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Autore: _EpicLoVe_    30/10/2011    3 recensioni
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima.
I miei occhi mostrano un'anima nera, un'anima sporca.
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Serpeverde, Tosca Tassorosso | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il buio ha i tuoi occhi

Il buio ha i tuoi occhi

Il buio stringeva Hogwarts in una morsa di gelo quella notte, non c’era il pallore della luna a risplendere sui vetri delle finestre, né il chiarore delle stelle.

La tempesta impazzava all’esterno e, lungo i corridoi silenziosi, si poteva udire il ticchettio della pioggia insistente sui vetri.

Un’ombra fugace attraversò il corridoio del secondo piano, passando davanti ad una delle numerose finestre nell’esatto istante in cui il castello veniva illuminato da un fulmine.

La giovane donna rimase a guardare incantata lo spettacolo che le si presentava davanti agli occhi, ma il boato eccessivo di un tuono la fece sobbalzare.

“Helga”.

Insinuante e vagamente maliziosa, quella voce familiare la raggiunse ancora prima che l’uomo posasse le mani sui suoi fianchi, per stringerla a sé.

“Salazar” esclamò lei, tirando un sospiro di sollievo e portandosi le mani sul cuore, “Mi hai spaventata” dichiarò e lo Slytherin sorrise.

“Perché hai voluto incontrarmi qui nel cuore della notte proprio con questo temporale?” gli chiese, rifugiandosi tra le sue braccia, “Avrei preferito di gran lunga vederti domani mattina” aggiunse con uno sbuffo e lui rise divertito.

“Sta’ tranquilla, amore mio, il temporale non può farti del male” sospirò per rassicurarla, mentre poggiava le labbra sulle sue in un bacio fugace.

“Comunque voglio farti vedere una cosa” mormorò subito dopo, afferrandola per una mano e trascinandola dietro di sé.

 

Aveva appena finito l’abituale ronda notturna che spettava ai Prefetti, Hermione Granger, quando si fermò lungo il corridoio del secondo piano, poggiandosi al davanzale di una finestra e guardando il cielo scuro.

C’era aria di pioggia in giro e le nuvole minacciose non promettevano nulla di buono, di sicuro la notte sarebbe stata testimone di una tempesta.

“Hermione”.

La voce bassa e seducente del suo ragazzo l’avvolse, stringendo il suo stomaco in una specie di morsa invisibile, mentre lui le poggiava, con delicatezza, una mano sul braccio, facendola voltare verso di lui.

Si scrutarono per un po’, infine la ragazza sorrise e si avvicinò a lui di un passo.

Draco l’attese, allargando le braccia, per accoglierla contro il suo corpo e ricambiò il suo bacio, prima di poggiare la fronte contro la sua per respirare forte il suo odore.

“Temevo che non saresti venuta” le confessò il ragazzo, una confessione che gli costò fatica.

Lei sorrise appena contro le sue labbra.

“Perché?” gli chiese in un sussurro e lui si strinse appena nelle spalle, incrociando le dita a quelle di lei.

“Dopo il nostro litigio non ero sicuro che avessi voglia di vedermi” le mormorò ed Hermione sospirò forte.

“Mi sono arrabbiata perché sei sparito da scuola per un’intera settimana senza dirmi nulla” fece una pausa e poi sorrise, “Certo che avevo voglia di vederti!” aggiunse lei scuotendo appena la testa e lui le regalò un ghigno, mentre la baciava ancora.

“Vieni con me” sussurrò nel suo orecchio pochi attimi dopo, mentre la prendeva per mano e si avviava lungo il corridoio.

Un lampo illuminò le due sagome unite, subito dopo un tuono fece tremare le pareti del castello ed Hermione si strinse di più a lui.

 

“Salazar, dove stiamo andando?” gli chiese d’un tratto Helga, dopo che ebbero attraversato l’ennesimo passaggio buio.

Ormai era quasi certa che si stessero inoltrando nel sottosuolo ed iniziava ad avere freddo, ma lui sorrise.

“Siamo quasi arrivati” cercò di rassicurarla, eppure la sua voce non sembrava affatto rassicurante e per un attimo, la donna ebbe una spiacevole sensazione.

“Salazar” gli sussurrò dopo qualche minuto e lui rispose con un mormorio indistinto.

