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Autore: Melanyholland    02/07/2006    6 recensioni
Stagione 5, subito dopo “Intervention” (Pronto Intervento). Buffy sottovaluta cosa possa significare un bacio, ma presto scoprirà che anche quello più innocente può avere conseguenze profonde su tutta la sua vita. Soprattutto se c’è di mezzo Spike.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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2. In her Eyes

 

“Bene, allora. Andiamo.” Annunciò la Cacciatrice con tono autoritario, voltandosi verso la porta. Spike rimase immobile dov’era, lasciando che lei arrivasse da sola alle sue conclusioni. Giunta sulla soglia della cripta, Buffy si voltò, disorientata, e lo guardò interrogativa e spazientita. Poi sbuffò:

“Oh, non dirmi che non ce la fai nemmeno a camminare!”

“Spiacente, tesoro.” Disse lui e attese la sua reazione.

La Cacciatrice lo osservò, indecisa, poi mandò un altro sbuffo e si avvicinò, lasciando che lui le passasse un braccio intorno alle spalle per sorreggerlo ed aiutarlo a camminare. Spike gioì subito del contatto, la pelle di lei che bruciava al confronto della sua, il suo profumo che lo avvolgeva in una deliziosa fragranza, un misto di rose e vaniglia. Fulmineo gli passò nella mente il pensiero che il Buffybot non aveva nessuna di queste caratteristiche, poi tutta la sua mente si concentrò nella sensazione meravigliosa del corpo di lei contro il proprio, dell’anca che sfiorava la sua mentre si muovevano, del battito del cuore e del respiro di lei.

La sua proposta l’aveva lasciato senza fiato (se così si poteva dire); così come lei lo aveva sconcertato quando, ore prima, si era presentata nella sua cripta e lo aveva baciato, lasciandogli assaporare quelle labbra dolci, accarezzando teneramente le sue. Quando Spike aveva capito chi era in realtà si era staccato di riflesso, una cosa che rimpiangeva amaramente, ed era rimasto sorpreso e imbambolato a fissarla, nella mente un solo pensiero che si ripeteva, incredulo: Buffy, la vera Buffy, l’aveva baciato, di sua spontanea volontà, senza l’influsso di qualche incantesimo riuscito male della Rossa; Buffy, lei, non una copia robotica che gli era totalmente devota. Buffy

Aveva cercato con lo sguardo quello di lei, tentando di capire cosa fosse successo, perché per la prima volta, incredibilmente, non aveva avuto idea di che cosa passasse per la testolina a Buffy Summers. Intanto, nel suo cuore che da tanto aveva smesso di battere, era rinata, intensa, profonda, una scintilla di speranza, limpida, sincera. La stessa scintilla che era stata violentemente spenta nel momento in cui lei aveva revocato l’invito nella sua casa e nella sua vita, e l’aveva guardato con occhi gelidi, spietati, indifferenti al suo dolore, chiudendogli la porta in faccia.

Lui era un vampiro, sì; ma in quel momento, erano stati gli occhi di lei a non tradire alcun sentimento, alcuna traccia di un’anima.

La Cacciatrice l’aveva fissato per qualche secondo, imperscrutabile, poi se n’era andata, dicendogli, di spalle (perché non ti sei voltata? Perché non mi hai lasciato vedere i tuoi occhi in quel momento?), parole che non avrebbe mai dimenticato, come indelebile del resto sarebbe stata la sensazione che aveva provato durante quel loro primo, vero, stupendo bacio:

“Quello che hai fatto per me, e per Dawn…quello era reale.”

Poi un momento, uno solo, in cui i loro occhi si erano incontrati, l’azzurro di Spike e il verde di Buffy. Qualcosa era passato fra loro, qualcosa a cui ancora non riusciva a dare un nome, ma che l’aveva fatto sentire per la prima volta vicino a Buffy. Un contatto intimo, profondo, durato solo il tempo di una frase:   

“Non lo dimenticherò”.

Una promessa semplice, da niente, che lo aveva riempito di gioia; e se non fosse morto tanti anni prima, in quel momento il suo cuore avrebbe battuto forte. La scintilla si era intensificata e, nonostante le ferite che in alcuni punti ancora sanguinavano, nonostante i lividi che ancora pulsavano, nonostante le costole che gli mandavano fitte di dolore ogni volta che si muoveva…

Si era sentito bene

Aveva creduto che tutto fosse finito lì. Buffy gli aveva espresso la sua gratitudine, aveva compiuto il suo dovere da ‘buona’, non c’era alcuna ragione per cui dovesse fare altro. Invece, ore più tardi, quando era calata ormai la notte, era tornata, avanzando nella sua cripta decisa, e aveva pronunciato parole che non si sarebbe mai aspettato da lei:

Non sei al sicuro qui. Sarebbe meglio che venissi a casa mia.”

