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Autore: Contessa    29/10/2011    6 recensioni
“Non ne vale la pena, Dennis. Malfoy è solo stupido e cattivo.” disse Hermione lanciando al ragazzo uno sguardo sprezzante.
“Oh, e tu sai bene quanto sono cattivo, vero Granger?” ribatté Draco con un sorrisetto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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WICKED GAME

 

 

“Caposcuola Granger, Caposcuola Granger!”

Hermione alzò lo sguardo dal foglio che aveva in mano; un piccolo Corvonero stava correndo lungo il corridoio verso di lei, che era seduta nel vano di una finestra.

“Cosa c’è?” chiese balzando in piedi.

“Presto, vieni! Un duello, di là… Si stanno picchiando!” disse il ragazzino indicando il punto da cui era venuto. Hermione lo seguì senza fare altre domande, sfoderando la bacchetta. Due corridoi più in là si trovarono davanti ad un groviglio di braccia e gambe di cui Hermione riuscì a distinguere solamente due teste bionde. Nessuno dei presenti aveva avuto il coraggio di dividerli.

“Ma che cosa state facendo?! Basta, basta! – esclamò la ragazza avvicinandosi ai due contendenti. – Impedimenta!” disse poi puntando la bacchetta verso di loro. I due corpi si separarono immediatamente; uno dei due sbatté contro il muro.

“Dennis Canon?! Merlino, Dennis, cosa stavi facendo? – disse Hermione avvicinandosi al ragazzino che aveva sbattuto contro il muro – Ti sei fatto molto male?” gli chiese inginocchiandosi accanto a lui per aiutarlo a rialzarsi.

“Mi sa che ho battuto la testa…” disse il ragazzino tastandosi la nuca.

“Ehi, Granger, perché non aiuti anche me? Anch’io ho battuto la testa!” li interruppe una voce.

Hermione si voltò: Draco Malfoy era sdraiato per terra dall’altra parte del corridoio, spettinato e un po’ arruffato, ma con il suo solito ghigno.

“Malfoy?... Ti rendi conto che stavi picchiando un ragazzino del quarto anno?” gli chiese freddamente.

“Be’, non mi sembra che lui stesse fermo a subire – ribatté il ragazzo alzando le spalle – Devo dedurre che non aiuterai anche me ad alzarmi?” aggiunse poi. Hermione non gli rispose neanche. Draco si rialzò sbuffando.

“E comunque ha iniziato lui.” disse ancora il ragazzo, ravviandosi i capelli con una mano.

“Ha iniziato lui? Ti sembra una scusa valida, Malfoy? Non mi pare che tu abbia cinque anni – ribatté la ragazza. – Come sono andate le cose?” aggiunse poi rivolta a Dennis, assumendo un tono più dolce.

“E’ successo che, in un attimo di distrazione, sono stato disarmato dal tuo amichetto Grifondoro, così ho deciso di risolvere le cose alla maniera babbana; credevo che ne saresti stata felice, Granger.” disse Draco, più veloce a rispondere.

“Voglio sapere la ragione del duello – precisò Hermione. – E comunque la domanda non era rivolta a te.”

“Mi sembri un po’ di parte, sai?” replicò Draco con leggerezza. Prima che Hermione potesse rispondergli, Dennis parlò.

“Malfoy ha… ha insultato mio fratello” disse ad alta voce. Un brusio di diffuse tra i presenti, che fino a quel momento avevano ascoltato in silenzio.

“E’ vero, Malfoy?” chiese Hermione lentamente.

“Può essere.”

“E’ vero?” ripeté la ragazza a voce più alta.

Draco tacque per qualche secondo.

“Be’, tutti possono gioire liberamente della morta di mia zia, no?” rispose infine.

“Bellatrix Lestrange era una Mangiamorte evasa da Azkaban.” ribatté Hermione.

“Stai forse dicendo che ci sono differenze tra una morte e l’altra? Una persona merita la morte più di un’altra?”

“No, io-“

“Sai, non mi sembra carino, come pensiero. Per niente Grifondoro. Insomma,-“

“Santi Numi, Malfoy, taci! – lo interruppe Hermione irritata. – Sai benissimo quello che volevo dire, quindi smettila di fare l’avvocato delle cause perse. Non so di preciso cosa tu abbia detto su Colin Canon, ma è assolutamente inammissibile che uno studente insulti i parenti di un suo compagno di scuola. Tanto più se si tratta di un parente che purtroppo è deceduto. – continuò Hermione, appoggiando una mano sulla spalla di Dennis. – D’altro canto, Dennis, non è giusto nemmeno rispondere con la violenza, lo sai bene.”

