli occhi. Si osservarono, senza dire niente.

-ho voglia di fare l’amore con te Kurata…- le disse semplicemente lui, quasi sussurrandolo.

-audace… e se ti dicessi di no?- domandò lei, sempre in un sussurro. Erano stanchi, respiravano velocemente.

-impazzirei…- disse lui.

Sana non gli rispose. Lo guardò ancora per qualche momento e unì le loro labbra. Lui non sapeva che fare: era un sì o era un no? non sapeva che fare. Ma lei glielo fece subito capire. Con mano tremante gli tolse la maglietta, paurosa di avere fatto la cosa sbagliata lo guardò negli occhi, lui annuì soltanto.

 

La passione era tanta, troppa. Quel corpo perfetto, bello asciutto, sopra di lei. Lei si stava eccitando, era troppo bello. Sentire le sue mani possenti sopra di lei le dava una sensazione fantastica, un tocco delicato, perfetto. Sana cominciò a sbottonare i jeans di Akito e pian piano glieli tolse, lui fece lo stesso con il reggiseno e le mutandine. Mancava ancora un ostacolo: i suoi boxer. Presa da un attimo di lucidità si staccò dalle labbra del biondino.

-hai… il… il… hai capito no?

-ce l’ho stai tranquilla… ascolta Sana…

-che c’è?

-tu vuoi veramente che avvenga questo fra di noi?

-io…

-nonostante sia un grande stronzo, insopportabile e glaciale ragazzo… io ho rispetto di te… e non farei mai nulla che anche a te non vada di fare…

-io mi fido di te Akito, lo sai… quindi vai avanti…

Lui la guardò per poi alzarsi e aprire il cassetto della scrivania. Tirò fuori un pacchetto, e Sana sapeva perfettamente che cosa conteneva. Lo vide tornare nel letto insieme a lei, ora niente poteva bloccare quell’ondata di passione e anche un po’ di pazzia che gli aveva colti.

 

 

Silenzio. Dopo quel pomeriggio pieno di sorprese, ora voleva solo silenzio. Sana era sveglia, ma teneva gli occhi chiusi. Era bello. Lui era bello, quel momento era bello, il pomeriggio era bello, e ora anche la pioggia era bella. Lui pisolava accanto alla ragazza dai capelli rossi. Sana si alzò senza far troppo rumore dal letto di Akito. Prese la sua biancheria e se la infilò.

Lui aprì i suoi immensi occhi ambrati e la osservò. Stupenda.

Lei continuò a vestirsi. La sua divisa scolastica non era ancora completamente asciutta, ma se la infilò lo stesso.

-vuoi continuare a fissarmi fino all’infinito?

-potrebbe essere un’idea, ma allora bisognerebbe che tu restassi qui all’infinito…

-spiritoso…- disse lei finendo di allacciarsi una scarpa.

-brutta cosa Kurata…

-cosa?

-mi sto innamorando di te…

-no! questa è una pessima notizia! Come hai potuto!- disse Sana facendo la finta scandalizzata!

-sto parlando sul serio…- disse lui, tirando fuori un timbro di voce serio.

Lei si alzò in piedi si sistemò le pieghe della gonna e si girò verso Akito.

Montò con un ginocchio sul suo letto e gli diede un bacio lieve sulle labbra.

-sei arrivato tardi Aki…

-in che senso?

-io mi sono innamorata prima di te…

-piccola ragazzina impertinente…

Lei ridacchiò, e senza dire niente uscì da casa Hayama.

 

 

The end

 

 

 

 

Che ve ne pare? Fa skifo? È bella da morire? Fa vomitare? Va cestinata? Vi ha fatto sorridere????

Bho! E io che ne so! Quindi sta a voi dirmelo con una recensione!

 

A presto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Kodomo no Omocha © Miho Obana

Piccola ragazzina impertinente! © Elpis Aldebaran


   
 
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