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Autore: Fiamma Drakon    28/10/2011    1 recensioni
Gli shinigami sono la razza prescelta per proteggere il mondo dalla furia devastatrice dei demoni. Per questo vengono anche chiamati Demon Hunters.
Grell Sutcliff, degradato per la sua inaccettabile infatuazione verso il demone Sebastian Michaelis, ormai ha perso ogni interesse per il suo compito: tutto ciò che desidera è riuscire a star vicino al suo amore. Eppure, sembra che il destino sia contrario alla sua scelta...
«Will...?» lo chiamò, allontanandosi di mezzo passo «Che cos’è quella?».
«Queste... sono...»
«... le ceneri di uno shinigami assassinato» completò per lui Undertaker, il tono che aveva acquistato nuovamente quella sfumatura vagamente ilare propria di lui.

[...] «E io che cosa c’entro in tutto questo?»
«Quello shinigami era l’incaricato a distruggere Sebastian Michaelis. Raccapricciante come da carnefice si sia trasformato in vittima, non trovi?».

[Sebastian/Grell (one-sided); Claude/Grell (accennato, one-sided)] [Possibili lievi OOC]
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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8_Un altro shinigami in scena, DEATH ☆!
Demon Hunters
8. Un altro shinigami in scena, DEATH ☆!


«C-che cosa ci fate voi due nella mia stanza?!».
Dopo diversi minuti di sconvolto silenzio, quella fu l’unica cosa che il proprietario della camera riuscì a gridare contro i due Hunter che si era trovato davanti non appena aveva aperto la porta.
«Ehilà, Ron! È da parecchio che non ci vediamo!».
Grell Sutcliff ammiccò verso di lui con fare complice. Il Dio della Morte stava seduto sul suo letto, carezzando il lenzuolo con la mano sinistra mentre dondolava frivolmente la gamba accavallata sull’altra. Nell’altra mano stringeva il manico della sua motosega, che - da quel che riusciva a vedere da quella distanza - era stata utilizzata molto di recente: schizzi di sangue rosso scuro ne decoravano il margine.
«G-Grell...? Cosa ci fai qui?» domandò Ronald, mentre gli occhiali gli scivolavano un po’ giù sul naso: non si aspettava certo di vederselo comparire a sorpresa in camera, oltretutto a quell’ora del mattino.
«Ci serve il tuo aiuto, Knox» tagliò corto William.
Quest’ultimo era in piedi accanto all’altro con una postura rigida e le braccia stese lungo il busto. Se non fosse stato per la sua affermazione, avrebbe potuto benissimo essere scambiato per una statua.
Lo sguardo che Spears gli lanciò l’attimo dopo non lasciava presagire niente di buono: sembrava che fosse successo qualcosa di veramente grave.
Ron sospirò.
«Proprio adesso? Non mi va di fare straordinari a quest’ora...» sbuffò, entrando nella stanza con aria esausta, abbandonando la sua falce - un formidabile tagliaerba rosso scuro - nei pressi della porta.
Grell si alzò in piedi e si piegò in avanti, verso di lui, appuntando le mani sui fianchi. Un sorriso che di sano aveva ben poco gli increspò le labbra.
«Non credo tu abbia capito la situazione, mh? Qui non si tratta degli straordinari, ma di vita o morte» esclamò, calcando particolarmente la voce sulle ultime parole. Il suo sguardo era corrugato in un’espressione incisiva e greve, per quanto minata in parte dalla sua caratteristica follia.
«Come?» domandò, perplesso: non aveva mai visto Grell assumere un cipiglio tanto serio.
Passò lo sguardo dall’uno all’altro, senza capire, poi la sua espressione si fece più dura, diventando quasi rabbiosa.
«Potete spiegarmi che cosa sta succedendo e perché io dovrei venire con voi?» chiese in tono poco paziente, cercando così di nascondere l’accenno di paura che cominciava a provare: quella loro apparizione nella sua camera ad un’ora tanto insolita e l’alone di mistero che si portavano dietro non lo faceva affatto ben sperare.
Grell si volse a guardare l’altro con una smorfia d’impazienza sul viso.
William si sistemò gli occhiali sul naso e fissò penetrantemente lo shinigami biondo, quasi a volerlo trapassare da parte a parte con la sola forza dello sguardo.
«Ti racconterò tutto, ma niente dovrà uscire da questa stanza, per nessuno motivo» asserì flemmatico.
Sutcliff sospirò.
«È meglio se ti siedi, Ronald: è una storia lunga» avvisò, andando ad appoggiarsi contro la parete per lasciargli il posto sul letto.
Knox sbatté le palpebre, perplesso, ed obbedì, andando a sedersi sul materasso.