“Mi dispiace, Hermione, ma dopo quello che ha detto ho perso il controllo…” disse il ragazzino, i pugni stretti e lo sguardo basso.

“Spero che un episodio del genere non ricapiti più, ma se doveste avere ancora problemi di questo tipo rivolgetevi immediatamente a un Caposcuola o a un professore, chiaro? E questo vale per tutti. - disse girando lo sguardo verso tutti i presenti. Tutti annuirono in silenzio; Draco fischiettò con noncuranza. – Detto questo, sono venticinque punti in meno per Grifondoro e trenta per Serpeverde, dato che sei stato tu, Malfoy, a scatenare il tutto. In più, stasera dovrai occuparti della Sala Trofei. Tutto chiaro?” disse Hermione in tono autoritario.

“Cristallino, Caposcuola Granger. – disse Malfoy. – Prometto che non insulterò più… Com’è che si chiamava quel ragazzino? Ah, sì, Colin Canon. Non in presenza del fratello, almeno.”

Dennis stava già per rispondergli, ma Hermione lo fermò con un gesto della mano.

“Non ne vale la pena, Dennis. Malfoy è solo stupido e cattivo.” disse Hermione lanciando al ragazzo uno sguardo sprezzante.

“Oh, e tu sai bene quanto sono cattivo, vero Granger?” ribatté Draco con un sorrisetto. Hermione arrossì violentemente, mentre Dennis la guardò per chiederle che cosa intendesse Malfoy. Lei si affrettò a scuotere la testa, senza rispondere.

Draco raccolse la sua bacchetta e la sua borsa e si allontanò lungo il corridoio. Nel passare di fianco ad un’armatura le diede una spinta, facendola cadere a terra in un fragore metallico.

“Oh, come sono cattivo!” esclamò ridendo.

 

No, I don’t wanna fall in love

(This love is only gonna break your heart)

With you

 

***

 

Era stato un pomeriggio tranquillo: aveva già fatto tutti i compiti, ovviamente, e a nessun bambinetto del primo anno era venuto in mente di provare improbabili incantesimi inventati al momento sui propri compagni, quindi Hermione aveva deciso di concedersi qualche ora di svago in biblioteca. C’erano un paio di volumi su cui aveva messo gli occhi da un po’, ma i suoi doveri di Caposcuola occupavano quasi tutto il suo tempo libero, ultimamente.

Le piaceva camminare per la scuola nelle ore del tramonto, quando gli ampi finestroni lasciavano entrare ondate di luce dorata nei corridoi, e l’unico rumore era quello dei tacchi delle sue scarpe. I corridoi che portavano alla biblioteca non erano molto frequentati, con suo grande disappunto. Hermione sospirò, fermandosi qualche attimo ad ammirare il panorama; era una giornata così tranquilla che non avrebbe permesso a nessuno di rovinarla. Nemmeno a Ron, che non le scriveva da più di una settimana, e sicuramente si era solo dimenticato di risponderle, non era in pericolo di vita e non la stava tradendo.

Hermione riprese a camminare verso la biblioteca, scuotendo la testa per scacciare quei pensieri, quando improvvisamente un altro rumore ruppe il silenzio. La ragazza si fermò di colpo, trattenendo il fiato: un altro paio di tacchi stava percorrendo quel corridoio, proprio davanti a lei. Poi, così com’era iniziato, il rumore cessò. Hermione avanzò verso l’angolo, sapendo perfettamente chi la stava aspettando al di là.

“Ciao. – disse Draco Malfoy quando la ragazza arrivò davanti a lui. Era appoggiato al muro, le mani in tasca, in una posa artificiosamente rilassata; Hermione vide la tensione della sua mascella. – Scusa se ti ho spaventata.”

“Non mi hai assolutamente spaventata. – mentì Hermione alzando le spalle. – Cosa vuoi?”

“Be’, sai, pensavo che la punizione di settimana scorsa fosse solo una scusa per passare un po’ di tempo insieme. So bene quanto ti piace mettermi in punizione… – rispose Draco con un sorrisetto. – Ci sono rimasto molto male quando non sei venuta.”

“Non avevo voglia di vederti.”

“L’avevo intuito.” ribatté il ragazzo avvicinandosi a Hermione; lei arretrò automaticamente di qualche passo.

“E non ne ho ancora voglia.” continuò decisa, voltando la testa all’improvviso per sfuggire al tocco del ragazzo.

“Avevo intuito anche questo. Attenta. – disse mettendole una mano dietro la testa quando sbatté contro la parete del lato opposto del corridoio. – Hai tagliato i capelli. Ti avevo detto che li preferivo lunghi.” aggiunse sistemando una ciocca ribelle.

