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Autore: LadyTargaryen    30/10/2011    10 recensioni
Sirius, si sa, è un DonGiovanni per vocazione. Che succederebbe se un giorno lasciasse l'incombenza di badare la sua effervescente cuginetta Ninfadora Tonks all'amico Lunastorta ? Una piccola shot su un primissimo ipotetico incontro tra il nostro bel licantropo e la nostra strega coi capelli color cicca...Leggete e ditemi :)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Un disegno per Remus
 
 
 
 
“ Lunastorta! Che piacere vederti amico! “
 
Remus si voltò sorpreso, fermandosi nel bel mezzo di una strada particolarmente affollata di Diagon Alley.
L’amico gli era appena spuntato alle spalle, con uno splendente sorriso a trentadue denti.
 
“ Ciao Felpato. Che ci fai qui ? “
“ Oh, non affannarti a chiedere come sto eh, non sia mai ! “
 
Si lagnò Sirius con fare insofferente, come faceva sempre quando era in vena di rompere le scatole…O quando gli serviva un favore.  
L’altro sbuffò, perchè dopo una vita che lo conosceva con lui certi trucchetti avevano smesso di funzionare.
 
“ Dai Sirius è inutile che ci provi, tanto non attacca. Avanti dai, cosa ti serve ? “
 
L’Animagus tergiversò ancora un po’ lamentandosi che “ a nessuno gliene fregava nulla di lui “ e che “ i veri amici si vedevano nel momento del bisogno “, poi si decise a sputare il rospo.
 
“ Dì, ti ricordi di Andromeda ? Quella mia cugina di non-so-che-grado che abita…”
“ Sì sì, mi ricordo chi è. Stringi cortesemente. “
 “ D’accordo, d’accordo, quanta fretta…Beh la cugina ha una figlia, che quindi è pure lei cugina mia…”
“ Sirius…”
 
Sbuffò Lupin, la cui infinita pazienza era da sempre messa a dura prova dalle chiacchiere al limite del logorroico di Black.
 
“ Ci sto arrivando, non ti agitare…Insomma, detto in breve Andromeda deve uscire a fare una commissione, il marito non è in casa e non sa a chi affidare la piccola. “
 “ E qui immagino entri in gioco tu…”  
 
Commentò il licantropo, sperando che si arrivasse al nocciolo della questione in tempi brevi.
 
“ No, caro mio! Entri in gioco tu ! “
“ Io ?? Scusa un secondo: la cugina è tua e quello a cui tocca badarla sono io ? “
“ Avanti Lunastorta…Come puoi dire di no ad una bambina ? “
 
Protestò Sirius assumendo un tono dolce dolce, con il chiaro intento di commuoverlo.
 
“ Non è alla bambina che dico di no, ma al suo caro cugino che fa sempre scaricabarile ! Non puoi chiedere a qualcun altro ? “
“ Beh “
 
Replicò l’altro mago, mentre contava sulle dita della mano.
 
“ Ramoso è da qualche parte a spassarsela con Lily…Coda chi sa dov’è finito è bravo…Resti solo tu. “
 
Concluse poi allargando le braccia come per dire: “E’ destino, amico“.
Lupin sbuffò: ma perché sempre a lui ?
E c’era pure la luna piena quella sera!
 
“ Già, m’immagino…E tu cos’avresti di così vitale da fare ? “
 
Sirius lasciò immediatamente perdere l’espressione da rassegnato e fece un sorriso molto canino a tutta dentatura, con gli occhi che gli brillavano. 
 
“ Ti ricordi di Sophie McDonald ? “
“ No. “
“ Ma dai, quello schianto di ragazza di Corvonero della nostra età…”
“ Ti dico di no.”
“ Su, quella che si diceva sapesse fare ‘ certe magie ’ con le mani…Quella con cui sono stato il sesto anno, che ce l’aveva a morte con me perché mi aveva visto baciare di nascosto sua cugina il giorno di San Valentino quando…”
 
Remus alzò gli occhi al cielo. Quando Sirius partiva a raccontare delle sue “avventure romantiche “ diventava peggio di quelle cose che i Babbani chiamavano “soap opera“.
 