“Sei ancora arrabbiato per quella lite con me, Godric e Rowena?” gli chiese, quasi timorosa e lui si voltò a scrutarla con aria gelida, infine si strinse nelle spalle.

“Voi non capite” si limitò a mormorare, mentre la stringeva forte a sé, trascinandola in uno stretto passaggio, illuminato solo dalla debole luce della sua bacchetta.

Helga non aveva mai pensare che Salazar fosse davvero cattivo come lo dipingevano gli altri, ma era un tipo piuttosto strano, eppure era riuscita ad innamorarsi di lui.

“Attenta ai gradini” l’avvertì d’un tratto l’uomo e lei scivolò e si aggrappò malamente al mantello di Salazar, che la sostenne prontamente.

“Ma dove siamo?” gli chiese di nuovo, mentre un forte tanfo di vecchio e stantio iniziava a pizzicarle il naso e il gelo si insinuava sotto i vestiti fino a raggiungere la pelle.

Lui non rispose, ma sorrise ed Helga, per la prima volta, fu spaventata da quel sorriso.

Era un sorriso strano il suo, sgembo e piuttosto misterioso, uno di quei sorrisi che ti fanno accapponare la pelle.

“Salazar” lo chiamò ancora, rallentando appena il passo, ma lui non si fermò e continuò a strattonarla, obbligandola a seguirlo.

“Sta tranquilla, Helga” si limitò ad esclamare con voce gelida e di nuovo un brivido di paura le attraversò la schiena.

Diverse volte Rowena le aveva chiesto di allontanarsi da lui, dicendole che era una persona cattiva e che lei meritava di meglio, ma Helga non era mai riuscita a rinunciare a Salazar.

Si era innamorata di lui tanto tempo prima, quando l’aveva trovato, per caso, una notte a guardare la luna e lì, nel giardino del castello, sotto le stelle, Salazar Slytherin le aveva confessato le sue paure.

Helga aveva visto qualcosa di buono in lui, qualcosa che nessun altro sembrava vedere, ma che lei continuava a scorgere nei suoi occhi ogni qual volta la guardassero.

Eppure, in quel momento, Salazar riusciva solo ad incuterle timore e lei non riusciva a capire perché.

Fece per aprire la bocca e chiedergli qualcosa, ma lui la precedette.

“Siamo arrivati finalmente” esclamò fermandosi davanti ad una porta sigillata e voltandosi a guardarla con un sorriso enigmatico stampato sulle labbra.

“Sto per rivelarti un segreto, Helga, un segreto importantissimo” sospirò e qualcosa nella sua voce riuscì a terrorizzare la donna, che si limitò ad annuire con estrema lentezza.

L’uomo sorrise eccitato e le poggiò fugacemente un bacio sulle labbra, prima di voltarsi e aprire la porta, bisbigliando un incantesimo, poi le porse la mano e la invitò a seguirlo.

 

Draco aprì la porticina che la Stanza delle Necessità stava mostrando loro e afferrò la mano di Hermione, tirandola dietro di sé.

La ragazza entrò chiudendo la porta alle sue spalle e si guardò attorno.

L’atmosfera della stanza riuscì subito a tranquillizzarla e lei osservò ogni minimo particolare con estrema curiosità.

Un caminetto acceso scoppiettava nell’angolo ed un grande letto dalle lenzuola di seta nere riempiva gran parte della stanza.

Due comodini troneggiavano al fianco del letto ed un vecchio comò era sistemato in un angolo, mentre ai piedi del letto era disteso un enorme tappeto dai colori tenui.

Hermione accennò un sorriso.

“Questa è la tua stanza?” gli chiese e lui ricambiò il suo sorriso.

“Quasi” mormorò mentre si avvicinava nuovamente a lei e la stringeva tra le braccia, piegandosi subito dopo sulle sue labbra.

“Mi spiace per essere sparito così” le sussurrò qualche secondo dopo, avvicinando la bocca al suo orecchio e la ragazza sentì un brivido scivolarle sulla schiena.

“Ho avuto paura che fosse successo qualcosa” mormorò lei passandogli le mani sulle spalle e scendendo sulla schiena in una delicata carezza.

“E Zabini non voleva dirmi nulla” aggiunse subito dopo, mentre lui poggiava la fronte a quella di lei, sospirando.