«C-CHE COSAAA?!?!» esclamò, allucinato.
Il racconto di William era terminato e adesso spettava a lui accettarlo, solo che gli sembrava tutto così... pazzesco.
«State scherzando, vero?» domandò, quasi supplicando.
«Ti sembra la faccia di uno che scherza, Ron?» fece ironico Grell, additando l’espressione greve e composta di Will.
«No, affatto» constatò tristemente il più giovane.
«Abbiamo bisogno di un’altra persona per questo incarico» intervenne Spears, sistemandosi gli occhiali.
Ronald stava cercando di far ordine nei suoi pensieri: qualcosa stava aiutando un demone, Sebastian Michaelis, a scampare alla morte. Degli shinigami erano morti arsi vivi da questo qualcosa - una Nìade, a quanto aveva capito, anche se non ne aveva mai sentito parlare prima di allora - e loro dovevano trovarlo ed ucciderlo prima che altri ne andassero di mezzo. Solo che il modo di far fuori quella cosiddetta Nìade non lo sapevano.
Troppe cose incredibili in troppo poco tempo.
«Ehi, sentite... cioè... davvero avete così bisogno proprio di me? Mi pare un compito abbastanza diff...»
«Se rifiuti ti faccio dimezzare lo stipendio. A te la scelta» tagliò corto William in tono pragmatico e crudele: se doveva passare il suo tempo in un incarico nel quale poteva addirittura perdere la vita ed aveva bisogno di collaboratori, era disposto a tutto pur di averli. Anche a minacciarli.
Grell gli lanciò un’occhiata interessata: quando diventava così spietato, Will diventava improvvisamente un tipo decisamente più interessante.
Ronald incrociò le gambe sul materasso con fare un po’ da bambino, sbuffando: «Che cosa? Ma non è giusto, mi pagano già una miseria!».
«A te la scelta» ripeté il moro in tono più incisivo, occhieggiandolo con l’espressione tipica di chi odia ripetersi.
Il biondo si alzò in piedi.
«Aaah...!» si lamentò, grattandosi la testa, pensieroso.
«Non te ne importa proprio niente del fatto che pian piano potremmo morire tutti?» intervenne Grell scocciato. Lui non si sentiva molto toccato dalla cosa, in effetti: per nessun motivo al mondo si sarebbe avvicinato a Sebastian con l’intento di ucciderlo. E se non aveva cattive intenzioni, quello strano potere che bruciava gli Dei della Morte non si sarebbe attivato.
Lui partecipava solo perché così poteva avere di nuovo tutta per sé la sua motosega.
«Uhm... be’, in effetti...» esordì il ragazzo.
Lo shinigami rosso spostò oltre la spalla un ciuffo di capelli con fare molto femminile e sprezzante.
«Se non t’interessa per quello, pensa che se contribuirai, le ragazze faranno la fila per uscire con te!» gli fece notare. Era un modo subdolo per farlo passare dalla loro parte, ma Grell - che con lui aveva avuto a che fare per diverso tempo nei panni di un quasi mentore - sapeva che se c’era qualcosa che poteva piegarlo al suo volere, quello era senz’altro puntare alla sua reputazione tra le shinigami che lavoravano presso i vari uffici.
Ronald non si peritava affatto a fermarsi a flirtare con qualcuna di loro, se ne aveva l’occasione.
Appena proferite quelle fatidiche parole, gli occhi di Ronald si accesero all’improvviso di una luce entusiasta.
«Dici davvero?» esclamò, balzando in piedi di scatto «Perché non me l’hai detto prima? Consideratemi dei vostri!».
Grell sorrise compiaciuto, guardando William con sguardo d’attesa: si aspettava perlomeno un “grazie” per essere riuscito dove lui aveva fallito; invece, non ottenne un bel niente. Nessun elogio, nemmeno una misera parola: tutto ciò che si limitò a fare fu riassettarsi per la miliardesima volta gli occhiali sul naso.
«Perfetto, allora andiamo» disse, avviandosi verso la porta.
«Dove si va stavolta? Non c’è nessun indizio da seguire...» osservò Grell, perplesso.
«Andiamo a cercare in biblioteca» replicò l’altro senza nessun tono particolare.
Ronald andò verso la porta e si fermò, issandosi in spalla il suo tagliaerba come fosse uno zaino da escursione.
«Il modo di ammazzare quel coso?» domandò, voltandosi ai suoi due nuovi compagni d’avventure.
«No» negò Spears, raggiungendolo «L’identità dell’autore di “Ibridi: l’alchimia della vita perfetta”» lo corresse, uscendo.
Gli altri due si lanciarono un’occhiata perplessa, poi il biondo lo seguì a ruota, mentre lo shinigami rosso si attardava a sbuffare un risentito: «Comincio ad averne abbastanza di tutte queste gite in biblioteca!».