“ Felpato, se devi farmi il resoconto della tua vita sentimentale, me ne vado…”
“ No, no, adesso concludo. Insomma, in parole povere ho un appuntamento con lei. “
“ E non puoi andare a fare il babysitter alla tua cuginetta. Un parente esemplare…”
“ E dai Remus! Fallo per me!! “
 
Il mago congiunse le mani in una muta supplica, con tanto di occhioni lucidi. 
L’altro sospirò, con un mezzo sorriso rassegnato.
 
“ Va bene, va bene…E quanto ci dovrei resta…”
“ Oh grazie Lunastorta, grazie ! “
 
Scattò immediatamente su Black, come galvanizzato di colpo.
 
“ Ti prometto che è l’ultimo favore che ti chiedo! “
 
Remus non stette a ricordargli che già quelli passati avrebbero dovuto essere gli ultimi, e lo guardò Smaterializzarsi verso il luogo dell’appuntamento.
Poi, scuotendo la testa, si Smaterializzò anche lui.
 
Pochi minuti dopo, era sull’ingresso di casa Tonks, dove già una volta era stato in compagnia di Sirius .
Suonò alla porta e gli venne ad aprire Andromeda, che sorrise:
 
“ Quanto tempo! Remus, giusto ? “
“ Esatto. “
 
Rispose sorridendo lui, stringendole la mano.
La donna si guardò attorno, un po’ stupita.
 
“ Non c’è Sirius con te ? “
“ Ehm “
 
Cominciò imbarazzato Remus.
 
“ Sirius aveva un…Un impegno urgente e mi ha chiesto di sostituirlo. “
 
La donna allora lo guardò con il sorriso di chi la sapeva lunga.
 
“ Guarda che me lo puoi dire Remus. Avanti dai, chi è la sfortunata ? “
 
Il lupo mannaro sgranò gli occhi.
 
“ Come scusi ? “
“ Su non fare lo gnorri. So benissimo che ‘ impegno urgente ‘ per Sirius fa rima con ‘ appuntamento galante ‘…O mi sbaglio ? 
 
Remus non stette a spiegarle che in genere gli appuntamenti dell’amico di galante non avevano manco il nome, e scrollò le spalle.
 
“ No, non si sbaglia…In ogni caso, io sono qui a prendermi cura della piccola. Spero non sia un problema. “
“ No, certo che No. Adesso te la chiamo…Tesoro! Vieni che devo presentarti una persona. “
 
Da dentro casa si sentirono rumori di qualcuno che inciampava in un mobile, e dopo un po’ sull’ingresso comparve una bimba sui sette anni, con i capelli di un improbabile viola chiaro e un viso birichino.
Appena la vide, Remus sorrise; non era uno che socializzava subito con tutti, ma a quella piccoletta - non sapeva come -  sentiva istintivamente di volere un bene infinito.
S’inginocchiò alla sua altezza e le porse la mano, con fare amichevole.
 
“ Ciao! Io mi chiamo Remus, e tu ? “
 
La bimba guardò prima lui poi la mano, sorridendo dispettosa sotto i baffi, e non disse nulla.
Lupin ricambiò quel sorriso malandrino e non ritirò la mano.
Sua madre la spinse avanti, per invitarla a presentarsi.
 
“ Non vuoi dirglielo a questo bel ragazzo come ti chiami, Ninfadora ? “
 
Al che avvamparono entrambi: l’uno per il “ bel ragazzo “, mentre l’altra invece…
 
“ Non mi chiamo Ninfadora! “
 
Protestò a pieni polmoni la piccola, mentre i suoi capelli da viola che erano diventavano blu elettrico.
 
“ E perché no ? “
 
Domandò curioso Remus, sorridendo tra sé e sé.
 
“ Perché è brutto! “
“ E come ti posso chiamare allora ? “
“ Tonks. “
 
Rispose lei dopo averci pensato un po’ su. 
Lupin la fissò pensieroso, grattandosi i capelli spettinati. 
 
“ Tonks…E se ti chiamassi Dora, invece ? Che ne dici ?
 
La streghetta ci rimuginò sopra per qualche secondo, poi si aprì in un grande sorriso.
 
“ E’ bello ! Mi piace! “
“ Allora piacere di conoscerti, Dora. Io sono Remus. “
 
Lei prese la manona del ragazzo con entrambe le proprie, e gliela strinse agitandola su e giù.
 
