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Autore: Sakura00    28/10/2011    8 recensioni
Un anno dopo il matrimonio fallito, com'è la situazione tra i nostri due fidanzati? Un'ombra scura del passato di Ranma sembra intenzionata a tornare... forse perché il ragazzo non l'aveva voluta affrontare a tempo debito?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.10




Il dolore era immenso, più grande del buio e si era già preso tutto. La sensazione era la stessa di quando Kuroshi mi aveva preso la vista , ma era diversa e più violenta. Sentivo come se una lama bollente mi penetrava gli occhi fin nel cervello. Vedevo tutto bianco.

Il dolore come se avesse toccato un apice iniziò lentamente a dissolversi e cominciai a percepire le sensazioni fino poco fa sovrastate e confuse.

Un rumore. Strano, un mugolio stanco, soffocato. Sembrava lontano, ma si spense nell'istante in cui mi appresi che ero io a produrlo. Improvvisamente mi accorsi di un cambiamento e cominciai a vedere ombre danzare davanti i miei occhi. Mi alzai con lentezza calcolata. Sapevo che Kuroshi era qui, non avevo tempo di aspettare per vedere cosa mi sarebbe successo, Akane e Ryoga erano in pericolo. Ma che dico...tutti erano in pericolo.

Dove sei!” Cercai di capire la sua posizione, ma sentii solo una debole risata che sembrava provenire da ovunque.

Pian piano le ombre davanti ai miei occhi si trasformarono ed incredulo vidi una scena sfocata, ma colorata, davanti i miei occhi. Vedo. Fu un grido dentro di me. Cercai subito di concentrarmi su ciò che accadeva, ma sentivo ogni riflesso confuso, quasi nebbioso e nonostante fossi tornato a vedere, ogni movimento che percepivo si lasciava dietro una scia. Probabilmente era normale.

Vedevo e come una cascata dopo un fiume piatto, una miriade di sensazioni mi avvolsero. Il sollievo intorpidito che mi provocò la visione di Akane fu subito spento dalla paura per l'agonia sul suo viso. Sopra di lei Kuroshi sorrideva.


AKANE!” Con un braccio che gli era spuntato dalla schiena teneva Ryoga per il collo, che si divincolava biascicando parole incomprensibili. Gli altri due li aveva infilati nella gabbia toracica di lei, che non sanguinava. Non capii affatto ciò che avevo davanti ed esitai nello scattare a soccorrerla.


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Il suo volto sconvolto mi fece ridere. Da molto tempo ormai il mio senso dell'umorismo era rotto, difettoso. E non mi spaventai nel sentire un'eco di un'altra risata nella mia testa.


Vedi Ranma, in questo momento ho tra le mani il cuoricino di Akane. Non fare quella faccia, dovresti aver capito che i miei poteri mi consentano di fare ogni cosa io desideri.” L'eco si agitò ancora.


Ma non parliamo di me. Ora voglio sottoporti a una scelta prima di ucciderti -mi sono accorto che giocare con te è bello solo inizialmente poi è noioso, lo scherzo è bello quando dura poco, insomma. Chi salveresti tra la tua fidanzata e... il tuo fidanzato?” Ricominciai a ridere, per il gioco di parole e per il fatto che li avrei comunque uccisi tutti. L'eco dell'ennesima scossa d'ilarità si trasformò in un ringhio mostruoso che mi trapanò i timpani, tolsi le mani da Akane e sentii il braccio che avevo fatto uscire dalla schiena, per uccidere il ragazzo che non conoscevo, richiudersi in me con uno scatto simile a un elastico. Ridarai vita al male.


Mi guardai intorno allucinato e vidi Ranma avventarsi contro di me furioso, non feci in tempo a rispondere all'attacco e cademmo a terra. Battei violentemente la nuca terra, ma non sentii nulla. Vidi i pugni dell'avversario che avevo sopra sbattere con forza sul mio viso, ma ancora una volta non sentii niente. Ringhiai e realizzai di non riuscire più a sentire nulla, mi prese il panico. Ribaltai Ranma in modo di stargli sopra lo afferrai per la maglia e cominciai a scuoterlo, credevo di urlargli “cosa succede?!” Ma non ne ero sicuro. Trovai una presenza. Cercai di annullarla come l'altra volta, ma non faceva parte di me.