“Io non faccio quello che vuoi tu.” ribatté Hermione con tono aggressivo.

“Oh, certo, tu sei una donna indipendente e forte, non fai mai quello che vogliono gli altri, non hai bisogno di uomini… Che cambiamento in due settimane! – replicò Draco con espressione stupita. – Allora doveva essere una ragazza che ti somigliava molto, quella che due settimane fa mi ha trascinato nelle serre… Vuoi che ti racconti quello che mi ha fatto quella ragazza?”

“A dire il vero no, avrei altro da fa-“

“Ho sentito un sì? – la interruppe il ragazzo. – Per cominciare, mi ha preso per un braccio, trascinandomi fuori dal sentiero… Ecco, così. – disse afferrando un braccio di Hermione e stringendola a sé. – Poi mi ha guidato nelle serre; la porta era aperta. – Draco roteò su se stesso un paio di volte, trascinando la ragazza fino a una porta poco distante, guidandola all’interno di una piccola aula in disuso. – Be’, queste non sono proprio le serre, ma tu hai molta fantasia, no? Però anche lì era buio, proprio come qui; sai, in quelle serre c’erano delle piante che non sopportano la luce del sole. Me l’ha detto lei, ovviamente.”

“Draco, io…”

“Ho appena iniziato; e no, non m’importa delle tue stupide lamentele e dei tuoi ancor più stupidi impegni. Sai, l’altra ragazza era molto più simpatica; parlava di meno e… agiva di più. Oh, quasi dimenticavo; lei ha sigillato la porta con un incantesimo.  – aggiunse con un gesto della bacchetta verso la porta, che si chiuse immediatamente. - Poi si è avvicinata a me, lentamente, spingendomi verso un banco vuoto… Pensavo volesse baciarmi: era così vicina… - continuò Draco; Hermione deglutì nervosamente, arretrando, finché non trovò dietro di sé un banco vuoto. Maledetto Malfoy… - E invece no, niente bacio. – disse il ragazzo ritraendosi all’improvviso. – Mi ha messo una mano sugli occhi, così, e si è messa alle mie spalle; potevo sentire il suo seno sfiorarmi la schiena, attraverso i maglioni e le camicie… Poi ha iniziato a baciarmi sul collo, proprio qui, in questo punto che mi fa impazzire” Draco posò un bacio dietro il collo della ragazza, e poi un altro, e un altro ancora. Hermione scostò la testa, testarda, ma il ragazzo la costrinse subire i suoi baci tenendola ferma per il collo con la mano libera.

“Mi hai fatto male.” disse Hermione cercando di non farsi distrarre dal ragazzo.

“Lo so. – rispose semplicemente Draco interrompendo i baci. – E te ne farò ancora se opporrai resistenza o m’interromperai un’altra volta. – aggiunse tranquillo. Lasciò liberi gli occhi della ragazza, solo per slacciarle con lentezza esasperante la camicia. Hermione continuò a tenere gli occhi chiusi, mentre le mani del ragazzo la sfioravano in carezze sempre più ardite. Ad ogni tocco rabbrividiva, così come si mordeva le labbra ogni volta che lui smetteva di toccarla, anche solo per un secondo. – Devi capire, Granger, che non puoi permetterti d’ignorarmi per una settimana. – disse togliendole la camicia con mani esperte. La prese per i fianchi e la girò sul banco, fino ad averla di fronte. Le appoggiò una mano sulla coscia, mentre l’altra s’insinuava sotto la gonna della ragazza. – Non mi chiamo Weasley: io non tollero questi comportamenti. – con un gesto improvviso le divaricò le gambe e le artigliò il bordo delle mutandine, tirandolo verso il basso. Hermione spalancò gli occhi e cercò di fermarlo, ma il ragazzo le bloccò entrambi i polsi con una sola mano. – Non costringermi a pietrificarti; non ti piacerebbe, te lo assicuro. E guardami negli occhi. Subito. – disse con un tono che non ammetteva repliche. Hermione si voltò a fissarlo, impotente. – Quel tuo adorabile broncio con me non funziona. Non deve mai più succedere, capito?” ringhiò Draco serrando la stretta intorno ai polsi della ragazza.

“Ero arrabbiata.” rispose semplicemente Hermione.

“Non me ne frega niente del tuo umore; non ho bisogno di parlare con te, e lo sai benissimo!”

“Io non-

“Io non cosa, Granger? Non volevi che finisse così? Troppo tardi. Forse avresti dovuto pensarci prima di venire ad offrirmi la tua compassione. Se avessi saputo che questo era l’amore di cui parlavate tanto te e i tuoi amichetti Grifondoro sarei venuto da te molto tempo prima, lo sai?” disse Draco con uno sguardo eloquente. Hermione arrossì.

