CAPITOLO 14
Un caldo raggio di sole le
accarezzò il viso, svegliandola dolcemente. Kaori aprì lentamente gli occhi e il
suo sguardo incontrò quello di Ryo. Lui le regalò un meraviglioso
sorriso.
-Buongiorno-
-Buongiorno- rispose lei
stiracchiandosi come un gattino –Da quanto tempo sei
sveglio?-
-Da un po’. Ho scoperto che mi
piace molto guardarti mentre dormi, sembri un angioletto- replicò lui in tono
scherzoso
-Non prendermi in giro!- lo
rimproverò Kaori arrossendo
-Ma io parlo sul serio. E adoro
anche quando arrossisci. Sei bellissima-
Questa volta lei diventò coloro
porpora. Ridacchiando, Ryo si chinò su di lei e la baciò. Il desiderio si
impadronì nuovamente di lui. Le circondò la vita con un braccio e la strinse a
se, facendole sentire qual’era l’effetto che aveva su di lui.
-Ryo! Smettila, devo andare in
ufficio!- protestò Kaori cercando di scrollarselo di dosso
-Mmh...C’è ancora tempo per quello
che ho in mente- replicò lui con un sorriso malizioso mentre la sua mano
scendeva sul suo seno
-Ryo...Oh...-
Lei non poté proseguire sentendo
che la sua mano era scesa ancora.
-Non vale...- articolò a fatica
–Questo si chiama gioco sleale-
-Denunciami- fece Ryo con un
sorriso prima di baciarla e di scivolare dentro di lei...
Un’ora dopo, Kaori era finalmente
pronta per andare al lavoro. Si voltò verso Ryo, che stava finendo di
vestirsi.
-Ti serve un passaggio fino a
casa?- gli chiese
-Non serve, grazie. Farò una
passeggiata- rispose lui
-Vuoi andare a piedi fino a
Roppongi?!- Kaori lo guardò stupita
-Veramente...ho preso un
appartamento qui a Shinjuku-
-Davvero? E da
quando?-
-Mi sono trasferito ieri. Sai
com’è, è più vicino alla nuova sede della mia società e poi...in questo
quartiere si trovano cose molto più...interessanti- le disse Ryo guardandola con
occhi di fuoco
Kaori sentì il cuore farle una
capriola nel petto sotto quello sguardo. Si affrettò perciò a salutarlo e ad
uscire, prima di cedere all’impulso di baciarlo e di farsi trascinare di nuovo a
letto.
Si recò allo studio, dove rispose
ad un po’ di telefonate e lavorò al progetto per l’arredamento di uno studio di
avvocati per tutta la mattina. Per lo meno, tentò di lavorare, visto che la sua
mente si rifiutava di collaborare e continuava a volare in direzione di Ryo e
della notte stupenda che aveva trascorso facendo l’amore con lui. A pranzo si
recò come al solito al Cat’s Eye per incontrarsi con Eriko, Kasumi e Kazue.
-Ciao a tutti!- salutò allegramente
entrando nel locale
-Buongiorno, Kaori- ricambiò Miki
–Sembri proprio di buonumore oggi-
-Io direi raggiante- intervenne
Eriko, seduta al bancone –E sarei curiosa di conoscere il
motivo-
Kaori arrossì sotto quello sguardo
indagatore.
-Posso almeno sedermi e ordinare
prima di essere sottoposta ad un interrogatorio?- replicò girando gli occhi
Kaori ed Eriko si sedettero ad un
tavolo accanto alla vetrata e poco dopo furono raggiunte anche da Kasumi e
Kazue.
-Allora, racconta- insistette
Eriko
-Non capisco perchè fai tutto
questo casino solo perchè oggi sono di buonumore- le rispose l’amica con
l’espressione più indifferente che riuscì a trovare
-Scherzi? Hai un sorriso ebete che
ti parte da un orecchio e ti finisce nell’altro, gli occhi che ti brillano come
luci al neon e l’espressione di una che ha appena vinto alla
lotteria-
-Eriko ha ragione- intervenne
Kasumi –Erano settimane, anzi, mesi che non ti vedevo così felice-
-Uff, va bene, va bene, mi arrendo-
capitolò Kaori
Raccontò loro tutto quello che era
successo la sera prima, cominciando dall’aggressione di Keichi fino ad arrivare
alla notte passata con Ryo. Ovviamente senza entrare nei particolari!