Sono l'odio del mondo o almeno le persone mi definiscono così. Per un momento fui tentato di ridere per la sensazione di deja-vù.


Se io eliminerò l'involucro in cui il male è oppresso, esso continuerà a vivere, ristabilendo l'ordine delle cose.

NON CAPISCO!” Lo gridavo? A chi gridavo? A cosa gridavo? Non lo sapevo. Nel mondo non può esistere solo l'amore e quindi esisto anche io. Allo stesso modo non può esistere solo il bene e quindi esiste il male, basta che tu abbia presente i due piatti della bilancia, se pendesse solo da una parte l'equilibrio cesserebbe. Tu hai sfidato questa legge, alla base dell'esistenza e quindi tu dovrai pagare con la tua stessa esistenza. Per equilibrio. Sbattei le palpebre e mi accorsi di aver smesso di sballottare Ranma, il quale aveva un'evidente espressione sorpresa, quasi sconvolta. Lo mollai di scatto e altrettanto velocemente mi rialzai in piedi, improvvisamente l'udito e il tatto, e qualunque altro senso fosse annullato prima, si riattivò. Ma percepii ogni singolo tipo suono e sensazione mi tappai le orecchie stringendo i denti, cercando di contenere quella crisi che mi aveva preso.

Tutto si fermò all'improvviso e calmai il respiro lentamente.

Non capivo perché, ma mi sentivo le mani e il viso bagnato. Guardai le prime e sgranai gli occhi nello scoprirle bagnate di sangue, le avvicinai tremanti al viso vicino agli occhi e ne scoprii altro.

Mi guardai intorno e notai Ranma che ancora steso a terra si reggeva su una mano e un gomito, come sul punto di rialzarsi, ma stava fermo. Cercai aiuto con lo sguardo perché non riuscivo a spiccicare parola, ma neanche il tempo di dire 'A' che un fuoco cominciò ad ardere dentro di me. D'istinto cercai di spegnerlo dandomi delle botte sul petto, ma l'incendio era dentro. Ricominciai a urlare a squarcia gola per il dolore immenso, il tatuaggio che avevo sulla pelle cominciò a espandersi finché non divenni completamente come la pece. Il buio mi inghiottì.

======


Nel silenzio assoluto tossii un respiro e fu come se il tempo ricominciò a scorrere. Avevo visto Kuroshi cominciare a urlare improvvisamente, dopo una agghiacciante scena piena di sangue, ed essere annerito completamente. Infine era diventato polvere. Spazzata via dal vento. Avevo le orecchie tappate, sentivo un ronzio lontano. Poi mi accorsi delle mani che mi scuotevano per le spalle. “Akane! Stai bene? Rispondimi, dannazione!”


Ranma mi guardava, apprensivo. Mi guarda negli occhi! Aveva di nuovo le pupille. “Ranma, ma tu... ci vedi?”


Si.” Lo vidi rilassarsi un poco e correre in un'altra direzione. Ryoga era steso a terra, ma poi quando Ranma cominciò a chiamarlo sussultò e si svegliò.




Scese la notte e Ryoga se ne andò per rimettersi in viaggio, con lui avevamo spiegato l'intera faccenda alle nostre famiglie, ma ciò che mi straniva di più era Ranma che ogni volta che si girava nella mia direzione mi guardava con un'intensità allarmante. Tale che ogni volta distoglievo lo sguardo arrossendo.

Quando arrivò il momento di andare a letto mi stesi. Chiusi gli occhi per riaprirli subito. Mi rigirai. Un'altra volta. Sospirai. Il sonno tanto agognato non accennava ad arrivare e decisi di andare a bere un bicchiere di latte. Il corridoio era buio, ma lo conoscevo bene e mi sorpresi quando sbattei contro qualcosa, che divenne subito qualcuno perché mi aveva afferrata per i polsi per non farmi cadere. “So che sei goffa, ma fa più attenzione accidenti!”


Ranma.” Dissi stizzita, avevo riconosciuto subito il suo tono strafottente.


Senti, volevo andare in cucina, non è che mi lasceresti le mani?” Aggiunsi scimmiottando il suo tono di voce.


