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Autore: Lovecraft Kane    30/10/2011    2 recensioni
E' passato più di un anno ormai dalla tragica morte di Paul Gray, ma gli Slipknot sono fermi, bloccati dal trauma e dal pensiero delle reazioni dei fans. L'arrivo di una new entry darà loro la forza di affrontare il passato e andare avanti. Perchè non si può mai sopravvivere, con memorie morte nel cuore...
"So che state cercando un nuovo bassista" "Sì è così, perché... "Forse io posso aiutarvi"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Serena era sul palco, ma di principio sapeva che c'era qualcosa che non andava. Sentiva le urla delle persone sotto di sè - urla di terrore, non di gioia ed esaltazione. "Psycho Fucking Social!" urlava Corey, ma lei non lo vedeva; un dolore lancinante le schiacciava le tempie, facendola gridare e annaspare. Una luce bianca la accecava impedendole di vedere. Il fuoco. Tutti venivano divorati dal fuoco: "Nooooooo!" strillò, incespicando e mettendo un piede sull'orlo del palco, diventato improvvisamente un precipizio. Alzò un braccio, quando ormai stava per cadere, ma qualcuno la afferrò saldamente agganciandola alla vita: "Va tutto bene, sta' calma" diceva la voce, ma lei lo sapeva che non era così. Si dibattè da quella stretta estranea e si lanciò nel vuoto...
Serena si svegliò di colpo, il cuore in gola. Solo un sogno, era stato solo uno stupido sogno. Aveva però un mal di testa allucinante, tempie e fronte che pulsavano e scottavano.
Ben ti sta, ragazza mia. Così impari a ballare con Sid tutta la notte.
Si accorse di trovarsi sul bordo del letto, quasi fuori; doveva essere stato quella a farla svegliare. Le tende accostate lasciavano intravedere un pallido spiraglio di luce fioca: doveva essere l'alba, o giù di lì. Si mosse, cercando di tirarsi all'indietro, ma colpì subito il muro. No, non poteva essere il muro, era troppo vicino. Con orrore, sentì la testa di qualcuno che si appoggiava alla sua. In mezzo agli strascichi del mal di testa da sbornia, si ricordò di quello che aveva fatto ieri sera... e poi, a scatti, il suo cervello congestionato registrò anche quello che stava succendendo.
Mick. Nel suo letto. Il braccio attorno alla sua vita.
Nemmeno c'era da chiedere che cosa fosse successo: i vestiti a terra erano un segnale chiarissimo. Sopraffatta dalla nausea, dovuta solo in parte ai fumi dell'alcool, cercò di scivolare via dalla stretta, ma Mick, ancora addormentato, aumentò la stretta di riflesso. Serrando i denti, Serena gli sollevò il braccio e si lasciò cadere a terra, frugando alla ricerca dei propri vestiti. Aveva appena recuperato e indossato slip e canottiera, ancora inginocchiata sul freddo parquet, quando trasalì, sentendo la voce di Mick: "Buongiorno, Ser. Dormito bene? Che stai facendo?". Mick, ancora assonnato, si tirò a sedere e fissò la donna con un'espressione sinceramente sorpresa: "Ma che ti prende?". Serena lo guardava con occhi spalancati pieni di panico: "Non ti avvicinare" sussurrò "Non mi toccare". Si strinse le braccia attorno al corpo, in un vano tentativo di protezione: "Quello che abbiamo fatto..." sentì un conato di vomito salirle lungo la gola "Quello che mi hai fatto... è... oh mio Dio... è sbagliato. E' tutto sbagliato" "Serena, ma che ti prende?" chiese Mick "Tu... tu mi hai..." "Ok, va bene, l'abbiamo fatto, ma non è una cosa così terribile, sono completamente sano e tu sai che io ti... " "No!" urlò Serena, dimenticando per un attimo il dolore alla testa "Non dirlo! Non posso credere che tu... " "Serena, ieri sera sei stata tu a... " "Ero ubriaca fradicia! Pensavi che fossi in grado di ragionare?! Sono disgustata... all'idea di essere finita a letto con un... " "Con un? Adesso vai avanti". Nella voce di Mick era sparita ogni nota che non fosse rabbia repressa; aveva recuperato i proprio boxer e ora aspettava, seduto sulla sponda del letto, gli occhi azzurri lampeggianti. Serena prese fiato e buttò fuori: "Sono finita a letto con un porco bastardo senza Dio come te!". Mick strinse i pugni e si alzò in piedi: adesso la sovrastava senza problemi, visto che Serena era ancora accucciata a terra dall'altra parte della stanza, gli occhi chiusi e la testa fra le mani. Ignorando deliberatamente il fatto che i suoni le facevano male, iniziò: "Ed io che mi aspettavo, da bravo coglione, che tu fossi diversa. Quando eri arrivata qui ero sospettoso, pensavo che avresti fatto un sacco di storie sul fatto che sono ateo e cazzate simili, invece poi m'è toccato ricredermi... e va bene, poi mi sono innamorato; era un rischio ma sinceramente la cosa non mi era dispiaciuta. Mi bastava che mi fossi amica e che potessimo anche solo divertirci senza problemi. Poi ieri sera, sempre come un perfetto deficiente, mi sembrava di essere arrivato alla meta; ma adesso non ne sono più così sicuro. Io non ti capisco, dannazione, prima fai tutta la carina e adesso ti comporti come una fottuta puritana! E non rifilarmi la storiella della sbronza, se c'è una cosa che ho capito è il fatto che l'alcool fa solo cadere le inibizioni... Sai che vuol dire? Vuol dire che tu volevi quello che abbiamo fatto... e scommetto che ci deve essere un qualche cazzo di motivo nel tuo subconscio, se ora indossi la mia canottiera". Finito il discorso, Mick incrociò le braccia sul largo petto, in attesa: "Allora? Sentiamo, che hai da dire?".
Serena si sfiorò la canottiera; adesso si rendeva conto che le andava troppo larga. Alzò la testa e lo guardò negli occhi leggendovi, rabbia, disprezzo e... delusione. Sì, Mick era deluso da lei. Serena iniziò ad alzarsi lentamente, cercando di vincere il dolore alla testa e un altro, sordo e indecifrabile, che le si stava diffondendo nel corpo: "Io..." incominciò, ma subito richiuse la bocca, mentre il colore le defluiva dal volto e le ginocchia le si serravano automaticamente. Con un'espressione sconvolta, strinse le mani sul basso ventre e corse in bagno. Mick non ci capiva più niente.
Serena si sedette nella vasca, strappandosi quasi via gli slip; al centro c'era una macchia di sangue scuro. Perchè, perchè di tutti i momenti possibili, doveva arrivarle il ciclo proprio in quel momento? Si sentì piena di vergogna, pensando al fatto che tutto quello era successo proprio di fronte a Mick. Ma era davvero solo quello? Si lasciò sfuggire un gemito.
Mick aprì appena la porta, guardando all'interno: "Serena? Come ti senti?". Serena si decise: "Mick, per favore... nel mio armadio c'è una scatola da scarpe, verde. Me la porteresti? Ti prego". Mick annuì e tornò nella stanza; aprì il grande armadio ad ante e iniziò a cercare. La scatola era sul fondo; anche se sapeva che era sbagliato, sbirciò dentro: all'interno c'erano alcune scatole di tamponi e una specie di mutanda a panciera. Allora era proprio come pensava. Tornò da lei: "Serena? Non entro, ti faccio scivolare dentro la scatola". La vide tornare alcuni minuti dopo, con ancora addosso la sua canottiera e un'espressione vergognosa sul volto. In silenzio, senza guardarlo in faccia, aprì un cassetto ed estrasse un pigiama pulito: "Stai un po' meglio?" "Ho bisogno di dormire" "Non puoi prendere qualcosa? Che so, un paracetamolo o... " "No, farebbe reazione con la sbornia. Devo solo dormire un po'". Mick l'aiutò a mettersi a letto, osservandola raggomitolarsi come una bambina, le labbra strette, come faceva sempre quando rimurginava qualcosa: "Mick?" "Sì?" "Mi dispiace aver detto...e anche pensato... tutte quelle cose. Non volevo... cioè, io..." "Va tutto bene, sta' calma". Serena abbozzò appena un sorriso, pensando a come fosse buffo che lui le ripetesse le stesse cose del sogno. Si addormentò sfinita in pochi minuti, mentre Mick la vegliava. Ma dopo un'ora iniziò a sentire le palpebre pesanti, pur non volendo allontanarsi da lei in quel momento.
Mi stendo un momento, solo un momento.
Si mise accanto a lei, sopra il piumone, e si addormentò quasi subito.