-Uaoh! Questa sì che si chiama una
serata emozionante!- esclamò Kazue alla fine
-Lo sapevo che eri ancora
innamorata di lui- fece Eriko con un sorriso –Come si dice: il primo amore non
si scorda mai-
Rimasero a chiacchierare ancora un
po’, poi la stilista si congedò per tornare alla sua
boutique.
-Allora Kaz...- Kaori si rivolse
alla bella infermiera –Mick si è deciso a chiederti di
uscire?-
-Ha-ha. Siamo usciti ieri sera-
annuì l’altra con un leggero rossore sulle guance
-Beh, e allora? Com’è andata?-
-Benissimo. È stata una serata
magnifica e domani sera usciamo di nuovo-
-Sono felice per te. Mick è un uomo
molto affascinante-
-Ah sì? Non era un playboy come il
tuo Ryo Saeba?- intervenne Kasumi maliziosa
Kaori arrossì, punta sul vivo.
-Beh...ma che c’entra? In quel
momento parlavo spinta dal risentimento e...-
Le altre due scoppiarono a ridere,
divertite dal suo imbarazzo. Poco dopo, le tre amiche si salutarono e ognuna
tornò al proprio lavoro.
Kaori doveva recarsi al palazzo di
Ryo per controllare i lavori e per parlare con gli operai e, visto che splendeva
il sole e non faceva troppo caldo, decise di recarvisi a piedi. Mentre
camminava, il suo pensiero volò di nuovo a Ryo. Aveva voglia di vederlo, di
baciarlo...di fare l’amore con lui. Dio, si erano lasciati solo da poche ore e
già le mancava da morire. “Sei proprio innamorata cotta, cara la mia Kaori!” si
disse con un sorriso.
A pomeriggio inoltrato, Ryo
parcheggiò la sua Aston Martin di fronte all’entrata della nuova sede della sua
società, dove sapeva di trovare Kaori. Gli era mancata terribilmente tutto il
giorno e ora moriva dalla voglia di vederla, di baciarla...di farla sua.
Salì all’ultimo piano e, uscito
dall’ascensore, incontrò Yoko, la segretaria di Kaori.
-Oh, signor Saeba! È venuto a
vedere come procedono i lavori?- gli chiese questa
-In parte, sì. Vedo che siete a
buon punto- rispose lui con un sorriso
-È così. Domani mattina gli operai
daranno gli ultimi ritocchi e il giorno seguente dovrebbero arrivare tutti i
mobili-
-Perfetto. Senta, saprebbe dirmi
dov’è la signorina Makimura?-
-Certo. È nel suo futuro
ufficio-
-Grazie
mille-
Ryo si diresse allora nel luogo
indicatogli e come previsto Kaori era lì. Si appoggiò allo stipite della porta e
restò a guardarla per qualche minuto. Quel giorno indossava un leggero abito di
cotone, bianco con disegnati dei fiori rosa, che le arrivava sopra al ginocchio
e sorretto da due sottili spalline che si univano sulla nuca. Quel vestito le
fasciava il corpo mettendo in risalto le sue splendide forme...Quelle forme che
lui stesso aveva accarezzato e assaggiato quella notte. Non vedeva l’ora di
ripetere l’esperienza. Il suo corpo si irrigidì al solo pensiero.
Stava per avvicinarsi a lei, quando
vide che qualcuno lo aveva preceduto. Se non si sbagliava, era il capo degli
operai. “Spero per lui che le stia parlando di lavoro” pensò Ryo con espressione
scura. Tuttavia, quello che vide in seguito non gli piacque per niente. Lo
sguardo dell’uomo si era abbassato verso la scollatura di Kaori, che, incurante,
stava scrivendo qualcosa sul suo block-notes, e, guardandosi intorno, poté
notare che non era l’unico. Molti degli operai presenti, notando che lei era
distratta, ne avevano approfittato per godersi il panorama delle sue lunghissime
gambe lasciate scoperte dal corto abito. Ryo represse a fatica la voglia di
prendere a pugni tutti i presenti per far loro passare la voglia di sbavare
sulla sua donna. Dio, non era mai stato così geloso e possessivo prima di
allora. Però, bisognava ammettere che prima di allora non si era mai innamorato.