Il tono era freddo, calcolato, come al solito, e lo aveva mantenuto tale durante tutta la loro conversazione; ma stavolta lei non era stata tanto furba da voltarsi e Spike aveva scorto nel verde dei suoi occhi ciò che nemmeno lei, ne era certo, aveva confessato a se stessa: non lo stava aiutando perché aveva paura che rivelasse alla Dea delle Permanenti fatte in Casa la vera identità di Briciola; lui le aveva già dimostrato che non l’avrebbe mai fatto. No, aveva deciso di dargli una mano, di ‘tenerlo d’occhio’, per dirlo in Slayer-Style, perché c’era qualcosa che non le tornava riguardo a ciò che era successo nella sua cripta ore prima. Qualcosa che aveva provato, probabilmente la stessa sensazione che aveva sentito lui quando i loro sguardi si erano incontrati, ma che non riusciva ad accettare in pieno, e che per questo la turbava. Qualcosa che era sicura di riuscire a focalizzare e scacciare solo stando con lui.

Beh, Spike l’avrebbe aiutata nella prima parte; quanto allo ‘scacciare’, aveva in mente di sostituirlo con qualcosa di meglio, tipo ‘accettare’. Vivere in casa Summers gli sarebbe stato più di aiuto di quanto la Cacciatrice credesse: gli avrebbe dato la possibilità di farsi conoscere, di cancellare l’immagine sbagliata che lei si era fatta di lui, ovvero di un mostro incapace di provare sentimenti. Le avrebbe dimostrato di poter amare, di essere degno dell’amore di lei quanto e forse più di Angel, con la sua anima e i suoi piagnistei da bravo vampiro redento; e forse avrebbe capito anche lui cos’era quel qualcosa passato fra di loro. 

Sorrise, annusando a pieni polmoni l’odore di lei. Sfortunatamente, Buffy se ne accorse e lo fulminò con lo sguardo:

“Sei proprio un animale, Spike!” Lo insultò, disgustata.

Aveva in mente di replicare con una battuta maliziosa, ma alla fine rinunciò: meglio non farla arrabbiare troppo, avrebbe potuto decidere di abbandonarlo lì in mezzo alla strada, e strisciare fino alla sua cripta con l’alba alle calcagna non era una bella prospettiva. Così tacque, continuando a camminare in direzione di Revello Drive, verso la casa della Prescelta.

Quando arrivarono, Buffy fece per entrare, ma fu respinta insieme a lui dalla barriera. Roteò gli occhi, sbuffando spazientita, e sbottò:

“Va bene, va bene! Puoi entrare, Spike.”

“Grazie.” Fece lui, con un sorriso sincero. Buffy sembrò colpita dalla sua espressione, distolse in fretta gli occhi (era rossore quello che cominciava a colorarle le guance?) e lo trasportò fino al divano, dove lo fece sdraiare con poca grazia, strappandogli un gemito soffocato.

“Non fare rumore, Dawn dorme.” Lo ammonì lei, severa.  Spike sbuffò:

“Se la smetti di cercare di uccidermi, volentieri.”

“Bada a come parli, o cercherò di ucciderti davvero.” Lo minacciò, adorabile come al solito. Ad un tratto, gli occhi verdi indugiarono sul suo petto, e Spike sorrise, compiaciuto:

“Che c’è, Cacciatrice? Ammiri il panorama?”

“Stai sanguinando.” Rispose lei, lapidaria. Spike guardò a sua volta il torace: in effetti sentiva dolore da quelle parti, ma non si era accorto che aveva ripreso a perdere sangue. Probabilmente la ferita si era riaperta mentre camminavano fino a lì.

“Beh, smetterà.” Scrollò le spalle lui, provocandosi una fitta anche da quelle parti. La Divina Rompipalle l’aveva ridotto davvero male.

“Non prima che avrai sporcato tutto il divano!” Replicò lei scocciata, e con un sospiro si diresse verso le scale. “Aspetta qui.” Ordinò, senza voltarsi.

