Inizio
La scena era cupa, il cielo
grigio di nuvole innaturali, sembrava che un diluvio sarebbe sceso di li a poco
a inondare le strade sconnesse e le macerie sparse per le vie di quella che un
tempo era una delle città più belle del mondo. Ma non sarebbe accaduto… la
pioggia non sarebbe venuta a ripulire le strade piene di immondizia e
di pozzanghere contenenti fluidi sulla cui natura era meglio non indagare.
Londra… un tempo così bella…
Pensò l’uomo che contemplava
la scena con occhi cupi, di un verde profondo ma reso ancor più cupo dalla
disperazione e dalla stanchezza e dalla consapevolezza di essere un dannato, un
morto che camminava…
“Sei ancora convinto di
questa follia?” Chiese un uomo che gli stava a fianco.
Era alto e aveva i capelli di
un biondo quasi platino, la pelle di un pallore sconvolgente e freddi occhi
rossi e inquietanti.
L’uomo dagli occhi verdi si
girò a guardarlo e di fronte a quegli occhi rossi per un attimo fu assalito da
vecchi ricordi e paure.
Ma l’uomo pallido non era un
Signore Oscuro con la mania dei rettili, era Caspar Lore.
E basta.
Non c’era bisogno di dire
altro, negli ambienti più… ‘oscuri’ il suo nome era noto e notorio.
Era un vecchio vampiro
Caspar, uno dei più vecchi e più pericolosi e forse l’unico amico rimasto
all’uomo dagli occhi verdi. Che ironia… un tempo era pieno di amici, per non
parlare degli ammiratori. Lui era l’eroe! Il campione! Ora invece in tutto il
mondo era noto come l’uomo dannato che aveva dato inizio all’Apocalisse.
Era il Signore della Morte.
“Ho forse altra scelta
Caspar? Può andare peggio di così?”
“L’ultima volta che hai
violato una legge magica non è andata tanto bene…”
“Grazie per avermi ricordato
che ho dato il via a questa guerra… ”
sospirò stancamente l’uomo dagli occhi verdi.
Si arruffò i capelli
indomabili.. un’antica abitudine e il gesto come al solito gli ricordò il modo
in cui lei amava passarci la mano e il suo umore precipitò ancor di più, cosa
che non riteneva possibile.
Fissò per un attimo la mano
sinistra che aveva appena abbassato e contemplò con odio le rune che decoravano
le prime due flangi di ogni dito e il simbolo sul palmo.. una specie di pupilla
triangolare.
Un marchio.
Il marchio del Signore della
Morte.
Un altro marchio come se non
fosse bastata la cicatrice a forma di fulmine sulla fronte…
“Non è stata colpa tua HJ..”
disse in un sussurro il vampiro.
Harry lo guardò con un
sorrisetto al pensiero che il terribile vampiro Caspar lo stesse confortando.
Ma quello non parve notarlo e continuò la sua arringa difensiva.
“Non potevi saperlo, non eri
addestrato, nessuno ti aveva spiegato nulla”
“Proprio per questo devo
tornare! Deve… devo essere addestrato!”
“E farai da maestro a te
stesso?! Non ti pare assurdamente arzigogolato?!”
“Ho fatto un mucchio di
scelte sbagliate nella mia vita, non intendo dargli consigli ma solo aiuto e
informazioni”
“E si fiderà di te o tenterà
di ucciderti?”
“Non mi presenterò di persona
”
“Cosa?”
“Sono tre anni che preparo
questo piano Caspar, non è una decisione d’impulso sai?”
Detto questo Harry Potter
tirò fuori dal taschino un anello, un semplice cerchio d’argento con una
microscopica decorazione in rami di quercia e piccole rune.
Lo tenne stretto nella mano
sinistra e pronunciò alcune parole in una lingua sconosciuta. L’anello brillò
di una luce verdastra che si spense subito. Harry emise un pesante sospiro di
sollievo.
“Temevo non funzionasse”
“L’hai reso capace di
assorbire le anime?”
“Anche di contenerle”
“Cosa? E come fa a
contenerle?”
“Se ne occuperà uno
spiritello guardiano” disse l’uomo dagli occhi verdi con sguardo ironico e una
smorfia sarcastica, ma la smorfia divenne un freddo sorriso spietato e lo
sguardo divenne di sfida. Il vampiro sgranò gli occhi
“E’ un Horcrux?! Tu sei
diventato davvero pazzo HJ! E chi hai ucciso posso saperlo?”
“Solo un vile traditore della
causa Caspar, ma credimi è l’unico modo. Gli fornirà consigli, abilità e lo
renderà più furbo! Soprattutto quello! Non crederesti ai tuoi occhi se vedessi
quant’è idiota!”
Il vampiro fece una smorfia
ma preferì lasciar perdere.
“E dopo che glielo avrai
consegnato, tornerai qui?”
“Ma certo!”
Nemmeno per idea amico mio… perdonami ma per me la
vita non ha veramente più senso.
Questa è l’ unica cosa che posso fare per i miei
amici, per il mondo, per la mia anima dannata.
L’ultimo atto e poi… un immeritato riposo.
“Andiamo allora non perdiamo
altro tempo!”
Latrò rabbiosamente il
vampiro, Harry si chiese se aveva intuito. Forse… ma non avrebbe comunque avuto
importanza, Harry poteva sopraffarlo con facilità nonostante fosse una creatura
fra le più forti del mondo magico europeo.