Oh, si, scusa. Tanto ci devo andare anch'io.” Scendemmo giù nel silenzio piacevole che è solito avvolgere la casa. Accesi una piccola luce e mi versai un po' di latte nel bicchiere appoggiandomi al bancone per berlo, lo vidi fare altrettanto. Quando finimmo,calò un silenzio imbarazzante. “Vabbè, allora buonanotte...”


Passò il tempo di un respiro e mi fermò. “No, aspetta. Volevo parlarti.”


Arrossì violentemente e aggiunse: “Volevo dirti che tutto questo mi ha fatto capire molte cose. In realtà le avevo capite già quando ho rischiato di...” sussultò. “...perderti, ma a quanto pare non era bastato.”


Sospirò. Mentre io cercavo di afferrare il senso delle sue parole con difficoltà per l'emozione, anche un po' per il sonno. Arrossì ancora di più. “Questa volta ho capito che il solo fatto di aver perso la possibilità di vederti mi avrebbe portato alla pazzia, mi ha spezzato... ciò che voglio dirti è...”


Si bloccò e guardò in basso ancora più rosso. “A-akane, i-io...”


Sospirò di nuovo e stavolta lo feci anch'io. Mi guardò con una faccia purpurea dall'imbarazzo e buffissima. Scoppiai a ridere. "Stupida! Cosa ridi?"


"Hai una faccia buffissima!" Continuai a ridere e lui mise il broncio. Poi gli comparve sul viso l'ombra di un sorriso e pian piano smisi di ridere e sorrisi.


"Non sai quanto mi è mancato..." Disse quasi a se stesso, lo guardai interrogativa mentre lui doveva essersi reso conto di esserselo fatto sfuggire, perché abbassò lo sguardo di nuovo e arrossì. Chiuse gli occhi, inspirò ed espirò lentamente, calmandosi, poi li riaprì e le fiamme in essi mi colpirono. Sembrava determinato, anche se pur sempre impacciato.


"Akane!" Esclamò.


Mi stupì, doveva essere parecchio in difficoltà. "Che c'è!"


"Io!" Doveva aver deciso di parlare così.


Lo incoraggiai. "Si?"


"Ti!" Avvampò e divenne dello stesso colore della sua casacca cinese -che ora non portava, era in pigiama.


Lo esortai ad andare avanti con lo sguardo, ma riuscì solo a boccheggiare. Cercai di trattenermi, ma stavolta era ancora più buffo di prima e ricominciai a ridere. Si arrabbiò. "Stupida! Tu ridi mentre io cerco di dirti che ti amo! Sei pro...prio..."


Sbiancò e io non credetti alle mie orecchie, ...io cerco di dirti che ti amo!... "C-cosa hai detto?"


"Niente! Andiamo a dormire forza!" Cominciò ad andare e capii che non lo avrebbe ripetuto. Certo non era stata romantica come dichiarazione, ma... cos'altro aspettarsi da lui?


Arrossii bloccandolo per il polso. "A-anche... io..."


Si girò e mi guardò negli occhi.


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"A-anche... io..." Disse afferrandomi delicatamente il polso. Ero arrabbiato, non era così che volevo che lo sapesse. Mi immaginavo una scena tipo dei film, con l'atmosfera giusta, magari una canzone di sottofondo, un bacio appassionato. Che femminuccia. Se mi sentisse mamma, mi farebbe fare harakiri. Ma stavo divagando.


Sta accadendo davvero? Mi girai. Come ogni volta che la guardavo dopo aver riacquistato la vista, mi persi in lei. Con gesti meccanici mi avvicinai fino ad abbracciarla, ispirai forte il suo profumo sperando di perdere il filo logico dei pensieri e dimenticare l'esagerata timidezza che mi attanagliava. Ci riuscii, ma senza l'effetto desiderato, la scostai per guardarla negli occhi. "...In che senso?"


Mi maledissi. Ma cosa le ero andato chiedere! Avvampai. Idiota! Cercai di riparare. "N-no, cio-cioè..."


Mi interruppe. "Ti Amo... Ranma."