“Cosa vuoi che ti dica, Draco? Che nemmeno una So-tutto-io come me aveva previsto tutto questo?” gli chiese aspra.

“Voglio che tu sia sincera. Tutto qui. Voglio che tu ammetta che mi vuoi così come io voglio te. – continuò slacciandole il reggiseno; lei non oppose resistenza. – Non puoi semplicemente piombare nella vita di un tranquillo reietto figlio di Mangiamorte, offrirgli tutta te stessa, e poi ritrarti quando ti accorgi che tutto questo ti fa paura. – le sue mani graffiavano lentamente la schiena della ragazza. – Non puoi giocare a fare la fidanzatina fedele e poi venire a letto con me tutte le notti… Per quanto rendere Weasley cornuto possa rendermi felice, ovviamente. – rise Draco sfilando le mutande della ragazza. – Dì che mi vuoi, Hermione.” continuò posando una mano sulla guancia accaldata della ragazza. Scese lentamente lungo il collo, e Hermione si appoggiò a quella mano come se fosse un porto sicuro durante una tempesta, il centro esatto del suo mondo in quel momento di dolorosa perfezione.

Poi Draco scese sul seno della ragazza, e sentì sotto la sua mano il battito accelerato del suo cuore; più giù, tracciando sentieri invisibili intorno all’ombelico, e poi sotto la gonna… Hermione si mosse istintivamente verso la mano del ragazzo.

“Io ti voglio. E tu, mi vuoi?” le chiese Draco muovendo lentamente la propria mano.

Hermione respirò affannosamente, guardandolo negli occhi. Poi, con estrema lentezza, iniziò a slacciargli i bottoni della camicia.

“Mai… - Gettò la cravatta a terra, e arrivata alla fine della camicia si mosse verso la cintura del ragazzo. – Nessuno… - Draco chiuse gli occhi un attimo, respirando profondamente, quando sentì le mani della ragazza muoversi vicino ai bordi delle sue mutande. – Mi aveva fatta sentire così…” Con un gesto fulmineo le prese il viso tra le mani, costringendola ad alzare lo sguardo verso il suo volto.

“Dillo. – sussurrò guardandola intensamente, negli occhi una supplica che l’orgoglio non gli avrebbe mai permesso di esprimere a voce. – Dillo.”

Hermione lo guardò a lungo, tremante. Pensò a Ron, il suo Ron, quel ragazzo allegro e gentile che ora era così lontano. Pensò a tutto quello che avevano passato insieme: a ciò che quella guerra vinta aveva significato per loro. Pensò alla sua reputazione immacolata; mai un passo falso, mai una parola sbagliata.

E poi vide Draco davanti a sé. Si avvicinò e lo baciò. Si scostò da lui senza riaprire gli occhi. Non voleva vedere quella supplica, non aveva il coraggio di guardarla.

“Lo sai.” disse infine.

 

What a wicked game to play, to make me feel this way

What a wicked thing to do, to let me dream of you

What a wicked thing to say, you never felt this way

What a wicked thing to do, to make me dream of you

 

***

 

Draco si bloccò subito dopo aver svoltato l’angolo. Dall’altra parte della strada un gruppetto di quattro persone stava camminando nella sua direzione: Harry Potter, Ginny Weasley, Ron Weasley, e Hermione. Le due coppie passeggiavano pigramente per Hogsmeade godendosi quella calda giornata primaverile.

Potter e Weasley avevano deciso di non tornare a scuola per recuperare il settimo anno, così i due dovevano accontentarsi dei week end in cui erano previste gite a Hogsmeade per poter vedere le rispettive ragazze. Ovviamente, per gli eroi del mondo magico erano previste numerose eccezioni.

Hermione rise, stringendo il braccio del suo ragazzo; probabilmente quel pezzente di Weasley aveva detto qualcosa di divertente, anche se Draco dubitava fortemente di questa possibilità, dato il quoziente intellettivo del rosso.

Poi, prima ancora di capire quello che stava facendo, Draco si avvicinò a grandi passi all’allegro gruppetto. Ginny Weasley lo vide avvicinarsi, e lo disse subito agli altri: Draco lo lesse nelle loro espressioni, che persero improvvisamente tutta l’allegria. L’espressione di Hermione, in particolare, era impagabile.

“Potter, Weasley… Devo ammettere che Hogwarts senza di voi è davvero un posto migliore.” esordì Draco con un sorriso cordiale.

“Cosa vuoi?” chiese subito Hermione ansiosa.