“L’ha fatto per me, gliel’ho raccomandato io” mormorò ed Hermione annuì avventandosi sulle sue labbra in un bacio profondo.

Draco fece scivolare le mani fredde sotto la sua maglietta e le accarezzò piano il ventre piatto, prima di tornare nuovamente sul golfino per slacciare in fretta i bottoni e buttarlo malamente via.

Hermione gli passò le mani sui capelli, poi scivolò nuovamente sulle spalle e poi sul petto, sfilando i bottoni dalle asole, fino ad arrivare ai pantaloni e slacciargli la cinta con gesti rapidi e misurati.

Quando si staccarono per riprendere fiato, Hermione gli sorrise appena.

“Sono più tranquilla adesso che sei qui, ma non voglio che questo accada di nuovo” biascicò con il fiato corto e lui annuì baciandola nuovamente ed iniziando a sbottonarle la camicia, poi, quando sentì le mani di lei sulla sua pelle, si bloccò, allontanandola con gentilezza.

La guardò con estrema serietà e cercò di riprendere il respiro.

“Hermione” esordì e quel tono la mise improvvisamente in allerta, “Devo dirti una cosa” aggiunse Draco con un sospiro e lei lo guardò corrugando la fronte.

Il ragazzo le lasciò lentamente le mani.

“Se sentirai il desiderio di fuggire via, voglio che prima tu finisca di ascoltare ciò che ho da dirti” esclamò ed Hermione si sentì improvvisamente gelare, ma annuì debolmente.

 

Helga si trovò a guardare le pareti di un enorme stanza buia e semivuota.

Il freddo le penetrò improvvisamente le ossa ed un’orribile sensazione si impadronì di lei.

Si voltò a guardare Salazar timorosa.

“D-dove ci troviamo?” balbettò incerta e lui sorrise poggiando lo sguardo su di lei ed aprendo le braccia, come a voler abbracciare l’intera stanza.

“Questa è la Camera dei Segreti” le sussurrò e, per un attimo, lei lesse qualcosa di folle nel suo sguardo.

Corrugò la fronte.

“La Camera dei Segreti? Cos’è? Non sapevo della sua esistenza” mormorò la giovane donna e lui sorrise annuendo.

“Lo credo bene, l’ho inventata io” le mormorò allegramente, poi si sporse in avanti e mormorò qualcosa che Helga non riuscì a comprendere.

Serpentese.

Nell’esatto istante in cui il suo cervello registrò l’informazione, la donna mosse istintivamente un passo indietro.

“Salazar, cosa stai facendo? A cosa serve questa Camera dei Segreti?” chiese agitata e lui tornò a guardarla, mentre un sorriso si dipingeva con estrema lentezza sul suo viso.

“Questa stanza nasconde un segreto, Helga, uno splendido, enorme segreto” mormorò ed un tratto un rumore raggiunse le loro orecchie, la Hufflepuff guardò dietro di lui, allungando il collo e strabuzzando gli occhi per cercare di scorgere nel buio, mentre Salazar si voltava estremamente eccitato.

Mormorò qualcos’altro nel buio e tornò a guardare verso di lei.

“Sigillerò la Camera dei Segreti prima della mia partenza e solo all’arrivo del mio vero erede la Camera verrà nuovamente aperta” esclamò e, ad un tratto, una risata bassa e profonda scaturì dalle sue labbra, ed una smorfia trasformò il suo viso in una maschera d’orrore.

Helga si mosse verso la porta, disgustata dallo spettacolo che si trovava davanti e si portò una mano sul cuore che aveva iniziato a batterle forte per lo spavento.

“Erede? Partenza? Salazar, cosa stai dicendo? Sembri strano stasera … non riesco a capirti” esclamò con la voce incrinata e lui si voltò nuovamente a guardarla.

Quello non era più lo sguardo buono e profondo che le aveva rivolto centinaia di volte, in quel momento sembrava lo sguardo bramoso di un folle.

“Lui verrà liberato e libererà finalmente la mia scuola da tutti quei disgustosi sangue sporco” esclamò gelidamente ed Helga sbarrò gli occhi.

“Lui?” sibilò con voce tremante, nell’esatto istante in cui un sibilo spezzò l’aria.

