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Autore: _sophy_    30/10/2011    3 recensioni
Louise è una ragazza di quasi 17 anni. Ha un rapporto burrascoso con i genitori che dopo una decisione improvvisa decidono di trasferirsi. Louise, esausta di tutto ciò che i genitori le fanno passare si da 45 gioni per essere finalmente felice altrimenti metterà fine alla sua giovane vita. Alex, un ragazzo quasi maggiorenne che frequenta la stessa scuola della ragazza, riuscirà a fermare Louise nel momento in cui sarà ad un passo dalla morte. Leggete e fatemi sapere che ne pensate^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Il giorno dopo mi svegliai, tutta dolorante. Non uscii dalla camera neppure per mangiareinii i compiti ma non ne avevo molti così presi due o tre libri e iniziai a passare po’ il tempo. Non c’era nessuno a casa, a parte il cuoco e le due cameriere. La domenica, infatti, era il giorno libero di tutti a parte per quelli che durante la settimana si davano il cambio. Ripensando ai domestici mi salii la bile in bocca. Avevano sicuramente chiamato loro i miei genitori. Mi avevano detto che non avrebbero sopportato “distrazioni” ma non me ne poteva fregare di meno. Ero stufa di tutto quello che gli altri volevano da me. D’ora in poi avrei fatto quello che volevo io, fregandomene di quello che gli altri pensavano di me. Quando finii di progettare il futuro andai in bagno per vedere com’ero conciata. Un po’ timorosa iniziai a controllare i danni. Avevo i lividi col segno delle dita di mio padre sul collo; sulla testa avevo un segno ma dovevo spostare tutti i capelli per vederla quindi ero tranquilla. Sollevai la maglietta per controllare gli effetti dei calci di mio padre e vidi due aloni violacei della dimensione del pugno di un bambino delle elementari. Per fortuna erano tutte cose che non si notavano tranne che sul collo. Avrei dovuto portare roba a collo alto e sciarpe strette al collo per giorni. Quel giorno Alex non chiamò, e forse fu un bene, così rimasi al PC tutto il giorno. Quando lunedì mattina mi svegliai corsi subito a cercare, vestiti o maglie a collo alto ma non ne trovai nemmeno l’ombra. Così optai per una grande sciarpa nera. Finito di prepararmi scesi le scale e infondo vi trovai il maggiordomo assieme a una cameriera. Indurii subito lo sguardo e mentre cercavano di parlarmi gli passai affianco e uscii di casa sbattendo la porta. Ben gli stava! Una volta arrivata a scuola fu come il primo giorno. Tutti mi squadravano e parlavano tra di loro lanciandomi occhiate furtive sperando che non li notassi. Vidi un ragazzo spuntare fuori dal nulla e abbracciarmi con foga, troppa, urlò il mio corpo

–ehm.. si Alex anche io sono contenta di rivederti ma così mi uccidi!- ridacchiò allegramente

–ops.. hai già sentito? Siamo sulla bocca di tutta la scuola! Si È sparsa in giro la voce di come hai spento Benedetta e visto che nessuno l’ha mai affrontata così è uno scandalo!-

se avesse provato ad aumentare la velocità delle parole si sarebbe strozzato

–ok, calmo. Inspira, espira ancora! Bravo!-

-ehi! Che fai? Sfotti?-

-di brutto!-

-ah-ah-ah simpatica-

in quel momento suonò la campanella così fui costretta a salutarlo. In classe tutti continuavano a girarsi verso di me e alla terza ora mi arrivò il bigliettino da parte di una certa Elena

-Ciao sono Elena.. come va?-

continuammo questo scambio di bigliettini per un po’ fino a quando lei non si scusò per avermi ignorata. Alle elementari era presa in giro da tutti, alle medie aveva pochi amici e molti la ignoravano e finalmente, ora che aveva una vita sociale, aveva paura di restare di nuovo sola se mi fosse stata accanto. Sembrava una brava persona. Mi raccontò di il suo ragazzo, di com’erano le persone della nostra classe e delle oche, di come si portassero dietro i giganti di quarta e quinta alzando la minigonna o abbassando la scollatura. Delle troie insomma. Quando suonò la campanella della ricreazione me ne andai subito in cortile sotto un albero chiacchierando con Elena che stava raggiungendo il suo ragazzo. Quando se ne andò controllai che nessuno mi stesse guardando e mi tolsi la sciarpa per sistemarla. Improvvisamente una mano grande mi afferrò il polso

–che diavolo ti è successo!?-

la calma apparente di Alex con quella nota spietata nella voce dava i brividi. I suoi occhi scuri fiammeggiavano così distolsi subito lo sguardo. Mi afferrò il mento per accettarsi che lo guardavo in viso.

–chi è stato!?-

la voce era ancor più glaciale e efferata. Vedendo che non rispondevo mi esaminò il collo con cura e disse

–è successo di nuovo?! Perché ti hanno picchiata!?-

-niente, davvero!-

cercai di sfuggirgli ma non sembrava intenzionato a mollare la presa.