In un primo istante fui invidioso del fatto che lei ci era riuscita e io no. Poi una gioia violenta mi investì con la forza di uno Tsunami. Credevo di saperlo già in fondo, ma sentirselo dire era indescrivibile. Mi resi conto che così chiaro e tondo era unico e indelebile. E lei meritava tutto questo e anche molto di più."Ti..."


No! Di nuovo la sensazione di aver ingoiato una palla da biliardo, ma dovevo e volevo andare avanti. Ingoiai. Non mi concentrai su nulla e ricominciai a divagare coi pensieri. Ripensai a come lo aveva detto lei e provai a imitarla. "Ti amo... Akane."


Improvvisamente vidi i suoi occhi brillare e divenni leggero, avevo dimenticato tutte quelle catene che mi ero immaginato. Mi abbracciò e io risposi a mia volta con vigore. Poi alzò il viso e si avvicinò, strattonai ogni vergogna chiudendo gli occhi e lo spazio tra me e lei. Ci baciammo. Inizialmente fu un bacio casto, a stampo, gustandoci la sensazione del contatto nuovo tra di noi, ma poi il desiderio reciproco esplose facendoci schiudere le labbra.

A malincuore ci staccammo, i nostri respiri erano irregolari e conservavamo ancora quella dose di timidezza da farci arrossire. Non volevo più lasciarla e stare sempre con lei, chiusi gli occhi e col respiro un affannato appoggiai la mia fronte sulla sua. Mi venne in mente una cosa, che cancellai subito, ma naturalmente non prima di avermela fatta leggere nel pensiero da Akane. "Po-posso venire in camera... tua? Solo un attimo. Ti devo parlare..."


Da poco tempo mamma e papà avevano riprovato a stare insieme, nella stessa stanza, con i letti separati, ma pur sempre insieme. Quindi io dormivo da solo. Per non far trapelare nulla dal tono di voce annuii e la presi per mano guidandola nella mia camera.

Ero piuttosto imbarazzato ancora. Non cambierò mai. Mi dissi mentre sentivo il volto andarmi in fiamme al solo pensiero dei pochi attimi di prima. Sospirai.


Ci guardammo un attimo in silenzio, allora mi sedetti sulle coperte adagiate sul tatami. Si mise accanto a me, abbracciandosi le gambe al petto e poggiando la testa sulla mia spalla. Sussurrai. "Grazie."


Alzò il viso e mi sorrise per poi baciarmi, ma quello che nessuno dei due si aspettava fu come si trasformò quel bacio. Anzi probabilmente lo aspettavamo. Divenne sempre più appassionato, finché non ce la feci più. Ci stendemmo sul futon. Avevo paura, non sapevo che fare, cominciai lentamente a sfilarle la maglietta del pigiama. Lei mi sfilò la canottiera sfiorando poi la sagoma dei muscoli.

Per una volta sentii che eravamo sicuri del nostro futuro.


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Legai i capelli lunghi e neri con un fiocco giallo sbiadito, innocente. Ne ero orgogliosissima, mi arrivavano alla vita,nonostante le continue pressioni di papà sul tagliarli corti come la mamma. Corsi in giardino e cominciai ad allenarmi, concentrandomi sulle ultime correzioni che lui mi aveva suggerito. Dopo un'oretta ero sul punto di smettere per lavarmi e uscire con le amiche quando si levò un urlo. "RANMA!! SEI UNO STUPIDO!!"


"Eccoli che ricominciano..." borbottai a mezza voce, mentre vedevo papà scappare silenzioso per il giardino ed avvicinarmisi.


"Aiko, aiutami. Quella vita larga di tua madre ha..." fu interrotto da un mattone (ma si può sapere da dove lo ha tirato fuori mamma?!) in pieno volto, che lo stese a terra.


La mamma mi guardò spaventata. "Oddio, piccola scusami, potevo prenderti!"


"Tranquilla mamma, lo so che quando si tratta di papà non sbagli mai!" Risi con lei, che però si rabbuiò subito e con aria furente guardò papà. Sospirai.


"Vado a fare il bagno che devo uscire." Dissi liquidandoli.


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"Bene, ringrazia che tua figlia se n'è andata, così non assisterà alla morte di suo padre!" Disse agitando la padella che aveva in mano.


