-Perché ti ho scelto come coinquilino? Ma cosa mi saltava per la testa?
-A te niente! Io perché ti ho accettata come coinquilina? Ah si! Si da il caso che la signorina qui presente una sera abbia suonato a “casa mia” come un disperata a chiedermelo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Era mattina ed ero nel letto a pensare all’incontro con i genitori di Veronica di ieri. Erano dei tipi apposto per carità, due persone gentili ed educate, ma non volevo stare con Veronica e ne ero ogni giorno più convinto. Il problema era lasciarla. Mi alzai dal letto e preparai il caffè. -Buongiorno-. Sentii una vocina assonnata provenire dal salone, era Marta. Era in pantaloncini e aveva una maglietta larga che le scendeva per le spalle, apriva a malapena gli occhi, che carina… -Vuoi del caffè?-. Cosa? Lo stavo facendo veramente? Le stavo offrendo qualcosa? Ma da quando in qua? -No grazie, ora mi preparo il latte caldo. -Ok. Mi sedetti nel divano. Un secondo in che situazione mi trovo io? Penso che è carina? Le cucino qualcosa? Le offro qualcosa? Confondo il suo nome con quello della mia ragazza! Giovanni svegliati!!! Decisi di prepararmi e fare una passeggiata come ero solito fare la mattina. Fuori di casa mi richiamò la mia ragazza: -Amore! -Ciao! -Come va? -Bene. -Ti sei divertito ieri e soprattutto ieri sera…? -Ehm… Si-. È il momento giusto per mollarla… Ma no! Al telefono no! -Che cos’hai? -Io niente… -Va bene tesoro, scusa mi devono chiamare per un altro servizio fotografico, mi preparo ed esco. -Ciao. Chiusi il cellulare e continuai a camminare. -Oh cazzo, Arisa due-. Pensai ad alta voce quando la vidi venire incontro a me. -Ciao Giovanni. -Cosa vuoi? -Voglio parlarti un attimo di Marta. -E cosa me ne frega a me di lei? -Sei il suo coinquilino! -Ok dai dimmi. -E’ da un po’ di tempo che la vedo strana… -La vedi strana? -Si, certe volte è per i fatti suoi e non mi ascolta. -E chi ti ascolterebbe mai? -Lei! -E io cosa dovrei fare? -Non so, fai qualcosa però! Salutai Stefania incamminandomi verso casa. Quando aprii la porta trovai Marta nel tavolo della cucina con il libro in mano che studiava e decisi di andare in stanza per non disturbarla. -Brufolo!!!-. Mi chiamò dalla cucina. -Si?-. Chiesi tornando indietro. -Mi puoi aiutare a studiare? -Da quand’è che vuoi che ti aiuti? -Veramente non voglio che tu mi aiuti però sono forzata a chiederlo. -Dimmi-. Le chiesi prendendo una sedia e mettendomi accanto a lei. -Non riesco a capire pagina quindici. -Ma è semplice… Tu hai sbagliato qua!-. Indicai le prime righe del libro:- Hai sottolineato questo argomento, ma è solo una specie di introduzione, all’inizio anche io mi ero confuso, devi studiare bene questo concetto invece e tutto sembrerà più chiaro! -Tu dici?-. Le presi l’evidenziatore giallo e le sottolineai delle righe del libro. -Su, provaci-. Risposi dolcemente:- Io intanto vado in stanza che devo fare un paio di chiamate ok? -Ok-. Mi rispose con un sorriso che non era ne falso e ne ironico, era un sorriso che mi diceva “grazie”. Caspita quanto era bella falsa!