“Solo salutare dei vecchi compagni di scuola, Granger. E in ogni caso non stavo parlando con te; noi due ci vediamo già abbastanza spesso a scuola.” rispose il ragazzo con uno sguardo pieno di sottintesi.

“Il mondo sarebbe un posto migliore senza di te, Malfoy. – disse Ron piazzandosi a gambe larghe davanti a Hermione. – E non azzardarti ad avvicinarti alla mia ragazza. Solo perché io e Harry non siamo in giro non vuol dire che puoi fare quello che vuoi.” Draco rise apertamente, mentre Ron lo guardava perplesso.

“Oh, ma è la tua ragazza a venire da me, Weasley. A proposito, come sta la tua famiglia? Spero che l’attività di tuo fratello Fred stia andando bene. – rispose il ragazzo. – O forse era George, quello vivo? Mi confondo sempre!” aggiunse con espressione pensierosa.

“Bastardo!” esclamò Ginny scagliandosi verso di lui. Harry la trattenne per le spalle, cercando di calmarla.

“Ehi Potter, tieni a bada la tua ragazza. Non sapevo che voi Weasley foste così selvaggi; dev’essere una controindicazione della povertà.”

“Sta zitto, Malfoy. Tu non devi neanche parlare della mia famiglia, chiaro?” gli rispose Ron irritato avvicinandosi di un passo.

“Per Merlino, Weasley, ora sì che ho davvero paura! Ti prego, non ti avvicinare di un altro passo, o potrei mettermi a piangere!” lo schernì Draco con voce fintamente lamentosa.

“Non eri così allegro l’anno scorso, quando i tuoi genitori erano ostaggi di Voldemort, Malfoy.” s’intromise Harry con voce tranquilla.

“E tu non sarai così allegro quando ti avrò spaccato la faccia, Potter.” replicò altrettanto tranquillo Draco.

“Provaci.” lo sfidò Ron estraendo rapidamente la bacchetta.

“E tu prova a passare sotto una porta.” ribatté Draco.

“Che cosa?... Che cosa intendi dire, Malfoy?”

“Intendo dire che sei cornuto, Weasley. Lo sa con chi scopa la tua ragazza quando tu sei lontano?” gli chiese con un sorriso fintamente gentile Draco. Hermione, che fino a quel momento si era tenuta in disparte, si avvicinò per replicare, ma fu tenuta lontana da Ron.

“Sei il solito stronzo, Malfoy.” gli disse il ragazzo con espressione disgustata.

“A dire il vero la risposta giusta non è questa, ma data la tua scarsa intelligenza era piuttosto difficile che tu la azzeccassi. La risposta giusta era ‘Draco Malfoy’, stupido pezzente.” rispose Draco con un sorrisetto arrogante.

“Questa è la volta buona che ti spacco-“

“Oh, no, la tua ragazza potrebbe prendersela se mi rovini, Weasley!”

“Stupe-“

“Fermo!” urlò Hermione bloccando il braccio del proprio ragazzo. Alcuni passanti si erano fermati a guardarli, richiamati dal loro vociare. La ragazza costrinse Ron a rinfoderare la bacchetta.

“Non siamo più a scuola, Ron, e nessun professore metterà a tacere le stupidate che farai. E poi, ti sembra il caso di tirare fuori la bacchetta per lui?” disse Hermione indicando con la testa Draco.

“Ma lui ha detto-“

“Ho sentito anch’io quello che ha detto, ero qui di fianco a te. Tu gli credi? – gli chiese seria la ragazza. Ron sorrise e scosse la testa. – E allora non c’è niente di cui discutere. – concluse velocemente Hermione. – Io direi di andare ai Tre Manici di Scopa e dimenticarci tutto.” aggiunse guardando gli amici. Questi annuirono, non senza lanciare sguardi disgustati verso Malfoy.

“Ehi, non mi guardate così! Non sono io l’adultero qui!” disse lui. Ron alzò un braccio verso di lui, minaccioso, ma Hermione lo bloccò ancora.

“Non ne vale la pena. Lo sai che Malfoy è solo stupido e cattivo.” gli disse semplicemente, senza degnare Draco di uno sguardo. Ron annuì, la prese per mano e si allontanò con lei verso i Tre Manici di Scopa. Harry e Ginny fecero lo stesso, voltando le spalle al ragazzo.

“Andate già via? Non vi ho ancora detto nulla! – urlò Draco a quattro schiene. – Weasley, non vuoi sapere qual è la posizione preferita della tua ragazza? Lo so che mi sentite, non fate finta di niente! – continuò con voce sempre più flebile. Nessuno dei quattro si voltò a guardarlo, nemmeno Hermione. – Ehi!”

