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Autore: _FairyGirl_    28/10/2011    3 recensioni
L'ultimo capitolo della saga abbiamo conosciuto questo dolce presonaggio Renesmee..ma non sappiamo come la sua vita è andata avanti, la Meyer non ha scritto nulla in proposito. E allora perchè non continuarla noi? (: Ecco come mi sono immaginata il continuo...una breve parentesi su un momento della sua vita, su quello che pensa, che vuole essere, diventare...Renesmee come avrei voluto che fosse in un presunto sequel della saga!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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“ Se vuoi la tessera della libreria devi darmi tutti i tuoi dati: nome, cognome, età, residenza..” mi disse la ragazza dietro alla scrivania, con aria disinteressata.
“ Sai che ti dico? Lasciamo stare, vengo un altro giorno” dissi girando i tacchi e andandomene. Sinceramente, non mi andava di stare lì un quarto d’ora per una stupida tessera. E poi avevo avuto sempre qualche problema a rivelare i miei dati personali, soprattutto l’età. In teoria avevo diciassette anni, ma quando sei immortale ha poi così importanza l’età che hai?
“ Sei sicura?” mi urlò la ragazza prima di uscire.
“ Sicurissima, grazie” risposi uscendo in strada.
In meno di cinque minuti fui a casa e non perchè abitassi lì vicino, anzi, la mia casa era a Forks mentre la libreria si trovava a Port Angeles, ma solo perchè avevo una capacità un po’ particolare: corsa fulminea, così la chiamavo io. Uno dei tanti vantaggi quando hai il padre vampiro.
Appena entrai dalla porta, mia madre, Bella Swan, mi chiamò dalla cucina.
“ Nessie, sei tu?”.
Oddio, lo odiavo quel soprannome, eppure tutti si ostinavano a chiamarmi così. L’idea era venuta a quel simpaticone di Jacob Black, amico di famiglia da sempre, per quel che ricordo. L’avrei odiato fino alla morte, per averlo inventato. Anzi, la morte non era affatto nei miei programmi...meglio, l’avrei odiato per l’eternità.
“ Sì mamma, sono io” risposi buttando la giacca sopra una sedia e incamminandomi verso la cucina. Come al solito, stava spadellando. Bè, lei non aveva bisogno di cibo normale, nessuno della mia famiglia si nutriva in quel modo. Ma io, essendo mezza vampira e mezza umana, avevo l’alternativa. Potevo o cibarmi di sangue animale, o di cibo normale. Avevo scelto la seconda, per semplice comodità. Avevo provato qualche volta a cacciare, insieme a mio padre, ma proprio non faceva per me.
Sapete, ero nella tipica fase di “crisi adolescenziale”, solo che, invece di voler far tardi la sera insieme agli amici o farmi un tatuaggio come una qualsiasi ragazzina, io avevo solo qualche problemino ad accettare la mia vera natura e cioè essere un mezzo sangue. Così si chiamano quelli che nascono da un umano e un vampiro. Per qualcuno può sembrare una stupidata, anzi, magari anche una cosa divertente, ma credetemi, non è affatto così. È come se fossi rimasta a metà strada tra due mondi. Non sono nè completamente vampira e nè completamente umana. Un grande stress. Mi sembra di essere come divisa, non riesco a trovare la mia vera identità. Non sono parte di nulla. Sono lì, a metà strada, cercando di capire che razza di creatura potrei essere.
È terribile.
“ Dov’è papà?” chiesi sedendomi sulla sedia.
“ È fuori con zio Emmett e zio Jasper, torneranno questa sera” disse mettendomi davanti del pesce dall’aspetto delizioso.
“ Non ti fa schifo prepararmi da mangiare?” le chiesi mentre cominciavo a divorare tutto.
“ No, amore mio” rispose mia madre quasi seccata da quella domanda.
“ Lo faccio con piacere, sei mia figlia e se preferisci il cibo umano, continuerò a preparartelo finchè vorrai” continuò sorridente.
“ Sei insuperabile!” esclamai.
“ Hai fatto la tessera della libreria?” mi chiese poco dopo.
“ Emm...veramente no”
“ E come mai?”
“Ho cambiato idea e poi a casa ne abbiamo finchè mai di libri, mi basteranno”
“ Questo lato l’hai preso decisamente da me” sussurrò mia madre sorridendo.
Ed era vero. La passione per i libri era sua. Li divorava in un modo esagerato. E anche io non ero da meno.
“ A proposito di libri” riprese svegliandomi dai miei pensieri. “ Io e tuo padre ti abbiamo iscritto a scuola”.
Feci cadere la forchetta nel piatto.
“ Stai scherzando?” esclamai in preda al panico.
“ No, anzi, siamo già in ritardo. Avresti dovuto cominciare ad andare molto prima. Hai diciassette anni e sei ancora a casa, fai un po’ tu”
“ Ma lo sai che non ne ho bisogno! Mi basta leggere un’inceclopedia per sapere già tutto”.
Altra mia capacità: lettura memory. Sorpannominata così da me, naturalmente. Potevo leggere un intero libro e ricordarlo quasi tutto. La mia famiglia era davvero sbalordita da questa mia capacità. Era per questo che non ero mai andata a scuola, sapevo già ogni cosa. Avrei potuto sfruttare questa mia capacità per fare grandi cose, ma avevo solo diciassette anni. Meglio rimanere con i piedi per terra. E poi ero ancora impegnata nella ricerca del mio “io” per mettermi dietro ai libri e diventare una cervellona.
“ Vorrà dire che sarai la prima della classe” scherzò mia madre.
“ Io non ci vado!” esclamai risoluta.
“ Non si accettano capricci. Ormai ti abbiamo iscritto, vedrai ti trovarai bene”
“ Stare in mezzo agli umani non è mai un bene” borbottai. Era per questo che non avevo amici, a parte la mia intera famiglia. Tutte persone “ non persone”, così li chiamavo. Ed ero contenta di avere solo loro. Stare in mezzo agli umani mi rendeva inquieta. Ero così diversa che quasi mi spaventavo da sola. Sapevo già che non sarei riuscita ad amalgamarmi tra loro. Era impossibile. La diversità, gioca brutti scherzi. Anche solo andare a fare un giro a Forks o a Port Angeles, come quella mattina, mi metteva in seri problemi. Certo, lo facevo comunque ma se avessi potuto scegliere non l’avrei fatto.
“ Ma mamma...” ritornai all’attacco.
“ Ma mamma un bel niente! Lunedì inizi e niente storie, capito?”
Sfrecciai in camera mia in meno di dieci secondi senza darle nessuna risposta. La sentii urlare qualcosa, ma sinceramente non m’importava.

 
  
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