Andromeda sorrise intenerita, vedendoli già così complici già dopo pochi minuti.
 
“ Remus è venuto a farti compagnia per questo pomeriggio, mentre mamma è via. Contenta ? “
“ Sì! Tantissimo! “
 
Esclamò la piccola Dora, regalandogli un gran sorriso.
Lupin rise, e le scompigliò quei capelli matti con affetto.
 
“ Allora io vado tesoro, ci vediamo stasera con papà, d’accordo ? “
“ D’accordo mamma. “
“ E mi raccomando, fai la brava con Remus, intesi ? “
 
La bambina dai capelli rosa lanciò un’occhiata furbetta al mago, che rispose strizzandole l’occhio.
 
“ Intesi! “
“ Brava! A stasera, ragazzi! “
 
E si Smaterializzò con un sonoro “pop”.
Dora si girò a fissare Remus e lo prese per mano.
 
“ Ti va di vedere la mia cameretta ? “
“ Volentieri. “
 
Rispose sorridendo lui, e si lasciò trascinare fino ala camera della piccola, tutta ingombra di peluches e giocattoli, sia magici sia Babbani, e foto che salutavano ridendo.
Sul muro sopra il letto c’era pure un poster de “ Le Sorelle Stravagarie “, e sotto di quello una sciarpa di Quidditch.
 
“ Tifosa delle Holyhead Harpies, eh ? “
 
Domandò Remus non appena lo vide, sedendosi sul letto coperto da una trapunta fluorescente che luccicava di tantissime stelline.
 
“ Sì sì! Piacciono al mio papà, e mi ha promesso che un giorno mi porta a vederle giocare, le ‘ Sorelle Stravagarie ‘  invece sono la band preferita della mamma…A te piace il Quidditch ? “
“ Certamente. Solo che non sono mai stato un granché, come giocatore…"
“ Come mai ? “
 
Chiese curiosa la bambina, accoccolandosi vicino a lui.

“ Beh, diciamo che io preferivo rifugiarmi tra i libri. “
 
Sorrise un po’ in imbarazzo lui, mentre ricordava quella volta disastrosa in cui aveva giocato assieme a James contro Sirius e Peter.
Dora fece una smorfia.
 
“ A me i libri sembrano noiosissimi…”
“ Forse perché non ne hai ancora trovato uno per te…Ti piacciono le favole ? “
“ Sì, ma papà si appisola sempre mentre me le legge. “
 
Remus ridacchiò.
 
“ Beh facciamo così: dopo te ne leggo una io, poi mi sai dire. D’accordo ? “
 
Lei lo guardò con quei suoi immensi occhioni scuri, illuminandosi.
 
“ Dici davvero ? “
“ Dico davvero. “
“ Davvero davvero ? “
“ Davvero davvero. “
 
E le fece l’occhiolino, complice.
Tonks sorrise felicissima, poi si fece pensierosa e domandò:
 
“ Quanti anni hai tu Remus ? “
“ Tredici in più di te. Come tuo cugino Sirius. “
 
La piccola fece una rapida mano di conti sulle piccole dita.
 
“ Diciassette, diciotto…Diciannove allora ? “
“ Esatto. “
“ Allora sei uno grande. “
“ Penso si possa dire così, sì. “
“ Allora vieni con me! “
 
Saltò giù dal letto in un lampo e poco dopo era già partita di corsa.
Lupin scosse la testa divertito: ma dove la trovava tutta quella forza quella bambina ?
Si alzò e la seguì.
 
“ Dora che fai ? “
 
Le chiese quando l’ebbe raggiunta.
La piccola coi capelli rosa si voltò, lasciando temporaneamente perdere la maniglia della porta del ripostiglio con cui si stava “azzuffando”.
 
“ Cerco di aprire lo sgabuzzino delle scope, devo farti vedere assolutissimamente una cosa…Uffa, ma perché non ti apri ?! “

Remus sorrise sotto i baffi: aveva ereditato la mania di Sirius di prendersela con gli oggetti quando non gli riusciva qualcosa.
La scostò gentilmente e tirò fuori la bacchetta.
 
