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Autore: en86    28/10/2011    3 recensioni
Chi riunisce i Doni della Morte diventa Padrone della Morte. Ma cosa significa? Semplice espressione poetica? Il mondo magico sull'orlo di una guerra terribile. Colui che dovrebbe guidare i maghi è impreparato al suo compito ma dal futuro giungerà qualcuno di inaspettato per prepararlo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Inizio

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La scena era cupa, il cielo grigio di nuvole innaturali, sembrava che un diluvio sarebbe sceso di li a poco a inondare le strade sconnesse e le macerie sparse per le vie di quella che un tempo era una delle città più belle del mondo. Ma non sarebbe accaduto… la pioggia non sarebbe venuta a ripulire le strade piene di immondizia e di pozzanghere contenenti fluidi sulla cui natura era meglio non indagare.

Londra… un tempo così bella…

Pensò l’uomo che contemplava la scena con occhi cupi, di un verde profondo ma reso ancor più cupo dalla disperazione e dalla stanchezza e dalla consapevolezza di essere un dannato, un morto che camminava…

“Sei ancora convinto di questa follia?” Chiese un uomo che gli stava a fianco.

Era alto e aveva i capelli di un biondo quasi platino, la pelle di un pallore sconvolgente e freddi occhi rossi e inquietanti.

L’uomo dagli occhi verdi si girò a guardarlo e di fronte a quegli occhi rossi per un attimo fu assalito da vecchi ricordi e paure.

Ma l’uomo pallido non era un Signore Oscuro con la mania dei rettili, era Caspar Lore.

E basta.

Non c’era bisogno di dire altro, negli ambienti più… ‘oscuri’ il suo nome era noto e notorio.

Era un vecchio vampiro Caspar, uno dei più vecchi e più pericolosi e forse l’unico amico rimasto all’uomo dagli occhi verdi. Che ironia… un tempo era pieno di amici, per non parlare degli ammiratori. Lui era l’eroe! Il campione! Ora invece in tutto il mondo era noto come l’uomo dannato che aveva dato inizio all’Apocalisse.

Era il Signore della Morte.

“Ho forse altra scelta Caspar? Può andare peggio di così?”

“L’ultima volta che hai violato una legge magica non è andata tanto bene…”

“Grazie per avermi ricordato che ho dato il via a questa guerra…  ” sospirò stancamente l’uomo dagli occhi verdi.

Si arruffò i capelli indomabili.. un’antica abitudine e il gesto come al solito gli ricordò il modo in cui lei amava passarci la mano e il suo umore precipitò ancor di più, cosa che non riteneva possibile.

Fissò per un attimo la mano sinistra che aveva appena abbassato e contemplò con odio le rune che decoravano le prime due flangi di ogni dito e il simbolo sul palmo.. una specie di pupilla triangolare.

Un marchio.

Il marchio del Signore della Morte.

Un altro marchio come se non fosse bastata la cicatrice a forma di fulmine sulla fronte…

“Non è stata colpa tua HJ..” disse in un sussurro il vampiro.

Harry lo guardò con un sorrisetto al pensiero che il terribile vampiro Caspar lo stesse confortando. Ma quello non parve notarlo e continuò la sua arringa difensiva.

“Non potevi saperlo, non eri addestrato, nessuno ti aveva spiegato nulla”

“Proprio per questo devo tornare! Deve… devo essere addestrato!”

“E farai da maestro a te stesso?! Non ti pare assurdamente arzigogolato?!”

“Ho fatto un mucchio di scelte sbagliate nella mia vita, non intendo dargli consigli ma solo aiuto e informazioni”

“E si fiderà di te o tenterà di ucciderti?”

“Non mi presenterò di persona ”

“Cosa?”

“Sono tre anni che preparo questo piano Caspar, non è una decisione d’impulso sai?”

Detto questo Harry Potter tirò fuori dal taschino un anello, un semplice cerchio d’argento con una microscopica decorazione in rami di quercia e piccole rune.

Lo tenne stretto nella mano sinistra e pronunciò alcune parole in una lingua sconosciuta. L’anello brillò di una luce verdastra che si spense subito. Harry emise un pesante sospiro di sollievo.

“Temevo non funzionasse”

“L’hai reso capace di assorbire le anime?”

“Anche di contenerle”

“Cosa? E come fa a contenerle?”

“Se ne occuperà uno spiritello guardiano” disse l’uomo dagli occhi verdi con sguardo ironico e una smorfia sarcastica, ma la smorfia divenne un freddo sorriso spietato e lo sguardo divenne di sfida. Il vampiro sgranò gli occhi

“E’ un Horcrux?! Tu sei diventato davvero pazzo HJ! E chi hai ucciso posso saperlo?”

“Solo un vile traditore della causa Caspar, ma credimi è l’unico modo. Gli fornirà consigli, abilità e lo renderà più furbo! Soprattutto quello! Non crederesti ai tuoi occhi se vedessi quant’è idiota!”

Il vampiro fece una smorfia ma preferì lasciar perdere.

“E dopo che glielo avrai consegnato, tornerai qui?”

“Ma certo!”

Nemmeno per idea amico mio… perdonami ma per me la vita non ha veramente più senso.

Questa è l’ unica cosa che posso fare per i miei amici, per il mondo, per la mia anima dannata.

L’ultimo atto e poi… un immeritato riposo.

“Andiamo allora non perdiamo altro tempo!”

Latrò rabbiosamente il vampiro, Harry si chiese se aveva intuito. Forse… ma non avrebbe comunque avuto importanza, Harry poteva sopraffarlo con facilità nonostante fosse una creatura fra le più forti del mondo magico europeo.