Per un attimo, la vista di Draco si annebbiò, offuscata dalle lacrime. Era colpa del freddo, sicuramente colpa del freddo, o al massimo di qualche moscerino fastidioso, pensò rabbiosamente.

Poi si ricordò che lui era uno dei cattivi; l’aveva detto proprio lei, dopotutto. E i cattivi non piangono: si vendicano. Le  avrebbe dimostrato di essere più malvagio che stupido.

Scacciò le lacrime con il dorso della mano e s’incamminò da solo verso Hogwarts.

 

World was on fire, no one could save me but you

It’s strange what desire make foolish people do

I’d never dreamed that I’d love somebody like you

I’d never dreamed that I’d lose somebody like you

 

***

 

Hermione stava facendo colazione, cercando contemporaneamente di ripassare Incantesimi, quando un piccolo gufo dalle piume chiare le picchiettò sulla spalla con il becco. La ragazza lo guardò perplessa: non era il gufo di Ron, né tanto meno quello che usava regolarmente per la corrispondenza con i suoi genitori.

Hermione ruppe una fetta di pane tostato in piccoli pezzettini e l’offrì al gufo, prendendo la busta che aveva tra le zampe. Era grossa e pesante, bianca; Hermione la girò. Nessun mittente. Si versò del succo di zucca e ne bevve un sorso, aprendo la busta con la mano libera ed estraendone il contenuto.

Non era una lettera. Erano delle foto.

Il bicchiere che aveva in mano cadde per terra, frantumandosi. Il rumore si perse nell’allegro vociare della colazione in Sala Grande, ma le persone più vicine a lei se ne accorsero e la guardarono, perplesse.

“Tutto bene, Hermione? – le chiese Ginny. La ragazza non le rispose; sembrava sconvolta dal contenuto della busta che le era appena arrivata. – Hermione?”

La ragazza deglutì nervosamente, incapace di distogliere lo sguardo da quelle foto. Anche se non fossero state magiche, non lasciavano molto spazio all’immaginazione. Lei e un ragazzo dai capelli biondi in un angolo buio, stretti l’uno all’altro; lei e lo stesso ragazzo sdraiati l’uno sopra all’altro; lei e quel ragazzo nudi…

Lei era perfettamente riconoscibile, mentre il volto del ragazzo era sempre in ombra; Draco Malfoy non era certo uno stupido.

Hermione si voltò verso l’amica, cercando una scusa plausibile, ma prima che potesse risponderle Ginny fu distratta da un gufo che richiamò la sua attenzione con delle lievi beccate. Tra le zampe teneva una busta uguale a quella che lei aveva appena aperto.

Hermione si guardò intorno, improvvisamente preda di un terribile presentimento, e vide che decine di gufi stavano consegnando la stessa identica busta a decine di studenti, perplessi e incuriositi.

“Ferma! - esclamò Hermione prendendo la busta dalle mani di Ginny. Non ascoltò le proteste dell’amica, correndo lungo il tavolo dei Grifondoro.  – Fermi, fermi!” disse ancora, strappando buste dalle mani di studenti increduli.

“Ma che cosa?!”

“Hermione, sei impazzita?”

La ragazza balbettò qualche scusa, mentre nel resto della Sala Grande i gufi continuavano ad arrivare, e le buste a essere aperte. Erano troppe, ovviamente. Alcuni le avevano già aperte, e si stavano voltando a cercarla con lo sguardo, mostrando le foto alle persone più vicine.

Hermione percorse con lo sguardo il tavolo dei Serpeverde, ma ovviamente lui non c’era; poi, improvvisamente, capì, e corse verso la guferia. Non si preoccupò nemmeno di chiedere scusa a tutte le persone cui era andata addosso, e si ricordò mentalmente che era proibito correre per i corridoi, ma per una volta decise di poter soprassedere a qualche regola.

Arrivò con il fiato corto, e troppo tardi. Draco Malfoy stava guardando tranquillo un gufo ormai lontano da Hogwarts.

“Oh, Hermione! – le disse il ragazzo voltandosi verso di lei, un sorriso cortese sul bel volto. – Temo che tu sia arrivata troppo tardi; il gufo indirizzato a Ron Weasley è partito da qualche minuto. Che peccato; avresti potuto allegare una tua lettera!” continuò con espressione fintamente dispiaciuta. Hermione inspirò profondamente, chinandosi per riprendere fiato.

“Tu… Non puoi averlo fatto veramente” disse infine.