–che altro ti hanno fatto?!-

vedendo che non si dava per vinto mi arresi. Spostai lievemente i miei capelli scoprendo la botta e una volta rimessa la sciarpa alzai lievemente la maglia lo sentii trasalire imprecare. – rispondimi! Perché?- sospirò

–gli ho urlato addosso, sono tornati a casa prima perché i domestici li hanno chiamati dicendogli che ero uscita con te-

scosse la testa

–devi denunciarli-

-sono minorenne e loro hanno conoscenze importanti-

-non puoi continuare così! Ti uccideranno!-

-cosa vuoi che faccia!? vorrei scappare di casa ma non saprei dove andare. Vorrei denunciarli ma sarebbe inutile nessuno mi crederebbe! Sabato quando mi hanno alzata per il collo e buttata giù dalle scale ho creduto davvero di morire. Vedevo tutto nero e avevo i polmoni che mi bruciavano per l’assenza di ossigeno. Non riuscivo a reagire! Non ce la facevo!-

lo vidi trattenere il respiro e avvicinarsi

–oggi pomeriggio alle tre vengo a prenderti e ti porto a casa mia. Ne parleremo con mio papà e mia mamma. Non ti posso rapire ma se ce ne sarà bisogno e tu vorrai potrai venire a stare da me-

no..

–no non vi voglio coinvolgere. Mi sono sempre arrangiata e i miei genitori ne sanno una più del diavolo finireste nei guai-

-non mi interessa e poi.. be dovresti venire ugualmente.. ho una scommessa da vincere-

sapevo che faceva per tirarmi su di morale ed ero stufa di tutto questo casino così accettai. Passai le ultime ore a messaggiare con Elena e finita la scuola schizzai fuori più veloce della luce. Una volta a casa feci immediatamente i pochi compiti che avevo e mangiai un boccone essendo ormai le 14:30 ebbi appena il tempo di rilassarmi un po’ prima che arrivasse Alex. Non lasciai ai domestici il tempo di controllare chi fosse e raggiunsi di corsa il cancello.

–eccomi!-

esclamai, anche se stavo ancora ansimando per via della corsa

–salve.. per favore non mi morire qua!-

pff.. guarda come sfotte sto stronzo!

–ah- ah- ah! Andiamo!-

mentre camminavamo mi sorprese con una domanda

–cosa ti faranno i tuoi genitori quando tornerai a casa questa sera?-

non ci avevo pensato

–non lo so ma non mi fermerò fino a che non sarò al sicuro chiusa in camera mia-

-mi dispiace davvero, vedrai che sistemeremo tutto il prima possibile-

lo speravo davvero. La casa di Alex aveva un piano solo ma era lunga e larga.. il portone era rosso e i muri bianchi. Al posto delle finestre c’erano grandi porte finestre, il giardino non era molto grande ma lo spazio era tagliato bene.

–che te ne pare? Non è grande come la tua ma..-

-zitto. Sinceramente preferisco la tua alla mia. A casa non posso spostare un soprammobile perché tutto deve essere perfetto. Qui senti di essere a casa! Ed è davvero una bella casa!-

il suo sorriso partiva da un orecchio e terminava dall’altro lato.

–su entriamo-

una volta dentro ci accolse una donna “la madre di Alex” era una bella donna davvero.

–chi c’è? Carlotta? Sono arrivati?-

questo doveva essere il padre

–si Lorenzo. Sono loro.. vieni!-

da dietro una porta scorrevole uscì Lorenzo

–ciao papà, mamma. Lei è Louise -

-ciao cara! Come avrai capito noi siamo i genitori di questo.. si beh di Alex -

vidi il ragazzo chiamato in questione fare un finto broncio

–ehi! Sono qui anche io! E poi sono perfetto-

scoppiai a ridere assieme ai genitori

–certo.. se ne sei convinto tu.. allora va bene a tutti-

mentre ridevamo tranquillamente sentii delle urla e scattai sull’attenti e Alex mi cinse la vita con un braccio

–tranquilla! Sono solo i miei fratelli che si picchiano-

-ah.. che colpo!-

-sono tutti pazzi, vero papà?-

-siete tutti pazzi!-

-ok mi arrendo-

arrivarono altre urla:

–no! Ho detto no! Dammi quel maledetto cellulare! Nooo! Rompimi l’iPhone e ti castro!-

questa doveva essere Eleonora, la sorella di Alex che urlava dietro Nicola il fratello più piccolo. Noi eravamo ancora in entrata ma poco più avanti vidi due persone rincorrersi e lanciarsi sul divano

–bé ecco la mia famiglia!-


vestiti Louise
salve! finalmnte rieccomi! vi lascio immediatamente perchè mio fratello mi sta letteralmente strappando via dal computer perchè deve "andare su you tube" -.-" ma dico io! grazie mille a tutte quelle che mi hanno messa nelle preferite, ricordate, seguite, a chi ha recensito e a chi ha solo letto ..... piaciuto?
RECENSIONE???
BaCIo, sophy


 

  
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