“Il basilisco” e quel sussurro sembrò un urlo, pronunciato dalle labbra sottili di Salazar ed Helga vide nitidamente il corpo del serpente muoversi nel buio, dietro al suo padrone.

Istintivamente urlò e corse fuori dalla stanza.

 

Draco afferrò i lembi svolazzanti della camicia sbottonata e la tirò, lasciando che scivolasse sulle sue braccia, lasciandolo a petto nudo.

Poi si voltò appena, in modo che il fuoco illuminasse la parte sinistra del suo corpo e, in una reazione quasi spontanea, Hermione corse con lo sguardo sul suo avambraccio sinistro.

Non appena lo vide il suo volto fu sfigurato da un’espressione di disgusto mista a sorpresa e dovette portarsi le mani alla bocca per trattenere l’urlo spontaneo che le era salito alle labbra.

Hermione non aveva mai pensato che la sua relazione con Draco fosse giusta e, nel tempo, aveva trovato molteplici motivi per lasciarlo, ma non ci era mai riuscita davvero, poi, un giorno, aveva capito che stava iniziando ad innamorarsi di lui.

Eppure in quel momento, mentre guardava l’orribile disegno che sfigurava la perfezione del suo corpo, le sembrò che si stesse svuotando di tutto quell’amore e che il vuoto si colmasse solo dell’orrore che riusciva a provare.

Il marchio nero spiccava sull’avambraccio di Draco in tutta la sua perfezione.

“Hermione” la chiamò il ragazzo, ma lei non riuscì a guardarlo, non riuscì a distogliere lo sguardo dal marchio.

Quel simbolo rappresentava per lei anni di torture ed ingiustizie, quel marchio era tutto ciò per cui aveva sempre lottato ed ora era stampato indelebilmente sul corpo dell’uomo che amava.

“Non avrei mai voluto farlo, sono stato costretto, lo sai bene” esclamò Draco, ma lei scosse lentamente la testa.

“No, non lo so” mormorò appena, con voce incolore e racimolando tutta la sicurezza che riuscì a trovare.

“Sai che non avrei mai voluto, mi hanno obbligato, sono stato costretto e ricattato, mi hanno prelevato con la forza, facendomi inginocchiare al suo cospetto, non ho potuto fare niente per impedirlo” le disse, cercando di spiegarle il dolore che aveva dentro.

“Hermione, per favore guardami” mormorò allungando una mano verso di lei per prenderle il mento e costringerla ad alzare lo sguardo, ma riuscì a malapena a sfiorarla, prima che lei si scansasse, tirandosi indietro e alzasse lo sguardo per fissarlo inorridita.

“Non toccarmi” urlò quasi e la sua voce risultò stridula ed eccessivamente sgradevole nel silenzio della stanza.

Draco rimase a guardarla inerme ed i suoi occhi si velarono di un dolore profondo.

“Non riesci nemmeno a guardarmi” constatò Draco e la sua voce parve tremare.

Hermione scosse appena la testa, mentre gli occhi le diventavano lucidi.

“Sono sempre io, Hermione, questo non cambia niente” le sussurrò, ma lei scosse nuovamente la testa.

“Questo cambia tutto invece” sussurrò muovendo qualche passo indietro.

“Non ce la faccio Draco, mi dispiace” mormorò debolmente, voltandosi e correndo fuori dalla stanza.

 

Piangeva, Helga, mentre correva via, cadendo nel buio e rialzandosi di fretta, desiderosa di ritrovare la strada, desiderosa di allontanarsi da quel posto e da Salazar per sempre.

 

E le lacrime scivolarono veloci dai suoi occhi, mentre Hermione correva verso il suo dormitorio, nei corridoi silenziosi.

Piangeva per il dolore della perdita e per il dolore che aveva letto negli occhi di Draco quando era corsa via.

 

Spazio autrice: Buonasera, cari, anzi buon pomeriggio. 
Oggi vi propongo questa storia un po' particolare (almeno per i miei standard), nata per il contest  "Coppie Scoppiate-Perchè ad Hogwarts si puffa. Eccome se si puffa!" indetto da LoveChild che devo immensamente ringraziare.
La storia si è classificata seconda, vincendo ben quattro premi speciali...grazie ancora giudiciA!
Spero che la storia vi sia piaciuta, grazie per l'attenzione.

Alla prossima _EpicLoVe_

  
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