Mi misi in posizione di combattimento e affermai con risolutezza: "Beh, almeno non sarà atroce e spietata, come rischiavo prima!"


Prese lo slancio col braccio, per sbattermi padella in faccia, ma sospirò, si rilassò per poi voltarsi e dirigersi in cucina. Mi rilassai anch'io, dalla posizione di difesa, e storsi la bocca. Aveva preso di sua iniziativa l'intento di cucinarmi dei biscotti (a detta sua! Perché non lo sembravano affatto), di solito ero io a cucinare, e diciamo che non ero molto propenso ad accettarli...

Mi intrufolai silenzioso in casa e la vidi appoggiata in avanti coi i gomiti al tavolo della cucina, su una mano poggiava il mento con l'altra portava i suoi "biscotti" alla bocca.


"Eppure sono buoni." Borbottò a un tratto. Questo mi diede coraggio, inspirai ed entrai nella stanza, con l'intenzione di assaggiarli. Ma me li sfilò veloce da sotto la mano, voltandosi dalla parte opposta.


"Avrai quasi quarant'anni, ma sei sempre infantile come quando eri un ragazzino." Mi disse dandomi le spalle.


Senti chi parla...” Farfugliai.


Poi cercai il tono più dolce che avevo. "Posso assaggiarli?"


Sospirò, si girò piano e me li porse, mantenne lo sguardo basso. Li assaggiai e fui sconcertato dal fatto che erano molto buoni. "Mmm, che buoni... meno male che li hai fatti tutti quadrati, così stavolta non potrai dire che confondo le forme degli animali!"


Sorrise, poi a denti stretti disse: "Sono rotondi."


Non osai più prolungarmi in commenti con cui avrei potuto scavarmi la fossa e finii di mangiarli. Poi dissi quello che pensavo oggi pomeriggio. "Sai, Aiko ora ha la nostra stessa età di quando sono arrivato qui."


Akane sorrise. Che bella, mi faceva ancora tremare il cuore, nonostante gli anni che erano passati. "Già."


Scese giù dalle scale l'interpellata, improvvisamente e in fretta e furia. "Ah, mamma, papà vado di corsa. È arrivata una lettera dal fratellone, mi sono scordata di dirvelo. E cambio di programma, ha chiamato quello stupido di Konoye, per un aiuto a fare i compiti. Ciaooo!"


"Ciao." Dissi a mezza voce, anche se era già sparita.


Mi girai, anche Akane era sparita! Accidenti alle donne di questa casa. Tornò subito con una busta da lettera in mano. "Scusa Ranma, ma volevo leggere la lettera di Kagi!"


Kagi era ad Hokkaido e stava per tornare, mancava da un mese e ne ero non poco indispettito. "Quel mascalzone, crede di poter fare un po' troppe cose. Solo perché ha diciannove anni... Non va bene..."


Mi interruppe Akane baciandomi, alla sprovvista. "Uh, grazie, ma a cosa lo devo, signora Saotome?"


"Sei troppo carino quando ti preoccupi per nostro figlio... E poi se sapessi l'altra... Sai chi è il cosiddetto Konoye?"


"Chi è?"Mi incuriosì.


"E' un ragazzo della sua classe, con cui litiga sempre e che nonostante ciò si fanno sempre scenate di gelosia, chi ti ricorda?"


"Uhm, non saprei..." La abbracciai stretta a me e la baciai teneramente.


"Akane."


"Si?" Mi chiese seria.


Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai: "Sorridi."




AH! l'ultimo capitolo T_T mi rattrista... tra l'altro non è stato nemmeno troppo... wow. (non so come esprimermi) mi scuso in anticipo perché è vero sarebbe potuto uscire meglio dopo 10 lunghi e travagliati capitoli. Ma non parliamo di me, ringrazio The barbarian, Evie, elisa nico e babytvb81 per le recensioni al capitolo scorso. Un grazie particolare a LoveAnimeManga89 e grazie a tutti quelli che hanno letto la mia Fan Fiction.

Ora non me ne uscirò con una frase tipo vi amo tutti, perché farebbe troppo figlia dei fiori quindi...


Ciaoooo


SAKURA!

  
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