“ Posso ? Alohomora! “
 
Subito la porta si aprì con un cigolio e Dora batté le mani. 
 
“ Grande Rem! Sei bravissimo! “
“ Ma no, non è niente…Piuttosto, cosa cerchi lì dentro ?  “
“ Questa! “
 
E uscì fuori con due scope da corsa alte quasi il doppio di lei.
 
“ Le Comet di mamma e papà! Belle vero ? “
“ Belle sono belle…Ma che ci facciamo ?
“ Andiamo a volarci, no ? “
“ Non saprei…I tuoi sono d’accordo ? “
 
Dora mise su  il muso e lo guardò di sotto in su facendo gli  occhioni supplicanti.
 
“ Loro dicono sempre che sono troppo piccola per salirci da sola e che ci deve essere un grande con me…Ma se non ti va…”
 
Remus capì l’antifona e sospirò concedendosi un po’ di scena.
 
“ Va bene dai…Portale fuori che facciamo due tiri. “
“ Yuuuuhuuuu!! “
 
La bambina lanciò un grido di gioia, e dopo aver preso su anche una vecchia Pluffa, corse fuori nel giardino immenso di casa Tonks seguita dal mago che portava in spalla uno dei due manici di scopa.
 
Giocarono per tutta la mattina, passandosi la grossa  palla rossa sempre più velocemente e Tonks convinse Remus a cimentarsi in un paio di parate, usando i rami di un albero come anelli.
Dal canto suo, la bambina provò pure alcuni goal rovesciati e delle prese niente male, arrivando persino a lanciarsi in picchiata fino a poco meno di un metro da terra.
Remus rideva, rideva come non faceva da tempo: gli sembrava solo ieri che volava con i Malandrini attorno alle torri di Hogwarts, con Felpato e Ramoso che giocavano a buttarsi giù dalla scopa l’uno con l’altro.
 
Tornarono giù un dopo un paio d’ore, e si sedettero sotto un albero con la schiena contro il tronco.
Lupin Trasfigurò un sasso in un calice e lo riempì d’acqua che diede da bere a Dora, che batté le mani tutta contenta,facendogli i complimenti.
Il ragazzo non riusciva a capacitarsi di quanto infaticabile fosse quella bambina; sembrava non stancarsi mai di correre e di scalmanarsi…Di vivere.
La guardò con un gran sorriso trangugiare tutta l’acqua tirandosene addosso la metà, e allungò un dito per asciugarle una goccia dal nasino.
Dora rise quando lui le fece per gioco il solletico, poi d’improvviso si fece seria e gli chiese:
 
“ Remus posso farti una domanda ? “ 
“ Ma certo. “
“ Cos’hai fatto in faccia ? “
 
Il sorriso del mago svanì.
Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare l’argomento, le sue cicatrici erano troppo vistose da nascondere, ma sperava che non vi avrebbe fatto caso.
Non voleva traumatizzarla, né deluderla, rivelandole di essere un lupo mannaro.
Eppure, anche se conosceva quella tenera bimbetta da appena una mattinata, sentiva di doverglielo.
 
“ Senti Dora…”
“ Sì ? “
“ Ti hanno parlato dei…Lupi mannari ? “
 
Lei assunse un’espressione pensosa e concentrata, poi fece segno di sì.
 
“ Perché ? “
“ Perché vedi io…Io sono un lupo mannaro.“
 
Detto questo, distolse lo sguardo da lei.
Poi, d’improvviso, si sentì voltare il viso, e vide che la bambina lo fissava  sorridendo.
 
“ Guarda Remus che lo sapevo già. “
“ Lo sapevi? Ma come…”
“ Ho sentito di nascosto Sirius che lo diceva alla mia mamma, ma non ha detto proprio così…Ha detto qualcosa tipo licapopo, no licantopro…”
 
Remus, suo malgrado, sorrise.
 
“ Ah ecco, licantropo ! Io non sapevo cosa volesse dire e così l’ho chiesto a papà…Ma non ho mica paura! “
“ Dovresti, invece. I lupi mannari sono bestie feroci, che si divertono ad attaccare le persone…Anche i bambini, a volte…”
 
Mormorò, ricordando quando Fenrir Greyback aveva morso lui, da  piccolo. 
Dora, tuttavia, continuò a sorridergli con affetto.
 