Tutto questo potere e non sono riuscito a proteggere
nessuno… nemmeno lei…
Mentre i suoi pensieri
viravano ancora una volta verso la cupezza profonda i due procedevano a balzi,
talvolta aiutandosi con le mani, superando macerie e buche che rendevano il
percorso più disagevole di un sentiero per capre di montagna.
Ad un certo punto giunsero a
quella che sembrava una voragine e vi si calarono con una serie di corde
incantate e furono in quello che una volta era un vasto atrio pieno di camini.
Con difficoltà continuarono a
farsi strada sempre più nel cuore dell’edificio abbandonato e infine sbuffando
e imprecando arrivarono ad una soglia, una volta chiusa da una porta nera.
Harry fu assalito dai
ricordi, quel luogo era un monumento alla sua follia e stupidità, qui aveva
causato la morte di Sirius, qui aveva liberato il male nel mondo…
Era distratto, perso nei suoi
pensieri e reagì con lentezza al grido del suo compagno.
“Scraeling!!”
Urlò il vampiro allarmato e si
gettò subito su una creatura simile a un grosso ragno con delle lame per zampe,
usando la sua forza da creatura oscura per tenerlo a bada.
Harry si risvegliò dai suoi
pensieri e estrasse fulmineo la bacchetta dalla quale partì la luce rossa di un
semplice schiantesimo ma il ragazzo alzò anche la sinistra e una specie di aura
verde lo circondò mutando la natura del suo incantesimo.
Il fascio ora verde e non più
rosso colpì la creatura disintegrandola.
Il potere del Signore della Morte…
Pensò Caspar ansimando,
ancora impressionato, nonostante l’avesse visto molte volte, in molte
occasioni.
“Andiamo!” Sbottò burbero il
ragazzo riconoscendo lo sguardo d’ammirazione e odiandolo sommamente. Lui non
meritava alcuna ammirazione!
“Cosa ci faceva ancora qui
quella cosa comunque?”
Borbottò continuando il
cammino, cercando di trovare la sua meta e tenendo a bada i ricordi dolorosi.
“Sarà rimasto indietro”
Rispose l’altro con calma.
Infine arrivarono alla loro
meta, una stanza semi distrutta piena di una strana polvere luminescente in
ogni angolo. Ma al centro della sala, intoccata vi era una struttura simile a
una grossa riproduzione di un pianeta circondato da anelli.
Ma sulla superficie del
pianeta c’era un buco e sul piedistallo delle pietre colorate incastonate nella
pietra rilucevano fioche.
“Ma l’hanno mai testato?”
Chiese con diffidenza il vampiro
“No.. sarò il primo”
“Sei sicuro di sapere come
farlo funzionare?”
“Ho trovato i loro vecchi
studi”
“Ma se fare questo è vietato…
perché costruirne uno così grosso?”
“Dovresti chiederlo a loro…
ma sono tutti morti, quindi…”
“Ok, ok… basta o mi metto a
piangere… và, consegna il tuo anellino e torna qui”
“Sissignore”
Rispose Harry con un
sorrisetto per nulla forzato. La morte non lo spaventava.. da tanto tempo
ormai. Questa poi non era veramente morte… solo un lungo sonno.
Con qualche colpo di
bacchetta sulle pietre luminose, gli anelli cominciarono a girare con lentezza,
era stato più facile del previsto… forse troppo facile.
Lanciando un ultimo sorriso a
Caspar e sperando di non finire calpestato da qualche dinosauro entrò nella
sfera, la porta si chiuse e una cascata di colori lo avvolse.
Si risvegliò un po’ dolorante
in una foresta e rimase un attimo perplesso, poi ricordò. Si chiese come fosse
stato scelto il dove, ma in fono l’importante era che fosse giusto il quando!
Si smaterializzò all’ingresso
di una via ben nota, dopodiché la sua figura scomparve nelle ombre, non aveva
bisogno di dissimulazioni o mantelli dell’invisibilità, nemmeno alla Gringott
l’avrebbero rilevato quando si nascondeva come solo il Signore della Morte
sapeva fare…
Strinse i denti per non
scoppiare in una risata amara e avanzò nella via finchè non arrivò al civico
numero 4.
Si arrampicò agilmente fino a
una finestra illuminata e sbirciò:
Eccolo lì! Un ragazzino
occhialuto intento a rimirare un album di foto magiche, smilzo, ingenuo,
innocente…
Aveva quasi voglia di
spaccare il vetro e prenderlo per la collottola per fargli sapere quant’era
fortunato, quant’era dura la vita.. anche se in quel momento pareva triste..
già, quell’estate Dobby aveva intercettato tutte le sue lettere…
Il momento era quello giusto,
era il momento di darsi da fare non di rimuginare inutilmente!
Si smaterializzò per
ricomparire alla porta di una vecchia casa di campagna nel Sussex, ci viveva un
vecchio mago studioso di storia e misantropo, il soggetto perfetto…
Bussò alla porta, il
vecchietto aprì imprecando e maledicendo…
La maledizione Imperius rende
semplici molte faccende…
Quella montagna era famosa,
un vulcano che spuntava da una landa di ghiaccio ai limiti della Siberia.
Un posto tremendo, ma la
creatura abitava li, una delle ultime della sua specie. Non amava vedere
nessuno, né altre creature né tantomeno umani, Harry lo sapeva ma sapeva anche
come convincerla a cambiare idea…
“Avada Kedavra!” Urlò
puntando la bacchetta verso se stesso, il suo corpo parve esplodere in un lampo
verde e se ne levò un fumo nerastro.
La fenice con le piume nere e
argento cercò di scappare ma il fumo l’avvolse…
Toc toc…
Un gufo bussava alla finestra
della stanza di Harry Potter…