Vedendo che quel bellimbusto non
aveva alcuna fretta di congedarsi da Kaori, Ryo si avvicinò ai due con
espressione minacciosa.
-Ciao, piccola- la salutò
mettendole un braccio possessivo attorno alla vita
-Ciao! Che bella sorpresa!- gli
sorrise Kaori
Ryo si voltò verso il capo degli
operai, facendogli un cenno di saluto. Tuttavia, il suo sguardo glaciale e
minaccioso mandava un messaggio inequivocabile...Messaggio che l’altro non mancò
di afferrare. Un secondo dopo, si era già allontanato. Kaori si accorse di
quella tacita minaccia e, sorpresa, si voltò verso di lui.
-Si può sapere perchè l’hai fatto
scappare?- gli chiese
-Io? Non capisco di cosa tu stia
parlando- replicò lui con apparente indifferenza
-Ha-ha, sì, certo- sorrise Kaori
maliziosa –Non vuoi ammettere che sei geloso-
-Non sono
geloso-
-Ah no?-
-No. Sono molto più che geloso.
Sono possessivo. Potrei spaccare la faccia a chiunque ti si avvicini, o che
anche solo ti guardi, più del dovuto. Tu sei la mia donna, Kaori, mia e di
nessun’altro-
Lei lo guardò con la bocca
spalancata dallo stupore. Non stava scherzando, era serio, Ryo pensava veramente
quello che aveva detto, fino all’ultima sillaba. Eppure, invece di essere
arrabbiata per quel comportamento da uomo primitivo, Kaori ne era affascinata,
intrigata.
-È vero, io sono tua, Ryo- gli
disse con sguardo malizioso mettendogli le braccia intorno al collo –Ma anche tu
sei mio, non dimenticarlo-
-Me lo ricorderò- replicò lui
divertito prima di chinarsi e prendere possesso della sua
bocca
Immediatamente, la scintilla del
desiderio si accese in lui. Dio, avrebbe voluto prenderla lì, in quel momento.
Strapparle gli abiti di dosso e amarla fino a sentirsi stremato. Farle gridare
basta e vederla godere con lui e per lui. Kaori Makimura lo stava trasformando
in un maniaco sessuale...Ma poi comprese che non era quella la molla primaria
che lo spingeva verso di lei. C’era l’amore prima. Intenso e devastante, che lo
faceva tremare al solo pensiero di poterla perdere e che gli faceva credere di
essere pronto anche ad uccidere pur di proteggerla.
Con un gemito roco, Ryo si staccò
da lei, le afferrò una mano e la trascinò fuori
dall’ufficio.
-Ma che fai?- gli chiese Kaori
sorpresa
-Cerco un po’ di privacy- rispose
lui dirigendosi verso gli ascensori
Non appena furono all’interno, Ryo
premette velocemente il pulsante del piano terra. Le porte non si erano ancora
chiuse del tutto, che già aveva preso Kaori tra le braccia, spingendola contro
la parete e prendendo nuovamente possesso delle sue labbra. Con un gemito, lei
rispose al bacio, avvolgendogli le braccia intorno al collo. Un attimo dopo,
sussultò, sorpresa, sentendo la mano di Ryo infilarsi sotto il suo vestito.
-Ryo! Se non l’hai notato siamo
dentro ad un ascensore-
-Lo so benissimo, piccola- rispose
lui con voce roca allungando una mano e premendo un
pulsante
Un secondo dopo, l’ascensore si
fermò con un sussulto.
-Non posso aspettare, devo averti.
Qui, ora- fece poi slacciandole le spalline del vestito da dietro la nuca e
prendendole un capezzolo tra le labbra
Kaori pronunciò il suo nome con un
sospiro, affondando le dita nei suoi capelli. Prendendolo per un invito a
continuare, Ryo, senza staccare le labbra dal suo seno, si slacciò i pantaloni.
Con un braccio, la sollevò da terra, mentre Kaori gli circondava la vita con le
gambe, poi le scostò gli slip ed entrò in lei con una poderosa spinta. L’urlo di
piacere di lei fu bloccato sul nascere dalle labbra di Ryo, che si incollarono
alle sue. Dopo poche spinte, raggiunsero insieme l’apice.