“ Ma tu non sei cattivo Rem. Tu  sei buono e simpatico e anche bello. Perché dovresti farmi paura ? “
 
Gli sfiorò una guancia sfregiata con una mano, poi gli diede un bacio.
 
“ Ecco, così vanno via prima. “
 
Remus la guardò sorridendole grato, con gli occhi lucidi.
Era la prima volta che qualcuno diverso da Lily e dai Malandrini lo accettava per quello che era senza timori.
 
“ Sei una bambina speciale, lo sai ? “
“ Anche tu sei speciale Remus. “
 
Le fece una carezza, poi s’alzò in piedi:
 
“ Andiamo a mangiare, che dici ? “
“ Sììì! “
 
Si diressero verso casa, dove Remus si tirò su le maniche e si mise ai fornelli mentre lei si sedeva a tavola.
 
“ Bacon, ti va ? “
“ Certo! “ 
“ E di contorno gli spinaci, d’accordo ? “
 
Tonks cacciò fuori la lingua in un grosso “bleah”.
 
“ Ma col formaggio come li faccio io scommetto che non li hai mai mangiati…Dai, solo una forchettata, fammi contento. “
 
Mormorò il mago, facendo gli occhi dolci.
La bambina sbuffò un po’, ma poi attaccò a mangiare e dovette riconoscere che erano proprio buoni, tanto che fece il bis.
 
Dopo pranzo i due si sistemarono sul pavimento del salotto, dove si misero entrambi a disegnare con i pastelli.
Remus di tanto in tanto sbirciava scherzoso il foglio di Dora, che puntualmente lo copriva col braccio facendogli dispettosa la lingua e dicendo “ Vietato guardare “.
 
Dopo un’oretta che disegnavano, Tonks posò la matita e piegò il proprio disegno in quattro.
 
“ Non vuoi proprio farmelo vedere, eh ? “
 
Insistette Remus sorridendo.
 
“ Solo se tu mi fai vedere il tuo! “
“ Ah no! Prima tu! “
“ No tu! “
 
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere rotolandosi per terra.
Poi la streghetta si tirò su e fece al ragazzo:
 
“ Mi racconti una storia Remus ? “
“ Ma certo Dora. Vai a prendermi un libro di favole e te ne leggo volentieri qualcuna. “
 
La piccola tornò poco dopo con in mano un librone grosso quasi quanto lei.
Glielo porse poi s’accoccolò tra le sue braccia, seduti comodamente sul divano.  
Remus aprì il libro e cominciò a leggere a voce alta, dando buffe voci proprie ai personaggi.
Tonks lo ascoltava attenta, fissando lo sguardo un po’ sulla pagina un po’ sulle labbra del ragazzo che si muovevano nell’articolare le parole, coperte da un paio di buffi e ispidi baffi biondi che facevano il solletico alle mani a toccarli.
Leggeva proprio bene Remus, e, infatti, finita la prima gli chiese di leggergliene un’altra, e poi un’altra ancora, affascinata dalla sua voce. 
 
Erano almeno alla quindicesima storia quando Andromeda rincasò assieme al marito, e Dora saltò giù dalle gambe di Lupin per correre loro incontro.
 
“ Remus mi stava leggendo una favola! “
“ Davvero ? E quale ? “
“ ‘ La storia di re Mida ‘! Parla di un re che trasforma in oro tutto ciò che tocca e…”
“ Sì insomma “
 
S’intromise ridacchiando il mago, alzandosi a sua volta dal divano per andare a salutare i padroni di casa.
 
“ E’ stata una giornata parecchio movimentata. “
“ Immagino “
 
Sorrise Ted, mentre la figlioletta correva ad abbracciare la mamma.
 
“ S’è comportata bene, la nostra streghetta ? “
“ E’ stata buonissima. Ha perfino mangiato gli spinaci! “
“ Davvero ? “
 
Chiese Andromeda incredula.
 
“ Devi darmi la ricetta allora, con noi non li mangia neppure a pregarla! “
“ Quelli di Remus sono più buoni! “ 
 
Spiegò la piccola,sorridendo a Remus che le fece l’occhiolino.
 