“Avevo in mente di andare ad una festa, ma se proprio insisti…” Disse lui, ironico. Buffy gli lanciò un’occhiataccia da sopra le scale, prima di sparire. Spike si adagiò con un sospiro contro il divano morbido e comodo, chiudendo gli occhi.

Sentì scendere le scale, e poi una presenza al suo fianco. Il profumo che avvertì nelle narici non fu vaniglia e rose, però, bensì zucchero a velo e chewing gum alla fragola. Aprì pigramente gli occhi, ritrovandosi davanti, come previsto, la sorellina della Cacciatrice, che lo guardava sbattendo le ciglia. Indossava un pigiama da bambina, con orsacchiotti rosa disegnati sopra.

“Mi era sembrato di sentire la tua voce!” Esclamò.

“Già.” Fece lui.

“Buffy sa che sei qui? Perché, sai, l’ha presa piuttosto male la faccenda del robot …”

“Ti ha raccontato tutto?” Domandò lui, sorpreso. Dawn scosse la testa.

“Tara e gli altri mi hanno detto che ti sei fatto fare una copia robotica di Buffy per giocarci a dama.” Sorrise dell’imbecillità della trovata, scuotendo la testa, con un atteggiamento da donna di mondo. Spike non poté che trovarsi d’accordo con lei: potevano inventare qualcosa di meglio, la ragazzina non era mica stupida.

“E tu? Ce l’hai con me per quello che ho fatto?” Chiese, non sapendo nemmeno lui bene il perché. Non voleva che la piccoletta lo ritenesse un mostro disgustoso e perverso. Gli piaceva chiacchierare con lei, era l’unica sopportabile in tutta la Scooby Gang. Sapere che lei era venuta a conoscenza del suo sexy-robot lo metteva più in imbarazzo di quando aveva saputo che Buffy stessa lo aveva scoperto. Strano ma vero.

Briciola fece spallucce.

“Non era mica la mia gemella robot! E poi, qualche volta, anch’io preferirei una Buffy meno rompiscatole.”.

Spike rise, insieme a lei, nonostante il dolore che provava alle costole. Questa ragazzina lo faceva impazzire. 

“È stata Glory a ridurti così?” Domandò poi Dawn, quando smise di ridere. Spike annuì.

“Per colpa mia?” Chiese ancora, con una vocina piccola e mortificata.    

“No.” La smentì lui. “Perché è una bastarda cellulitica senza cervello.” Le sorrise. “Tu non c’entri.”   

“Voleva sapere chi era la Chiave?”

“Sì, ma io…”

“Non gliel’hai detto. Lo so.” Lo interruppe Briciola con un sorriso, gli occhi azzurri che brillavano fiduciosi. “Ne ero sicura. Non l’avresti mai fatto.”

“Che succede qui?” Disse Buffy, scendendo le scale con in mano il kit del Pronto Soccorso e quella che sembrava una camicia da uomo scura. Guardò male lui, poi si focalizzò su Dawn:

“Dovresti essere a letto.”

“Anche tu.” La rimbeccò lei mostrandole la lingua. Scoccò un ultimo sorriso a Spike e poi ubbidì suo malgrado alla sorella maggiore. Buffy la seguì con gli occhi, poi si avvicinò a lui.

“Levati quella maglietta.” Ordinò, perentoria.

Spike le sorrise, lascivo.

“Ho fatto un sogno erotico che cominciava così, l’altro giorno.”

Buffy avvampò, poi aggrottò le sopracciglia e lo guardò storto:

“Smettila di fare l’idiota, o ti lascio così.”

“A rovinare la tappezzeria? Non credo proprio.” Ribatté lui, ma le obbedì, sebbene con difficoltà. Gli faceva male dappertutto. Gli sarebbe piaciuto se, sentendolo gemere, lei lo avesse aiutato, ma evidentemente memore della sua battuta maliziosa, Buffy rimase impassibile. How Sweet. E poi parlava della crudeltà dei vampiri!

La Cacciatrice pulì le sue ferite con la mano esperta di chi l’ha fatto tante volte in vita sua. Spike seguì ogni suo movimento con gli occhi, deliziato: alla luce dell’abat-jour del salotto i suoi lunghi capelli brillavano d’oro e i suoi occhi assumevano una tonalità verde-miele intensa e bellissima. Guardò le sue labbra, carnose e ben disegnate, ricordandosi del sapore che avevano, e dovette distogliere gli occhi subito: non era il momento di lasciarsi andare a certi pensieri, a meno che non volesse che la Cacciatrice lo buttasse fuori di casa a calci, vedendone le conseguenze.