9.30 a.m.
Sid uscì dalla sua stanza stiracchiandosi energicamente: "'Giorno Chris. Dormito bene?" "Mah, sì, non c'è male. Ciao Craig, Shawn... tutto a posto?" "Bene, sì. Scendiamo a fare colazione? Ho una fame assurda" chiese Shawn "Svegliamo anche gli altri". Scesero da basso, dove anche Corey, James e Joey stavano uscendo dalle proprie stanze: "Ah, sono ancora rincoglionito da ieri sera. Ho bisogno di un caffè doppio subito" disse Corey, sbadigliando vistosamente "E dove si sono cacciati Serena e Mick, adesso? Andate a svegliarli". James bussò alla porta dell'amico: "Ehilà? Mick, sei sveglio? Mick?... Ehm, ragazzi... Mick non c'è" "Come sarebbe non c'è?" chiese Craig, cercando di guardare oltre la sua spalla. James si limitò ad indicare la stanza vuota: "E il letto non è stato usato... ma che fine ha fatto? Come facciamo a perderci un chitarrista di un metro e novanta in meno di una notte?" disse Sid. Shawn fece cenno a tutti di avvicinarsi: "Date un po' un'occhiata" disse, indicando l'interno della camera di Serena. Un coro di esclamazioni sussurrate si diffuse nel gruppo: "Dio, non ci credo..." "Chris! Ho vinto la scommessa!" "Fanculo Sid, non mi sembra decisamente il momento!" "Ma voi credete che...?" "Dai un'occhiata ai jeans per terra e poi risponditi, Joey" "Che facciamo adesso?" "Lasciamoli dormire". Chiusero la porta e si diressero in sala da pranzo, troppo sconvolti per pensare e parlare d'altro.
Serena aprì lentamente gli occhi, percependo la presenza di Mick accanto a sè, protettiva e intrusa allo stesso tempo. Gli voleva bene, certo. Ma non era sicura che le cose potessero andare avanti tra loro. Erano troppo diversi...
Diversi? Ascoltate la stessa musica e vedete gli stessi film... Siete due teste calde e cocciute. O vi amate o vi scannate.
Serena chiuse gli occhi, appoggiando la testa contro il petto di Mick. Si sarebbe concessa solo quei momenti, poi ci avrebbe dato un taglio. Sarebbe rimasta con la band, quello sì, ma quel momento sarebbe stato... solo un incidente di percorso, ecco.
Non può funzionare. Non potrebbe mai funzionare.
...
Oppure sì?


Ora che siamo arrivati qui, lo so, LO SO, che il titolo è abbastanza crudo, ma mi sembrava quello migliore per il capitolo. Spero che vi sia piaciuto, ha un tono decisamente diverso dagli altri, ma così dev'essere. Il discorso di Mick è troppo pesante? Fatemi sapere!

  
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