“ Remus ceni con noi ? “
“ No grazie, credo sia meglio che io vada. “
 
Dora s’intristì.
 
“ Vai già via ? “
“ Mi spiace piccola, ma devo proprio tornare a casa. Abbiamo giocato assieme per un intero pomeriggio, non sei contenta ? “
“ Sì…Ma io voglio che resti…”
 
Remus si abbassò alla sua altezza e le sollevò il visino a forma di cuore con un dito.
 
“ Non posso Dora, davvero…C’è una…Una cosa che devo fare.“
“ E non può proprio aspettare questa cosa ? “
“ Temo di no purtroppo. “
 
La bambina lo guardò in quegli occhi verde azzurro che le piacevano tanto.
 
“ Ma tornerai a trovarmi ? “
“ Ma certo Dora, ma certo. E la volta prossima leggiamo qualche altra storia e facciamo degli altri disegni, d’accordo ? “
“ D’accordo…A proposito di disegni “
 
Tonks corse al divano dove l’aveva lasciato, tornò indietro e glielo porse.
 
“ Questo è per te…Puoi usarlo come segnalibro se vuoi. “
 
Remus lo aprì e sorrise intenerito, vedendo cosa la piccola c’avesse disegnato su.
 
“ E’ bellissimo, davvero. Graz…”
 
Non fece in tempo a finire la frase che la piccola lo abbracciò stretto stretto.
 
“ Ti voglio bene Remus. “
 
Lui ricambiò l’abbraccio.
 
“ Anch’io Dora. Anch’io. “
 
Poi s’alzò, sorrise un’ultima volta ai signori Tonks e svanì con la Smaterializzazione…    
 
 
 

 
 
 
Diciotto anni dopo…

 
 
 
 
 
- Ecco perché quando ci ha presentato Malocchio mi sembrava di conoscerti!
 
Esclama Tonks, sdraiata al fianco di Remus sul loro letto.
Il marito ridacchia divertito, facendole una carezza.
 
- Eh già…E devo dire che non sei cambiata molto dalla bimba che eri…
- Mi stai dando della ragazzina ?
 
Borbotta lei, fingendo di prendersela.
 
- No…Sto dicendo che la tua voglia di ridere, di divertirti, di vivere è la stessa di tanti anni fa. Anche se devo ammettere
 
Aggiunge con un bacio a fior di labbra, senza smettere d’accarezzarla dolcemente.
 
- Che sei diventata anche più bella in tutto questo tempo.
 
Lei chiude gli occhi e si gusta quelle carezze e quelle parole come fossero il tesoro più prezioso del mondo, poi d’un tratto li riapre, colpita da un pensiero improvviso.

- Remus…
- Sì amore ?
- Quel disegno che ti ho fatto…Dov’è adesso ?
 
Il mago sorride, e senza una parola si alza e prende dal comodino il libro che legge ogni sera.
Lo sfoglia fino al punto dove è arrivato, estrae qualcosa tra le pagine e lo tende alla ragazza.
Lei lo apre e spalanca gli occhi in un’espressione di profondo stupore.
 
- Remus…Dopo tutti questi anni…?
 
Lupin non dice nulla, e si limita a prenderla tra le proprie braccia e a stringerla con ardore. 
 
- Sempre.
 
Da sopra le spalle minute di lei guarda il disegno con affetto il foglio di carta spiegazzato che da ormai quasi vent’ani porta con sé tra le pagine dei propri libri.
Un disegno i cui colori sono ormai sbiaditi dal tempo, ma nel quale, sotto un grande sole giallo che illumina l’azzurro chiaro del cielo, un ragazzo biondo e spettinato  e una bambina coi capelli rosa acceso si tengono per mano, mentre – oggi come ieri- sorridono.
 
 
 
 
Fine
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice: Ehi gente :)! Che ne dite ? Mi è venuta in mente l’altro giorno, mentre giocavo alla PlayStation col mio fratello minore, pensavo quanto sia bello crescere giocando con qualcuno…Ed ecco qua una piccola shot su Dora e Remus ^^ ! Ovviamente le frasi finali sono quelle di Piton e Silente alla fine de “ I doni della morte” XD…Piccolo prestito di un grande libro :D ! Beh, che dire ? Fatemi sapere! Bye!!
 
Raky 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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