Quando giunsero a destinazione, i tre constatarono con un certo sollievo che la biblioteca era praticamente deserta: c’erano giusto un paio di persone sedute a leggere in assoluto silenzio.
«Certa gente non ha proprio niente di meglio da fare a quest’ora...!» pensò Grell, osservando uno dei lettori mattutini che sedeva poco distante dal corridoio principale per cui stavano passando loro.
Ronald camminava davanti a lui, il suo fidato tagliaerba posato a terra accanto a sé, ronzando attorno a William e tempestandolo di domande.
«In che sezione cerchiamo? Storia? Creature mistiche? Letteratura? E cosa dovremmo cercare esattamente? Date? Un n...».
Fu interrotto dalla falce di Spears che gli venne puntata pericolosamente vicino al naso.
«Zitto. Nessun altro deve sapere di questa storia, chiaro?» lo ragguagliò con un fil di voce, il tono tagliente.
Il poveretto annuì impercettibilmente, tirando un muto sospiro di sollievo quando la punta della tenaglia del moro si allontanò dal suo viso.
«O-okay...».
Procedettero per qualche altro minuto, guardandosi intorno senza osare proferir parola.
Infine, finalmente, Spears si fermò e dietro di lui gli altri due.
«Qui forse troveremmo qualcosa...» disse, alzando la tenaglia ed utilizzandola per riassettarsi gli occhiali sul naso, osservando lo stretto corridoio laterale formato dalle due alte librerie.
«Sono un sacco di libri...!» commentò Grell senza fiato a voce abbastanza alta da guadagnarsi un secco: «Abbassa la voce, Sutcliff. Questa è una biblioteca».
«Stai scherzando, vero Will?» fece in un bisbiglio appena udibile «Sono troppi».
«Non credo tu abbia idee migliori in merito a come procurarci altri indizi. E non posso lasciar perdere: mi degraderebbero, o peggio ancora mi licenzierebbero» disse acido William.
«Sì, ma...» esordì il Dio della Morte vestito di rosso, ma fu interrotto da una voce alle sue spalle.
«Ronald Knox?».
Ronald, che in quel battibecco non si era ancora pronunciato, rimasto ad osservare a bocca aperta la quantità di libri che c’erano in quella sezione - tanto che diverse decine, non trovando spazio sulle varie mensole, erano state accatastate sul pavimento alla base delle librerie - si volse sentendosi chiamare.
Grell si spostò un po’ di lato, sorpreso anch’egli del richiamo.
Alle sue spalle c’era un altro shinigami che prima d’ora non ricordava d’aver mai visto.
«Sono io. Che c’è?» domandò Ronald, perplesso.
«C’è un incarico per te, seguimi: ti spiegherò i dettagli andando verso il portale. La tua missione consiste nell’uccidere il demone Claude Faustus».
«Claude Faustus...?» ripeté tra sé Grell, sorpreso: aveva una strana sensazione di dejavù relativa a quel nome.
«Sì, vengo...» disse, dirigendosi verso il Dio della Morte che gli aveva portato il messaggio «Cercherò di sbrigarmi» asserì rivolto agli altri due, issandosi in spalla il suo fidato tagliaerba.
Detto ciò, se ne andò.





Angolino autrice
Sono. In. Ritardo - e ormai me ne sono fatta una triste ragione -.-' chiedo venia.
Ringrazio comunque Tensi che ha recensito l'ultimo capitolo - sperando che anche questo ti piaccia ^^ - e coloro che hanno aggiunto la fanfic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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