Quando finì di medicarlo, gli lanciò la camicia blu che aveva portato. Spike la osservò, stupito:

“Come mai hai vestiti da uomo?”

Buffy storse il naso, esitando un attimo nel parlare, poi disse:

“È di Riley. L’ha dimenticata qui insieme a un po’ di altra roba.” Fece un sorriso amaro. “Aveva tanta fretta di scappare da me che non ha avuto il tempo di fare per bene i bagagli.”

“Era un idiota.” Sentenziò Spike, deciso, notando quanto il suo comportamento l’avesse ferita.

“Se io avessi avuto quello che aveva lui …se avessi avuto te…” Scosse la testa, distogliendo lo sguardo da lei, che ora lo fissava intensamente. “…non avrei mai fatto una cazzata del genere. Non ti avrei tradita e non me ne sarei mai andato.”

Silenzio. Poi lei sospirò e disse scettica:

“È facile parlare, Spike.”

“Dico la verità.” Insisté lui, trovando il coraggio di guardarla; ma era lei stavolta a posare lo sguardo altrove, gli occhi persi e tristi. “Non ti avrei lasciata per nulla al mondo.”

“Forse.” Concesse lei, stancamente. Chiuse bene le tende della finestra per evitare che lui si incenerisse al mattino (un gesto semplice e quasi automatico, ma che gli fece un piacere immenso) poi si girò verso le scale. “Vado a dormire. ‘Notte.”

Fu tentato di richiamarla, di approfondire l’argomento, ma alla fine rinunciò, e si limitò a osservarla mentre scompariva oltre la scalinata, nel corridoio che portava alla sua camera. Non c’era fretta. Avrebbe avuto occasione in quei giorni di mostrarle che era veramente cambiato, e che teneva a lei oltre ogni cosa.

Chiuse gli occhi.

 

To be continued…

 

 

Note dell’Autrice: ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo, stavolta dal POV di Spike; volevo mostrare la sua reazione alla proposta di Buffy, e mettere le basi per lo sviluppo dei sentimenti fra i due. Dal prossimo capitolo in poi, inizierà la vera convivenza. Nel frattempo, ringrazio tutti i lettori e in particolare chi ha commentato la prima parte. Siete state meravigliose!#^^#

Chloe88: ciao carissima! Mi ha fatto piacere vederti a commentare anche questa storia! Felice che l’inizio ti sia piaciuto, spero di non averti deluso con l’aggiornamento, anche se è un po’ meno ironico. L’ironia ricomincerà dal terzo, è che con Buffy, chissà perché, mi riesce meglio.^^” Ti dirò, nemmeno io so con precisione cosa succederà: ho in mente tutta la storia solo a grandi linee, poi le scene vere e proprie le invento mentre scrivo. Mi auguro comunque di non deluderti mai! Grazie ancora della recensione, un bacio.

Shavanna: ciao! Ti ringrazio del commento, sono contenta che come idea ti piaccia. Spero di non tradire le tue aspettative nella stesura, mi dispiacerebbe un sacco. Mi auguro di ricevere ancora le tue impressioni, baci.

Mokuren078: ciao! Sei davvero gentile, ma se fossi in te aspetterei ad esultare: questa ff potrebbe anche risultare un fiasco, chissà.^^” Il bacio c’è stato, come di sicuro avrai capito leggendo il secondo chap; il tuo dubbio comunque era più che giustificato, in fondo nella prima parte non l’avevo specificato. Grazie della recensione, spero che il resto della ff sia all’altezza delle tue aspettative. Un bacione.

Lisy91: ciao! Grazie del complimento, sei stata carina, che ne pensi di questo nuovo capitolo? Fammelo sapere!

Xhio: ciao! Sono contenta che tu abbia trovato interessante la mia idea. Grazie dell’incoraggiamento e dei complimenti, sei davvero gentilissima. Vuoi che la storia sia “sempre interessante e poco scontata”? Mmm, lettrice esigente! Farò del mio meglio per non deluderti. Baci, a risentirci.

Clara: ciao! Eccoti a commentare anche questa ff, mi fa davvero piacere. #^^# Spero che anche questo secondo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere, okay? Un bacio.

Ecco fatto. Vi do appuntamento al capitolo tre. Nel frattempo, se volete farmi un grosso favore: recensite!

 

-Melany  

  
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