“Ne sei davvero certa? - le chiese Draco con un sospiro. – Pensaci: tu hai giocato con me, Granger. Hai fatto le tue mosse, e poi un bel giorno hai deciso che la partita era finita. Ma io avevo ancora un turno da giocare, e la partita non finisce finché non lo decido io.” continuò freddamente. La sua voce era poco più di un sussurro, ma per Hermione risuonò come un urlo.

“Cosa stai dicendo? Io non-“

“Non ci provare nemmeno, Granger. Potrei tagliarti la lingua, se continuassi a parlare, e sarebbe sicuramente una grave perdita, dati gli usi che ne conosci. – la interruppe Draco sorridendo, come se quella minaccia fosse uno scherzo particolarmente divertente. – Ti avevo già avvertita: io non sono Weasley. Non avrei tollerato altri comportamenti del genere.” aggiunse avvicinandosi alla ragazza. Prima che lei potesse arretrare lui era già lì, a bloccarla con le sue braccia.

“Non ho fatto niente, niente!”

“Non eri forse tu quella attaccata al braccio di Weasley come una stupida scimmia, Granger?” disse spingendola contro il muro. Questa volta non si curò del fatto che lei potesse sbattere la testa.

“Ma di cosa-“

“A Hogsmeade, Granger, a Hogsmeade! Hai già dimenticato il nostro incontro?” Draco sottolineò ogni parola con una brusca scrollata alle spalle della ragazza.

“Ron è il mio fidanzato!”

“E allora perché scopavi me?” urlò sbattendo una mano contro il muro. Hermione tremò e occhieggiò cautamente la porta; nessuno avrebbe potuto sentirli, ma sperava comunque di veder comparire qualcuno che doveva spedire una lettera.

“Io non… non…”

“Hai perso le parole, So-tutto-io? Nessun libro ti viene in aiuto in questa situazione?” disse con un’espressione disgustata.

“Io non lo so… Draco. - disse Hermione mordendosi il labbro inferiore. Il ragazzo avvicinò una mano al suo viso, così velocemente che lei si scostò, impaurita. – Non farmi… per favore, io-“

“Non voglio farti del male. – la interruppe prendendole il viso tra le mani. – Non voglio darti una ragione per poter andare a raccontare a tutti per l’ennesima volta quanto io sia stupido e cattivo. Parole tue, Granger.” le accarezzò piano le guance, come aveva fatto tante altre volte negli ultimi mesi.

“Quando hai fatto quelle foto?” gli chiese Hermione dopo qualche secondo. Non poteva abbandonarsi alla finta dolcezza di quelle carezze, non poteva abbassare la guardia nemmeno per un secondo.

“Oh, sono sempre stato affascinato dalla fotografia; la possibilità di catturare un preciso istante che rimarrà lì, per sempre, impresso sulla carta, anche quando quell’istante sarà distante anni ed anni…”

“Quando?”

“Non riconosci i luoghi e le posizioni, Granger? – le chiese con un sorriso, mentre le carezze scendevano rapidamente verso il basso. – Siamo all’inizio di maggio, manca poco alla fine della scuola; era ovvio che stava per finire tutto. Così ho pensato che sarebbe stato carino catturare qualcuno di quegli istanti, per poterli riassaporare tra qualche anno… e per poterli condividere.”

“Nessuno crederà mai a quelle foto. Ron non crederà mai a quelle foto.” disse Hermione con sicurezza.

“E allora perché sei venuta qua di corsa, e hai cercato di strappare la busta dalle mani di tutti? So che ci hai provato.” replicò Draco ridendo. La ragazza rabbrividì quando appoggiò le sue mani fredde sulle cosce.

“Lasciami.” disse cercando di scostarsi; lui la riportò contro il muro.

“Detesti quando le cose ti sfuggono di mano, e questa… cosa ti è decisamente sfuggita di mano, vero?”

“Non so di cosa tu stia parlando.”

“Pensavi di potermi consolare un po’, riportarmi sulla retta via, magari; dopotutto, perdere qualche ora del tuo prezioso tempo con un figlio di Mangiamorte come me non poteva fare altro che santificarti ancora un po’, no? La paladina dei diritti degli elfi domestici che prende sotto la propria ala protettrice il povero Malfoy! L’avrebbero scritto sul retro della tua figurina delle Cioccorane, probabilmente. – disse Draco senza lasciarla andare, né dare segno di averla sentita. – Poi ti dev’essere venuto in mente che non sarebbe stato tanto male andare a letto con un ex nemico; il fascino dei serpenti, immagino…”

“Io non-“

“Quand’è che ti sei ricordata di avere un fidanzato, Granger? Quando ti è venuto in mente che tu odi i serpenti come me?”