Tutto questo potere e non sono riuscito a proteggere nessuno… nemmeno lei…

Mentre i suoi pensieri viravano ancora una volta verso la cupezza profonda i due procedevano a balzi, talvolta aiutandosi con le mani, superando macerie e buche che rendevano il percorso più disagevole di un sentiero per capre di montagna.

Ad un certo punto giunsero a quella che sembrava una voragine e vi si calarono con una serie di corde incantate e furono in quello che una volta era un vasto atrio pieno di camini.

Con difficoltà continuarono a farsi strada sempre più nel cuore dell’edificio abbandonato e infine sbuffando e imprecando arrivarono ad una soglia, una volta chiusa da una porta nera.

Harry fu assalito dai ricordi, quel luogo era un monumento alla sua follia e stupidità, qui aveva causato la morte di Sirius, qui aveva liberato il male nel mondo…

Era distratto, perso nei suoi pensieri e reagì con lentezza al grido del suo compagno.

“Scraeling!!”

Urlò il vampiro allarmato e si gettò subito su una creatura simile a un grosso ragno con delle lame per zampe, usando la sua forza da creatura oscura per tenerlo a bada.

Harry si risvegliò dai suoi pensieri e estrasse fulmineo la bacchetta dalla quale partì la luce rossa di un semplice schiantesimo ma il ragazzo alzò anche la sinistra e una specie di aura verde lo circondò mutando la natura del suo incantesimo.

Il fascio ora verde e non più rosso colpì la creatura disintegrandola.

Il potere del Signore della Morte…  

Pensò Caspar ansimando, ancora impressionato, nonostante l’avesse visto molte volte, in molte occasioni.

“Andiamo!” Sbottò burbero il ragazzo riconoscendo lo sguardo d’ammirazione e odiandolo sommamente. Lui non meritava alcuna ammirazione!

“Cosa ci faceva ancora qui quella cosa comunque?”

Borbottò continuando il cammino, cercando di trovare la sua meta e tenendo a bada i ricordi dolorosi.

“Sarà rimasto indietro” Rispose l’altro con calma.

Infine arrivarono alla loro meta, una stanza semi distrutta piena di una strana polvere luminescente in ogni angolo. Ma al centro della sala, intoccata vi era una struttura simile a una grossa riproduzione di un pianeta circondato da anelli.

Ma sulla superficie del pianeta c’era un buco e sul piedistallo delle pietre colorate incastonate nella pietra rilucevano fioche.

“Ma l’hanno mai testato?” Chiese con diffidenza il vampiro

“No.. sarò il primo”

“Sei sicuro di sapere come farlo funzionare?”

“Ho trovato i loro vecchi studi”

“Ma se fare questo è vietato… perché costruirne uno così grosso?”

“Dovresti chiederlo a loro… ma sono tutti morti, quindi…”

“Ok, ok… basta o mi metto a piangere… và, consegna il tuo anellino e torna qui”

“Sissignore”

Rispose Harry con un sorrisetto per nulla forzato. La morte non lo spaventava.. da tanto tempo ormai. Questa poi non era veramente morte… solo un lungo sonno.

Con qualche colpo di bacchetta sulle pietre luminose, gli anelli cominciarono a girare con lentezza, era stato più facile del previsto… forse troppo facile.

Lanciando un ultimo sorriso a Caspar e sperando di non finire calpestato da qualche dinosauro entrò nella sfera, la porta si chiuse e una cascata di colori lo avvolse.

 

Si risvegliò un po’ dolorante in una foresta e rimase un attimo perplesso, poi ricordò. Si chiese come fosse stato scelto il dove, ma in fono l’importante era che fosse giusto il quando!

Si smaterializzò all’ingresso di una via ben nota, dopodiché la sua figura scomparve nelle ombre, non aveva bisogno di dissimulazioni o mantelli dell’invisibilità, nemmeno alla Gringott l’avrebbero rilevato quando si nascondeva come solo il Signore della Morte sapeva fare…

Strinse i denti per non scoppiare in una risata amara e avanzò nella via finchè non arrivò al civico numero 4.

Si arrampicò agilmente fino a una finestra illuminata e sbirciò:

Eccolo lì! Un ragazzino occhialuto intento a rimirare un album di foto magiche, smilzo, ingenuo, innocente…

Aveva quasi voglia di spaccare il vetro e prenderlo per la collottola per fargli sapere quant’era fortunato, quant’era dura la vita.. anche se in quel momento pareva triste.. già, quell’estate Dobby aveva intercettato tutte le sue lettere…

Il momento era quello giusto, era il momento di darsi da fare non di rimuginare inutilmente!

 

Si smaterializzò per ricomparire alla porta di una vecchia casa di campagna nel Sussex, ci viveva un vecchio mago studioso di storia e misantropo, il soggetto perfetto…

Bussò alla porta, il vecchietto aprì imprecando e maledicendo…

La maledizione Imperius rende semplici molte faccende…

 

Quella montagna era famosa, un vulcano che spuntava da una landa di ghiaccio ai limiti della Siberia.

Un posto tremendo, ma la creatura abitava li, una delle ultime della sua specie. Non amava vedere nessuno, né altre creature né tantomeno umani, Harry lo sapeva ma sapeva anche come convincerla a cambiare idea…

“Avada Kedavra!” Urlò puntando la bacchetta verso se stesso, il suo corpo parve esplodere in un lampo verde e se ne levò un fumo nerastro.

La fenice con le piume nere e argento cercò di scappare ma il fumo l’avvolse…

 

Toc toc…

Un gufo bussava alla finestra della stanza di Harry Potter…

 

 

 

  
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