“Non… non lo so. Io non volevo fare niente, niente di tutto questo…” disse Hermione evitando il suo sguardo.

“E’ stato quando ti sei accorta che mi volevi davvero?” continuò Draco stringendola improvvisamente a sé; Hermione sussultò, ma non lo respinse.

“Non ho mai detto di volerti.” rispose con arroganza. Il ragazzo le accarezzò lentamente i capelli, seguendo la curva della nuca, per poi scendere sul seno, e fino alla gonna… Hermione si morse un labbro, cercando di non assecondare i movimenti del ragazzo.

“Ma il tuo corpo lo sta urlando. Sei solo troppo supponente per ammetterlo. – disse lasciandola andare con la stessa velocità con cui l’aveva presa; lei barcollò un attimo. – Pensavi di potertene andare come se niente fosse, cancellando tutto? Ti sei semplicemente Obliviata?”

“Io non… E’ stato un errore. Tutto, dall’inizio alla fine.” rispose cercando di ricomporsi.

“Un errore lungo mesi, Granger.”

“Ho… sbagliato i miei calcoli.”

“Non avevi messo in conto che avrei potuto arrabbiarmi, Granger? Non avevi messo in conto che non avresti potuto semplicemente smettere di giocare?”

“No. No, non l’avevo messo in conto. Sei soddisfatto adesso? Ti senti appagato?” gli chiese a sua volta stringendo i pugni con rabbia.

“Oh, no, no di certo. Per essere soddisfatto dovrei spaccarti quel tuo bel visino, Granger. Ma so anche che quel tipo di dolore non ti avrebbe fatto nessun male, così ho preferito colpire la tua reputazione. Qualcuno crederà a quelle foto. Così come io ho creduto a te.” rispose gelido, appoggiandosi a una delle finestre della guferia.

“Cosa intendi dire?”

“Sai, per qualche tempo ho veramente creduto a quello che mi dicevi, Granger; al fatto che nessuno ti avesse mai fatto sentire così, e che mi volessi davvero… Avrei dovuto accorgermi che sei solo una lurida bugiarda.”

“Io non intendevo…”

“Non intendevi dire quelle parole? Un altro errore? Granger, non ti facevo così distratta.”

“Pensavo che anche per te fosse lo stesso.”

“Un gioco? - Hermione annuì velocemente, senza guardarlo. – E’ stato un gioco lasciarmi credere di contare qualcosa? Un gioco illudermi che… che ci fosse veramente qualcosa, oltre a quello che facevamo? Un gioco?” la ragazza deglutì nervosamente.

“Non pensavo che tu… che tu-“

“Non pensavi che io potessi veramente provare qualcosa, Granger? Non pensavi di lasciarti coinvolgere? – Draco le voltò le spalle, scrutando con attenzione il cielo. – Come immaginavo, ecco che arriva il gufo del tuo fidanzato. – le disse tornando a guardarla. Hermione spalancò gli occhi. – Adesso il gioco è finito, Granger. E credo proprio che tu abbia perso. - aggiunse avvicinandosi a lei. Tirò fuori dalla tasca un foglio piegato con cura. – Il tuo premio sta arrivando, - disse indicando il gufo che stava atterrando sul davanzale. – questo consideralo un regalo.” continuò dandole il foglio. Hermione lo osservò mentre si allontanava; non si voltò indietro nemmeno una volta.

Aprì il foglio. Questa volta il viso di Draco era ben visibile, mentre si baciavano appassionatamente nelle serre.

Hermione si riguardò baciare il ragazzo ancora e ancora, finché non si accorse di aver bagnato di lacrime la fotografia.

Allora si rese veramente conto di aver perso.

 

Nobody loves no one.

 

“Wicked Game”, Chris Isaak

 

 

Grazie per essere arrivati fino alla fine! :)

Rapidamente: tutte le frasi in corsivo tra una parte e l’altra della storia vengono dalla canzone che ho citato alla fine. L’idea principale per questa fan fiction mi era venuta anni fa, ma l’ho ripresa solo qualche settimana fa dopo aver riascoltato la canzone; mi sono ispirata alle parole ed alle sensazioni che mi trasmetteva per scrivere questa storia. Anche se non vi è piaciuta vi consiglio di ascoltare la canzone, perché secondo me è davvero bellissima.

Poi, tra gli avvertimenti ho messo OOC perché, anche se ho cercato di non allontanarmi troppo dai personaggi originali, mi rendo conto che difficilmente Hermione e Draco possano aver avuto una sordida storia di sesso nelle idee della Rowling. XD

Detto questo, ovviamente spero che vi sia piaciuta!

A presto (forse),

Contessa

 

   
 
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